Salve a tutti. Susatemi per il ritardo, ma ho avuto il blocco dello scrittore. Comunque tra ieri e oggi ho scritto anche il prossimo capitolo, quindi dovrei aggiornare tranquillamente. uffauffauffa Il figlio della luna con Leah non centra niente (e neanche Demetri, mi dispiace ma era troppo complicato architettare tutto, poi con il blocco dello scrittore... spero che tu capisca). Spero che continuerai comunque a leggere la storia. Granzie per le altre recensione, che sono sempre gradite. Spero piaccia il nuovo capitolo, grazie a chi recensisce o legge solamente. A presto, blackmoon5.

Aro guardò alle nostre spalle. Tutti gli altri si voltarono nella stessa direzione, compresi Jane, Alec e Demetri, che erano rimasti dietro di noi in silenzio. Io mi girai per ultima. Felix era di ritorno, seguito da altri due uomini in tonaca nera. Somigliavano entrambi ad Aro, uno aveva persino gli stessi capelli neri e fluenti. L’altro portava una chioma bianca come la neve – la stessa sfumatura del volto – che gli sfiorava le spalle. La pelle dei loro volti era identica, sottile come carta.  (…) L’uomo con i capelli scuri sembrava palesemente
annoiato, come se sopportasse l’entusiasmo di Aro da troppi millenni. L’espressione dell’altro, seminascosta dai capelli bianchi, era scocciata.

(New Moon, pagina 293)

“Embry, adesso cerca di calmarti”, mi dice Carlisle dal posto del passeggero. Edward ha rubato una macchina una volta all’aeroporto, e adesso stiamo correndo a tutta velocità verso Volterra.
“Non ci riesco, Carlisle. Più tempo passa, meno ne resta a Tanya”.
“Non, sei l’unico che le vuole bene, anche noi siamo preoccupati”.
“I Volturi non accetteranno mai di aiutarla, è spacciata!”
“Non puoi saperlo”.
“A Kate l’avete detto”, chiede Edward. Nella macchina cala il silenzio. Carlisle fissa il figlio per qualche secondo, e capisco che sono impegnati in una conversazione silenziosa.
“Carlisle, io non ho i poteri di Edward, ti dispiace…”.
“Si, lei e gli altri sono già in viaggio verso Forks”.
“Ecco Volterra!”, esclama Edward, mentre imbocca una salita ripida e rallenta.
“Una volta in centro ci toccherà andre a piedi. Menomale che è nuvoloso”, dice Carlisle.
“E i Volturi come li troviamo?”, chiedo.
“Saranno loro a trovare noi”. E con queste parole, Edward parcheggia e apre lo sportello. Iniziamo a camminare per i viali lastricati di Volterra, i palazzi scuri che sembrano soffocarmi. “Cosa stiamo cercando, esattamente?”.
“Una pattuglia”, mi risponde Edward. Imbocchiamo un vicolo buio e ci troviamo faccia a faccia con due figure ammantate di grigio.
“Felix, Santiago”, li saluta il leggipensieri. Loro si tolgono i cappucci e li riconosco. Sono i due più grossi, forti quanto Emmett.
“Due Cullen e un lupo. Come mai qui?”, chiede il primo succhiasangue. Carlisle, da capo clan, prende la parola.
“Abbiamo bisogno di parlare con Aro e i suoi fratelli”.
“Bene, seguiteci”. Le due guardie ci conducono in un altro vicolo cieco, alla fine del quale un buco si apre nella strada. Ci caliamo dentro e l’oscurità ci avvolge. In qualche modo, riesco a capire in che direzione devo camminare. Dopo quella che mi sembra un’eternità, la galleria che scende ripida verso il basso si interrompe. Vedo una debole luce, e una guardia apre una piccola porta. Sbuchiamo in una stanza di pietra ampia e luminosa. Dalla parte opposta rispetto a noi c’è una porta spalancata. Felix e Santiago ci fanno segno di entrare. Ci troviamo in un corridoio anonimo, illuminato da lampade al neon. Proseguiamo dritti ed entriamo in un ascensore. Dopo una breve salita, entriamo in una specie di sala d’aspetta. Dietro un’alta scrivania di mogano lucido vedo una donna. Un’umana. Evito di farmi domande.
“Buongiorno!”, esclama.
“Buongiorno, Gianna”; dicono le due guardie in coro. Ci conducono verso l’ennesimo corridoio. A un certo punto, si bloccano e aprono un pannello scorrevole, che cela una porta aperta. Sbuchiamo in una stanza cavernosa, illuminata, perfettamente circolare. Molto in alto, delle piccole finestre permettono alla luce di entrare. L’unico arredo sono dei troni di legno, disposti lungo la curva della parete. Su tre di questi sono seduti i capi dei Volturi: Aro, Marcus e Caius. Mi fermo ad osservare con rabbia quest’ultimo, perché mi rendo conto di detestarlo più degli altri due. Non ne ho nessun motivo, ma poi capisco che è perché ha ucciso Irina. Non ho mai conosciuto la terza Denali bionda, ma la sua morte ha fatto soffrire parecchio Tanya. All’improvviso mi sento in colpa. Avrei voluto scusarmi con lei per la morte di Laurent. Perché solo ora, capisco quanto dolore io e i miei fratelli le abbiamo causato.
“Carlisle, amico mio, a cosa devo la tua visita?”, chiede Aro, con un tono gentile, ma palesemente falso, mentre si alza dal suo trono.
“Credo che con una stretta di mano faremo prima”, risponde il vampiro biondo, porgendogli la mano, e mi ricordo del potere di Aro. Di leggipensieri ficcanaso ne bastava uno. Mentre il Volturo dal mantello nero si fa i fatti di Carlisle, fisso negli occhi prima Caius, poi Marcus. Se negli occhi cremisi del vampiro dai capelli bianchi vedo solo rabbia e sete di vendetta per la figura che gli avevamo fatto fare, Marcus sembra quasi… annoiato. Sembra stare in un mondo tutto suo. E nei suoi occhi riesco a leggere anche un velo di tristezza.
“Capisco”, dice Aro, lasciando andare la mano di Carlisle e interrompendo il silenzio che è calato.
“Ci aiuterai?”, chiede Carlisle.
“Lasciami un momento per discutere coi miei fratelli”. I tre vampiri plurimillenari ci voltano le spalle, parlottando fra loro. Ne approfitto per guardarmi intorno. Noto che non siamo soli. Alla mia destra, nascosti, i gemelli Jane e Alec ci osservano, pronti a torturarci con i loro poteri. Dietro il trono di Aro, Renata si concentra a occhi chiusi, probabilmente sta proteggendo i tre fratelli con il suo scudo. Forse avremmo fatto meglio a portarci Bella, penso, ma Edward mi fulmina con lo sguardo. Fatti gli affari tuoi, succhiasangue! Alla mia sinistra, Felix, Santiago e Demetri avanzano lentamente, fino ad arrivare dietro di noi. Siamo circondati! Edward mi mette una mano sulla spalla, cercando di farmi calmare. Non mi riconosco più, di solito reggo bene la tensione. I tre Volturi si girano verso di noi. Aro fa un passo avanti, sta per parlare quando Edward lo precede. “Aro, lascia che ti ricordi una cosa. Se lasciate morire il capo dei Denali, loro vorranno vendetta, specialmente dopo quello che è successo il mese scorso. Se Kate perde anche Tanya, piomberà qui portandosi dietro tutti gli altri. Anche i lupi saranno furiosi, e ve li ritrovereste contro. Infine, non essendo il capo dei Cullen non posso parlare a nome della mia famiglia, ma io appoggerò Kate. Detto questo, spero che riconsidererai la tua decisione”. Aro lo guarda impassibile, Caius con odio. Marcus invece fissa me, ed il suo sguardo è carico di comprensione. Comprensione?
“Mi dispiace davvero, ma il nostro aiuto vi è negato”. Sento la rabbia crescere, il mio corpo è percorso da spasmi, presto perderò il controllo.
“Siete solo dei…”. Edward mi tappa la bocca prima che ne escano i peggiori insulti che conosco. Marcus mi guarda con aria triste, ma ormai non me ne stupisco più. Caius, invece, lo fa con aria altezzosa. Sto per saltargli addosso, ma Edward e Carlisle mi bloccano e si congedano velocemente, portandomi via.

Tra qualche ora prenderemo l’aereo Roma-New York. Mi siedo sconsolato sulla panchina dell’aeroporto.  Tanya morirà, e io non posso fare niente per evitarlo.