Soter
aveva perso la sua Ragione.
Colei
per cui aveva combattuto alacremente per la propria intera esistenza
era stata
infine rapita. Il
Falcone Nero era morto
e ben presto lo sarebbe stato anche lui.
Si
trovava nei disgustosi e putrescenti meandri dell’organismo
di un mostro.
Era
stato fagocitato da una creatura fuori dal mondo. I movimenti
peristalsici lo facevano
scivolare in un’oscurità sempre più
profonda. I succhi gastrici lo avrebbero
consumato come il più misero brandello di carne.
Gli
mancava l’aria, e sapeva che di lì a poco tutto
sarebbe finito perciò lasciò
che il tempo facesse il suo corso abbandonando la propria mente al
delirio.
Quando
era stato?
Quand’era
il momento esatto in cui Soter si accorse che ogni singola pagina della
propria
esistenza era stata stilata dal calamo di
un’entità trascendentale dotata di un
infinito potere, superiore a quello di qualsiasi Olimpico?
Soter
non seppe mai la ragione per la quale era stato ceduto alle maligne
intemperie
del Taigeto, la catena di monti che domina Sparta.
Aveva
importanza?
Soter
invece era stato semplicemente abbandonato al gelo, sottoposto
all’agoge prima
del tempo.
Iphis
era una ragazza esile con capelli scuri e corti, come si confaceva alle
necessità delle donne spartane e peloponnesiache. Il suo
volto era scarno e stravolto.
I solchi sul viso denotavano più inverni di quanti invece
dimostrassero il suo
corpo.
Abbracciò
il bimbo abbandonato.
“Iphis, lascia stare. E’
di cattivo auspicio
raccogliere un figlio di nessuno.” Le
afferrò un polso, ma la donna
incominciò a urlare assieme al bambino e stringerlo ancora
più forte.
“Questo
scarto
non ci ridarà nostro figlio, Iphis. Devi fartene una
ragione.”
Le
condizioni di Iphis commossero il soldato greco. La perdita del loro
figlio,
pochi istanti dopo il parto l’aveva sconvolta al punto da
farle perdere la
sanità mentale. Ora era più che comprensibile che
vedesse quel trovatello
morituro come un’anima da proteggere.
“E
va bene…Prendilo.
Ma ora torniamo alla carovana.”
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I
ricordi di Soter vorticavano velocissimamente, e in men che non si dica
si
ritrovò a poco più di 5 inverni a stringere la
mano della madre tra le sue.
Iphis
fu una delle innumerevoli vittime colpite da un’epidemia di
peste che imperversò
sulla città di Kolkos e su tutta la regione per alcuni mesi.
Con
gli occhi fissi su quelli di lui, la donna esalò il suo
ultimo respiro.
“Deve essere
stato benedetto dalle divinità”
Benedetto…
Urlava
il padre adottivo ubriaco sguainando la sua spada.
Soter
si scansò velocemente evitando un fendente che infranse un
vaso e tranciò di
netto alcuni lumini. Una lampada ad olio cascò a terra e
incominciò ad ardere.
“Lo
sapevo che
avresti portato solo sventure!”
La lama tentò nuovamente di lambire il
ragazzo il quale per evitarla perse l’equilibrio stramazzando
al suolo. L’arma
colpì una botte alle sue spalle dalla
cui spaccatura fuoriuscì il liquido di cui era ricolmo: olio.
Goffamente
l’uomo utilizzò un piede come leva per liberare la
sua arma dal legno di cui
era composto il barile ma nel farlo lo rovesciò a terra
facendolo rotolare sul
fuoco.
Soter
se ne accorse e allontanandosi più che poteva
gridò verso il genitore:
“Levati di lì! Sta per scoppiare tutto!
Mettiti in salvo!”
Ma
in quegli onnubilati ricordi le parole, per quanto si sforzasse a
gridarle, uscivano fuori
come vaghi sussurri.
“Corri fuori di
lì!”
urlò Soter mentre le fiamme incominciavano a divorare la
superficie della botte
d’olio, ma ancora una volta le parole non arrivavano al
genitore.
Infine
il fuoco, alimentato dal combustibile, s’ingigantì
paurosamente nell’arco di
pochi istanti. Le vampe incandescenti inghiottirono l’uomo e
poi l’intera
abitazione.
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Parentesi anacronistiche 1:
Domini
La
maggior parte degli dei
hanno stabilito basi segrete e laboratori su tutta la Grecia. La gente
comune crede
che quelle regioni siano luoghi esoterici e invalicabili. I mostri che
si
trovano nelle aree il più delle volte sorvegliano gli
ingressi per intimidire
chiunque pensi di accedervi.
Ares si circonda dei migliori
assassini, Efesto dei migliori fabbri, Apollo dei migliori artisti,
Artemide
dei migliori cacciatori e così via…
Gli Araldi sono forniti di
mezzi tecnologicamente avanzati che moltiplicano le abilità
individuali
rendendoli dei veri e propri semidei.