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Autore: Anaslover    01/08/2014    3 recensioni
Due ragazze, Sierra e Isabelle, e quattro ragazzi, Michael, Ashton, Calum e Luke, si trovano ad affrontare l'esperienza più incredibile della loro vita. E tra litigi, amori, pianti e sentimenti travolgenti dovranno far fronte ai problemi che li metteranno alla prova.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non saprei dire quanto dormii quella notte. Forse una, due ore.
E la cosa che più mi turbava era che il motivo della mia insonnia non erano certo le parti doloranti del mio corpo, ma la ragazza che dormiva irrequietamente a pochi passi da me.
Decisi di alzarmi, non c'era motivo di restare disteso lì a terra. Passai accanto al letto e raggiunsi la finestra. Non doveva mancare molto all'alba, così mi sedetti sulla poltroncina dall'altro lato della stanza e aspettai che il sole si facesse spazio nel cielo.
Ogni tanto Sierra si rigirava nel letto, farfugliando qualcosa nel sonno. Non era difficile da intuire che fosse agitata per gli avvenimenti del giorno prima. Un paio di volte, scattai in piedi istintivamente per poi tornare a sedermi rassegnato. Avrei voluto fare qualcosa per rassicurarla, ma, in fin dei conti, non era mio costume farlo. Non ero nessuno per lei e, visto come ci aveva tenuto a precisare quando Mary Anne aveva frainteso, evidentemente non voleva che quella cosa cambiasse.
Uscii dalla porta quando mi accorsi che stava per svegliarsi. Stavo scappando, come avevo fatto la sera precedente chiudendomi in bagno. Stavo scappando come un vigliacco. Stavo scappando da lei. Che cosa mi aspettassi poi, era un enorme punto interrogativo. Se non le avessi parlato subito, sarebbe stata questione di minuti prima che scendesse. Dovevo costruirmi una maschera, un muro tra me e lei. Reprimere tutto, qualsiasi cosa fosse quello che sentivo, era il mio obbiettivo. E così feci, la trattai con indifferenza e mi ritrassi dal darle spiegazioni quando me le chiese. E mai come in quei momenti mi sentii solo un ragazzino. Fondamentalmente il problema era che non riuscivo a dare un nome alla sensazione che mi prendeva in sua presenza. I suoi atteggiamenti mi infastidivano, e anche tanto, ma per qualche motivo continuavo a cercare di aggiustare le cose, a sperare che avrebbe dimenticato, che saremmo tornati quelli di prima. Forse era una speranza vana ma mi mancava la determinazione per demordere.
"Luke, ma dove siete stati?" fu la prima cosa che sentii dire ad Ashton non appena misi piede in camera.
Anche Michael e Calum erano lì.
"Amico, ci siamo preoccupati." intervenne quest'ultimo.
"Lasciate stare." cercai di tagliare corto.
Una cosa che apprezzavo dei miei amici era che non insistevano. Sapevano che quando non mi andava di parlare di una cosa, la conversazione era finita li per quanto mi riguardava.
Per tutto il giorno rimasi chiuso in camera e riuscii anche a recuperare un po' di sonno.
In realtà avevo voglia di fare poco e niente, ma Ashton mi ricordò che dovevamo uscire con Cindy e le sue amiche e che "sarebbe poco carino declinare l'offerta visto quello che ha fatto per noi". In tutta sincerità, non mi interessava minimamente ne di lei ne delle sue amiche. E uscire da quella stanza avrebbe comportato vedere Sierra.
Avevo una gran voglia di prendermi a schiaffi, quasi a volermi risvegliare da quel maledetto stato di trance in cui ero finito. Avevo passato tutto il giorno pensando a lei ed era una cosa che si era già verificata in precedenza. E in ogni caso, prima o poi sarei dovuto uscire, perciò cosa avevo da perdere?
"Le mie amiche stanno aspettando giù. Ci vogliono una decina di minuti per arrivare al centro della città da qui." spiegò Cindy quando fummo tutti insieme.
Scendemmo dalla parte della struttura indirizzata agli alloggi e ci ritrovammo in breve nel parcheggio.
"Loro sono Vanessa e Taylor."
Due ragazze si presentarono davanti ai nostri occhi.
Rimasi colpito? Si.
In maniera positiva? Decisamente no.
Prima di tutto, non conoscevo quelle ragazze, ma a prima vista non sembravano certo persone con cui si potevano scambiare un paio di parole sulla storia dei nativi americani o sulla tavola periodica. E il loro aspetto decisamente non aiutava. Forse potevano sembrare carine, ma erano troppo costruite per i miei gusti. Tutto di loro non mi piaceva, dall'abbigliamento al modo di fare.
Non capii bene come ma mi ritrovai con Ash nella loro macchina, mentre eravamo diretti chissà dove.
Colsi poco di quella conversazione, se non una voglia irrefrenabile di attaccare bottone da una parte e un grande imbarazzo dall'altra. Forse più da parte di Ashton, ma era ovvio che era innamorato perso di Isabelle. A me scivolavano addosso le loro continue frecciatine e i tentativi di seduzione.
Arrivammo in un bar vicino ad una discoteca. C'era un bel po' di gente che entrava e usciva da entrambi gli edifici e, mi accorsi, mi faceva piacere ritrovarmi in mezzo a così tanta gente, visto l'isolamento al quale ci eravamo sottoposti nelle settimane precedenti.
Ci sedemmo ad un tavolino all'aperto ed ordinammo da bere. Non potei far a meno di capitare seduto vicino a quella Vanessa, ma peggio, di fronte a Sierra.
Senza contare che l'opinione che avevo di quelle due ragazze si faceva sempre peggiore, mi chiedevo cosa c'entrassero con Cindy. Certo non avevo avuto modo di conoscerla, ma da quel poco che mi era dato mi era sembrata completamente diversa.
Per tutto il tempo - veramente tutto - quella ragazza non mi aveva tolto le mani di dosso, e di respingerla in maniera brusca, come avrei voluto, non me la sentivo.
"Qualcosa non va?" chiese Vanessa.
Ci misi qualche secondo a capire ce parlava con Sierra.
"No." rispose secca lei.
Le si vedeva in viso che era infastidita. Ma perché? Non aveva motivo di esserlo. Sarei un'ipocrita a non ammettere che quella situazione mi divertiva. Sul mio viso nacque un sorriso, forse troppo esplicito, vista la sua reazione. Sierra si voltò di scatto e per un momento il pensiero che potesse essere gelosa mi balenò in testa. Infondo, perché non approfittarne?
"Che ne dite di entrare?" la voce di Cindy si fece spazio tra i miei pensieri. Sembrava mortificata ed era facile intuirne il motivo.
La musica era ad un volume talmente alto all'interno della discoteca che era possibile sentirla anche da fuori e, man mano che ci avvicinavamo, il suono diventava sempre più chiaro e udibile.
Non appena fummo dentro, Taylor e Vanessa ci trascinarono sulla pista da ballo. Nonostante cercassero di non darlo a vedere, i ragazzi erano infastiditi tanto quanto me da quell'atteggiamento così autoritario. Tutti tranne Cal. Lui se ne stava seduto al tavolo con lo sguardo rivolto verso le persone ammassate al centro della sala. Feci in tempo a vedere Sierra e Isabelle andare verso il bancone, prima di perderle di vista e sorrisi di nuovo. La loro reazione dimostrava che erano un po' ingenue. Ma, in fin dei conti, per le ragazze doveva essere normale dichiararsi guerra quando si avevano caratteri completamente diversi. E quella era una certezza, perché Sierra e Isabelle erano decisamente agli antipodi di quelle due.
Certo era che me ne stavo approfittando di quella situazione per farla innervosire, ma c'era un limite a tutto e non sarei mai andato troppo oltre. In più, ero io il primo a cui l'insolenza di quelle ragazze, di una in particolare, dava fastidio.
Mi allontanai senza premurarmi di dare delle spiegazioni e mi diressi verso il bagno. Non ne avevo bisogno, ma voleva staccare un momento la spina. Volevo stare senza pensieri. Ma successe esattamente il contrario perché incontrai proprio la ragazza che avevo evitato per tutto il giorno.
"Non ti stai divertendo?" la punzecchiai, notando la sua espressione seria. Un ghigno divertito si fece spazio sulle mie labbra.
"Mi sorprende che tu non sia in bagno con la tua amichetta. Ma immagino che stia per succedere." rispose, tenendomi testa. Non mi sarei aspettato altro da Sierra.
"Non sarai mica gelosa?"
"Stai scherzando? Non mi importa un bel niente di cosa fai con quella lì, o con la prima puttana che passa. Luke, non mi importa niente di te."
Le sue parole erano ferme e decise. Inspiegabilmente però non mi provocarono una sensazione di amarezza. Al contrario sentii quasi il bisogno di farle capire che, non importa quanto facesse la dura, l'avevo stanata. 
Aveva la schiena premuta contro il muro del corridoio e sovrastavo su di lei.
"Sei solo una ragazzina Sierra e non cambierai mai. Ma, sai che ti dico? Hai ragione. Non deve interessarti niente di me, perché noi non stiamo insieme e non siamo neanche amici."
Le dissi quelle parole perché le pensavo seriamente. Forse se ci avessi riflettuto meglio avrei cercato di essere meno duro ma non mi pentii di averle pronunciate.
"L'hai detto tu, no?"
Detto questo, mi allontanai, diretto di nuovo nella sala gremita di persone. Non sapevo se aveva colto il mio chiaro riferimento alla vecchietta del giorno prima e, anzi, lo dubitavo fortemente. Ma era la verità. Lei aveva detto che non stavamo insieme e, si, mi aveva dato terribilmente fastidio. Il perché non lo sapevo.



ANGOLO AUTRICE
Salve gente!!! Allora, non sono sicura di cosa sia questa ahah ma mi sono detta "perché non dare la possibilità anche a Luke di esprimersi?" e questo è quanto ne è venuto fuori. Non ne sono completamente soddisfatta ma l'idea di scrivere i capitoli abbastanza significativi anche dal punto di Luke, la trovo carina. Certo, in questo capitolo non accade molto, ma secondo me era quello giusto per fare il punto della situazione con Lukey...
Ditemi cosa ne pensate e se magari questa cosa che ho pensato vi annoia, perché implica rileggere lo stesso capitolo due volte, ditemelo apertamente.
Per favore recensite, recensite, recensite!
Ah, dimenticavo: ovviamente mancano i messaggi all'inizio e alla fine alla mamma di Sierra. Inoltre il capitolo è venuto un po' più corto del solito mi sa. Un grazie enorme a chi segue la storia.
Un bacione,
Anaslover
  
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