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Autore: Jennifer320    31/07/2014    3 recensioni
Storia molto concentrata su Daisy e Peach, ovvero " le gemelle diverse" che fanno le idrauliche.
Poi il destino verrà da sé.
-*PERSONAGGI*-
Peach as Jennifer Lawrence (bionda).
Daisy as Selena Gomez.
Luigi as Louis Tomlinson.
Mario as Niall Horan. (bruno)
Rosalinda as Indiana Evans.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter Eight.
Magma - Labyrinth.
 
# Peach.
 
I cinguettii prolungati dei piccoli ma graziosi uccellini mi aiutarono ad aprire finalmente gli occhi dal lungo sonno che mi aveva trascinato con sé la scorsa notte.
Mi stiracchiai per un bel po’ finché non mi accorsi che nessuno era con me, ero completamente sola.
 
- Ragazzi? Daisy? –li chiamai impaurita.
 
Afferrai convinta la mia arma, ovvero un coltello, e lo strinsi in un pugno sospirando.
Camminai per quasi un kilometro, ma di Mario Daisy e Luigi nessuna traccia. Ero piuttosto pessimista, e pensare che erano morti poco prima del mio risveglio era davvero brutto pensiero.
 
- Aiuto!!! – urlò una, non una. Daisy.
 
- Daisy! – urlai di seguito correndo verso la stradina da cui avevo appena percepito l’urlo soffocato della bruna.
 
Arrivai precipitosamente davanti ad una discesa dove io non potetti non scivolare, non l’avevo notato finché non sentii la terra sotto di me mentre rotolavo miseramente verso la fine.
Con il viso schiacciato al terreno sotto di me, notai il calore improvviso che mi avvolse in un secondo.
 
Alzai la testa ancora dolorante per la botta e notai che davanti a me una distesa di lava si stava avvicinando in fretta al mio corpo.
Ripresi il coltello che poco prima rischiava di essere sciolto dal magma bollente e cercai di correre senza sfiorarla, cosa che non mi riuscii perché fui ustionata una seconda volta alla caviglia.
Ovviamente non dimenticando la prima quando io e Mario eravamo appena partiti alla ricerca del tubo di Sarasaland.
 
- Santissimo cielo! – ringhiò Daisy ancora una volta. – Peach!! – continuò.
 
- Daisy, calmati! – cerco di tranquillizzarla Luigi, ma non ci riuscì dato che ricevette uno sguardo assassino dall’altra.
 
- Di chi è stata l’idea di trovare delle mele? Di chi!? – sbraitò pentito Mario, rivolgendo arrabbiato uno sguardo al cielo.
 
Arrivai in poco tempo sul posto, dove li notai ad un soffio dalla lava che poteva arrostirli vivi.
 
- Peach! – urlarono in coro, ancora affascinati dalla mia figura non videro che il magma poteva prenderli.
 
- Poi mi spiegate chi vi ha legati, stupidi. – sussurrai tagliando con tutta la mia forza le corde che li legavano al tronco in fiamme.
 
- Te lo spiegheremo, mamma. – blaterò la bruna roteando gli occhi.
 
- Potrei lasciarti qui. – sussurrai ridendo.
 
- So che non lo faresti mai, Peach. – ammiccò massaggiandosi i polsi rossi. – Andiamocene. – consigliò rialzandosi, stando attenta a dove mettere i piedi e le mani.
 
- Ma dove, precisamente? – balbettò Luigi molto distratto, tanto che si vedeva la preoccupazione nei suoi occhi.
 
- Questo non lo so. – rispose Mario al posto della bruna. – So solo che qui finiremo per arrostirci se  non ci muoviamo. – deglutì rumorosamente fissandomi.
 
- Come sei venuta fin qui? – mi chiese Daisy in fretta.
 
- Io? Sono..come dire... scivolata su una discesa. – abbassai lo sguardo con vergogna.
 
- Che brutta ustione. – commentò disgustato Luigi che indicò la mia caviglia.
 
- Ci sono abituata, vero Mario? – gli ammiccai mentre con sguardo malizioso annuiva.
 
- Che stiamo facendo! Dovremmo andarcene! – urlò Daisy piuttosto arrabbiata, prese la sua via e noi tutti la seguimmo lasciandosi il magma ancora bollente alle spalle, il che si spense subito appena le mie mani toccarono terra per prendere la rincorsa. Strano.
 
Fissai il mio palmo, cosa avevo fatto poco fa?
Inclinai il viso stranita verso destra e stetti al passo dei tre fuggitivi.
 
***
 
- Non posso dirtelo precisamente.. – Daisy in poche parole mi voleva spiegare cosa li aveva spinti ad avvicinarsi a quell’albero. Quella scusa delle mele non convinceva affatto.
 
Non avevo ancora capito come si fossero trovati legati lì, tra pianti e grida, tra lava e morte.
Ero dubbiosa, decisamente da ciò che era successo poco fa: l’avevo spento io il magma o era stata pura casualità?
La seconda era incredibilmente credibile.
Davvero, potevo io, una comune mortale spegnere il magma? NAH!
Cercai di seguire le parole di Daisy, ma tutto era davvero sconcertante. Non riuscivo a capacitarmi di ciò che accadeva intorno.
 
- Capito? Dei mostriciattoli ci hanno sconfitto! Ma vedi tu questa generazione. Vedi tu! – si lamentò. – Peach? Mi stai seguendo?! –
 
- Sì. – annuii distratta. – Capisco. 
 
- Non capisci affatto! – ringhiò arrabbiata. – Non mi ascolti! Sei distrattissima! –
 
- Ho spento il magma! – le urlai contro. – Non so dirtelo se sono stata io ma quando ho toccato terra..la lava si è spenta! –
 
Iniziai davvero a preoccuparmi, infilai le mani tra i capelli solo per calmarmi, e per annientare quel mal di testa che mi divorava provocandomi dolore, dolore e ancora dolore.
 
 
- Aspetta un momento. – mi interruppe la bruna massaggiandosi il mento. – Sei stata tu ad accenderlo? – mi incolpò.
 
- Io..io non ne ho la minima idea! – balbettai, mi sentivo accusata di qualcosa che non ne ero affatto la causa. Non sapevo cosa succedeva intorno, ma mi sentivo..colpevole.
 
Il mio colorito divenne piuttosto pallido, vedevo sfocato, il mal di testa aumentò e in un momento sentii la terra mancarmi sotto i piedi e una voce che urlava il mio nome.
Dov’ero adesso?!
 
# Daisy.
 
La bionda davanti era piuttosto pallida, Peach non sapeva cosa stava succedendo. Lo sentivo.
Si sentiva accusata e mi guardava innocente e io invece avevo i sensi di colpa: accusarla di qualcosa che non aveva niente a che fare con lei non si poteva dire ‘da amiche per la pelle’.
La vidi crollare, senza sensi, nel bel mezzo di una voragine che si aprì sotto di essa e la mia voce si espanse per tutto il bosco attirando l’attenzione dei due ragazzi che procuravano del cibo accanto ad un lago.
 
- Peach! – urlai a squarciagola, guardai il fondo della voragine: una grande mano la afferrò in tempo prima che finisca bruciata, e se la portò con sé.
 
La voragine non volle chiudersi per un bel po’,  quindi decisi di arrampicarmi lungo il muro roccioso e trovare quell’entrata.
La mia migliore amica era stata rapita, e io dovevo trovarla. Perderla ancora era l’ultima cosa che volevo.
 
- Ragazzi venite! – li costrinsi a seguirmi, e per qualche secondo rischiavo di essere bruciata. Tutto per Peach.
 
L’entrata era più grande di un ciclope, e di questo me ne accorsi quando la parete rocciosa scomparve miracolosamente facendomi schiantare con la schiena al suolo.
Mario e Luigi non parlarono finché davanti a noi non si mostrò una lunga cascata di lava, eravamo tutti impressionati, e di più per l’entrata.
La bocca di un non so quale mostro aveva l’impressione di mangiarti, la mano era uscita da qui.
 
- Cosa sarà mai? – chiesi a Luigi piuttosto impaurita.
 
- Bowser. – rispose ovvio.
 
- Bow che? – ripetei stranita.
 
- Bowser, padre dei Bowserotti, siamo sulla giusta via. – aggiunse Mario.
 
- Per trovare Peach o per tornare a casa? – lo presi per un braccio e lo guardai.
 
- Tutti e due, muoviamoci prima che qualcun altro si perda. –
 
- Ha ragione Mario, vieni Daisy. – a questo punto il ragazzo di cui ero follemente innamorata mi prese per mano e mi spinse a camminare e camminare quando l’uscita era completamente smarrita: eravamo in un labirinto.
 
 
 
- E’ un labirinto, vero? – deglutii spaventata.
 
- Sì, ma ditemi..come ci siamo entrati? – domandò Luigi sorpreso, cosa alquanto strana.
 
- Sapevo che c’era un labirinto, ho portato del filo. – aggiunse Mario tirando fuori tre gomitoli di lana. – Lasciamolo all’entrata, e nel caso che ci perdiamo, tenete questi. –
 
Ce li porse, a me capitò il verde, li piantammo al terreno con dei chiodi portati da Mario stesso (era attrezzato peggio di me) e ci separammo non appena ci capitarono tre vie opposte davanti.
- Non perderti. – mi fermò Luigi prima di allontanarsi.
 
- No, non lo farò. – scossi il capo. – Grazie. – gli diedi un bacio sulla punta del naso, illudendolo che glielo volessi dare sulle labbra e corsi mentre tra le mani sgomitolavo la lana.
 
Ho sbagliato.
 
Appunto, sei una scema te.
 
Grazie, la mia autostima è scesa un bel po’.
 
Che mi importa, sei tu che me lo fai dire.
 
Okay..grazie ancora.
 
Non. Perderti.
 
Mi sarei già persa, se non fosse per Luigi!
 
Poco innamorata mi dicono.
 
Poco.
 
 



Ciau, oggi 'pubblicità'.

Leggereste (por favor) "Luigi Jackson - Il Ladro Di Fulmini" di Youandi_23_07_10?
Ve ne sarei grata. Baci.

Jennifer320.

 
  
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