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Autore: scintilla23    01/08/2014    1 recensioni
Questa Fan Fiction parla del primo incontro tra Clove e Cato e l'inizio di una grande amicizia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Clove
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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-Thresh!- urlò il biondo vedendo il ragazzo in mezzo al bosco.
Cato cominciò a correre verso il moro con un coltello lungo e affilato in mano.
Thresh si alzò e senza scappare guardò Cato correre verso di Lui.
-Ah, il ragazzo del 2. Vuoi uccidermi ora?- disse raccogliendo il Macete da terra.
-Tu….sei stato tu a uccidere Clove?- chiese Cato furioso con gli occhi lucidi ma deciso a non piangere di fronte al suo avversario.
-Clove? Ah la tua compagna! Può darsi– disse arrabbiato.
Cato tenne lo sguardo ben fisso su Thresh mentre continuava a rigirare il coltello affilato tra le mani.
Il biondo dopo qualche secondo riprese a correre verso Thresh con il coltello in pugno.
Si buttò addosso al moro facendolo cadere a terra con il macete stretto tra le mani.
Thresh riuscì a rimettersi in piedi mentre Cato cercava di colpirgli un punto mortale con uno dei coltelli di Clove.
Il moro riuscì a schivare il colpo al cuore di Cato e con l’arma cercò di tagliare la gola al biondo che però schivò velocemente.
Con uno scatto il biondo riuscì ad arrivare dietro a Thresh e con un coltello gli squarciò la parte posteriore del ginocchio.
Thresh accortosi del colpo si girò verso Cato e con il macete gli fece un profondo taglio alla parte superiore del braccio.
Cato tirò il coltello all’altro ginocchio di Thresh centrandolo.
Il moro si ritrovò in ginocchio con entrambe le ginocchia squarciate e con l’arma a terra.
Da davanti Cato fissò gli occhi completamente neri e vuoti di Thresh e con un movimento Fluido gli tagliò la gola.
Con il coltello di Clove completamente insanguinato ancora in mano guardò Thresh cadere immerso in una pozza di sangue, il suo sangue.
Rivolse gli occhi al cielo.
Il cielo azzurro come gli occhi di Clove.
Il sole splendente come lei quando gli sorrideva.
Con una mano afferrò la collana che li aveva legati.
Una nuvola nera passò e oscurò il sole.
Dopo aver preso lo zainetto del distretto 11 e quello suo e di Clove tornò alla Cornucopia.
Quando la notte seguì al giorno Cato accese un fuoco vicino alla bocca della Cornucopia ed aprì gli zainetti.
Prima aprì quello di Thresh e dentro vi trovò una crema per le ferite e una mole per affilare la macete.
Dopo essersi curato il taglio al braccio con la crema destinata a Thresh, Cato aprì il suo zainetto.
Dalla sacca estrasse una grande armatura fatta di maglia di catena dorata.
La appoggiò sull’erba e riguardò lo zaino.
Dentro c’era un’altra armatura, Più piccola ma uguale alla precedente.
L’armatura destinata a Clove.
Se Thresh non fosse arrivato loro avrebbero già vinto, avrebbero ucciso tutti, sarebbero ancora insieme, avrebbero vissuto insieme la loro vita, Insieme.
Una lacrima bagnò l’armatura della ragazza.
Cato si stese a terra ma tenne l’armatura tra le mani e dopo parecchi sforzi riuscì ad addormentarsi.
Non si preoccupava. E perché avrebbe dovuto? Nessuno avrebbe tentato un attacco proprio a lui quella notte, nessuno sarebbe stato tanto stupido. Se qualcuno lo avesse fatto sarebbe andato incontro a morte certa. La tristezza, la rabbia, il dolore, la disperazione e tutti i sentimenti scatenati in lui dalla morte di Clove non se ne sarebbero andati.
Il giorno successivo Cato lo passò nella Cornucopia, a controllare le Armi.
Qualche volta riprese in mano l’armatura di Clove e ripensò ai momenti che avevano vissuto insieme.
 
-Io sono Cato– aveva detto lui.
-Clove– aveva risposto la mora mentre il suo viso cominciava lievemente ad arrossire
 
Il primo loro incontro, il primo loro giorno insieme.
Avrebbero mai immaginato che sarebbe finita così?
 
-Non ho dimenticato niente, non ho dimenticato i tuoi splendidi occhi o i tuoi capelli corvini, non ho dimenticato che hai cercato di uccidermi con un coltello, non ho dimenticato la sensazione di vuoto nel lasciare il distretto, nel lasciare te- le aveva detto.
Il loro incontro dopo tanti anni.
 -Non chiamarmi ragazzina Cato –
Dopo qualche secondo le loro posizioni si ribaltarono velocemente, lui la prese per un braccio e la butto a terra, facendo attenzione  non essere troppo brutale. Prese la sua spada e la puntò alla gola di Clove che stava stesa a terra con gli occhi spalancati.
-E ora come la mettiamo Clove?-
 
Il loro primo allenamento insieme.
Tutti questi ricordi riaffiorarono in lui per tutto il giorno, e il giorno dopo e quello dopo ancora.
Aveva perso la voglia di combattere, la voglia di uccidere.
Tutto se ne era andato con lei. Tutto.
Tre giorni dopo, durante la notte decise finalmente di andare nel bosco a cercare gli sfortunati amanti.
Camminò per il bosco buio per qualche ora fino a quando non sentì un rumore.
Un rantolo, un ringhio.
Senza poter fermarsi continuò a camminare verso lo strano suono fino a quando non arrivò nella radura dove aveva lasciato Clove.
Un ibrido lo stava fissando.
Un lupo agli occhi degli spettatori,un arma per gli strateghi e una condanna a morte per i tributi.
Gli occhi verdi lo scrutavano attraverso l’oscurità.
Il pelo chiaro rifletteva i raggi della luna.
Attorno al collo una collana ornata di gioielli.
Cato cominciò a indietreggiare piano, portò una mano alla cintura e solo in quel momento capì che con lui non aveva nessuna arma.
Dopo aver capito qual’era l’unica cosa da fare cominciò a correre attraverso il bosco, diretto alla cornucopia.
Pochi secondi dopo sentì il rumore dei passi pesanti dell’ibrido correre dietro di lui.
Sentì i passi aumentare, come se ce ne fossero di più.
Spinto a correre ancora più veloce per non essere ucciso da quelle bestie continuò ad attraversare il bosco, ferendosi grazie ai rovi e alle innumerevoli piante taglienti di quell’arena.
Davanti a lui, poco distante da una grossa quercia vide sia Katniss che Peeta, con le facce spaventate.
La ragazza tirò una freccia che colpì il petto di Cato però rimbalzando via grazie all’armatura.
Il biondo passò tra di loro.
Non avrebbe potuto ucciderli in alcun modo, ora la priorità era salvarsi.
Continuando a correre finalmente in lontananza riuscì a intravedere la Cornucopia.
Arrivò e salì sul tetto della struttura per poi buttarsi su un fianco, sfinito dalla corsa, spaventato dagli ibridi ma anche contento.
Aveva capito che quella notte sarebbe tutto finito.
Sentì Katniss e Peeta salire sulla Cornucopia cercando di uccidere gli ibridi.
Ora non prestavano attenzione a lui, cercavano di non essere uccisi da uno dei 21 tributi.
Ancora steso su un fianco riuscì a girarsi verso gli  sfortunati amanti per vedere la scena.
Tutti gli ibridi erano molto simili a dei lupi.
Vide il più grande di loro saltare per cercare di riuscire a uccidere uno degli ultimi tre tributi ma, nel momento in cui saltò una delle frecce di Katniss lo colpì.
Un ibrido con familiari occhi azzurri e il pelo nero saltò, riuscendo a ferire gravemente le gamba del ragazzo innamorato.
-Clove– sussurrò Cato con un sorriso riconoscendola.
Il biondo dopo che il suo respiro ebbe rallentato si alzò in piedi e da dietro afferrò Peeta stringendogli la gola in una morsa fatale.
Indietreggiando si avvicinò al bordo della cornucopia mentre la Ragazza di fuoco puntava una freccia, dritta alla sua testa.
Cato sentì il sapore del sangue in gola e dopo un attimo di silenzio parlò.
-Avanti, Fallo!- disse –Uccidimi e lui viene giù con me!- continuò stringendo la morsa mentre il viso di Peeta diventava sempre più pallido.
-Io, io sono morto comunque. Lo ero fin all’inizio– disse mentre lacrime gli rigavano il viso macchiato di sangue.
-Fallo!- ripetè disperato.
Katniss esitò spostando un attimo l’arco dal viso.
-Io...gliel’avevo promesso– disse –Insieme o Niente– sussurrò chiudendo gli occhi mentre una freccia gli colpiva la mano e il ragazzo innamorato lo faceva precipitare giù dalla cornucopia.
In un istante si ritrovò steso sull’erba, accanto a lui era morta Clove.
Le bestie cominciarono a mangiarlo ma la corazza era troppo anche per loro.
Cato cominciò ad urlare ma non provò a scappare o a combattere.
Lo sapeva già. Lui era morto comunque.
Era morto insieme a lei.
Dopo qualche minuto gli ibridi avevano localizzato i punti non protetti e si erano fiondati sul collo e sulla testa.
Il dolore, la paura, le lacrime durarono un’eternità.
Gli ibridi non l’avevano ancora ucciso, era questo che voleva il pubblico.
Cato in fin di vita rivolse una muta preghiera a Katniss.
La pregò di mettere fine alla sua vita, mettere fine a quella sofferenza ma come cosa più importante la pregò di fargli rivedere Clove.
Katniss riuscì a percepire questa preghiera e la esaudì con una freccia, dritta alla testa di Cato.
Il ragazzo morì con un lieve sorriso sulle labbra.
Finalmente stava per ritrovare Clove.
 
 
 
  
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