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Autore: lykke    30/07/2014    0 recensioni
L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, sopratutto perchè provi un senso di benessere quando le sei vicino.
E Vicktoria era un'anima libera. Era un diavolo imprigionato nel corpo di un'angelo, aveva l'anima in fiamme e il viso innocente.
Camus era freddo e distaccato, non dava confidenza. La sua bellezza glaciale ed eterea intimoriva e affascinava.
Erano gli opposti, ma quasi coincidevano nella loro diversità.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Vicktoria era austera,fredda e distaccata come il ghiaccio che l'attorniava. La sua ostilità verso il cavaliere d'oro era palpabile, ogni suo atteggiamento lo evidenziava: la postura delle mani sul petto del giovane appena appoggiate , pronte per essere tolte con il minimo spostamento, la testa china con lo sguardo fisso sulle mani. Tracciata la sua croce si girò di scatto, chiaffeggiando il volto del cavaliere coi capelli.Avanzava  verso la casa tenedo alzato il vestito in modo da  non inciampare ,  non voleva sembrare goffa davanti a quei due sconosciuti, voleva mettere da subito in chiaro una cosa : non aveva bisogno di nessuno , sapeva cavarsela benissimo da sola. Si chiuse la porta di casa alle spalle, accertandosi di non essere osservata si tolse tutti gli indumenti ,lasciandoli scivolare sul suo corpo scosso da piccoli tremolii di freddo, si inginocchiò davanti al camino per riscaladarsi un minimo, fino a  quando non intravide le sagome dei due ragazzi avvicinarsi. Raccolse rapidamente le sue cose dal pavimento e corse nella sua stanza, chiudendosi dentro. Si appoggiò alla porta chiusa e lentamente si lasciò scivolare a terra, mentre scivolava si guardava attorno. Le pareti erano di un legno chiarissimo quasi bianco, probabilmente era il legno di un abete bianco , spoglie  con solo uno specchio appeso a sinistra del letto, un letto antico di ferro dai disegni geometrici complessi, nella parete davanti al letto c'era una finestra dalla quale non si vedeva altro che l'azzurro del cielo e il bianco della neve. Appena si appoggiò in terra scoppiò in un pianto sordo, le mancava terribilmente il rumore del mare e l'odore degli oleandri in fiore, la sabbia calda e fine sotto i piedi, la brezza marina che le scompigliava i capelli e giocava col suo vestito di lino, disegnandolo sul suo corpo. Pensava alle nuotate nelle acque fresche e cristalline delle sue spiaggie , ai giochi con le sue compagne, al sole che le schiariva la chioma sempre scomposta e decorata da fiori . Ora attorno a se aveva solo neve e ghiaccio, ghiaccio e neve. La sua unica compagnia erano due perfetti sconosciuti dediti solamente all'allenamento , si sentiva sola come non mai.
Da dietro la porta della sua stanza semtiva i passi dei due cavalieri, provò un forte imbarazzo quando realizzò di essere nuda , in una casa a lei sconosciuta, con due ragazzi anch'essi sconosciuti. Si vestì velocemente , facendo poco caso a ciò che indossava, scelse un semplice abito di cotone color pesca e si mise sulle spalle una sciarpa di lana calda . 
Camus guardava di sfuggita la camera della giovane, la sottovalutava e non si risparmiava dal dimostrarlo. Ormai era tardi per proseguire l'allenamento del giovane , in più sarebbe stato deconcentrato dal ricordo di Vicktoria , come probabilmete lui stesso ,anche se non lo avrebbe mai ammesso. Prese dal frigorifero una bottiglia di wodka e versò il contenuto in un bicchiere, appoggiato al bancone da cucina lo sorseggiava , tirando ogni tanto qualche occhiata alla stanza della ragazza ancora chiusa. "Crystal! " chiamò improvvisamente Camus  "chiama la ragazza, che non si creda che sia servita e riverita in casa mia." , Crystal guardò stranito il suo maestro, poche volte lo aveva sentito parlare con quel tono così acceso. Senza dire una parola si diresse verso la porta della giovane, non ebbe tempo di bussare che quasi si ritrovò la porta sbattuta in faccia. " Di certo non mi faccio servire da uno sbruffone egocentrico come te !" urlò Vicktoria guardando fisso negli occhi Camus, tra i due ci fu subito una scintilla di sfida , che si tradusse in un sorriso malizioso sulla bocca di lui " Bene damigella" aggiunse " sbeffeggiandola. Era tutta un fremito di rabbia , non si era mai sentita così offesa in vita sua, eppure  di offese ne aveva ricevute dalle anziane con l'aggiunta di qualche bel ceffone ben piazzato per far spegnere il vulcano che esplodeva in lei.
"Dai su calmatevi..." si intromise Crystal, il suo spirito nobile non ammetteva che un uomo si prendesse gioco di una donna, soprattutto se quella donna era in difficoltà e Vicktoria era in una visibilissima difficoltà Notò negli occhi di Camus un'occhiata gelida nei suoi confronti, ma non lo intimoriva, si contrappose tra i due fuochi cercando di calmare gli animi. Si offrì di preparare la cena , Vicktoria rimase con lui, mentre Camus uscì di casa per andare ad allenarsi, in verità voleva solamente scaricare la rabbia tirando qualche pugno ben assestato ad una lastra di ghiaccio . "Grazie " sussurrò Vicktoria appena furono soli in casa , vi era davvero gratitudine nel suo tono, cosa che toccò profondamente il ragazzo "ma figurati...dovere di cavaliere" rispose imbarazzato, si chinò per prendere una tovaglia e aggiunse " non è  cattivo, solo che non ha mai avuto contatto con le donne... bhe in effetti non ha mai avuto contatti col genere umano in generale, contatti voluti intendo...è tutto sulle sue, cinico, acido , scontroso...ma non è così male.... quando non si arrabbia, ovvero quasi mai ... ahahah !" . Scoppiarono entrambi in una grassa risata, quello che ci voleva per rompere i ghiaccio. Vicktoria aiutò il ragazzo come poteva, quando fu pronto andò lei stessa a chiamare Camus per mangiare . Durante il pasto nessuno parlavò , quando finirono Camus si occupò di lavare i piatti. 
Poco dopo si ritirarono per dormire , ogniuno nella  propria stanza.
La notte non fu facile per Vicktoria, il freddo pungente la teneva sveglia e le raffiche di vento si infrangevano sulle  finestre. Avvolta nel suo cappotto di pelliccia si accovacciò davanti al caminetto ancora acceso, il tepore la fece addormentare appoggiata alla poltrona . Sentendo dei rumori Camus si alzò dal letto , uscito dalla sua camera vide la ragazza addormentata sulla sua poltrona, non potè trattenere un sorriso , "effettivamente è veramente bella, peccato che non dorma sempre, sarebbe perfetta altrimenti"pensò tra se e se . La sollevò e la portò nella sua stanza, la più calda della casa perchè senza finestre . La adagiò sul suo letto e la coprì con le coperte più pesanti che aveva. Dopo averle dato un buffetto sulla testa, uscì dalla sua camera e si addormentò sulla poltrona.
  
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