Hola chicos! Ho aggiornato un
po’ prima perché credo che nei prossimi giorni non avrò tempo, quindi credo proprio
che questo sarà il mio ultimo aggiornamento estivo dato che l’11 inizio la
scuola ç_ç. Non so quando potrò aggiornare, forse venerdì. Che tristezza!
Comunque, questo capitolo fa
parte di quelli “principali”, in cui conosciamo i personaggi che in seguito
saranno importanti oltre a Niko e Debora, come il presentatore Ivan Argenti,
Andrea e Rossella.
Detto ciò, grazie di cuore a
tutti coloro che hanno letto lo scorso cap alla cara Giulls per aver recensito: si si, Martina è proprio una
stronzetta, ma nel prossimo capitolo verrà ripagata nel peggiore dei modi con
la sua amica Giulia… Debora ha fatto bene a tirare fuori la grinta, vero? Sono
contenta che tu l’abbia apprezzato! E riguardo Francesca, te lo avevo detto che
ci pensava Niko a sistemarla, muahahahah! Contenta di questo aggiornamento “precoce”
xD? Un bacione e grazie mille!
E voi altri? Me la lasciate
una piccola recensione? Ve ne sarò infinitamente grata! ^^
Buona lettura!
Confessions of a Teenage Drama Queen
Capitolo sei
Una Buona occasione Per Essere Una Buona Life Coach
Il
buonumore non mi abbandonò molto facilmente grazie a Dio. Il giorno che
precedette il serale del programma lo trascorsi quasi esclusivamente insieme a Niko
dato che quasi tutti erano impegnati con le prove, sia delle canzoni che dei
costumi, così ebbi la mia seconda occasione di essere per davvero una life
coach e non solo un’adolescente che perdeva tempo tra crisi adolescenziali e
feste.
“A
cosa pensi?” gli chiesi il lunedì mattina. Era venuto nella mia stanza e mi
stava osservando mentre mettevo in ordine i miei vestiti senza dire una parola,
in attesa delle prove nello studio.
“Un
po’ a tutto… Sai, la questione di Luigi mi ha dato molto a pensare” rispose
prendendo posto sulla sedia della scrivania.
“La
questione di Luigi? Cioè, al fatto che
sua moglie è incinta?”
“Si”
mi guardò con i suoi bellissimi occhi azzurri e per la primissima volta vi
lessi un’aria affranta, triste, malinconica.
Smisi
di occuparmi delle varie creme di Martina sparse tra i miei trucchi e mi voltai
verso Niko, sedendomi sulla sedia della scrivania.
“Non
capisco…” replicai sinceramente, fissandolo e cercando di mantenere il mio tono
sincero, ovvero preoccupato.
“Mi
è ritornato in mente una scena di otto anni fa, quando mia madre ci annunciò di
aspettare mia sorella. Mio padre fece un urlo di gioia ed aprì una bottiglia di
spumante, versandola a terra per metà a causa dell’emozione” iniziò a
raccontare. Gli occhi gli brillavano e lì compresi quanto gli mancasse la sua
famiglia. “Quando mia madre stava per pulire la bloccò, dicendole che non
doveva sforzarsi e pulì lui, ma prima prese il telefono e chiamò tutta la
famiglia… Da quella scena compresi che avere una famiglia così felice è la cosa
più importante di tutte, non serve essere ricchi o essere famosi se poi non hai
delle persone con cui divedere queste gioie” aggiunse, abbassando il capo. “Per
questo sono stato io a crescere mia
sorella, non volevo essere da meno alla felicità dei miei genitori, perché se
loro erano felici lo ero anche io”.
Ci
guardammo e notai che il suo tono era incrinato, commosso. Mia alzai dalla
sedia, avvicinandomi a lui e abbassandomi alla sua altezza dato che era seduto.
“Guarda
che non c’è niente di male se la tua famiglia ti manca, Niko. Anzi, ti capisco,
non sai quanto manca a me dopo nemmeno una settimana! Perciò, sfogati,
altrimenti io che ci sto a fare qui?” tentai di incoraggiarlo. “Ho sempre
saputo che sei una persona così sensibile alla famiglia, oltre che umile, per
questo ho deciso di fare i provini per diventare la tua life coach”
Alzò
lo sguardo, e sentii una fitta di paura quando vidi una lacrima rigargli il
viso. I ragazzi che piangono mi hanno sempre spaventata, ma allo stesso tempo
li ho sempre ammirati perché si
distinguono dalla massa di fighetti che vogliono fingere di essere chissà chi
quando poi sono i primi a piangere di nascosto perché qualcuno gli ha fatto la
bua.
“Ho
detto qualcosa di sbagliato?” chiesi intimorita.
Si
asciugò la lacrima scuotendo il capo. “Oh, no, ma che! Scusa, non dovevo…” si
scusò, cercando di asciugarsi gli occhi.
“Dai,
piangi se ti fa stare meglio, anzi, piangiamo tutt’e due, ci sfoghiamo e stiamo
in pace con noi stessi…”
“Perché
vuoi piangere?”
“Perchè
mi fai commuovere e mi manca la mia famiglia” dissi. Io mio tono era già più
acuto, pronto ad annunciare un diluvio di lacrime. Mi si stringeva il cuore nel
vederlo così.
Io
stessa tutte le notte rivolgevo il pensiero alla mia famiglia, chiedendomi cosa
facessero, se gli mancavo…
Niko
non mi rispose ma si limitò a guardarmi.
“Su,
sfogati” decretai cercando di convincerlo.
Sorrise
nervosamente, scuotendo il capo. Ma, due secondi dopo, eccolo lì a raccontarmi
della sua famiglia, della sua sorellina Maria, di quanto i suoi genitori
avevano lottato per averla dato che sua madre aveva qualche problema, e poi a
raccontarmi della sua vita in generale prima di Music’s Planet, dei suoi amori,
dei suoi amici… Eppure io gli raccontai molte cose, ma la questione amorosa la
lasciai perdere, non mi andava di dire che ero stata brutalmente mollata cinque
mesi prima.
“Quindi
la tua prima ragazza ti mollò solo perché ti eri iscritto in un istituto
tecnico invece che ad un liceo?” chiesi incredula. E’ proprio vero che chi ha i
denti non ha pane e chi ha il pane non ha i denti.
“Si,
disse che i suoi non volevano che la loro pargoletta frequentasse un tipo “poco
raccomandabile”, ma dico io” spiegò sbuffando.
“Ma
ora di sicuro si starà mangiando le mani ogni volta che accende la tv e ti
vede…” lo rassicurai, strappandogli un sorriso.
Tra
un ricordo e l’altro venne l’ora delle prove, ora in cui disse che voleva
provare da solo dato che sarebbe stata la prima della settimana sul palco.
Era
la prima volta che entravo nello studio, e sentii quasi un senso di smarrimento
tanto che era grande.
La
parte centrale, ovvero dove si trovavo il vero studio con le varie tribune era
enorme, ma il resto era composto da camerini e corridoi.
“Vado
a provare con Maria e Sandro, ti raggiungo io dopo, ok?” mi chiese Niko mentre
si allontanava, quando mi riaccompagnò dietro le quinte.
“Ok…”
Mi
guardai intorno, notando che c’era un corridoio lunghissimo davanti a me.
Chissà dove porta…
Fatto
sta che tre secondi dopo, essendo curiosa di vedere i camerini, dopo aver
girato qualche angolo, sentii di essermi persa.
“Ti
serve una mano?”
Mi
voltai, sussultando, e mi trovai davanti Andrea dei Gold Boyz che mi sorrideva
comprensivo. Indossava un abito elegante ed era ancora più carino del solito
(si, era il mio preferito dopo Niko se non ve l’ho detto…), con i capelli scuri
caratterizzati dalla solita cresta.
“In
realtà mi sono persa” ammisi imbarazzata. “Ho un pessimo senso
dell’orientamento… Cercavo i camerini”
Andrea
continuava a sorridermi. “Tranquilla, capitava anche a me fino a due settimane
fa, ci è voluto un mese per farmi orientare… Vieni, ti accompagno i verso i
camerini. E tra parentesi scusami ieri” aggiunse, mentre mi faceva segno di
seguirlo.
“Per
cosa?” chiesi senza capire.
“Per
il fatto che Rossella ti ha quasi cacciata via mentre stavamo ballando” spiegò.
“Oh,
ma figurati, e poi dovrebbe essere lei a scusarsi, non tu, no?” risposi
sorridendo.
Fece
un piccolo cenno, prima di svoltare a destra e dire: “Ecco, questo dovrebbe
essere il tuo camerino” indicando un cartello dove c’era scritto: “Debora, Rita
e Samanta”.
“Oh,
grazie!” esclamai, entrando dato che la porta era aperta. Era una stanza ampia,
con tre grandi specchiere e un armadio. “Fichissimo!”
Andrea
sorriso comprensivo. “Invece domani sera ti sembrerà un incubo per l’emozione”
spiegò.
Stava
per dire altro quando la voce di Rossella lo fece sobbalzare. “Andrea! Sei
qui!” stava urlando, correndo verso di lui cn indosso un abito bianco e rosa ed
entrando nella stanza.
“E
ti pareva!” sussurrò tra i denti.
“Cosa
ci fai qui?” chiese la ragazza con una nota di disappunto.
“Mostravo
il camerino a Debora non vedi? Comunque vieni, ti accompagno al corridoio
principale” mi disse gentilmente, mentre Rossella si spostava per farci uscire
e mi guardava un po’ scocciata.
“Volevi
dirmi qualcosa, Ros?” chiese Andrea mentre svoltavamo un angolo.
“No,
cioè, quando saremo da soli…” precisò a bassa voce,cercando di non farsi
sentire.
“Oh,
ecco, ora ricordo la strada” dissi di botto, stufa di fare da “candela”.
“Grazie mille, Andrea!”
“Figurati,
è sempre un piacere” rispose lui, mentre Rossella se lo trascinava chissà dove.
Presi
posto su una delle panche del corridoio, ripensando alle parole di Niko, a
quanto fosse dolce. Dopo i primi cinque minuti però, un’idea mi balenò in
testa, così sgaiattolai fuori dallo studio.
Nel
corridoio che precedeva l’uscita incontrai il presentatore Ivan Argenti come
speravo, che stava leggendo qualcosa su una sedia.
Era
molto concentrato, e quasi mi dispiacque disturbarlo. Eppure quando lo chiamai
mi sorrise, facendomi capire che non lo avevo disturbato. Dovevo essere molto
più simpatica del solito se volevo raggiungere il mio scopo.
“Ciao
Debora” mi salutò, distraendosi dalla sua lettura e posando quell’ammucchio di
fogli, che scoprii essere il copione del giorno dopo.
“Ciao,
Ivan! Disturbo?”
“No,
anzi, mi fai un po’ di compagnia”
Feci
un gesto strano, un misto tra un cenno ed un sorriso. “Imparavi il copione?”
“Si,
ma ormai l’ho imparato…”
“Ah.
Puoi dirmi cosa dovremmo fare noi life coach? Cioè, di solito i vocal coach non
fanno nulla…” gli chiesi con tono spensierato.
Ivan
diede uno rapido sguardo al copione, e meno male che l’aveva imparato!
“No,
da quel che c’è scritto qui avrete un ruolo importante, vi dovrò presentare
dopo aver presentato i vari cantanti, i giudici dovranno motivare la vostra
scelta, vedremo qualche clip su di voi e poi dovrete stare al fianco del vostro
cantante dopo la sua esibizione. Sei emozionata?”
“Abbastanza,
sai, mi sento un po’ in colpa, avremo l‘onore di stare sul palco quando poi gli
artisti per arrivarci hanno dovuto sudare” spiegai, spostando una ciocca
ribelle dietro l’orecchio.
Ivan
sorrise serenamente. “Ma no, voi life coach non state rubando niente, e poi non
è che non stai facendo nulla, eh. Niko lo vedo diverso, più sereno…” rispose.
Arrossii.
“Ma no, non è merito mio”
“Chi
lo sa, forse sei la parte che gli mancava per sentirsi al settimo cielo”
“No,
lui non sta molto bene ultimamente, oggi mi ha rivelato che gli manca la sua
famiglia” dichiarai, decidendo di rivelargli il mio piano e gettando ogni cautela alle ortiche. Volevo
chiedere come fare per far incontrare a Niko la sua famiglia.
Esposi
la mia idea a Ivan e lui ci meditò un po’ su. “Vieni, ne dobbiamo parlare con
la produzione” esclamò, facendomi segno di seguirlo.
Gli
ero grata, anche perché perdette quasi due ore per progettare tutto. Parlammo
con il direttore della produzione, il quale, con mia enorme gioia, acconsentì.
Bisognava solo chiamare la sua famiglia... E indovinate a chi toccò questa
mossa? A me! Mi sentivo imbarazzata, non sapevo come espormi.
“Insomma,
fai finta di star chiamando una tua amica! Alla fine li passi a me in modo che
non possono credere che è una presa per i fondelli” mi rassicurò Ivan.
Annuii,
tremando. “Ma Niko non deve sapere
nulla…”
“Ok,
terrò acqua in bocca” mi rassicurò.
Così,
sospirando emozionata, presi il telefono dell’ufficio del direttore e composi
il numero scritto su alcuni documenti.
Il
cuore mi martellava in petto e mi sentii quasi il fuoco in faccia.
Uno
squillo. Due squilli. Tre squilli…
“Pronto?”
Era
una voce da bambina, cavoli, doveva essere la sua sorellina! Respirai a fondo
prima di dire: “Ehm, casa D’Aiello?”
La
bambina esitò un attimo. “Si” rispose infine. “Chi è che parla?”
“Chiamo
da… da Music’s Planet, potrei parlare con mamma o papà?” chiesi cercando di
essere dolce e serena e conquistarmi la simpatia della bambina, almeno per
telefono.
“Va
bene, va bene! Aspetti un attimo, signora!
Mamma, mamma! C’è una signora che vuole parlarti, c’entra con Music’s Planet!”
Sentii
i passi affrettati della donna e guardai ansiosa in direzione di Ivan che mi
sorrise in modo rassicurante, alzando il pollice.
“Si,
pronto?” Come i passi, la voce era ansiosa ed emozionata.
“Buongiorno,
lei è la signora D’Aiello?”
“Si…
Lei chi è scusi?”
“Ehm,
sono Debora, la life coach di suo figlio, non so se mi conosce…” iniziai,
cercando di rimanere tranquilla.
Un
attimo di esitazione. “Ma certo, si! Salve, è… è successo qualcosa?” chiese.
“Oh,
no, non si preoccupi. L’ho chiamata solo per farle una… proposta. Vede, oggi ho
parlato con suo figlio e mi ha rivelato di avere molta nostalgia sua e di tutta
la famiglia così ho chiesto alla produzione di organizzare un incontro ed ho
avuto il permesso” spiegai, sforzandomi di essere chiara.
“Ah,
capisco” disse la donna. “Ma… Non ho capito cosa… Cosa dobbiamo fare, ecco”
“Niente
di che, vi dovreste incontrare con lui stasera per passarla tutti insieme, ne
ha bisogno, domani c’è un’esibizione molto importante…” dichiarai. “Se vuole le
passo Ivan Argenti, il presentatore, è qui con me” aggiunsi, lanciando
un’occhiata di sbieco a Ivan.
“Va
bene, grazie mille!”
“Di
niente, e buona giornata” la salutai.
Passai
la cornetta all’uomo, che iniziò subito a conversare con la donna. Alla fine si
misero d’accordo: quel pomeriggio, verso le sei, la famiglia D’Aiello si sarebbe incontrata
con Niko a Napoli e poi avrebbero trascorso tutta la serata insieme.
“Ma
che fine hai fatto durante le prove?” mi chiese Niko all’ora di pranzo,
rientrando in cucina dove io avevo già preso posto vicino a Simone.
“Oh,
sono stata chiamata dalla direzione, mi hanno detto che oggi hai un
appuntamento alle sei con l’autista, devi andare ad un’intervista per un
giornale” risposi con ottima aria da attrice.
Nessuno
sapeva del piano tranne la direzione, la famiglia di Niko, me e Ivan.
Così
dopo pranzo continuarono le prove e alle cinque il ragazzo andò a preparsi per
l’uscita, lamentandosi che non era giusto che lui doveva concedere queste
interviste quando anche agli altri non era concessa quest’opportunità.
“Su,
star, goditi il momento! Non dico niente io che vengo usata come tua
segretaria” ironizzai.
Rise
prima di salire in auto, salutandomi con la mano.
Risi
di rimando, immaginandomi la sua faccia quando avrebbe scoperto la verità.
“Hai
fatto una bella azione” se ne uscì Ivan alle mie spalle. “Sei l’unica life
coach che sta facendo per davvero il suo lavoro”
Con
questo piccolo merito che mi rimbombava nelle orecchie ritornai nel loft, e
finalmente ebbi il tempo di provare il completo che mi aveva regalato Niko.
Miracolo, era la taglia giusta! E per di più nascondeva i miei difetti.
Mi
guardai allo specchio, sorridendo come un’ebete. Avevo conosciuto Niko, gli ero
simpatica, ero contenta… Scossi il capo, dicendomi che la felicità era questa e
che non mi sarei dovuta più azzardare a chiedere qualcosa di più dalla vita.
Passai
la serata insieme a Simona e Giorgio, dato che io ed il ragazzo eravamo molto
curiosi circa ciò che sarebbe mai successo l’indomani durante il serale.
“Allora,
Simo, come funziona? A che ora dobbiamo prepararci? A che ora dobbiamo essere
pronti?” le domandai dopo cena, acciambellandomi sul divano mentre Giorgio
annuiva curioso.
“Di
solito le parrucchiere verso le sei e qualcosa sono già nello studio, subito
dopo le ultime prove…” rispose.
“Meglio,
domani vorrei asciugare i capelli lisci e ci vogliono secoli…” brontolai,
prendendo in mano una ciocca castana e mossa, che ormai era un po’ crespa.
“Si,
anche io voglio averli lisci per una volta!” concordò Simona, accennando la sua
chioma riccia.
“Tranquille,
le parrucchiere sono bravissime!” si intromise improvvisamente Rossella,
sorridendoci. La guardai un po’ stralunata, avevo la netta impressione di non
starle simpatica dopo quei due avvenimenti.
“Oh,
non avevo dubbi” borbottai, rispondendo al sorriso.
“Si,
e poi staresti ancora meglio con i capelli lisci secondo me” disse lei. “A
proposito, ho saputo che Niko è uscito per un’intervista”
“No,
in realtà è uscito con i suoi genitori, gli ho organizzato questo piccolo
incontro visto che era un po’ giù. Ma lui non lo sapeva” spiegai, scaturando
l’ennesimo sorriso nella ragazza.
“Ma
che brava che sei! Magari Dario si
comportasse così…” sospirò, dandomi un pizzicotto sulla guancia come se fossi
una bambina di due anni. Dopotutto aveva solo tre anni in più a me!
Fu
così che Rossella si aggiunse alla lista delle persone “incomprensibili”.
Niko
ritornò molto tardi, era quasi l’una. Io a mezzanotte ero già andata a dormire,
quindi non lo vidi fino alla mattina dopo, ovvero il momento in cui fu lui a
svegliarmi, facendomi sobbalzare.
“Buongiorno
Debora!”
Per
un pelo non urlai, dovevo far paura! Indossavo una camicia da notte azzurra e
avevo dormito con i capelli legati in una coda…
“Niko!
Buongiorno!” risposi, lanciando un’occhiata al vassoio che aveva in mano.
“Non
so se basterà a ringraziarti” si scusò.
“Cosa?”
“La
colazione a letto” mi spiegò. “Non so se basterà a ripagare l’enorme regalo che
mi hai fatto ieri sera”
Sorrideva
fin troppo.
“Ah,
te lo hanno detto…”
“Certo
che mi hanno detto che è stata una tua idea, anzi,i miei ti mandano tanti
saluti e vogliono conoscerti stasera durante il back stage” dichiarò. “Grazie Deb,
non so come farei qui senza di te…” mormorò imbarazzato. Mi abbracciò,
sussurrandomi un piccolo “Ti voglio bene” nell’orecchio destro. Inutile dire
che provai l’ennesimo brivido…
“Ti
giuro, mi sono risollevato passando la serata con loro! Grazie! Grazie!”
“Ma
di che! Era prima un dovere e poi un piacere, Niko! L’ho fatto con il cuore!
Anzi, avrò fatto pure la figura dell’imbranata al telefono!”
“Ah
ah, mia sorella pensava fossi Silvia Fortuna” disse ridendo lui.
Risi
anch’io. “Wow, mi sento onorata, giuro!”
Alla
fine fece colazione con me, e per la prima volta fui convinta di potermi
considerare in parte una sua amica.
Ma
la giornata era ancora lunga, eh si, quella sera ci sarebbe stato il serale… E,
tra le tante cose che sarebbero successe, avevo ancora le considerazioni della
Sfortuna su di me da affrontare.
Continua…
Cosa ve ne sembra? Ci
sentiamo al prossimo capitolo! Ki$$ ki$$, la vostra milly92.
Qualche anticipazione:
Era
Angela del gruppo “Dj” che stava per chiedermi qualcosa quando la interruppi:
“Angela, lo sai che Martina ha tr…”
“La spuma è nel mio beauty
case” fu l’istantanea risposta della biondina.
“Mi
ha comprato un vestito, con i soldi della produzione per di più, non un anello
di brillanti per chiedermi di sposarlo” precisai, cercando di sdrammatizzare.
“Da
cosa nasce cosa, non si sa mai” mi rispose spalmandomi in faccia del
fondotinta.
“Chi
mi cerca?”
Fa che dica quel nome…
“Tutti!”
Uffa…
“Bah,
ragazzi, mi dispiace essere sempre la voce fuori coro, ma… Bah, non ne sono
convinta” iniziò. Pregai Santa Debora, ma invano.
“Si,
evvai!” esclamò Niko, correndo a congratularsi con Simona mentre Martina e
Giulia lo guardavano disgustate mentre piangevano.
“Nipotina,
è fatta! Gliel’ho chiesto e mi ha detto di si!” mi sussurrò nell’orecchio.
“Non
avevo dubbi!” esclamai, abbracciandolo prima di dire: “E’ qui? Voglio
conoscerla!”