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Autore: Aryelle    30/07/2014    2 recensioni
CROSSOVER TRA PERCY JACKSON ED HARRY POTTER RECENTEMENTE SPOSTATA IN QUESTO FANDOM
Alexandra era cresciuta con poche certezze nella vita, ma su quelle poche certezze, ci aveva costruito su la sua intera esistenza.
Era cresciuta conoscendo bene il suo ruolo nel mondo, aveva imparato ad accettarlo, e a conviverci.
Era cresciuta tra una famiglia che l'amavano e la sostenevano, i Malfoy, e una famiglia che l'aveva educata in modo piuttosto bizzarro, gli Dei.
Ma si sa, anche se una guerra tra Dei e Titani non riesce a smuovere quelle poche certezze, l'adolescenza e tutti i problemi da essa portati, beh, ci riescono eccome.
Questa è la storia di una semidea la cui materia preferita è Pozioni, la storia di una guerriera il cui sogno è diventare Medimago. Questa è la storia di Alexandra, figlia di Zeus.
Questa storia era già stata pubblicata, ma ho deciso di riscriverla, cambiandola un po'. Spero che mi darete un vostro parere.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Figlia di Zeus'
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-Quanti fogli di pergamena voleva Lumacorno? Due e mezzo o tre?- chiese una confusa Alice.

Si trovavano nel loro dormitorio, cercando di portarsi un po’ avanti con il carico dei compiti. Alice era seduta alla loro ampia scrivania, sotto una finestra che si affacciava sulla foresta e una parte del lago nero, mentre Alex era stesa sul suo letto, intenta a studiare alcuni appunti di Erbologia, non la sua materia preferita, ma una di quelle che più la affascinavano, e alla quale teneva prendere un voto alto ai G.U.F.O.

-Che importa? Lo stesso ne consegni almeno un foglio in più, quindi, mezza pergamena in più, mezza pergamena in meno, non ti cambia poi molto- commentò Alex, rileggendo per la quinta volta la stessa riga. Le bruciavano gli occhi, e non riusciva a concentrarsi, in parte per la troppa stanchezza, in parte per la dislessia.

-Aly ho bisogno di te, devi leggermi gli appunti di Erbologia e poi devi farmeli ripetere. Non riesco a fare tutto da sola- maledisse mentalmente tutti gli anni imparati ad allenare il corpo anziché la mente.

Durante l’anno ad Hogwarts la dislessia le pesava non poco, e si sentiva in imbarazzo ogni volta che doveva sostenere un esame, essendole permesso un po’ di tempo in più agli altri. Cercava di studiare il più autonomamente possibile, ma le era spesso difficile farlo senza un piccolo aiuto.

-Dovrai accontentarti dei miei appunti, allora. Non posso usare i tuoi se ti ostini a scrivere in greco antico- Alice estrasse un foglietto un po’ stropicciato da un libro poggiato sulla scrivania e glielo porse.

-Ma..- la sua risposta fu bloccata dall’ingresso nel dormitorio da una Lily sporca, arruffata, sudata, e decisamente di mal umore.

-Se vuoi restare qui dentro dovrai filare nella doccia, oppure per quanto mi riguarda passi la notte nel parco. Non sporcare il pavimento- quasi urlò indignata Alice, quando Lily fece per sedersi accanto ad Alex.

-Sono distrutta, ho bisogno di una pausa- sbottò Lily indignata, strappandosi un rametto dai capelli.

-Sapevi che gli allenamenti di Quidditch quest’anno erano più duri. Butta quel rametto nel cestino e se vuoi sederti c’è il davanzale o il bordo sella vasca da bagno-

Nota per me, pensò Alex scorrendo gli appunti svogliatamente, mai entrare completamente sporca nel dormitorio, a meno che Alice non ci sia. Non pensare nemmeno lontanamente di giocare a Quidditch.

-Vado in bagno, ok? A proposito Alex, mio fratello ha detto di aspettarlo nella sala comune tra una mezz’oretta, una doccia e scendeva- le gridò Lily entrando nel bagno quasi completamente svestita, la divisa da Quidditch nella cesta dei panni sporchi.

-Quale fratello?- sussurrò Alice, sbiancando, convinta che Alex non potesse sentirla.

-Quello rompiscatole- rispose Lily, quasi completamente nella doccia.

-James ti cerca- commentò maliziosa Alice. Alex le tirò contro la prima cosa che aveva sottomano, ossia il libro di Cura delle Creature Magiche.

-Sarà per le ripetizioni di Incantesimi- si scusò Alex, riprendendosi il libro.

Era da un po’ che Alex aveva deciso di aiutare il più grande dei Potter nella sua impresa di entrare negli Auror, aiutandolo a relazionare e cercare sprazzi di notizia. Teoricamente non bisognava farsi aiutare da qualcuno interno alla vicenda, ma non correvano nessun rischio in quanto Alex non era né una vittima, né un investigatore, né tantomeno colpevole. Lei era totalmente esterna ai fatti. O quasi. Ma questo, James, non lo sapeva. Fatto stava che nessuno sapeva dei loro incontri, e si incontravano con la scusa di alcune ripetizioni di Incantesimi. Le dispiaceva un po’ tenere ciò nascosto alle sue migliori amiche, ma aveva promesso di mantenere il segreto. E lei era cresciuta imparando a rispettare le promesse e soprattutto i giuramenti.     

-Per quanto ancora dovremo far finta di crederci?- Alice si girò a fissarla, la piuma stretta nella mano destra, rivolta verso di lei con fare accusatorio.

-Puoi crederci o meno, fatto sta che noi andiamo semplicemente in biblioteca-

-Una volta Alice pomiciò con un Tassorosso in biblioteca- Lily uscì dal bagno in accappatoio, strofinandosi i capelli con una salvietta.

-Poi non mi ha più cercata, da quando Frank lo ha spedito in Infermeria- commentò Alice, grattandosi il mento con la piuma.

-Beh, lo sapete che non voglio saperne più di ragazzi, non dopo quest’estate- quello di Alex fu un sussurro, ma ben udibile dalle sue compagne.

-Oh Alex, solo perché uno di loro sia uno stronzo non vuol dire che lo siano tutti gli altri- Alice le accarezzò una mano abbandonata sul copriletto.

Lily si sedette accanto a lei, i capelli rossi bagnati, una tenda davanti agli occhi- Sappiamo che quello che ha fatto non te lo saresti mai aspettata, ma…- si bloccò, scosse la testa e proseguì- ti conviene scendere, James starà aspettando-

Alex si alzò, e si diresse verso la porta- Aspettatemi per la cena- e uscì.

Una volta chiusa la porta, si appoggiò contro di essa. Pensare a lui, e a tutto quello che le aveva fatto, le aveva recato più dolore di quanto pensasse. Più di quanto volesse. Si chiedeva, in quei momenti, dove fosse quella guerriera dalla corazza impenetrabile, che non si abbatteva mai. Quel modello su cui stava creando e modellando la sua stessa esistenza. Inghiottì a vuoto, cercò di regolare il respiro che era accelerato senza che se ne accorgesse, e si calmò.

Ce la stava facendo, non poteva abbattersi proprio ora.  Dopo essersi data un po’ più di contegno, scese le scale che divideva i dormitori femminili dalla Sala Comune.

Adocchiò subito James, seduto ai piedi di una poltrona, accanto al camino.

-Manca ancora poco più di un mese a Natale, però a quanto pare il famoso miracolo di Natale è già qui- Alex si sedette sulla poltrona alle sue spalle.

James sollevò lo sguardo dal libro di Pozioni, e le sorrise- Sarà un miracolo che dovrà durare per tutto l’anno, allora-
-Lily mi ha detto che dovevi parlarmi-

D’improvviso James si fece più serio- Già, a proposito di questo- prese a grattarsi la nuca, visibilmente nervoso- non volevo arrivare a questo, ma…stamattina papà mi ha scritto, e- tentennò- beh, le indagini sono ferme da un po’, da quando siamo andati a Diagon Alley. Ho ragione di pensare che sia stata solamente una cosa temporanea, e che chiunque sia stato dietro a tutto ciò, non abbia intenzione di continuare. Devo mollare. Dovrò cercare qualcos’altro-

Alex rimase per un attimo senza parole. Aveva sentito bene? Devo mollare? Mai avrebbe pensato che James potesse mollare. Si sentì improvvisamente in colpa. Se solo avesse detto prima che anche lei sapeva qualcosa, se solo avesse avvisato gli Auror, forse le cose sarebbero state diverse.

Non ne era sicura. Ma di una cosa lo era. Quella storia non si sarebbe fermata lì. Quella era calma apparente.

-Io dico che non devi fermarti proprio ora. Siamo a un buon punto, e chi ci dice che la situazione rimanga questa? Io dico che no, le cose non si sono fermate, e no, non devi mollare- cercò di trasmettere, nelle proprie parole, quanta più fede e convinzione avesse in lui.

Infatti lui sorrise, non uno di quei suoi sorrisi ampi, allegri, ma era già qualcosa.

-Grazie per la fiducia Alex, ma non lo so. Dovrò pensarci-

Già è qualcosa, pensò Alex.

-Mi farai sapere?-

-Certo. Come farei senza la mia relazionatr…no ok, non sono sicuro esista come parola- e rise, e la sua risata le sembrò perfetta. Si riscosse, perplessa.

-Stavo pensando- adesso era nervoso. Una cosa che aveva imparato di lui nel corso degli anni era che, quando era nervoso, tendeva a grattarsi la nuca- se, magari, questo finesettimana volessi venire insieme a me a Hogsmeade.
Così per una volta non stiamo qui a parlare di cose troppe serie- concluse quasi ridendo.

-Alle dieci qui in Sala Comune, Potter. Non mi piace aspettare- disse, senza riuscire a trattenersi dal sorridere. L’ansia, e l’abbattimento di poco prima, sembravano svaniti.

-Sono sempre le ragazze quelle che fanno aspettare- disse James con fare pomposo, rispondendo al sorriso.

-------------

Era stata una delle giornate più intense, al Ministero. Tutto quello che Draco desiderava, era un bagno caldo, e una cena appetitosa. Il vento agitava il mantello, sollevandogli il cappuccio, e arruffandogli i capelli.

Varcò il cancello della villa piuttosto velocemente. Aveva fatto in modo di rincasare il prima possibile, non essendo tornato a casa per pranzo. Non voleva far agitare sua moglie, che, ormai al terzo mese di gravidanza, tendeva ad agitarsi sempre più velocemente.

Una volta entrato nel portone d’ingresso, una strana sensazione lo assalì. Sul tavolino accanto all’ingresso c’erano sparse alcune lettere, tra cui quelle dei suoi figli da Hogwarts. La cosa lo stranì. Ogni volta che arrivava un gufo da Hogwarts, Astoria non esitava ad aprirle.

E poi dov’era l’elfa che era sempre pronto ad accoglierlotornato da lavoro?

Decise di cercare sua moglie. Cercò di fare meno rumore possibile, probabilmente stava riposando. Andando verso la loro camera da letto, passò davanti a quella di Alexandra.

La porta era spalancata. Durante l’inverno, le camere dei suoi figli venivano regolarmente pulite, ma erano sempre chiuse.

Entrò al suo interno, quasi aspettandosi di trovare Alex, cosa alquanto improbabile. Quello che trovò fu il caos. La cabina armadio era spalancata, mantelli e vestiti riversati fuori. I libri sulla scrivania sparsi. E sulla toeletta tutto era rovesciato. Notò che mancavano i profumi che Alex usava fare da sé. Era quasi sicuro che lei ne avesse lasciato un paio a casa.

Uscì velocemente dalla stanza, e controllò quella di Scorpius. Tutto in ordine. Quella verso la sua camera da letto fu una corsa.

Lì il letto era sfatto, come se qualcuno ci avesse dormito. Le coperte erano a terra. Astoria ci teneva all’ordine, impossibile che avesse lasciato il letto in quelle condizioni. Bussò alla porta del bagno della camera.

-Astoria sei li?- nessuno rispose. L’ansia iniziò ad assalirlo.

Entrò nel bagno, e lì tutto era perfettamente in ordine.

Cosa stava succedendo? Nessuno poteva entrare senza permesso a Villa Malfoy, solo i membri della famiglia.

Decise che l’unica soluzione era chiamare l’unica persona, o meglio, l’unico essere che potesse sapere qualcosa.

-Trix!- e l’elfa comparve con uno scoppio, inchinandosi goffamente. Aveva delle buste sotto al braccio.

-Bentornato Signor Malfoy-

Iniziò a irritarsi, non trovava sua moglie, e quello stupido elfo si perdeva in convenevoli.

-Cos’è successo? Dov’è mia moglie?- al tono di voce furioso del padrone, l’elfa scoppiò in lacrime.

-Io lo sapevo che non dovevo ubbidire, lo sapevo! E solo che ero costretta-

Iniziò a spazientirsi. Non aveva molto tempo, sua moglie poteva essere chissà dove e l’elfa gli stava facendo decisamente perdere tempo.

-Mi spieghi per una volta cos’è successo?-

L’elfa si asciugò le lacrime, e prese a raccontare: -La padrona stava riposando, quando è suonato il campanello. Sono andata ad aprire, e trovo ad aspettarmi Daphne Nott, la sorella della padrona. Erano anni che non la vedevo. Sembrava sorpresa di vedermi, come se non l’avesse tenuto in conto. È entrata senza dire niente, senza aspettare che chiamassi la padrona, ed è salita al piano di sopra. Allora io l’ho seguita, volevo impedirle di raggiungere la signora Malfoy. Così mi ha lanciato un incantesimo, e ho perso i sensi, ma per poco signor Malfoy, lo giuro- si affrettò ad aggiungere- quando mi risveglio, la signora Malfoy scende, dicendomi di andare a Diagon Alley a ritirare delle cose per lei, perché era troppo stanca per farlo da sola. Le chiedo dov’era la signora Nott, ma la padrona se ne stava tornando nella sua camera, come se non mi avesse sentito. Così sono dovuta andare via-

Urlò, preso dalla rabbia e dalla disperazione.

Sua moglie e la sorella non erano in buoni rapporti da anni, da quando quella si era sposata. Sempre in disaccordo
sui loro ideali. Non si vedevano mai. Se la cognata era stata lì, non era un buon segno.

Doveva avvertire Harry, e al più presto.
 
 
 
 
 
Un po’ in ritardo anche stavolta, ma ero davvero indecisa. Avevo paura di inserire troppi elementi in un capitolo, cose che capirete poi nel prossimo, al massimo tra due capitoli, ma ho deciso di non voler inserire un elemento per capitolo. Le cose sarebbero diventate noiose. In questo capitolo, lo si nota da alcune frasi, ho tenuto a sottolineare quanto Draco considerasse Alex una figlia al pari di Scorpius. Invece inizia a smuoversi qualcosa tra Alex e James…e si parla di qualcosa successo di recente ad Alex…cose che scoprirete solo leggendo! Voglio ringraziare chi recensisce e chi segue questa storia. Spero che mi farete sapere cosa pensate del capitolo, sono qui per qualunque dubbio ma anche per qualunque supposizione stiate facendo. Un bacione :*
 
 
 
                                                                               
  
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