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Autore: Respiro_di_Primavera    01/08/2014    2 recensioni
"-Ripetilo se ne hai il coraggio.
-Non ho provato nulla...- sussurrai a pochi centimetri dal suo viso
e lo vidi alzare un sopracciglio, mentre le sue mani mi accarezzavano.
-Allora perché hai la pelle d'oca?
-Sono bloccata qua fuori in piena notte, con solo un asciugamano
e i capelli bagnati: ho freddo.
-Risposta errata, Kiss.- sorrise, sollevandomi il mento con le sue dita calde
e lasciandomi un lieve bacio nell'incavo del collo aggiunse -Ma se hai freddo,
non ti preoccupare. Ci sono qua io e ti prometto che ti scalderò per tutta la notte,
se me lo permetterai..."
Jess è una ragazza che nasconde tutta se stessa dietro a una maschera
ed è diventata tanto testarda da credere che quella ormai sia la sua vera faccia.
Finché non arriva qualcuno a farle vedere che dentro di lei c'è molto di più...
Questa è la prima storia che pubblico in assoluto, quindi la vostra opinione
è importante per migliorarmi! ;)
Avverto che è tratta da un sogno e che presenta elementi non veritieri, di mia invenzione.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Triangolo
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 Gesti inaspettati 
 



 
Avevo mai detto quanto detestassi correre inseguita dai fotografi con la bava alla bocca che pregustavano
già il sapore della vittoria ad ogni scatto? No?
Certo, era probabile che non l’avessi mai detto. Anche perché non mi era mai successo prima di quel
momento. E pensare che da piccola ridevo delle persone che non  volevano essere fotografate. Per me le foto
erano importanti, erano ricordi, momenti sigillati e pronti ad essere rivissuti nella propria mente, evocati solo
da un’immagine.
Ero proprio una stupida.
Mentre con una forza che non mi aspettavo così all’improvviso il mio tutore mi trascinava “in salvo”, mi voltai
un istante per controllare a che punto erano i nostri inseguitori. Ci eravamo inoltrati in mezzo al parco, dove
c’erano le piante e l’erba era meno curata, sperando che ciò li rallentasse. O almeno pensai che fossero queste
le intenzioni del riccio che guidava ogni mio passo di quella fuga precipitosa.
Per un attimo credetti che ce l’avessimo fatta. Davvero, mi stupii del mio ottimismo per una volta…dopo di
che li vidi comparire.
-Vuoi continuare questa corsa mattutina per bruciare calorie o facciamo sul serio? No, perché fra poco ci
saranno addosso, Mr. Boccoli!- gli feci notare, con il mio solito tono gentile e accomodante.
Per tutta risposta mi strattonò, facendomi accelerare il passo (anche se più che correre, credo che mi stesse
cercando di insegnare a volare…) e voltare l’angolo, ma invece di evitare un cespuglio che era proprio di
fianco alla strada che dovevamo percorrere mi ci buttò dentro. Quello sì che era un English Gentleman! E io
che pensavo fossero tutte leggende metropolitane!
-Sta qui finché non torno se no sono cazzi, capito?
-Signorsì, capitano!- sbuffai, lasciandolo riprendere la strada.
Si allontanò, continuando a correre sotto la pioggia scrosciante che ormai gli aveva appiccicato i vestiti
addosso, anche se quei pantaloni dovevano essere già stati aderenti quando gli aveva indossati quella
mattina… Mi sforzai di distogliere lo sguardo e trattenni il fiato quando un’onda di flash e macchine
fotografiche si abbatté sulla stradina di fianco al mio nascondiglio per poi proseguire di tutta fretta.
Oh, che nobile gesto sacrificarsi per me! Forse dovrei seriamente aspettarlo qua dentro, con l’acqua che mi
entra negli occhi e i capelli che ormai sembrano delle alghe… Ma non ci penso neanche!
Mi alzai lentamente, pregando che non ci fosse più in giro nessuno di quei tipi odiosi, e mi tirai indietro i
capelli. Domandandomi dove potevo andare in quel momento. La casa dei cinque canterini era esclusa a
prescindere, come la casa di Isa visto che lei non c’era…magari dovevo andare ai grandi magazzini e
comprarmi qualcosa di asciutto… Mi grattai il mento, notando poi di avere le dita nere. Il mascara era colato
fino a lì.
Dannazione, ora sì che sembravo una scappata di casa! Imprecai, cercando di uscire da quel dannato cespuglio
e rompendomi la felpa.
-Ma cazzo! Quello appena torna lo strangolo! Altroché! Anzi prima lo torturo e poi lo faccio sciogliere in una
vasca piena d’acido!- sibilai a denti stretti, prendendo tra le mani il buco che si era creato. Adoravo quella
vecchia felpa. Un altro ricordo andato a puttane…
-Non strillare! Ho fatto una fatica a seminarli!- sbuffò una voce senza fiato e rimasi sconvolta nel vederlo
piegato in due a riempire i polmoni proprio di fianco a me.
-Ma come hai fatto?
-Abitudine.- scrollò le spalle e mi studiò da sotto le lunghe ciglia che gli incorniciavano quegli occhi verdi più
intensi del solito –Devi avere solo delle buone gambe e delle scarpe comode –
-Ok. Allora cosa pensi di fare con me, ora? Mi sculaccerai perché sono stata una bambina cattiva, prima di
riportarmi a “casa” e obbligarmi a scusarmi con Liam?- incrociai le braccia e inarcai un sopracciglio.
Il riccio mi fissò in silenzio, avvicinandosi, e con un gesto inaspettato mi passò una mano sui capelli e sulla
guancia, mentre i suoi occhi diventavano impenetrabili e fissavano con intensità i miei resi ancora più scuri dal
temporale. D’istinto m’irrigidii a quel contatto, chiedendomi cosa volesse fare. Aveva perso il cappello di lana
e ora i ricci bagnati gli accarezzavano la fronte imperlata di pioggia, mentre le sue dita calda mi toccavano.  
-Che vuoi?- gli chiesi, assottigliando lo sguardo.
La sua mano si spostò bruscamente dal mio viso e mi afferrò un polso con poca gentilezza, trascinandomi
verso l’uscita del parco. Per una volta che le cose si stavano facendo interessanti questo inizia a comportarsi
come uno stronzo.
Uomini!
-Dove stiamo andando? Anzi, dove mi stai portando contro la mia forza di volontà?- protestai, cercando di
liberarmi, ma senza successo.
La sua stretta non faceva male come quella di Marco, ma era robusta, solida, non mi lasciava e non si
allentava neppure di poco. Era una presa forte, ma in qualche modo gentile, come qualcuno rude che però ti
vuole proteggere e nasconde in sé tutta la gentilezza che tu non ti aspetteresti….
-Zitta e seguimi.
Cazzo, che gentilezza!
Alzai gli occhi al cielo, ma poi decisi di fare come diceva, affiancandolo.
Lasciai che la sua mano scivolasse giù dal mio polso e che le sue dita si intrecciassero alle mie senza dire
niente.
E ci incamminammo così sotto la pioggia.
 
 
 









POV. NIALL
 

Aveva i capelli più belli che avessi mai visto, sembravano così soffici che mi veniva quasi voglia di toccarli,
farmeli filare tra le dita e arrotolarli con dolcezza. Le arrivavano appena sotto alle spalle, perfettamente lisci
senza il bisogno della piastra e si muovevano intorno al suo viso come un alone di luce solare.
E poi c’erano i suoi occhi chiarissimi, grandi e così innocenti, dolci come tutto di lei…mi faceva venire una
voglia matta di perdermi lì dentro, fin dal primo istante in cui l’avevo vista.
Non avevo mai creduto a colpi di fulmine prima di quel momento.
Prima di incontrarla.
Isabella si sporse verso il tavolino per prendere il telecomando e il suo profumo mi rintontì per un istante,
prima che i suoi occhi si voltassero verso di me e le sue guance prendessero una dolce sfumatura di ciliegia.
-Niall, mi passeresti un cuscino, per favore?
Oddio, anche la sua voce era fatta di zucchero e d’innocenza.
Un’innocenza ormai rara nel mondo in cui ormai vivevo da tempo. Con i ragazzi era meraviglioso, perfetto a
parte le solite litigate da coglioni…ma tutte le ragazze che avevo conosciuto dopo…erano state tutte attratte
dal nome oppure dall’aspetto, dalla mia voce…ma non da chi ero davvero io. Avevano tutte qualcosa sotto. Mentre l’amica di Jess era completamente diversa.
-Niall?- ora il suo viso aveva un rossore molto più accentuato e i suoi occhi fuggirono ai miei per la timidezza
e l’imbarazzo.
-Uh? Ah…ehm…tieni!- gli passai un cuscino di fiano al mio e la studiai, mentre se lo stringeva al petto e
voltava il viso verso la televisione.
Mi sdraiai su un fianco, avvicinandomi un po’ a lei, mentre mangiavo i popcorn. La su mano chiara scivolò tra
le mie per prenderne una manciata e io gliela bloccai, non resistendo più. Aveva la pelle vellutata, piccole
unghie tenute corte e senza smalto, ben curate. Disegnai dei cerchi sulla sua mano, mentre le sue dita
rilasciavano i popcorn e si intrecciavano alle mie.
Levai lo sguardo su di lei e i suoi occhi mi stupirono.
Erano diventati ancora più grandi, sgranati per lo stupore, l’imbarazzo e qualcos’altro che non sapevo come
interpretare. Avrei voluto capire di più o collegare il cervello, ma non ci riuscii.
Non con quegli occhi di fronte.
Avvicinai la sua mano alle labbra e le succhiai un dito.
Era salato, ma sotto lo strato dei popcorn, il sapore della sua pelle mi ricordava la vaniglia e il cioccolato
era buonissima. Mi ritrovai ad accarezzare ogni sua dita con le labbra, chiudendo gli occhi e sentendola
rilassarsi piano piano. Schiusi gli occhi e notai che anche lei li teneva chiusi, mentre con l’altra mano si
aggrappava al cuscino che aveva al petto. I capelli leggermente sul viso a farle ombra e la bocca socchiusa…
Chissà di cosa sapessero le sue labbra…
Aveva un espressione di piacere e confusione strana, che però mi fece venire i brividi.
Poi però si ritrasse quando sentì le mie labbra sul suo polso.
Il suo viso si infiammò, mentre si alzava da lì e correva di sopra.
Lasciandomi con il suo sapore sulla punta della lingua…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 POV. HARRY


-Fai sul serio?
No, non le avrei risposto. Ero stato chiaro, doveva stare zitta e seguirmi, cosa poteva non aver capito di questo
semplice concetto? E poi stavo già sforzandomi di non fare scemate, mentre la sua voce irritante e quella punta
di sarcasmo che aveva sempre mi stavano mettendo a dura prova...
-Sul serio l'hai presa?
Sbuffai, schiacciando con forza ilpulsate per chiamare l'ascensore. Ci impiegò troppo tempo, davvero troppo
tempo ad arrivare, ma gli sportelli si aprirono in tempo e io mi ci infilai subito dentro, trascinandomi dietro
quella ragazza insopportabile.
-Hai deciso di non parlarmi? Perchè diavolo lo hai fatto, coglione?
Ottimo, ora dovevo sopportarla anche mentre mi dava del coglione e mi insultava. 
Pregai di arrivare presto a quel maledetto piano.
-Ok, senti cercherò di essere gentile...ok?
"Impossibile, tu non lo sei mai. Non ne sei in grado." pensai, squotendo la testa.
-Dimmi solo che ci facevi al parco.- la sua voce era davvero più gentile. Non ci potei credere. probabilmente
le mie orecchie mi stavano ingannando...troppa acqua, già...
comunque non le risposi, ma appena arivammo percorsi il corridoio e arrivai davanti alla mai stanza, per poi inserire nella toppa le mie chiavi e far scattare la serratura. Mi feci da parte e lei squotendo la testa mi precedette accendendo le luci.
La camera era ampia e ben pulita, il letto era matrimoniale con le lenzuola dorate e i ricami rossi, la moquette
era rossa e soffice, mentre le pareti color panna erano impreziosite da ricami e gaget di lusso. Un televisore 
era posizionato su un mobile di fronte al letto  e su un mobile vicino alla porta che si apriva sul bagno erano
posati degli asciugamani puliti e due accappatoi. 
Posai le chiavi nella mia tasca e chiusi la porta alle mie spalle, facendola voltare.
I suoi occhi mi studiarono attentamente, in modo sospetto, prima che mi si avvicinasse di nuovo.
Le sue mani si posarono sul mio petto, accarezzandolo lievemente e poi fecero scivolare fino in fondo la
cerniera della felpa, per poi sfilarmela lentamente, fissandomi negli occhi.
Passò una mano tra i miei capelli bagnati, obbligandomi a chinarmi verso di lei e ad arrivarle a un soffio dal
viso, come se fossi un giocattolo tra le sue mani.
E probabilmente lo ero in quel momento.
Anche con il trucco colato e i capelli bagnati la trovavo bella, ma non bella e basta.
Non era bella nel vero senso della parola, non parlavo di bellezza estetica...era bella perchè si rifletteva ciò
che aveva dentro. Era una bellezza malinconica e triste, infiammata da un'anima persa, che si era abbandonata.
Un'anima che apparteneva già a un altro. 
Strinsi i pugni e contrassi la mascella, spingendola via e facendola cadere sul letto.
La vidi stringere i denti e buttare la testa all'indietro.
-Pensavo che mi avessi portato in un albergo perchè volevi approfittare di me...o almeno giocare un po'. E con
giocare, non intendo fare il gioco del silenzio...- mi lanciò un'occhiata gelida e si sfilò la felpa rotta,
fermandosi a osservarne lo strappo. 
I suoi occhi si fecero tristi per un secondo, poi furono presi dalla rabbia e gettò contro il muro l'indumento.
La osservai in silenzio, mentre si sfilava i vestiti e afferrava un accappatoio, prima di chiudersi in bagno.
Perchè faceva così?
Perchè si considerava solo un corpo da esibire e nient'altro? O perchè fingeva che fosse davvero lei quella?
Davvero c'era qualcosa sotto che dovevo trovare o era così e fine del discorso? 
Dalle azioni della sera precedente sembrava davvero una ragazza di quel genere, con un ragazzo violento e con
il vizio di esibirla e farle tutto quello che voleva...
Valeva la pena prendermi cura di una che di cure non ne voleva?
Raccolsi la felpa e la riggirai tra le mani, 
Un etichetta...
"Proprietà di Rob"
Chi era Rob? Il ragazzo della sera prima? Per questo aveva reagito in quella maniera? O era un altro?
Noi dovevamo lottare davvero per lei?
















 





*****ANGOLO AUTRICE*****

Scusate il ritardo, il computer aveva un guasto
e non sapevo come fare a postare il capitolo :(
Comunque eccolo qui!  
Che ne pensate???????
Spero di sentirvi ancora numerosi, ricordate 
quello che ho scritto nel mio angolino lo scorso
capitolo, varrà per tutti gli altri capitoli!
Se recensite in tanti e velocemente posterò 
il prossimo capitolo questo weekend ;)
Un abbraccio a tutti e grazie alle meraviglie 
che mi sono state vicini, a coloro che leggono in silenzio
e quelle lettrici che mi supportano sempre!
A presto!
Respiro_di_Primavera :*






 

 
  
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