Cap 23
Little Things
Mika ci mise esattamente una settimana a riprendersi
dall’eliminazione di Rosy. Per tutto quel lasso di tempo non aveva fatto altro
che trascinarsi in giro in modalità
depresso: on.
Si spostava per il
loft in camicia da camera, i capelli più disfatti del solito, un pacco di fazzoletti sempre a
portata di mano e l’aria distrutta.
Alla fine della settimana decisi che dovevo avere
assolutamente il mio ragazzo indietro: insomma, aveva sprecato tutto il tempo
in più che ci era stato concesso e si, fortunatamente avevo già la mia lista di
canzoni tra cui scegliere – benedetta Isabella che ci aveva pensato lei- altrimenti avrei già
dovuto farlo.
Così quella mattina spalancai le finestre del salotto, dove si era rintanato la sera prima,
e presi la brocca d’acqua fredda che avevo riempito in cucina. Isabella era
appoggiata allo stipite, e sogghignava.
“Mika, amore, svegliati” sussurrai dolce al suo orecchio,
non ricevendo risposta alcuna. Allora lo
scoprii con un gesto preciso, privandolo delle cinque coperte che si portava
sempre a letto perché “Amore, io la notte ho freddo!” e aspettando un suo
movimento che però non arrivò.
Il mio ragazzo continuava beato a dormire come se nulla
fosse.
Allora mi decisi “Scusa, tesoro, mi stai costringendo tu” rivelai al mezzo cadavere addormentato profondamente sul mio
bellissimo divano color crema, poi feci un grande sorriso,
svuotandogli la brocca d’acqua gelida direttamente su quei ricci che amavo
tanto.
Neanche il tempo di allontanarmi, che saltò sul letto
gridando “THE WAR IS ARRIVED!” e iniziando a scuotere le braccia per aria,
combattendo dei nemici che solo lui riusciva a vedere.
Isabella era piegata in due dalle risate e appoggiata allo
stipite come se ne andasse della sua vita, mentre io cercavo di calmare il mio
ragazzo ricordandogli dove eravamo e perché doveva alzarsi.
“Perché mi hai bagnato, io odio l’acqua!” si lamentò con
arai infantile, sporgendo il labbro inferiore e mettendo su un broncio che
potevo definire solo.. adorabile.
Cazzo, Ale, concentrati! Lasciandoti incantare da lui non
aiuti certo la tua causa.
“Amore, scusami, ma dovevo farlo” dissi, cercando le parole
migliori per fargli capire che non poteva continuare a trascurarmi così, o non
sarei riuscito a superare neanche il primo turno della finale.
“In questa settimana non sei stato esattamente
professionale, sai?” continuai, disinvolto “E anche io sto male perché Rosy è
uscita, ma sveglia! Tu hai ancora un cantante in gara, ovvero il sottoscritto”
a quella parola aggrottò le sopracciglia “Sottoscritto? Che vuol dire?” mi
chiese interessato, e capii che non l’aveva mai sentita “Significa “Io, la
persona che ti sta parlando”.. e davvero non la conoscevi?? Non sei tu quello
che passa del tempo con Morgan? Pensavo che lui fosse tutto un “ME, ME, ME,
ME”, non è così?” rincarai la dose, un
po’ geloso di questa collaborazione dl mio ragazzo con qualcuno che era
famoso per non saper tenere le mani al proprio posto.
Mika ridacchiò “Ma non devi essere geloso… stiamo solo
cercando di scrivere una canzone. Per te, se devo dirla tutta” Ero basito,
completamente senza parole. “E scusa.. perché volevo essere un bravo giudice,
ma mi lascio sempre prendere dalle emozioni e non è professionale, anche se tra
di noi è troppo tardi per parlare di professionalità” aggiunse sempre ridendo.
“Andiamo!” mi incitò, non hai una canzone in italiano da scegliere?” chiese,
prima di baciarmi brevemente sulle labbra e poi alzarsi con un movimento
fluido, iniziando a preparare la colazione.
Lo fissai, completamente dimentico per un attimo di qualcosa
che non fosse lui, che era tornato. Il mio Mika era tornato.
“Per dirti ciao, Ti scatterò una foto, o Il regalo più
grande?” Chiesi ad alta voce a Mika, seduto dietro il pianoforte della sala
prove. “Non lo so, amore, non le conosco. Dimmi tu da quale vuoi iniziare”
replicò lui, studiando concentrato dei
video tutorial per capire come suonare le basi di quelle canzoni, dato che non
riusciva a leggere la musica.
“Che dici, andiamo in ordine?” chiesi, e senza aspettare una
risposta da parte sua, iniziai a cantare
“Magari un giorno
avremo un posto anche nascosto oppur distante
Dalle tante astanterie
In cui riposano gli
amori ormai in disuso
Quelli non storici, di
cui nessuno parlerà”
Mi voltai a guardarlo, sapendo il verso successivo e volendo
godermi appieno la sua reazione, cercando di non ridere mentre mi mimava “Cosa
sono le ‘stantarie’???”
“E rivela il tuo
sorriso in una stella
Per stasera andrebbe
bene anche così
E non servirà più a
niente la felicità, più a niente anche la fantasia
Mi accontenterò del
tempo andato”
Corsi dietro le sue spalle durante l’acuto, sedendomi al suo
fianco al pianoforte
“Soffierà nel vento
una lacrima
Che tornerà da te, per
dirti ciao.. ciao
Mio piccolo ricordo in
cui nascosi anni di felicità, ciao
E guardami affrontare
questa vita come fossi ancora qui”
Smisi improvvisamente di cantare, guardandolo corrucciato.
“What?” mi chiese, accorgendosi che lo fissavo, incominciando a osservarmi di
rimando.
“Non funziona” tagliai corto “Questa canzone è triste, parla
di un addio, di qualcuno che amo e che mi ha lasciato.. ma tu sei qui con me”
gli spiegai, semplicemente, osservando i suoi occhi sgranarsi per lo stupore e
poi il suo buttare la testa all’indietro ridendo come un pazzo “Perciò non la
vuoi cantare?” e giù a ridere “Dio, ti amo” sussurrò divertito, asciugandosi le
guance bagnate dalle lacrime scese per
il troppo ridere.
Io rimasi fermo finchè non finì. Era così bello vederlo
ridere di nuovo che potevo anche passare sopra al fatto che lo stesse facendo
per una canzone di Tiziano, perché Tiziano. Non. Si. Tocca.
A meno che Mika non rida, ovvio.
“Passiamo alla seconda” ridacchiai anch’io, pregustandomi la
sua faccia sconvolta che non si fece attendere.
“Ricorderò comunque,
anche se non vorrai
Ti sposerò perché non
te l’ho detto mai
Come fa male cercare,
trovarti poco dopo
E nell’ansia che ti
perdo, ti scatterò una foto
Ti scatterò una foto”
Lo abbracciai per le
spalle, ammiccandogli sensualmente solo per distrarlo e continuando a cantare.
“Ricorderò comunque e
so che non vorrai
Ti chiamerò perché tanto non risponderai
Come fa ridere adesso
pensarti come un gioco
E capendo che ti ho
perso ti scatto un'altra foto
Perché piccola..”
Eccolo il punto. E infatti…
“Ma parla di una donna?? No, non se ne parla, tu questa non
la canti, o Simona potrebbe lanciarsi su di te dal tavolo dei giudici!” sbottò,
orripilato “To kidnap you!” specificò, facendomi ridere ancor di più “Mika, non
mi rapirà nessuno” lo ripresi “Ma la scarto comunque se non ti va”.
“Mi sembra ovvio” replicò sorridendo malizioso e aggiungendo
“Se no ti mando in bianco” ridendo apertamente della mia espressione sconvolta
“E questa dove l’hai imparata??” chiesi, cercando di capire se per caso me la
fossi fatta scappare io “Isabella” disse a mo’ di spiegazione, facendo
spallucce.
“Ah, si ??” sorrisi e mi alzai, facendo il giro del
panchetto sotto il suo sguardo curioso e prendendolo in spalla così velocemente
che neanche se ne accorse. Gli feci fare il giro della stanza correndo, con lui
che urlava impaurito e esclamava “Mettimi giù!” e “Put me down!”
alternativamente, come se pensasse di essere più imperante usando l’inglese,
mentre io ridevo sempre di più.
Alla fine lo scaraventai scherzosamente sul divano e mi
spalmai su di lui, che tentava di riprendere fiato “Tu sei pazzo” decretò alla
fine, dopo aver fatto un abbondante scorta di ossigeno “Probabile” concessi io,
seppellendo il viso nel suo collo.
“Non è probabile, è un dato di fatto” specificò ancora Mika,
ma sapevo che stava sorridendo “Ma tu ami questo pazzo, giusto?” chiesi, la mia
voce attutita dalla sua pelle, per accertarmi che mi avesse perdonato “Lo
amerei di più se si togliesse di dosso.. non riesco a muovermi” replicò
scherzoso.
Mi alzai sui gomiti, andando a posare un bacio sulle sue
labbra prima di alzarmi del tutto e farlo stendere completamente sul divano, la
sua testa sulle mie gambe e le mie mani nei suoi ricci che compievano dei
leggeri movimenti circolari che sapevo adorasse alla follia.
“Ma non manca una canzone?” mi chiese dopo un po’ “Pensavo
avessi perso il conto, uuffa!” mi lamentai “Non ho molta voglia di cantare
oggi” sbuffai, ma sapevo che era una battaglia persa in partenza quella che mi
accingevo a combattere, perciò gli regalai un sorriso e un bacio a fior di
labbra prima di iniziare a cantare
“Voglio farti un regalo, qualcosa di dolce qualcosa di raro
Non un comune regalo
Di quelli che hai perso, o mai aperto, o lasciato in treno, o mai accettato
Di quelli che apri e poi piangi
Che sei contenta e non fingi
In questo giorno di metà settembre ti dedicherò, il regalo
mio più grande”
“Ma le sue canzoni sono tutte rivolte a delle donne? E tu
come fai a cantarle??” mi chiese, arricciando il labbro in una smorfia
adorabile “Nello stesso modo in cui fai tu, mister- big girl- you are
beautiful-“ ribattei io, zittendolo e ricevendo una linguaccia in tutta
risposta. Continuai
“Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante, che non
importa ciò che dice la gente
Perché tu mi hai protetto con la tua gelosia
E anche se molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però se ho nel cuore la tua presenza
È sempre arrivo e mai partenza”
“Il ritornello mi piace di più” mi confessò il mio ragazzo a
mezza voce “E per inciso, io canto per celebrare le donne” precisò, ancora
offeso.
“Ok, allora elimino anche questa. Cosa dovrei fare se
nessuna delle mie prime scelte ti piace?”
chiesi, mettendo il broncio.
“Ale, se nessuna delle prime scelte piace al tuo giudice- che sarei io- allora bisogna
cambiare genere. Pensaci, Tiziano ha spaziato molto, cambiando stili e generi,
magari qualcosa la trovi.”
Ale però non stava ascoltando più il discorso di Mika. Gli era venuto in mente
un momento di una sera di qualche settimana prima. Erano in macchina e
correvano verso l’ospedale, e Mika gli aveva cantato L’ultima notte al mondo… “ Ti amo” sorrise trionfante “Non te lo dico abbastanza spesso” continuò
“Ho la canzone!” urlò
poi, corredo via da Isabella per sapere se in tre giorni riuscivano a preparare
il pezzo e lasciando una piccola diva mezza libanese mezza inglese mezza
francese e chissà cos’altro a guardarlo basito dal divano.
Mika sospirava, osservando il suo ragazzo comandare a
bacchetta i tecnici delle luci sul palco delle prove generali. E poi davano a
lui della diva, pensò. Alessio riusciva benissimo a fare tre cose
contemporaneamente: ballare, cantare e al contempo gridare dietro a quei
poveretti che provavano solo a compiere il loro dovere.
“No, quella luce
bianca lì mi arriva negli occhi!” o “Perché dobbiamo usare della nebbia verde?
Cosa ha il blu che non va?” erano all’ordine del giorno quanto più ci si
avvicinava alla finale, e questo non andava bene.
“Alessio stai zitto una buona volta e lasciali lavorare!”
sputò nel microfono.
Il ragazzo si girò immediatamente verso di lui, furente
“Mika, non osare dirmi come devo lavorare! Quello che va sul palco e canta sono
io non tu!” urlò verso il suo ragazzo.
Erano giorni che andavano avanti così, e sembravano già
secoli.
Tutto si era guastato una sera di un paio di giorni prima,
sarà stato un sabato.
Ale era nel backstage, Mika nel camerino. Si era tolto in
fretta e furia i microfoni e stava per fiondarsi dal suo amore, quando un uomo della sicurezza lo aveva
avvicinato, porgendogli un mazzo di rose rosse.
“Consegna per lei” aveva detto “Una qualche fan scalmanata
di sicuro, Ale” e se n’era andato, facendogli l’occhiolino.
Ale aveva aperto il bigliettino che accompagnava le rose e
ciò che vi aveva trovato scritto era stato anche peggio.
“Ehi! Una fan ti ha mandato dei fiori?”
La voce di Mika alle sue spalle l’aveva fatto gelare.
Oh, cazzo, pensò.
“No, veramente no…” iniziò sentendosi piuttosto stupido e
preso per i fondelli “Sono da parte del mio ex, con tanto amore” aveva
sussurrato.
Subito gli occhi di Mika si erano fatti più scuri e il
giudice era corso via, senza lasciare ad Ale nemmeno il tempo di spiegarsi., di capire il suo comportamento.
Quella sera per la prima volta, avevano litigato. E Mika si
era scoperto ferito dal comportamento del ragazzo, perché pensava che non
avesse davvero tagliato i ponti con il suo ex, Nicola- solo il nome gli
rivoltava lo stomaco- e che quindi quel
regalo fosse una conseguenza del fatto che quel tipo ancora non avesse capito
che lui non era più disponibile.
“A meno che” aveva concluso, lanciando un occhiata stanca al
ragazzo furente davanti a lui “Questo per te non voglia dire niente, e non
pensi che durerà”
E non aveva lasciato ancora una volta che Ale parlasse,
girando sui tacchi e lasciandolo lì, quell’ultimo “Stanotte dormo nel mio loft”
sospeso come nebbia tra di loro.
Fu Ale questa volta, ad abbandonare il palco e a lasciare,
incazzato nero, le prove.
Cosa mai vista, tanto che tutti se ne preoccuparono. Alessio
amava il suo lavoro, adorava pianificare ed elaborare i costumi e le
coreografie. Cosa poteva essere mai successo?
Isabella si avvicinò a Mika, sospettosa “Tu ne sai
qualcosa?” chiese
“No” il ragazzo distolse lo sguardo non riuscendo ad
incrociare quello della donna.
Quella sospirò “E allora mi spieghi perché sono tre notti
due notti che dormi in un loft che prima non avevi calcolato nemmeno di
striscio?”
“Ho bisogno di tempo per pensare, Isa! Lasciami in pace!”
sbottò il giudice, alzandosi di scatto e andandosene.
Oh tesoro, pensò la coach, ma noi non abbiamo più tempo.
Angolo dell’Autrice:
Umore nero come la pioggia. E questo influisce sul capitolo.
Spero che le cose si sistemino in fretta, povero Ale, dai. Scommetto che non vi sareste mai aspettati una cosa del genere ahahahaah
Xoxo Bea