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Autore: Henya    31/07/2014    3 recensioni
Era una fredda e luminosa giornata. I raggi del sole, dopo essere rimasti nascosti dietro un cielo cupo e grigio per diverse settimane, avevano finalmente deciso di fare capolino tra le nubi. Forse la primavera aveva deciso finalmente di arrivare .
Sebbene splendesse il sole e il cielo fosse di un azzurro vivo, fuori il mondo appariva freddo, persino attraverso i vetri chiusi di una finestra. Sembrava che non vi fosse colore nelle cose, eppure il sole stava piano piano restituendo agli edifici e al paesaggio circostante i suoi naturali colori, eppure tutto ai miei occhi si presentava in bianco e nero.
Un piccolo esperimento ancora da definireXD Buona lettura :)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV



   Dicono che il tempo sana tutto,
e che col passar degli anni

 ogni cosa tu ti puoi scordar.











Dopo la morte di Yuri, chiudere gli occhi e cercar di dormire tranquillamente cominciò a divenire sempre più difficile.
Era proprio durante la notte, quando la schiena poggiava su quel materasso rigido come la pietra, che la mia mente, circondata dal silenzio più assoluto, diveniva preda dei più oscuri pensieri.
E subito dopo, nel sonno, veniva letteralmente divorata dai più terrificanti ricordi.
A volte si ripetevano nella mia mente scene appena vissute, anche durante il giorno stesso; altre volte ricordi più remoti: quelli sembravano i più veri.
Era persino doloroso dormire, anche se il vero incubo cominciava nel momento stesso in cui riaprivi gli occhi.
Era assurdo, ma delle volte era difficile distinguere tra sogno e realtà.
Sembrava tutto uguale.
Un ciclo che si ripeteva giorno e notte, notte e giorno, mai un attimo di pace, di tranquillità,
Un incubo senza fine.
E a volte desideravo seriamente non riuscire a svegliarmi e rimaner intrappolato all'interno di uno di quei sogni, in cui capitava che qualcuno avvolto nell'ombra mi stringeva le mani al collo, sino a togliermi l'ultimo respiro.

Mi ripetevo che forse Yuri aveva preso la decisione giusta.
Che senso aveva continuare a vivere sapendo di non possedere più nulla?
L'orgoglio, il rispetto, la dignità, e la libertà.
Parole oramai vuote, prive di qualunque significato.
Molti avevano definito Yuri un debole, ma si sbagliavano.
E' vero, forse Yuri aveva compiuto un gesto folle, ma così facendo aveva dimostrato il coraggio di opporsi ad una forza che lo teneva racchiuso dentro un pugno.

Ammetto di aver pensato, non poche volte, di seguire il suo esempio:
chiudere gli occhi e per una volta riuscire a pensar a nulla, per gettarmi nel vuoto e divenire io stesso il Nulla.
Solo allora ogni sofferenza sarebbe stata eliminata, ogni dolore fisico rimosso.
Ma c'era qualcosa che me lo impediva.
Qualcosa mi suggeriva che prima di riconciliarmi al Nulla avrei dovuto eliminare ogni conto in sospeso, per stare in pace con me stesso.
Quel qualcosa aveva ragione.


A differenza mia Boris, oramai il mio unico compagno di cella, era sempre riuscito ad addormentarsi nel momento stesso in cui poggiava la schiena anche nel più scomodo dei letti, ed era sempre stato l'unico ad avere problemi ad aprire gli occhi ed alzarsi.
Tuttavia, anche lui, dopo la scomparsa di Yuri, divenne preda di un qualche turbamento.




Un assordante cigolio era penetrato nelle mie orecchie, e mi constrinse ad aprir gli occhi, che erano  finalmente riusciti a chiudersi qualche minuto prima.
"Yuri, Yuri...".
Sentivo mormorare dall'altra parte della stanza Boris, che continuava ad agitarsi sul letto.
Era proprio lui a causare quel rumore, che nel cuore della notte, era alquanto fastidioso.
Che cosa aveva da mormorare nel sonno?
Alzai la schiena e mi strofinai gli occhi assonnati per osservare meglio cosa stesse facendo, e cercare di capire, soprattutto, cosa stesse dicendo.
Era strano, non lo avevo mai sentito parlare nel sonno, al massimo russare.
E la cosa mi sembrò talmente strana ed insolita che la curiosità mi spinse ad alzarmi e avvicinarmi a lui.
Era molto agitato, sudato e pallido.
Stava male?
Istintivamente la mia mano andò a poggiarsi sulla sua fronte ed avvertì un forte calore.
Quel tocco lo fece svegliare di soprassalto e spazzar via la mia mano in un rapido gesto.
Respirava affannosamente e i suoi occhi scrutavano ogni angolo della stanza.
" Yuri sta dormendo??" mi chiese, fissandomi accigliato.
Non risposi subito.
Era una domanda assurda.
Ma il modo in cui mi guardava mi fece capire che voleva veramente sapere se Yuri stesse dormendo.
Lo stesso Yuri che lui aveva vist...
Era impazzito?
" Boris, ti senti bene?" domandai preoccupato.
Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore e poi passo al collo, quasi come se si sentisse soffocare.
Non mi degnò di una risposta, ma scese dal suo letto per  controllare quello che stava al di sotto del suo: quello che era stato di Yuri.
I suoi occhi si spostavano da un punto all'altro di esso.
" Dov'è Yuri? Dove è andato di notte?".
Cominciai a pensare che forse stava delirando a causa della febbre alta, che addirittura gli aveva fatto dimenticare quello che era successo alcuni giorni prima.
Cosa avrei dovuto rispondere?
Non era nelle condizioni di ricevere la risposta che avrei voluto dare.
" Non ricordi, Boris?" domandai con tono pacato, nella speranza di far risvegliareil suo inconscio.
Spostò gli occhi come a voler ricordare, ma seppur sforzandosi, non ci riuscì.
La situazione cominciò a farsi difficile anche, e soprattutto, per me.
" Boris, forse stai male... perchè non ritorni a dormire?" gli consigliai con calma, prendendolo per un braccio.
" No...no... devo aspettare Yuri!" disse nervosamente, liberandosi dalla mia presa e iniziando a far avanti e indietro per la stanza.
Non mi ascoltava.
Stava giocando col la poca pazienza che avevo cercato di conservare.
" E' inutile, perchè Yuri non verrà!!" esclamai con tono duro.
Le miei parole bloccarono ogni suo movimento e lo fecero voltare accigliato in mia direzione.
" E perchè? Yuri deve venire, Yuri verrà...Yuri...". Continuava a dire queste parole, come a volersi capacitare di una cosa che forse sapeva non sarebbe mai potuta succedere: stava decisamente delirando e anche troppo per i miei gusti.
L'istinto mi portò a prenderlo di forza per la maglietta e sbatterlo a muro per gridargli in faccia la verità.
" Vuoi capire che Yuri NON VERRA',CAZZO, NON VERRA" le mie parole lo avevano terrorizzato e impedito di opporre qualsiasi resistenza. " Yuri E' MORTO!  E' MORTO! come te lo devo dire!?".
Sgranò gli occhi e si lasciò andare, strisciando la schiena lungo il muro sino a toccare terra,
Sembrava davvero la prima volta che udiva queste parole, come se veramente non ne fosse a conoscenza.
E mi sentii quasi in colpa per averglielo detto.
Con la testa poggiata al muro mi fissava sognante per poi iniziare a scuoterla nervosamente.
" No... non è vero...non è vero" pronunciava con tono lamentoso.
Non volevo ripeterlo un'altra volta, mi era già costato dirlo la prima.
Di scatto si alzò e a grandi passi raggiunse il letto di Yuri per far volare via la coperta e scoprire, con sua grande sorpresa , che non c'era nessuno: solo un triste e freddo lenzuolo bianco.
O meglio, questo era quello che vedevo io.
Lui sembrava vederci qualcosa sopra, visto il modo in cui continuava a toccare quel materasso, come se stesse cercando di svegliare ... qualcuno.
" Perchè Yuri non si sveglia! PERCHE' YURI NON SI SVEGLIA!" gridava agitato e con tono isterico.
Sembrava, anzi... era diventato matto: vedeva cose che non esistevano.
Mi apprestai subito a raggiungerlo per bloccarlo e cercare di farlo riprendere.
Lo tiravo per le spalle ma lui opponeva un forte resistenza.
" LASCIAMI! Perchè c'è sangue... nelle mie mani c'è sangue!!". Gridava talmente forte che la sua voce rimbombava per tutto l'edificio.
Urla isteriche.
Urla di disperazione.
Tutto ciò era inquietante.
Avvertii dei movimenti, rumori di passi e tentai vanamente di farlo calmare, ma l'unico risultato ottenuto fu venir  scaraventato contro la parete opposta.
Un dolore atroce colpì la mia schiena e mi costrinse ad arrendermi.
Nel frattempo una guardia stava già aprendo la porta chiusa a chiave e ne fece entrare altre tre che presero di forza Boris per le braccia , che continuava ad agitarsi, scalciare e urlare.
Dopo alcuni secondì arrivò un uomo in camicie bianco con qualcosa in mano: una provetta ed una siringa, che dopo avere riempito, non esitò un istante ad infilzare nel braccio di Boris, che piano piano, nel giro di pochi secondi iniziò a gridar sempre meno, fino a perdere i sensi.
Questo suo strano comportamento non era dovuto alla febbre alta, ma allo shock subito in seguito a quell'evento disastroso accaduto giorni prima.
Shock nell'aver visto morire davanti agli occhi una, anzi, l'unica persona con cui, lì dentro, aveva instaurato un legame particolare.
Boris era stato il primo a scoprire il corpo senza vita di Yuri, dall'alto di un edificio.
E probabilmente lo shock era stato talmente forte da averlo portato alla follia, a vedere per diversi giorni il corpo senza vita di Yuri dove in realtà non c'era; vedeva sangue,  e sentiva urla che nessuno udiva.
Ci mise un po' di tempo prima di riprendersi e tornare alla normalità.
Lo tennero sotto osservazione e in isolamento per diversi giorni.
Non gli chiesi cosa gli avessero fatto, e non volevo neanche saperlo, tuttavia... aveva funzionato.


Quell'esperienza lo aveva segnato e gli aveva lasciato un vuoto dentro che difficilmente riuscì a colmare col passare degli anni.
E forse non non ci era riuscito.
Era impossibile dimenticare le atrocità vissute all'interno di un luogo infernale, dove eravamo stati sottoposti a delle torture terrificanti.
Io non ne avevo scordata neanche una, neanche la più insignificante e insensata...



Faceva freddo, tanto freddo.
Il cortile era ricoperto di neve a causa della bufera avvenuta la notte precedente. Il vento pungente sfiorava il mio viso, e lo aveva reso privo di sensibilità.
A fatica mi muovevo da un punto all'altro del cortile; la mia schiena era a pezzi, le mani riportavano parecchi graffi, alcuni dei quali sanguinavano leggermente e iniziavano a bruciare.
Ma a Lui poco o niente importava, anzi, provava piacere nel vedermi sottoposto a queste assurde punizioni.
Tra tutte quelle da lui inventate, quella era decisamente la più assurda e insignificante punizione a cui ero stato sottoposto: trasportare grandi sassi da un cumulo di pietre all'altro, a una decina di passi distanti l'uno dall'altro.
Solo da una mente malata poteva nascere un'idea talmente assurda.
E la sua lo era.
Ero esausto e riposare mi era impossibile: io stesso evitavo di fermarmi per cercar di finire il prima possibile.
Non sapevo quante volte avessi fatto avanti e indietro, non avevo neanche la forza per pensare, tuttavia mi resi conto che mancavano solo tre pietre per giungere alla fine.
Stavo trasportando la penultima, ma un rumore di passi mi avvertì che qualcuno stava arrivando.
Era Lui, che si fermò per osservarmi lavorare.
Non badai molto alla sua presenza, avevo solo un obiettivo: finire.
" Non ha molto senso, vero?" mi domandò con tono pungente.
In tutta risposta mi limitai a rivolgergli un'occhiata minacciosa, per poi tornare indietro e sollevare l'ultimo sasso.
" Come il tuo comportamento di stamattina, d'altronde!" aggiunse serio, seguendomi con gli occhi.
" Stai fermo!" mi ordinò all'improvviso, impedendomi di poggiare a terra la pesante pietra che reggevo in mano con fatica.
L'ultima.
Cercai in tutti i modi di non cedere, ma il peso era troppo: i muscoli delle braccia si stavano contraendo a dismisura e le gambe stavano per cedere.
Esitante, strinsi i denti ed alzai gli occhi per fissarlo.
Nessuna pietà traspariva da quel volto malefico, solo un ghigno di soddisfazione dipinto sulle sue labbra.
" Ricordati, che fino a quando starai qui dentro farai quello che dico io! Mi hai dato sempre problemi, fin dall'inizio, ma piano piano sono riuscito a domarti!".
Più parlava e più la fatica aumentava.
" Puoi posarlo adesso!" mi ordinò.
Non me lo feci ripetere due volte, e tolto dalle mie mani quel peso, riuscii ad emettere un completo e profondo respiro di sollievo, seguito da qualche colpo di tosse.
Fece un passo avanti e una mano si poggiò sul mio mento, costringendomi ad alzare il viso verso di lui.
" Finchè non sarai domato a dovere, non uscirai di qui!" affermò con voce fredda e penetrante. " Ti conviene comportarti bene, o non vedrai mai più il mondo oltre queste sbarre, Hiwatari!" concluse con un ghigno malefico, per poi voltarmi le spalle ed andarsene, lasciandomi lì a respirare affannosamente.
Priva di svanire, mi diede un'ultimo incarico.
" Ah, un'ultima cosa! Riporta le pietre dove erano prima!" ordinò.
Non potevo crederci.
La punizione non era finita, ma ricominciava da capo.
Era semplicemente...assurdo.

Quella fu una delle più assurde, ma meno atroci.
Molte volte Lei mi aveva consigliato di consultare uno psicologo, per cercare di trovare il valido aiuto di uno specialista.
Io non ero d'accordo.
Cosa avrei dovuto raccontargli?
Tutte quelle assurdità, per ricevere in cambio solo sguardi impietositi e frasette di conforto, che non mi avrebbero neanche sfiorato?
No.
Sarei stato preso per pazzo, o addirittura lo sarebbe diventato lui, a furia di sentire simili assurdità.
Nessuno poteva capire.
Nessuno avrebbe potuto aiutarmi a rimuovere dalla mia mente tutto quello che avevo vissuto.
Neanche il Tempo.



















Ciao a tutti ^O^
Questo nuovo capitolo è tutto un flashback, l'avrete capito immagino v.v
Diciamo che ho messo da parte "l'incontro della narrazione principale" (non mi ricordo se si dice tempo del racconto o tempo della narrazione, boh, non mi viene  XD) lasciato a metà nel precedente capitolo, per fare un passo indietro e raccontare la vita dei nostri cari protagonisti all'interno di quel luogo in cui hanno subito molte sofferenze e soprusi.

Spero di avere reso chiara la "pazzia " di Boris, dovuta ad una serie di circostanze e che poi la morte di Yuri ha portato al culmine.
Io ci ho messo tutto il mio essere per scrivere questo capitolo ^_^ quindi spero di averlo reso convincente e non avere commesso particolari errori, in tal caso segnalatemi tutto ciò che vi fa contorcere il naso XD
Grazie a Pich e Silmeria che hanno recensito i precedenti capitoletti ^*^
Spero che anche i lettori silenziosi mi facciano sapere i loro pareri.
Grazie a tutti e alla prossima!!

Henya
   
 
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