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Autore: ElyJez    30/07/2014    2 recensioni
«Posso farti una domanda?»
Sbuffai scocciata , per poi dire:
«Dipende da quello che mi deve chiedere»
«Perché fai tutto questo ? Intendo essere una cacciatrice , combattere costantemente , perché?»
Feci spallucce rispondendo controvoglia:
«Qualcuno deve schierarsi contro il male , perché non dovrei essere io?»
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando aprii gli occhi, il sole era già sorto da tempo .
Lanciai uno sguardo all’orologio a cucù appeso alla parete, erano le dieci ed io non volevo far altro che sonnecchiare per un altro po’ di tempo, ma … avevo una fame tremenda !
Mi alzai dal letto stropicciandomi gli occhi, passandomi la mano tra quel groviglio di capelli rossi che mi ritrovavo nel disperato tentativo di sistemarli, per poi infilarmi le pantofole e scendere al piano inferiore seguendo il profumo delle frittelle con le mele e il cioccolato … gnam, gnam , avevo già l’acquolina in bocca.
Quando giunsi in sala, lo spettacolo che vidi non mi piacque molto. Sì, c’erano le frittelle, e le mele, e tutto quanto insomma, ma … se le stava mangiando l’intruso ed era seduto al mio posto, sulla mia sedia .
<< Togliti subito da lì, sgorbio ! >>
Affermai colpendo il tavolo di legno, mentre il ragazzo mi lanciò un sorrisetto sbieco, con un fare di superiorità e derisione che mi faceva saltare i nervi .
<< Ah, Elizabeth, non ti dispiace se Andrè si siede al tuo posto, vero ? >>.
Domandò Victor entrando nella stanza e mettendosi seduto a capotavola come al solito .
<< Certo che mi dispiace ! >>
<< Beh, allora ti dovrai sacrificare lo stesso, vedi, dopo quello che hai fatto ieri sera , credo che sia il minimo per scusarti >>
Lanciai un’occhiataccia all’usurpatore di sedie che ricambiò con quel ghigno di poco prima: stavo per perdere la pazienza .
<< Questo si prende gioco di me, ed io devo scusarmi con lui ! >>.
<< Chi l’ha legato alla poltrona per tutta la notte ? >>.
Sbuffai. Quando Victor si metteva qualcosa in testa, non c’era niente che si potesse fare, se non dargli retta, oppure scaraventarlo fuori dalla finestra, ma lui, era il mio maestro, e così brontolando mi accomodai dalla parte opposta dell’ebete .
<< La mia colazione, posso avere almeno quella? Sempre se il signore lo permette >>
Commentai con fare sarcastico, mentre il vecchio mi guardava con un’aria indifferente, per poi dire:
<< Certo, l’hai davanti >>
Abbassai lo sguardo verso il piatto, c’erano tre frittelle bagnate con il cioccolato, due toast con burro e marmellata, e un bicchiere di spremuta d’arancia.
<< Tutto qui quello che passa al convento ! >>.
Affermai alzando un sopracciglio con aria incredula e scocciata, insomma, se quello non era l’inferno, cosa mai poteva essere? Sarei morta di fame!
Intanto il bruno mi guardava divertito, ed io con la mia solita delicatezza, infilzai una frittella con tutta la rabbia che avevo in corpo, quasi da bucare il piatto .
Non lo sopportavo, a quanto sembrava una notte legato a una poltrona non gli aveva fatto il minimo effetto, forse se avessi aggiunto un ragno velenoso, avrei ottenuto qualche risultato .
Mi stava ancora fissando ed io mi lasciai sfuggire un sorrisetto , pensando alla scena di lui con un aracnide supergigante sulla faccia .
<< Allora, Andrè, inizierai subito a scrivere il tuo romanzo ? >>
Domandò Victor curioso , mentre io stupita alzai un sopracciglio: quell’idiota sapeva scrivere e leggere? E io che pensavo fosse analfabeta !
<< Non credo, non riesco ancora a trovare l’ispirazione giusta, anche se … la rossa mi sembra adatta come spunto per fare la strega cattiva >>
Rispose con un sorrisetto divertito sulle labbra fastidiosamente sensuali e che fra poco sarebbero diventate deformi . Feci per dargli un pugno ma …
<< Ferma Elizabeth ! >>
Mi arrestai a due centimetri dalla sua faccia. Non volevo che Victor prendesse altre misure drastiche, già la storia della colazione dimezzata non mi andava a genio, pensa cosa avrebbe fatto se avessi rotto il setto nasale al nipote.
Non so per quale motivo ma mi tornava sempre in mente il vecchio, infrangersi contro i vetri delle grandi finestre, per poi rialzarsi. Comunque , non ho ancora capito il motivo che mi spingeva a chiamarlo vecchio , si, va bene, aveva settant’anni, questo era certo, ma, i licantropi invecchiano più lentamente , grazie alla complessità delle loro cellule , e lui , in quel momento ne dimostrava all’incirca quarantacinque.
Nei suoi capelli si poteva scorgere ancora un po’ di nero che faceva l’effetto “sale e pepe “ e beh, per il resto … non c’era niente di particolare, tranne per i suoi occhi. Erano di un azzurro chiarissimo, mischiato all’argento puro, ma non era questa la cosa strana, infatti, sembrava possedere in quei pozzi senza fondo, un potere e un autocontrollo che mi rassicuravano con una sola occhiata.
Riportai la mano sopra al tavolino , cercando di calmarmi mentre il ragazzo riprendeva a respirare con più stabilità . L’unica soddisfazione in quel momento, era la certezza che per un attimo Andrè avesse temuto per il suo naso fastidiosamente regolare, e non a patata come il mio .
<< Tu , invece , che fai stamattina ? >>
Mi domandò Victor dopo aver trangugiato una frittella, come se un attimo prima non fosse accaduto niente. A dire la verità alcuni comportamenti che aveva, come ignorare il mio furore nei confronti del nipotino, non li sopportavo, però risposi lo stesso:
<< Vado a raccogliere la legna nel bosco, altrimenti ci congeliamo >>
Quella faccenda, mi sapeva un po’ di Hansel e Gretel ma non è che mi importasse più di tanto, infondo dovevo andarci da sola e nessuno mi avrebbe abbandonata.
<< Andrè , vai con lei, almeno fate amicizia >>
Gli lanciai una rapida occhiata: lo avrei lasciato lì .
  
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