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Autore: roby_lia    31/07/2014    5 recensioni
Tony lo fissa senza espressione, il telefono in mano.
“è Steve. C’è stato un incidente”
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Thor sembrava quasi lo stesso. La barba leggermente sfatto di un paio di giorni, i capelli finalmente liberi dal taglio militare erano ricresciuti, anche se non lunghi come quando si erano incontrati per la prima volta.
Ma erano le differenze che facevano più male: l’espressione esitante con cui lo guardava, il sorriso incerto e la catenella con le piastrine al collo che risaltava rispetto alla maglietta rossa.
Quando era con lui, Thor le toglieva sempre, sapendo che a Loki dava fastidio vederle, sapendo che ricordavano troppo che era poco il tempo che avevano a disposizione per stare insieme.
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AU, seguito del capitolo 24 di Thunderfrost's Alphabet, XOXO (baci e abbracci)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Per una miglior comprenzione è consigliabile leggere questo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2485780
L'avvertimento incest ovviamente è riferito solo al legame tra i personaggi nell'opera originale


Bring me back


It’s a brand new day

Un sorriso caldo. Occhi dolci. La sua risata mentre lo stringeva contro di sé.
La sua barba che gli pizzicava il collo e i baci fino a non aver più fiato in corpo.
No, non doveva ricordare, faceva troppo male.

Loki si agitò nel dormiveglia, stringendo con forza gli occhi mentre s’infossava di più nel cuscino, la testa che pulsava.
Lo squillo del telefono continuava insistente, ma lui lo ignorò, gli incubi sono sempre più forti.

Tony lo fissa senza espressione, il telefono in mano.
“è Steve. C’è stato un incidente”

Le coperte gli si erano aggrovigliate attorno alle gambe, mentre stringeva con forza il cuscino, cercando di contrastare i giramenti della testa.

“Thor?” la voce gli aveva tremato nonostante tutti i suoi sforzi.
La risposta invece era stata gelida come il ghiaccio.
“Non provare mai più a chiamarlo”
“No, Odino aspetta!”
“Devi lasciarlo in pace”
“Ho tutti i diritti di chiamarlo! Fammi parlare con lui… cazzo!!”
Aveva lanciato il cellulare contro la parete, cadendo sulle ginocchia e rannicchiandosi, cercando di reprimere la rabbia tanto quanto le lacrime.
 

Fu il suono del campanello che lo svegliò ore dopo.
Inizialmente non se ne rese nemmeno conto, perdendosi a fissare le chiazze di luce sulle coperte.
Loki non sopportava più il sole, gli ricordava troppo il modo in cui brillavano sui suoi capelli, la maniera in cui rendevano i suoi occhi azzurri più brillanti e-
Loki distolse di scatto lo sguardo, chiudendo con forza gli occhi.
Poi il suono si ripetè e lo fece tornare alla realtà.
Per un istante vagliò la dolce possibilità di far finta di nulla, ma il campanello suonò per la terza volta. Imprecando a denti stretti si alzò, passandosi una mano tra i capelli mentre con l’altra cercava di dare una forma alla felpa troppo grande che indossava.
Gli ci volle meno di un istate per rinunciarci, ma non credeva di doversi rendere particolarmente presentabile per urlare contro chiunque osasse disturbarlo alle quattro di pomeriggio.
Forse, in fondo, quella poteva essere quasi una giornata interessante.
Con il suo cipiglio più furioso aprì la porta. E si trovò davanti Thor.
 
Inizialmente si rifiutò di credere che fosse reale, ma nonostante ciò il suo stomaco si contrasse dolorosamente e i polmoni si dimenticarono di funzionare, mentre il suo nome gli scivolava involontariamente dalle labbra.
Thor sembrava quasi lo stesso. La barba leggermente sfatto di un paio di giorni, i capelli finalmente liberi dal taglio militare erano ricresciuti, anche se non lunghi come quando si erano incontrati per la prima volta.
Ma erano le differenze che facevano più male: l’espressione esitante con cui lo guardava, il sorriso incerto e la catenella con le piastrine al collo che risaltava rispetto alla maglietta rossa.
Quando era con lui, Thor le toglieva sempre, sapendo che a Loki dava fastidio vederle, sapendo che ricordavano troppo che era poco il tempo che avevano a disposizione per stare insieme.
 “Ehm… salve. Sei Loki giusto?” disse Thor dopo qualche istante d’imbarazzante silenzio.
“Come?- sussurrò Loki non riuscendo davvero a crederci. Poi scosse la testa e respirò a fondo, cercando di ritrovare la concentrazione- sì, sono io. Salve” sospirò a malincuore, abbassando lo sguardo a terra. Si rese conto in quel momento in che condizioni era: la felpa blu elettrico era sformata e troppo grande, gli arrivava quasi a mezza coscia, mentre era da giorni che i suoi capelli non vedevano nemmeno lontanamente un pettine.
Loki rialzò di scatto la testa, sentendo le guance scaldarsi, ed iniziò a parlare nello stesso momento dell’altro.
“Scusami, credo che dobbiamo parlarne con-“
“Non so se sei stato avvertito, ma ho perso-“
Si bloccarono entrambi guardandosi per un istante, poi Loki sospirò liberando una leggera risata che, per fortuna, Thor ricambiò.
“Entra pure- disse con un sorriso appena accennato, arretrando di un passo per fargli spazio- dammi un minuto e poi… parliamo”
L’altro annuì riconoscente “Grazie”
 

Dopo che Loki sparì in un’altra stanza, Thor respirò profondamente, passandosi una mano tra i cappelli chiari.
Forse aveva sbagliato ad andare lì. Forse aveva frainteso le cose tra di loro.
Dopotutto Loki non era sembrato molto entusiasta di vederlo.
E a lui nulla di ciò che lo circondava sembrava anche solo vagamente familiare.
Ma dopotutto all’inizio non aveva riconosciuto nemmeno suo padre.
Corrugando la fronte iniziò a guardarsi attorno con più attenzione, cercando qualche dettaglio che gli richiamasse qualcosa in mente.
La parte dedicata alla cucina aveva visto senza dubbio un tempo migliore, ma in quel momento il tavolo così come il lavello era occupato da piatti sporchi e confezioni finite di cibo d’asporto.
 L’altro lato della grande stanza aveva una parete intera occupata da una libreria, mentre la scaffalatura al di sotto della tv conteneva soprattutto cd.
Anche lì molti libri erano sparsi in giro, occupando il basso tavolino tra i due divani, tanto quanto il pavimento.
“Potevi accomodarti senza nessun problema” Loki gli sorrise leggermente imbarazzato.
Aveva indossato un paio di pantaloni di tuta ed una maglietta verde. I capelli erano stati tirati all’indietro, ed erano più lunghi di quando l’aveva visto in foto.
“Vuoi qualcosa da bere? Dovrei avere… acqua. O whiskey. Ma forse non è l’ora più adatta“
“Sto bene così, grazie- si affrettò a dire Thor- Mi dispiace se ti ho disturbato, prima ho provato a chiamarti ma non mi ha risposto nessuno”
“Tranquillo, nessun problema, anzi” Loki prese un respiro profondo, rifiutandosi ancora di ricambiare il suo sguardo.
Thor invece lo osservava quasi spudoratamente.
La memoria gli solleticava la mente, ma in quegli ultimi mesi quasi tutto gli faceva quell’effetto.
“Come stai?- riprese la parola l’altro dopo qualche istante di silenzio teso- sì, insomma a parte… l’amnesia” aggiunse con voce più bassa, indicandosi con l’indice una tempia.
Thor accennò un sorriso, “Io sto abbastanza bene, grazie. E per quanto riguarda l’amnesia bhe, ad essere sincero sono venuto qui proprio per questo”
Loki annuì, guardandolo di sottecchi “Spero di poterti aiutare. Vieni, siediti pure” lo invitò con un cenno del capo, recuperando dei libri appoggiati su un divano e mettendoli sotto il tavolino.
“Allora, cosa volevi sapere?”
“Se dico tutto come la prendi?” domandò in risposta Thor, con un sorriso speranzoso.
Loki si ritrovò inconsapevolmente a ricambiarlo e una fastidiosa sensazione di déjà-vu colpì Thor.
Il biondo scosse la testa “Allora, se non ho capito male noi siamo stati… insieme in questi ultimi anni”
Inizialmente Loki si limitò ad annuire, ma lo sguardo di Thor lo spinse ad approfondire la risposta “Sì è esatto. Quando tornavi o avevi giorni di licenza, noi bhe… passavamo il tempo insieme”
“Posso chiederti dove ci siamo incontrati?” continuò, osservandolo prendere un profondo respiro.
“In un locale, pochi mesi prima che tu venissi chiamato nell’esercito. Quella è stata una notte molto… interessante diciamo- raccontò il moro- e abbiamo continuato a vederci finchè non sei dovuto partire. Inizialmente ti addestravano a Washington, quindi potevamo vederci abbastanza spesso. Poi sei andato sempre più lontano, per finire all’altra parte del mondo” concluse, mentre il suo sorriso lentamente si spegneva.
“Però ci scrivevamo vero? Ho visto le tue lettere”
“Sì, era stata una tua idea. Visto che dove ti mandavano non sempre era facile avere una connessione, hai voluto continuare la nostra… storia in questo modo”
Dopo un instate di silenzio Loki si rialzò di scatto, iniziando a recuperare i vari libri sparsi per il salotto e mettendoli via.
“Scusami per il disordine, ma non sono mai riuscito a far stare sempre tutto nello stesso posto. Eri tu quello che-“
Thor lo osservò mentre si mordeva il labbro e serrava gli occhi, la mano ancora sollevata con un libro, a pochi centimetri dalla libreria in cui lo stava riponendo.
“Sinceramente l’ordine è l’ultimo dei miei pensieri in questo periodo”
Quelle parole sembrarono rilassare Loki, che accennò una risata tesa.
“Anzi mi dispiace non essere venuto da te prima ma… ho avuto dei problemi con mio padre” continuò il biondo, rabbuiandosi.
“Lo immagino. Ho provato più volte a chiamarti, ma mi ha risposto sempre Odino e ecco… io non gli sono mai andato a genio”
“Ti ho presentato mio padre?!”
“Sì certo, anche tua madre. Volevi festeggiare il Natale a casa tua, ma alla fine non è stata proprio una gran bella idea se devo essere sincero”
“Mi dispiace… che mio padre ti tratti così intendo. Ma avrei dovuto saperlo, è anche colpa sua se ci ho messo così tanto a ecco… scoprire di te. Di noi”
Loki corrugò la fronte “Cosa intendi?”
“Lui mi ha mentito. Quando sono tornato a casa da lui, e gli ho chiesto se stavo con qualcuno, mi ha risposto che stavo cercando di sistemare le cose con Jane, ma a quanto pare è una mia ex… giusto?”
Il moro annuì, continuando lentamente a mettere apposto i libri.
“Io bhe, in quel momento gli ho creduto, mi sono fidato perché credevo di poterlo fare, insomma era mio padre!... solo dopo mi sono reso conto che mi aveva ingannato. Pensa che non aveva nemmeno avvertito mia mamma”
“Frigga è tornata da Oslo?”
“Sì. Lei mi credeva ancora in missione, poi un pomeriggio ha chiamato e gli ho risposto io, così…- Thor lasciò sfumare la voce, abbassando lo sguardo- è stata lei ha parlarmi di te. È venuta a casa ed ha convinto mio padre a darmi tutto ciò che aveva nascosto: il mio cellulare, le tue lettere, le foto… anche se devo ammettere che più che convincerlo l’ha minacciato di ridurlo sul lastrico pretendendo un aumento degli alimenti” spiegò poi, facendo ridere Loki.
“Sì, sembra una cosa da lei”
Loki lo guardò per un istante in viso, prima di prendere un profondo respiro alzando il volto.
“Volevi chiedermi altro?” domandò incerto, riprendendo il suo posto sul divano.
“No, insomma… volevo solo chiederti di noi, della nostra storia, di questi ultimi anni”
Loki si strinse le spalle “Non so cos’altro potrei dirti… non è che venivi a cas- cioè, venivi qui molto spesso. Credo che ti sarebbe più utile sapere cos’hai fatto mentre eri via, forse. Noi non siamo stati poi così tanto insieme” cercò di spiegarsi, appoggiando i gomiti sulle gambe e fissandosi le mani, mentre una ciocca di capelli gli ricadeva sul viso, nascondendolo parzialmente allo sguardo di Thor.
“Ah, d’accordo allora. Io ti ringrazio per ciò che mi hai detto e bhe… allora vado” era sconcertato e deluso in un certo senso.
Si era aspettato di più da quell’incontro, aveva sperato che quel ragazzo che a quanto pare era così importate per lui riuscisse a far scattare qualcosa nella sua memoria.
Ma forse si era solo illuso, e quell’amore che a leggerlo sembrava quasi una favola in verità non era mai stato così importante per nessuno di loro due.
“Hai  preso una stanza in un hotel?” gli chiese Loki, mentre entrambi si alzavano.
“No, non ancora. Adesso mi metterò a cercarne una. Poi domani mattina torno a casa”
Il moro si morse il labbro “Se vuoi puoi restare qui” propose esitante.
“Credo di averti già disturbato abbastanza”
“No davvero! Spazio c’è n’è se vuoi. Quello dovrebbe essere un divano letto- gesticolò all’insegna dell’oggetto in questione-   possiamo ordinare una pizza e guardare un film. O uscire a bere qualcosa, come preferisci” Loki sentiva il cuore battere con forza nel suo petto. Non avrebbe sopportato di vederlo andarsene di nuovo.
“Io…”
“Davvero, nessun disturbo se vuoi restare qua”
Thor lo fissò ancora incerto per qualche istante, prima di annuire “Va bene allora, grazie”
L’altro sospirò sollevato, non riuscendo a trattenere un sorriso riconoscente “Grazie a te. Ora è meglio se vado a vedere se esiste ancora una cucina sotto quel casino. Tu fai pure come se fossi a casa tua”
Thor riuscì solo annuire, continuando a seguirlo con lo sguardo
Era bello quando sorrideva in quel modo. Voleva quasi dirglielo.
 
La serata stava andando molto meglio delle ultime che aveva avuto con Jane.
Loki gli aveva consigliato le pizze che mangiava di solito e gli aveva fatto scegliere tra i film che preferiva per guardarne uno insieme.
“Abbiamo mai parlato di cosa, insomma… avevamo qualche programma per adesso? Intendo una volta che fossi tornato”
Loki corrugò la fronte, distogliendo lo sguardo dallo schermo per recuperare l’ultimo trancio di pizza.
“Non proprio. Cioè, parlavamo solo di recuperare il tempo perso, magari viaggiare da qualche parte ma no, niente di davvero concreto” spiegò senza guardarlo.
“Perché mio padre continuava ad insistere che dovevo aiutarlo con l’azienda di famiglia, che la routin di un lavoro normale mi avrebbe aiutato. Ma non so, c’è qualcosa che non mi convince… perché stai ridendo?” domandò perplesso ma sentendo le sue labbra stirarsi automaticamente in un sorriso.
“Io...- Loki scosse la testa-  da quello che mi hai detto ti sei voluto arruolare proprio per evitarlo”
“Davvero?- Thor strinse i pugni, cercando di trattenere la rabbia- non dovrebbe sorprendermi dopo tutto quello che ha già fatto”
“Thor…”
“Io mi sono fidato di lui! Era tutto ciò che avevo e mi ha mentito!”
“Odino è fatto così. Vuole per te il meglio anche se questo non è ciò che vuoi”
Il biondo annuì lentamente, sospirando prima di guardarlo “è solo che mi dispiace. Anche se sentivo che c’era qualcosa che non andava, mi sono fidato, senza pensare che qualcuno poteva… davvero soffrire a causa mia. Davvero, mi dispiace”
Loki scrollò le spalle, trovando improvvisamente interessante il cartone della pizza “Non importa, tu non lo sapevi”
“Ma tu sì. Perché non sei mai venuto da me di persona?” domandò con esitazione, rendendosi conto della veridicità delle sue parole ed osservandolo mentre irrigidiva le spalle.
“Non sono mai stato coraggioso, Thor- rispose dopo qualche istante- e non mi sarei mai inflitto tutto questo”
“Questo cosa?”
“Questo- cerco di spiegare, indicando con un cenno del polso prima sé stesso e poi Thor- il modo in cui mi guardi senza riconoscermi” disse alla fine,  facendo spallucce per poi riportare l’attenzione allo schermo.









Note
Ecco, diciamo che se fosse per me non avrei mai reso pubblica questa roba, ma qualcuno mi ha costretto (e la colpevole si faccia avanti é.é)
La situazione e tutta la dinamica di ciò che è successo si farà più chiara già dal prossimo capitolo, immagino che questo inizio sia assai orrendo  dificile da capire ^^'''
Il titolo del capitolo, così come sarà per gli altri, è preso da una canzone, in questo caso Dr. Horrible's sing-along blog,  Brand new day http://www.youtube.com/watch?v=p7S9nYSHbik
Ringrazio chiunque sia mai riuscito ad arrivare fino in fondo e spero di avervi incuriosito abbastnaza da seguire i prossimi capitoli (speranza vana, lo so :D )

ciao ciao
roby_lia
  
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