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Autore: NightWatcher96    30/07/2014    5 recensioni
Quasi due anni erano trascorsi dalla nascita delle gemelline Hamani e Reiki e le cose erano leggermente cambiate... in sentimenti.
Sì perché Donnie e Mikey avevano reso chiaramente pubblica la loro relazione, dimostrando quanto forte era il loro amore e ancora una volta il sensei non aveva trovato obiezioni. I suoi figli avevano del tutto campo libero e fiducia.
E adesso, nella tana, aria differente si inalava.
La gioia dei papà Leo e Raph saliva al culmine quando la mattina le loro piccole entravano nel letto matrimoniale per accoccolarsi nel caldo protettivo; oppure vedere quei piccoli piedini compiere grandi passi. La vita era rosa e fiori... ma il male sempre in agguato...
T-Cest LxR / DxM Mprgn
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Mpreg
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Splinter ridacchiò.
Era andato a controllare Reiki e Hanami e casualmente aveva udito i discorsi di Leo e Raph. 
-I miei figli sono diventati grandi- pensò, tornandosene in camera sua.
Canticchiando mentalmente una vecchia ninna nanna giapponese, si rinchiuse in camera sua, chiudendo dolcemente le shoji...


….

3 mesi dopo...

Lo squillo del telefono risuonò nella tana.
“Vado io!” pronunciò Donatello, il più vicino al salotto.
Sollevò la bianca cornetta con la mano meno sporca ci trucioli di legname e si schiarì la voce.

“Pronto?”.
“Ciao, Donnie! Sono io, April!”.
“April! Che bella sorpresa! Come posso esserti utile?”.
“Semplicemente venendo a casa mia, stasera. Shadow vuole vedere zio Mikey!”.
“Va bene! Allora da te stasera! Ciao e saluti tutti!”.
“Va bene!”.

“Chi era?”.
“April. Ci ha invitati a casa sua stasera” rispose il genio, sorridendo al suo compagno.
Indossava un grembiule che mostrava ampiamente la sua curva dolce e fiorente più grande, sprizzando tenerezza da tutti i pori.
Il genio lo abbracciò, attento a non schiacciare lo stomaco e annusò il profumino invitante che galleggiava sull’arancione.
“Che stai cucinando di buono?”.
“Bucatini con ragù di carne”.
Il viola si leccò istintivamente le labbra e si inginocchiò per baciare la pancia morbida, poggiandoci su l’orecchio.
“A proposito, oggi si va alla prima ecografia!” ricordò, sollevando il grembiule bianco per contemplare meglio la rotondità.
“Oh, giusto” annuì Mikey: “Con tutto il da fare l’avevo scordato. Ma ora non sono più nella pelle! Potremo vedere il nostro piccolino!”.
“E non vedo l’ora”.
“Ehi, voi due! Potreste scegliere un’altra stanza per queste sdolcinatezze?” risuonò la voce burbera e ironica di Raph, uscito dal bagno.
“Perché? Non stiamo mica facendo il kamasutra!” schernì Michelangelo.
Il rosso rise con i suoi fratelli e avvolse un braccio intorno alle magre spalle del fratellino, adocchiando la sua pancia più gonfia.
“Come va ora?”.
“Ho superato il primo trimestre e con essi anche nausee e vomiti. Ora mi godo il resto” spiegò il minore, accarezzandosi la pancia.
“Ah, mi fa proprio piacere! Non vedo l’ora di diventare zio”.
La risatina bonaria di Raphael si trasformò presto in un eccesso di tosse, che scurì in volto alle altre due tartarughe.
“Raph, stai bene?” chiese Mikey, preoccupato.
“Sì, sì. Ho questa tosse da un po’, in effetti... ma non mi preoccupo più di tanto” rispose Raph: “Ho sentito che oggi c’è la tua prima ecografia, Mikey. Come ti senti al riguardo?”.
“Eccitato più che mai!”.
La lampadina della cucina lampeggiò per un secondo prima di lasciar spazio al buio pesto: le tre tartarughe ci impiegarono un po’ di tempo a capire ma iniziarono a toccarsi le braccia o le mani a vicenda, per non disperdersi troppo.
“Mikey, non muoverti. Non voglio tu cada” fermò Donnie, toccandogli il viso.
“Ok... ma ci sono ancora le pentole a bollire”.
Guidati dalle debolissime fiammelle rosse e blu provenienti dalla cucina -fortunatamente dietro di loro!- ebbero almeno una minuscola fonte di luce.
“Donnie, secondo te, che sarà successo?” pronunciò Raph, schiarendosi la voce.
“Un black-out. Ma non so se è solo un guasto all’impianto fognario o anche in superficie. Bisognerebbe controllare”.
“Ah” fu la risposta del rosso, amareggiata anche.
"Papà! Papi!" gridarono le gemelline dal fondo del corridoio.
Raphael si irrigidì e cercò di raggiungerle il più velocemente possibile, vagando alla cieca e sbattendo più volte contro le mura o strusciando contro le intelaiature delle porte, raggiunse l'ultima camera del corridoio.
"Bambine" chiamò.
Due piccole braccine gli si avvolsero alle gambe e Raph espirò felicemente, accovacciandosi per abbracciarle fortemente. Ora si sentiva molto più al sicuro, avendole in braccio. Anche se... lo preoccupava ancora il silenzio di Leonardo.
Dov'era?
"Ahhhh!".
"DONNIE!" urlò Raphael, voltandosi dall'altra parte: "MIKEY!".
L'urlo di terrore e dolore non gli piacque per niente e cercò disperatamente di raggiungere nuovamente la cucina, quando un forte colpo dietro la nuca lo fece trasalire: Raphael ondeggiò gemendo e cadde pesantemente in terra, riverso su un fianco per non ferire in alcun modo le sue piccole.
"N... no..." biascicò, prima di perdere i sensi...

....

"Guardate, poverino...".
"Sì, e non ha nemmeno un respiratore".
"Sicuramente è morto".
"No, ti sbagli! Guarda, si sta riprendendo".
"Permesso, scusate. Per favore, lasciatemi passare" esclamò una voce robotica, facendosi largo tra la folla di curiosi intorno al vicoletto stretto.
"Proprio come sei anni fa, vero?" pronunciò la voce di un ragazzo.
Si chinò per alzare dolcemente la testa del mutante che lottava per risvegliarsi e fece un cenno all'enorme robot di metallo che attivando i propulsori sotto i piedi, si librò in volo, disperdendosi verso nord-est.
"Già. Proprio come un tempo. Solo che mi era capitato Michelangelo e non tu... Raphael".
La tartaruga aggrottò la fronte e schiuse debolmente i suoi occhi dorati appannati, fissando confusamente la testa rossa dagli occhi verdi che gli sorrise dolcemente e in rassicurazione.
"A... April?" balbettò raucamente, scoppiando in un eccesso di tosse.
"No, Raph. Sono Cody, ricordi?".
Il giovane gli appoggiò la mano sulla fronte e si scurì in volto per l'enorme quantità di calore che irradiava la pelle. Sospirando, alzò Raphael, facendolo appoggiare sul suo corpo, sostenendolo con un braccio sul guscio.
"Lo so. Probabilmente sarai scosso, ma credimi, questa volta non è opera mia... ma di un nemico diverso" pronunciò Cody, guardando le persone aliene allontanarsi per la loro strada.
Era incredibile come tutto si fosse modificato: nella tana e poi una profonda oscurità. E infine la superficie. O meglio, New York, anno 2111.
Erano trascorsi sei anni da quell'emozionante viaggio ne futuro ma ora sarebbe stato differente. C'era qualcuno che, riuscendo in qualche modo a impossessarsi dei progetti top-secret della O'Neil Tech circa la Finestra del Tempo l'aveva costruita... ma danneggiando lo spazio tempo.
Un enorme squarcio nel paradosso.
Pericoloso più che mai.
Mentre camminavano in quel vicolo schiacciato da alti grattacieli, Raphael riuscì ad abituarsi all'intensa luminescenza serale ma non certo a ignorare il freddo violento contro la sua pelle bruciante. Beh, considerando quanto sentisse caldo, quello era un refrigerio ottimo... oltre che mortale.
Lanterne rosse cinesi si muovevano dai fili fra un palazzo e l'altro, mentre il fischio del vento fischiava fra un vicolo e l'altro, scuotendo le foglie rinsecchite degli alberi nel periodo autunnale.
"C... Cody..." gracchiò nuovamente Raph, soffocando inutilmente un colpo di tosse con la mano.
"Shhh, Raph. Non parlare. Posso dirti che conosco la maggior parte della storia ma non i dettagli più importanti. So che mentre lavoravo è avvenuto un black-out e poi su tutti i telegiornali è giunta la clamorosa notizia di un buco misterioso nel cielo e ho subito capito".
"Come hai fatto a trovarmi?".
"Analizzando la mappa di New York alla ricerca di eventuali altri buchi, ho scovato una concentrazione massiccia di fotoni e protoni concentrati in cinque precisi punti della città e sono arrivato con Serling a controllare".
Raph sorrise: "Intelligente come al solito...".
"Grazie".
La paura colpì improvvisamente la tartaruga, che si fermò, guardando Cody con un viso sbiancato: tremante, gli afferrò i bicipiti, non riuscendo a dar voce alle sue parole.
"Che c'è? Raph, calmati! Mi stai spaventando!".
"L... le mie bambine! Dove sono?!" gemette, iniziando a chiamarle, cadendo più volte in terra per l'eccessivo peso della febbre.
"Il trasporto inter-dimensionale deve aver aggravato la sua salute" mormorò sottovoce Cody.
"REIKI! HANAMI!" gridò ancora il focoso, tremando.
"Raphael, mi dispiace... ma c'eri solo tu..." mormorò Cody, aiutandolo a rimettersi in piedi ancora una volta.
"No... non è possibile! Non di nuovo! Loro sono tutta la mia vita! Cody, ti prego, aiutami a cercarle!".
"Sì, Raph. Ma prima è necessario portarti alla O'Neil Tech" propose il ragazzo.
"No! Non vado da nessuna pa... part... e...".
"RAPH!" gridò Cody.
Il focoso smise di parlare, prendendo un respiro tremante e si afflosciò in terra, mentre le code della maschera scivolarono sul suo viso arrossato dalla febbre. Deglutendo, il ragazzo gliele scostò e si meravigliò davvero nel trovare le scie fresche di due lacrime che erano state assorbite dal cotone della mascherina.
"Le ritroveremo" gli promise, pigiando il suo mini-tablet integrato nel bracciale di metallo al suo polso sinistro, sotto al soprabito blu.
Indossava un paio di stivali neri, jeans scuri e una felpa nera. Era cresciuto e ora vedeva il mondo con occhi diversi.
Il rombo di una limousine a levitazione magnetica riverberò nel vicolo, fermandosi giusto accanto a Cody. Il ragazzo sorrise e accompagnò Raph al suo interno, coricandolo sui seggiolini neri posteriori, afferrando una coperta beige nel vano porta oggetti, collocato sotto il seggiolino del guidatore.
"E' una vera fortuna che abbiano inventato il pilota automatico, sai?" mormorò Cody, digitando le coordinate sul display dell'auto, posto sul cruscotto.
L'auto chiuse le portiere e partì verso nord, imboccando una superstrada scorrevole per raggiungere la O'Neil Tech...

....

Una manina calda si appoggiò sul grosso naso verde oliva di un noto genio, nascosto dall'ombra di un cassonetto.
"Zio Donnie! Svegliati!".
"Altri cinque minuti...".
La vivace Reiki si corrucciò adorabilmente e gli tirò le code della maschera così forte che Donatello ebbe un piccolo stiramento del collo! Il genio balzò immediatamente seduto, massaggiandosi la testa indolenzita e fissando stordito la piccola nipote che ora rideva soddisfatta delle "sue maniere forti".
"Gran bel risveglio, Reiki" mormorò Donnie, alzandosi.
Ondeggiò un po' e si appoggiò al cassonetto dietro il suo guscio, chiudendo gli occhi e riaprirli solo quando tutto smise di vorticare nella vertigine.
"Zio Donnie, stai bene?" chiese Reiki, preoccupata.
"Sì, amore. Nulla di grave". 
La raccolse in braccio, controllando che non avesse graffi o ferita e le baciò la fronte, mentre tutto ciò che era accaduto prima del buio gli tornò in mente. 
"Hanami non era con te?" espirò in un fil di voce.
Reiki negò tristemente: "No. E nemmeno papà!".
Donnie annuì e si decise a uscire dal vicolo cieco, dando un'occhiata in giro. Si accorse casualmente di non essere nudo ma adesso tutto il suo corpo cominciava a pesare una tonnellata, tanto che ogni suo passo era un dolore continuo alle costole. 
-Mi è difficile respirare...- pensò, guardando Reiki che non sembrava avere problemi.
Guardò varie persone aliene passeggiare tranquillamente con vari aggetti sul petto e Donatello barcollò indietro, come colpito da un tir. Aveva capito! Dannato il suo genio!
"Reiki, siamo nel futuro..." biascicò, deglutendo: "Questo significa che... siamo nell'epoca di Cody! Di nuovo, poi!".
"Chi è Cody?" chiese Reiki, con un ditino sotto le labbra.
"E' come il nostro fratello minore. E' un bravo ragazzo".
"E' uno zio?".
Il genio sbatté le palpebre e scoppiò a ridere, accarezzando la bimba sulla testa. Annuì e la paura gli liberò parzialmente lo stomaco perché aveva un bel po' di informazioni dove partire per trovare gli altri, ammesso che fossero anche loro nel 2111. E poi, per fortuna, avere Reiki con lui significava grande compagnia e lui non poté chiedere di meglio. Una chiacchierina come lei gli avrebbe fatto affrontare anche le più difficili situazioni.
Donatello guardò da entrambi i lati, correndo rapido fra i cornicioni alti degli edifici ricchi di dove si trovava e un sorriso allargò le sue labbra: in cima, ma molto in lontananza, riuscì a scorgere la classica forma a parallelepipedo della O'Neil Tech, con quella brillante "O" verde ologrammata.
"Sì! Sono su una strada periferica! Basterà camminare sempre dritto e giungeremo da Cody!" esclamò raggiante...

....

"Mikey! Mikey, per favore, apri gli occhi!".
"Zio Mikey!".
"Ti prego, fratello... non farmi il torto di morire!".
Michelangelo si aggrappò a due timbri differenti di voci, stringendo le palpebre. Dov'era finito il buio dall'incredibile fascino di mistero che lo aveva guidato per tutto questo tempo? Sarebbe stata una buona mossa aprire gli occhi?
Quelle due voci continuavano a insistere, però...
Mikey si fece coraggio e il nero cominciò a diradarsi, mostrando un verde foresta con una stria azzurra all'altezza di due piccole sfere ramate.
"Mikey, finalmente...!" espirò Leonardo, stringendolo a sé.
"Evviva!" saltellò Hanami, vispa e radiosa.
"Come ti senti?" domandò ancora il leader, adocchiando il pancino: "Mi auguro che non sia accaduto nulla di male al piccolo".
Istintivamente l'arancione spalancò gli occhi e iniziò a piagnucolare, respirando con fatica... anche a causa della zona con scarsa presenza di ossigeno nell'aria.
"Calmati! Non devi stressarti! Non sei sbattuto in terra!"...

La prossima cosa che Leonardo sapeva era che dal dojo -dove non era riuscito a concentrarsi nemmeno un po' per un'irritante sensazione sinistra strisciante nel suo corpo- era piombato da una luce oscura assieme a Michelangelo e Hanami!
Stavano cadendo vorticosamente nel vuoto, da un'altezza inimmaginabile ed essendo l'unico ancora sveglio era suo compito salvarli! Così, nuotando contro la forza prorompente dell'aria, si avvicinò ad Hanami e la strinse al petto, afferrando anche Michelangelo in stile sposa.
I suoi brillanti occhi ramati adocchiarono un dirigibile colorato di bianco e ci saltò sopra, individuandone un secondo poco più in basso. Saltò nel vuoto ancora una volta con un elegante salto mortale e giunto sul pallone di colore cobalto, ebbe una chiara panoramica del paesaggio urbano: c'era un tetto di un edificio a ore dodici, seguito da altre quattro poco più bassi, proprio come una scala.
"Perfetto" mormorò Leo.
Saltò sul primo tetto con una velocità impeccabile e attutì la forza d'inerzia con le ginocchia piegate; subito dopo scattò in uno sprint e scese sugli altri tetti, fino a quando non si calò in un vicolo privo di "occhi indiscreti", atterrando su un tendone giallo e rosso per concludere con un salto mortale con atterraggio sull'asfalto.
Tutta l'adrenalina contenuta per affrontare quel problema gigante si disperse e Leonardo crollò con il guscio in terra, respirando pesantemente. Sorrise, benedicendo il Maestro Splinter per gli anni usati per l'addestramento di ninjitsu: se non fosse stato per il caro padre, non sarebbe stato in grado si salvarsi ora e innumerevoli volte nel passato.
Guardò il cielo nuvoloso e serale e controllo sia Mikey sia Hanami: entrambi stavano benone e avrebbe semplicemente aspettato fino a quando non si sarebbero risvegliati...


Mikey si aggrappò al collo dell'azzurro, ancora scosso dalla situazione e il fratello tese un braccio anche per accogliere la sua bambina. 
"Va tutto bene. Ci sono io qui con te" gli sussurrò, baciandogli la fronte.
L'arancione annuì e quando il suo tremolio si attenuò un po', si alzò in piedi, sorretto sempre dal leader che preferì tenere in braccio la sua piccola e sperare di trovare almeno uno spiraglio familiare in quella desolazione.
"Che cosa è successo Leo?" chiese Mikey.
"Non lo so, fratello. Tutto è accaduto dopo il black-out".
"Non sai dove sono Reiki e gli altri?".
"No, Mikey. Ci siamo solo tu, Hanami ed io".
Mikey annuì sconsolato e si strofinò il pancino, sperando di trarre un po' di conforto. E anche credere fortemente che la piccola vita fosse al sicuro.
"Credi sia meglio incamminarci?" propose.
"Sì, Michelangelo. Non ha senso restare fermi qui. Se anche gli altri sono finiti qui, è meglio trovarli" annuì Leonardo.
Improvvisamente, un tonfo risuonò alle loro spalle, seguito da uno spostamento d'aria. L'azzurro strinse semplicemente la mano di Mikey per chiedergli silenziosamente di non muoversi ed espirò sottovoce.
Attese qualche secondo, prima di sguainare una delle sue katana e voltarsi con scatto felino e... rimanere a bocca aperta!
Il grande shock seguito si ruppe quando l'arma dello spadaccino picchiò in terra, con un cozzare di metallo.
"Datemi un pizzico..." mormorò Michelangelo, sbalordito.
"S... Serling?" biascicò Leonardo, abbassando le spalle tese.
"Mi sorprende che vi ricordiate ancora di me" si pavoneggiò il robot, notando Hanami sorridergli dolcemente: "Avete messo su famiglia, vedo e tu, Michelangelo... hai preso qualche chilo di troppo".
"Non ti facevo così scostumato, Serlino! Guarda che aspetto, non sono mica ingrassato!" derise Mikey, a braccia conserte.
Il robot inclinò il capo in confusione ma tornò a Leonardo, che da sempre gli sembrava il meno "tonto".
"Dimmi, Serling... se tu sei qui, questo vuol dire che siamo stati..." pronunciò l'azzurro, raccogliendo la katana per rinfoderarla nel fodero sul guscio.
"Teletrasportati, esatto" completò l'altro: "Non sappiamo chi ci sia dietro a tutto questo ma la situazione è pericolosa".
"Quindi ci sono anche gli altri?!" chiese speranzoso Mikey.
"Forse" mormorò il robot, allargando le braccia: "Aggrappatevi a me. La O'Neil Tech ci aspetta".
"Cavoli, non vedo l'ora di rivedere il piccolo Cody!" sorrise l'arancione.
"Tutti crescono" ricordò il robot, alzandosi in volo con estrema facilità.
Hanami guardò in basso e si strinse maggiormente al suo papà, timorosa ed eccitate nel veder per la prima volta quegli edifici diventare sempre più piccoli, man mano che salivano verso le nuvole...



Angolo dell'Autrice

Il capitolo che volevo pubblicare è qui! E così ci sono nuovi guai (la mia specialità! LOL) ma le turtles riusciranno a fronteggiarli?
Grazie a tutti per continuare a seguirmi!
  
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