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Autore: __avatar__    31/07/2014    1 recensioni
In questa storia i nostri cari Vendicatori più Loki sono umani e devo affrontare i casini, le difficoltà e tutte le cose pazze che la vita dell'università ti dona. Anche l'amore. Contiene Thorki, quindi se non gradite non passate
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva deciso di parlare con Thor. Sapeva che gli dispiaceva, ed era ancora arrabbiato ma era giusto mettere da parte l’orgoglio per una volta. Tony continuava a dirgli che non doveva sprecare tempo con lui, cosa che gli ricordò anche quella mattina mentre facevano colazione.

“Ti dico che sbagli. Lascialo al suo destino, è solo un idiota.” Parlò sbadigliando

“Ma non era tuo amico?” Bruce si sedette accanto a lui, prendendo una tazza per poi versarci il latte

“Si, ma sono anche amico di Loki. E in questo momento ha più bisogno lui, è indifeso e non sa ragionare.”

“Per le tre ore successive a quando apri gli occhi è meglio se stai zitto. Finisci solo per essere più irritante.” Gli disse Loki, mentre si mise il giubbotto e uscì di casa sbuffando.

Fortuna che quella notte non aveva nevicato così la strada che portava in città era ancora pulita. Schivando i vari pezzi di asfalto gelato e alcuni rami caduti, arrivò sano e salvo nella piazza del municipio. Si guardò un po’ intorno poi vide l’hotel dove stava Thor. Attraversò la strada ed entrò raggiungendo il bancone della reception. Il posto era piccolo ma accogliente e si sentiva profumo di colazione. Vicino all’entrata c’erano alcuni divanetti e tavolini bassi, stracolmi di giornali. Delle piante abbellivano il locale. Accanto al ricevimento c’era l’ascensore per le camere ed eventualmente le scale. Si avvicinò, e un ragazzo moro gli sorrise.

“Buongiorno, posso aiutarti?”

“Qui da voi soggiorna un mio amico. Thor Odinson.”

“Veramente non possiamo dare informazioni dei nostri clienti.” Loki restò per un attimo in silenzio, poi si ricordò. Prese il cellulare e andò tra le foto.

“Ecco. Forse si convincerà con questa.” E così fece gli fece vedere la foto che Tony aveva scattato ai due la mattina dopo la festa a casa di Bruce qualche mese prima. Quello rimase un attimo paralizzato, poi si ricompose e disse.

“Non immaginavo…comunque il signor Odinson si trova nella camera 221. Le chiedo solo se mi può lasciare un suo documento.” Loki gli porse la carta d’identità poi prese l’ascensore e schiacciò il pulsante per il secondo piano.

Appena si aprirono le porte si ritrovò in un corridoio con la moquette color porpora che ricopriva l’intero pavimento, le pareti erano di un leggero color verde e su orni porta una targhetta di legno con i colori d’orati.
Davanti a lui un cartello con su scritte le direzioni delle varie stanze, lui prese a camminare verso destra. Superò la camera 219 e raggiunse la sua meta. Bussò piano, timoroso. Maledetto Tony, gli era venuto il mal di stomaco e iniziava a pensare che forse era stata una cattiva idea. Ma prima che potesse anche solo muoversi di un passo, la porta si aprì rivelando un Thor mezzo nudo, con in vita solo un asciugamano candido e che si strofinava i capelli con uno più piccolo.

Loki rimase li, a fissare il corpo perfetto dell’altro soffermandosi su ogni lembo di pelle scoperta. Il biondo dal’altro canto non si aspettava la visita del moro, così restò imbambolato e guardarlo, felice che si trovasse lì. Il primo a riprendersi fu Loki, scuotendo un attimo la testa, scacciando i vari pensieri zozzi dal suo cervello.

“Puoi metterti qualcosa addosso?”

“Ti vergogni? È roba che hai già visto.” Disse malizioso il biondo, facendo arrossire ancora di più l’altro

“Si, ma siamo in un luogo pubblico. E magari se eviti di urlarlo a tutto il piano.” Thor rise di gusto, poi fece entrare l’altro e chiuse la porta.

Gli disse di accomodarsi dove voleva, poi andò in bagno a vestirsi. Loki prese posto su una poltroncina vicino alla finestra. Non voleva certo che l’altro si rivestisse, ma averlo davanti così non poteva essere lucido, e l’altro avrebbe colto l’occasione per dire qualsiasi cosa e lui si sarebbe ritrovato ad accettare proposte strane. Dopo qualche minuto Thor uscì dal bagno, questa volta con dei jeans scuri e una maglia blu attillata a maniche lunghe. Si sedette sulla seconda poltrona, posizionata davanti a Loki, scese un silenzio quasi imbarazzante, poi il biondo decise di parlare.

“Sono felice che tu sia qui. Non so perché, ma una piccola parte di me era sicura che non saresti venuto. Per fortuna la parte che ci sperava era grande, e ha soffocato l’altra.” E parlando gli prese una mano, accarezzandogli il dorso con il pollice.

“Io vorrei che tra noi si sistemasse tutto. Io ho fatto i miei errori, tu anche. Però sento che ce la possiamo fare, e adesso che i nostri amici lo sanno possiamo evitare di tenere il tutto nascosto.” Rispose l’altro con un sorriso
Thor rimase un attimo in silenzio, bloccando i movimenti del pollice e guardando fuori dalla finestra. Aveva iniziato a nevicare, e i fiocchi pian piano si ingrandivano. Poco dopo tornò a guardare il moro e disse.

“Sarà difficile che la cosa venga accettata….”

“Se è Tony il problema, lo farò ragionare io.”

“Non è lui. Non accetteranno la cosa in confraternita. È vero, adesso sono un membro effettivo, ma ancora non posso fare come voglio. E non mi posso permettere di lasciarla, senza quella non sarei nessuno.”

“So che per te è importante la confraternita, che devi dimostrare che non sei solo bravo nello sport. Ma hai pensato a quello che succederà? Sanno che sei uno che ha avuto tante ragazze, e prima o poi ti metterai con una per non farli insospettire. A quel punto cosa ne sarà di noi?”Loki parlò pacato, cercando di farlo ragionare. Aveva sottratto la mano da quella del biondo e aveva incrociato le braccia al petto.

“Forse possiamo aspettare fino all’anno prossimo, quando non sarò più un iniziato.”

“E così, la confraternita è veramente la cosa più importante per te.” Il moro si alzò, raggiunse la porta e l’aprì. Prima di andarsene si girò verso Thor e disse

“Non ti posso aspettare. Non posso sopportare di condividerti con qualcun’altra, o comunque di fare ancora le cose di nascosto. Ora il casino è tuo.” E detto questo uscì dalla stanza, lasciando l’altro senza parole.

Il resto delle vacanze fu un supplizio per Loki. Quando tornò alla baita, dopo aver visto Thor, non volle vedere nessuno. Si sentiva male, era come se fino a quel momento la situazione tra lui e Thor fosse stata in stanby, ma quella conversazione aveva cancellato davvero tutto. Non vedeva l’ora di tornare alla frenesia dell’università, almeno poteva non pensare alla situazione creatasi.
Stranamente Tony non lo assillò, anche se era super convinto che ci fosse lo zampino di Pepper e Bruce. Ma questa quiete durò solo per il soggiorno nel Vermont. Infatti appena tornarono alla Stanford, Tony raggiunse l’appartamento che Bruce condivideva con Loki.

“Vuoi dirci cosa è successo? Almeno so se prendere a calci te o l’altro.”

“Tony” Bruce lo richiamò, con il tono di voce duro

“Tony un bel corno. Sono stato zitto e tranquillo fin troppo, e non è da me.” Bruce stava per ribattere, ma Loki lo fermò.

“Va bene. So quanto adori i pettegolezzi, e così almeno io potrò vivere tranquillo senza te che mi assilli.” Parlò il moro esasperato, ma con un mezzo sorriso. Raccontò ai due la conversazione, evitando di dire che appena fu uscito dalla stanza la voglia di tornare dentro e buttarsi addosso al biondo e strappargli i vestiti lo avvolse. Appena finì Tony disse

“Sai cosa devi fare? Ubriacarti, farti il primo che passa e dimenticarti di Thor. Anche se le possibilità di vederlo tutti i giorni sono alte. Se vuoi ho il numero del cassiere di Montpelier.” Bruce e Loki lo guardarono allibiti, poi Banner scosse un attimo la testa.

“Non ascoltarlo. Secondo me potevi provare ad aspettare. Non sto difendendo Thor, però sai quanto lui ci tenga alla confraternita, ma venendo nel Vermont ha dimostrato quanto tenga anche a te.”

“Non so più cosa fare. Una parte di me la pensa come te Bruce, ma l’altra è incazzata nera e non ragiona.” Loki si sedette sul divano, coprendosi il viso con le mani. Gli altri due si guardarono, poi inaspettatamente Tony disse, serio.

“Datevi del tempo. Troverete un modo.”
Loki lo guardò, poi annuì. In quel momento suono la sveglia del suo cellulare. Era tempo di andare al lavoro.

La serata passò lenta, non c’erano molti clienti in pizzeria, così Mark mandò Loki via prima. Era sulla via del ritorno quando successe l’inevitabile. Una macchina, per non colpire un gatto che si era fermato in mezzo alla strada,  il conducente sterzò verso sinistra non accorgendosi però che Loki stava attraversando le strisce. Il moro cercò di scansarsi, ma ormai era tardi, la macchina lo colpì in pieno scaraventandolo quattro metri più avanti.

Loki restò a terra, con la gamba e braccio sinistri in posizioni scomposte. Sul viso tutto graffiato e con un paio di tagli sotto l’occhio e sul naso, iniziavano a formarsi dei lividi. Dai locali ancora aperti stavano uscendo delle persone. Il conducente dell’auto uscì dall’abitacolo reggendosi un braccio. Qualcuno chiamò il pronto intervento e la polizia, che di li a dieci minuti li raggiunsero.
I medici trasportarono d’urgenza Loki all’ospedale più vicino, constatando che ci fosse un’emorragia interna e un trauma cranico. Per fortuna trovarono nel portafoglio i numeri di Tony e Bruce, che vennero contattati non appena il moro andò sotto i ferri. Fu una serata lunga per tutto il gruppo, riunitosi in ospedale, senza la benché minima idea delle condizioni dell’amico. 




Angolo autrice
Ok bene, non è stato facile scrivere questo capitolo più che altro per la lotta verbale tra me e Roby (visto cosa ho duvto far succedere??) xD
Comunque pernso che ci saranno ancora un capitolo più l'epilogo, anche se in queste tre settimane di vacanza ci devo pensare bene.
Spero non mi uccidiate per questa cosa.
p.s. la "discussione" tra Thor e Loki potrà subire delle modifiche vi avverto, ma per ora non saprei come cambiarla :)
A presto

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