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Autore: Lilith9312    30/07/2014    0 recensioni
“Scacco matto, Ethan.”
Ethan rimase lì, paralizzato, gli occhi nocciola si muovevano velocemente osservando ogni pezzo sulla scacchiera, mentre l’amica muoveva i pezzi.
“Non hai possibilità di scampo: il cavallo tiene il Re sotto scacco, e non puoi muoverti o verrai mangiato rispettivamente dall’Alfiere e dalla Torre lì a lato, per non parlare dell’altro Cavallo che è pronto ad attaccare nel caso volessi tentare la fuga verso destra.”
Lailah si adagiò sulla sedia di legno con un sorrisetto di soddisfazione.
"Ho vinto."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dai, tocca a te!”
“Abbi pazienza, Ethan…un genio ha bisogno di tempo per poter capire quale sia la mossa migliore. Sto valutando varie possibilità!”
Lailah sedeva di fronte, la mano sul mento e l’espressione concentrata sulla scacchiera davanti.
“Lailah, non abbiamo tutta la sera! Devo ancora finire i compiti ed è tardi…”
Lailah fece uno sguardo un po’ corrucciato guardando Ethan, i capelli castano chiaro le cadevano sulle spalle un po’ disordinati. I suoi occhi brillavano di una luce strana. Un sorriso apparve sulle sue labbra.
“Scacco matto, Ethan.”
Ethan rimase lì, paralizzato, gli occhi nocciola si muovevano velocemente osservando ogni pezzo sulla scacchiera, mentre l’amica muoveva i pezzi.
“Non hai possibilità di scampo: il cavallo tiene il Re sotto scacco, e non puoi muoverti o verrai mangiato rispettivamente dall’Alfiere e dalla Torre lì a lato, per non parlare dell’altro Cavallo che è pronto ad attaccare nel caso volessi tentare la fuga verso destra.”
Lailah si adagiò sulla sedia di legno con un sorrisetto di soddisfazione.
“Ma come…” Ethan non riusciva a credere ai suoi occhi. “Hai sicuramente barato!” Aveva la voce alterata e si era alzato in piedi battendo le mani sulla scacchiera, e facendo saltare in aria tutti i pezzi.
“An sì? E sentiamo, come avrei fatto?” Anche Lailah adesso si era alzata in piedi battendo a sua volta le mani e poi incrociandole sul petto. “Ero qui davanti a te, come avrei potuto barare?”
“Tu…” ma Ethan non fece in tempo a finire di parlare, perché una donna irruppe nella stanza. Un’espressione di puro terrore era stampata sul suo viso. Entrò urlando e chiuse subito la porta dietro di sé.
“Lei è qui!” Fu l’unica cosa che riuscì a dire, perché una lama, lunga e tagliente le trapassò lo stomaco da dietro, inchiodandola alla porta per sempre, mentre il sangue le usciva a fiotti dalla bocca e dalla ferita.
Ethan e Lailah terrorizzati da quello che avevano appena visto fecero tre passi indietro, andando a nascondersi dietro un mobile di legno poco distante. Lailah scoppiò a piangere.
“Zitta, non fare rumore.”
La porta si aprì. C’era silenzio intorno a loro e l’unico suono che udirono fu il cigolio inquietante della porta. Una figura entrò nella stanza. Sembrava una donna, o almeno ricordava vagamente qualcosa di femminile. Forse per via dei capelli scomposti, lunghi, che le cadevano sul davanti. Sembrava uno scheletro rivestito di pelle.
La mano sinistra afferrò il bordo della porta. Unghie lunghe e dita scheletriche chiusero la porta.
Lailah emise un singhiozzo di pianto. La creatura si voltò nella loro direzione. Il volto sembrava più un teschio che una faccia, gli occhi neri come la pece sembravano voler inghiottire qualsiasi cosa sarebbe entrata nel loro raggio visivo. Emetteva qualche grugnito strano.
Continuava ad avanzare, e avanzare. Poi si bloccò, proprio davanti il mobile che nascondeva i due bambini.
Resto ferma lì per un po’, senza fare un passo. Poi dal niente, alzò un braccio verso l’alto, urlando e d’improvviso la stanza cominciò a prendere fuoco.
Ethan prese Lailah per la mano e sgattaiolarono via di lato, cercando di evitare la creatura. Una trave cadde dal soffitto, e Ethan dovette mollare la mano dell’amica per non prenderla appieno.
“Lailah!”
La creatura sembrava venire verso Ethan adesso, il quale non poteva fare nient’altro che indietreggiare trascinandosi sul pavimento.
“Lascialo in pace, strega!” Un uomo apparve dietro la creatura. Teneva in mano un fucile, ben puntato verso la cosa.
“Vieni, aggrappati a me!” Un altro uomo era apparso vicino al bambino, e lo stavo prendendo in braccio. “Dobbiamo uscire da qui, crollerà tutto.”
Lo prese tra le braccia, e se lo appoggiò al petto come per proteggerlo mentre correva tra le fiamme della casa, evitando travi che cadevano qui e lì e mobili ormai corrosi dal fuoco.
Un colpo di fucile, poi un altro. Un urlo straziante pervase l’ambiente.
Ethan chiuse gli occhi per tutto il tempo, non sentiva più le forze. Nella sua mente continuava a vedere la scena della donna appesa alla porta, il sangue che usciva e usciva. Sentiva il caldo sul suo viso.
Poi all’improvviso non più. Riaprì gli occhi, vedendo sopra di sé il cielo stellato. Poteva sentire il battito del cuore dell’uomo che lo stava portando via da quell’Inferno.
Sentì il freddo del terreno sul quale veniva appoggiato.
“Ehi, Heath, è l’unico sopravvissuto? Solo questo bambino?”
L’uomo che l’aveva portato con sé alzò le spalle. “Sì, l’altra bambina…non c’era niente da fare, era circondata dalle fiamme…”
Ethan cominciò a piangere. “Lailah…”
Heath e l’altro uomo che sembravano aver dimenticato che era sveglio fino a quel momento lo guardarono, sul loro viso un espressione molto triste, un misto tra la tristezza e il rammarico. Heath si abbassò, accarezzando i capelli di Ethan.
“Mi dispiace…”
Un rumore dalle loro spalle attirò l’attenzione di tutti. La casa stava bruciando, le fiamme che puntavano al cielo come se volessero raggiungerlo, da quanto danzavano alte. Cominciarono a cadere pezzi, uno dopo l’altro, sembrava letteralmente sprofondare nel terreno.
“L’hai fatta fuori almeno, Jack?”
L’uomo annuì con la testa. “Una strega del fuoco. Non so perché abbia attaccato quella casa in particolare, non ne ho idea.”
Heath inclinò la bocca appena. “Non ci deve essere un motivo. Quelle creature infernali portano con sé morte e distruzione, non seguono uno scopo preciso.”
“Lailah…”
I due si voltarono di nuovo verso Ethan, che ancora giaceva disteso sul terreno.
“E il bambino?”
Jack guardò Heath. “Lo terremo con noi, per ora. Ci penseremo con calma.” Poi si voltò verso Ethan accarezzandolo e passandogli un flaconcino sotto il naso. “Dormi adesso, hai bisogno di dormire.”
Ethan guardò un attimo il cielo sopra di sé rischiarato dal rosso delle fiamme poco distanti, poi sentì un sonno pesante chiudergli le palpebre, e si addormentò.

“Lailah”  
 
 
 
   
 
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