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Autore: ragazzasullaltalena    02/08/2014    2 recensioni
Beatrice era una ragazza con molti problemi prima di incontrare lui. Thomas. La sua ancora, colui che l'ha salvata. Adesso però devono nascondersi a causa della loro differenza di età e combattere i pregiudizi degli altri. Riusciranno a rimanere uniti nonostante tutto?
Dal testo:
I nostri visi sono davvero contrastanti. Il mio quello di un’innocente bambina dai lineamenti dolci e candidi, ed il suo quello di un uomo con la barba un po’ incolta e gli occhi duri.
Mille le parole sussurrate, quelle dette all’orecchio per paura che qualcuno ci sentisse. Chi sa cosa penserebbe di noi due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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"BEATRICEEE!! Alzati sono le sette e un quarto, tra un quarto d’ora hai l’autobus. Oggi lavoro e non ti posso accompagnare."
Lunedì mattina. Accendo il cellulare e mi arriva un messaggio
 
Cattivo esempio *-*
Buongiorno principessa in bocca al lupo per il compito di oggi. Poi dimmi come va. Ti amo.
 
Sono troppo assonnata per rispondere, ma quel messaggio mi strappa un sorriso anche di prima mattina.
Mi viene in mente la prima volta che ci siamo visti. In effetti ripensandoci il Master come locale è un po’ squallido.
Avevo un jeans attillato, una maglia un po’ scollata nera e i tacchi neri.
Lui si riconosceva a distanza, sempre il più bello. I suoi occhi marroni mi sono piaciuti da subito, forse perché non era quel marrone comune o forse solo perché erano e sono i suoi occhi. Era visibilmente più alto di me. Lui ricordo chiaramente che aveva un jeans ed una maglietta. Sembrava la prima presa a caso dall’armadio per la fretta. Insomma un po’ come facciamo noi ragazze.
Mentre si avvicinava non indugiava un solo minuto sul mio corpo guardava sempre e solo il mio viso, anche quando mi parlava.
"Ciao. Piacere Thomas."
Mi porse la mano, gliela strinsi. Ora che era più vicino osservai i suoi capelli: aveva una cresta non eccessivamente alta che cambiava continuamente colore per via delle luci. Poi vidi bene, erano  marroni, color cioccolato. Il colore nei nostri capelli era ed è uguale.
"Ciao. Piacere mio, Beatrice."
"Vuoi qualcosa da bere?"
"Nono grazie. Poi devo guidare."
"Se vuoi ti accompagno io!"
"Ma se non ti conosco neanche."
Sorrisi e lui rimase incantato con lo sguardo sulla mia bocca, come avesse visto il paradiso.
"Invece ti conosco: so che ti chiami Beatrice, hai un paio d’occhi che sembrano neri e i capelli castani. Poi hai un sorriso da far impazzire anche chi è sano di mente."
Mentre parlava divenni rossa.
"Vuoi ballare?"
"Sisi."
A metà ballo distolse i suoi occhi dal mio sguardo e mi guardò per intero.
Tornammo al banco e su un tovagliolo mi scrisse il suo numero. Feci lo stesso.
Infine aggiunse: "Mi farò sentire molto presto, penso che il tuo profumo mi creerà dipendenza."
Come aveva fatto a sentire il mio profumo in tutto quel mix di odori? Mi si era avvicinato solo per un secondo eppure in quel nano secondo aveva colto tutto.
Risi un’ultima volta poi se ne andò. In quel istante arrivò Marta: "E quello chi era?"
"Thomas. L’ho appena conosciuto. Ci siamo scambiati i numeri di telefono."
"Wow. Era proprio carino." mi fece l’occhiolino. "Sai se ha anche un amico questo Thomas?"
Risi. "Non lo so. Se c’era non me lo ha mostrato. È stato davvero carino. Spero di risentirlo. Era davvero dolce."
"Non ti innamorerai mica di lui Beatrice?"
"Ma non lo conosco neanche."
"E se lo conoscessi?"
"Non lo so. Sai sembrava un ragazzo molto stronzo. Mi pare di conoscerlo. Ho già sentito il suo nome."
"Non sarà mica l’unico Thomas in tutta Milano."
"No non dico quello, ha anche un volto conosciuto."
"Non lo so. Che ne dici torniamo a casa? Ricordati che devi accompagnarmi."
"Va bene. Andiamo."
 
 
 
"Beatrice ci sei? Hai sempre la testa fra le nuvole." Mamma mi richiama alla realtà.
"Si mamma ci sono."
"Bea mi devo scusare per ieri sera."
"Tranquilla mamma, non fa niente." colpo di scena: mia madre che si scusa per come si è comportata. Non me lo sarei mai aspettata. Allora è vero che la notte porta consiglio.
"E invece fa. Se a te fa stare bene e se pensi che starete bene insieme allora portalo qui. Solo che d’avanti agli altri non penso che potrete baciarvi."
"Si mamma. Sarà tutto così, solo che tu capirai che non è un cattivo ragazzo. Una domanda mamma, ieri sera avevi uno sguardo freddo come se sapessi qualcosa che io non sapessi."
Il momento della verità, mi dirai mai quello che pensavi ieri sera?
"No, stavo solo pensando a come risponderti. E poi se ci fosse qualcosa che riguarda lui che io so, bhe dovrebbe dirtelo lui."
Cavolo. Allora c’è qualcosa che non so.
"Ok. Io vado se no perdo l’autobus."
"Ci vediamo a pranzo. A dopo."
"A dopo mamma. Ciao."
Mi metto le cuffie nelle orecchie per il momento non voglio sentire nient’altro che la mia musica.
Marta mi aspetta alla fermata dell’autobus e io sono di nuovo in ritardo.
"Ciao Marta. Scusa per il ritardo, mamma mi ha bloccato a parlare di Thomas."
"Tranquilla Bea. Allora ci sono novità?"
"Ha detto che vuole conoscerlo. Finalmente, così capirà che è un bravo ragazzo."
"Finalmente questa lotta tra te e tua madre finirà."
"Infatti. Non vedo l’ora."
Arriva l’autobus. Saliamo e facciamo tutto il resto del viaggio in silenzio. A volte mi chiedo cosa pensano gli altri e mi piacerebbe leggerli nel pensiero. Ma non si può, vedere Marta con quello sguardo come per dire che qualcosa non andava bene e non poter sapere a cosa stava pensando era una tortura.
"Marta tutto apposto?!"
"Si. Ieri sera ho sentito Francesco."
"E…?"
"E niente. Abbiamo parlato di Robert e secondo lui dopo tutto quello che mi ha fatto dovrei lasciarlo."
Non mi stupisco bella mia, lui ti ama per davvero e tu dai ancora retta a quel cretino?
"Bhe non è niente che io non ti abbia già detto. Ma detto da lui fa un altro effetto vero?"
"Si purtroppo. È dalla prima volta che l’ho visto che ho capito che sarebbe diventato importante e sapere che io gli piaccio… potrebbe succedere qualcosa no?"
"Si te lo sto ripetendo dal primo istante."
"Lo so, lo so. Ma come faccio a scaricare Robert? È un anno che stiamo insieme. Cosa mi invento?"
"Pensi che ci sia anche da inventare qualcosa? Glielo dici papale papale: tu mi hai tradito e pensi che non lo sapessi, tu mi prendi per culo e io mi sono rotta. Adesso basta. La nostra storia finisce qui. Però Marta abbi le palle di dirglielo in faccia, non fare la vigliacca."
"Tranquilla. Grazie Bea. Poi a Francesco che gli dico?"
"A lui ci pensiamo dopo, intanto dici quello a Robert e per ora limitiamoci a fare il compito."
Iniziamo il test. Me lo aspettavo più difficile. Suggerisco qualcosa a Marta e poi consegno. Vado in bagno e scrivo a Thomas.
 
Ehi cattivo esempioooo! Tutto apposto. Il test era facilissimo. Questa mattina ho parlato con mamma. Si è scusata e ha detto che puoi venire a mangiare da noi. Evviva ti conoscerà e così la nostra lotta infinita finirà.
 
Dopo un minuto mi rispose.
 
Finalmente. Per me posso anche venire stasera, ma non posso fare tardi perché domani devo andare all’università. Devo pur continuare i miei studi, anzi devo rimettermi a studiare e se no come li mantengo quei voti alti? Facciamo questo venerdì? Che ne dici? Poi così sabato usciamo a festeggiare. Una bella uscita a 4: noi e i due futuri piccioncini.
 
 
Hahaha. Per me va benissimo dopo chiedo conferma a mamma ed anche a Marta. Che secchione che sei. Ci sentiamo dopo torno in classe. Ciao Maestro di vita. I love you.
 
 
Ah e poi sarei io il secchione? Tu non messaggi neanche in classe per paura che ti beccano. A dopo piccola. Ti amo anche io.
 
Ritorno in classe. Sembra passata un eternità, invece sono solo cinque minuti. Mi giro e vedo che anche Marta ha consegnato.
"Marta… Marta." sussurro per non farmi sentire dal professore.
"Dimmi"
"Sabato sera. Io, te, Francesco e Thomas a festeggiare perché venerdì sera il mio bad boy viene a mangiare a casa. Che ne dici?"
"E se festeggiassimo anche perché mi sono lasciata con Robert?"
Un sorriso si aprì sui nostri volti.
"Sarebbe… wow… prima però passi da me ci vestiamo e ci facciamo belle."
"Ovvio. Impazziranno."
 
"BEATRICE E MARTA! Silenzio stiamo facendo un compito. Che ne dite anche un bel the con i biscottini?"
"Ci scusi prof."
Diciamo contemporaneamente mentre ridiamo sotto i baffi.
Immaginai cosa sarebbe potuto succedere sabato non accorgendomi che è arrivata l’ora di tornare a casa. Prendo l’autobus da sola perché Marta deve parlare con Robert. Apro la porta di casa e vado direttamente da mamma per chiederle di venerdì sera.
"Mamma, ne ho parlato con Thomas e lui vorrebbe anche venire questa sera solo che domani deve andare all’università. Che ne dici di venerdì sera?"
"Va bene. Che studia all’università?"
"Chimica. Quest’anno finisce e poi cerca lavoro."
"Non mi avevi detto che andava all’università."
"E ti dirò di più, prende sempre il massimo quando fa i test."
"Wow, non… non me lo sarei mai aspettato."
"Esatto. Vedi ti dicevo che non lo conoscevi."
"Va bene ho capito. Dai che mangiamo."
Mamma cucina benissimo così non ci penso due volte e mangio molto velocemente. Finito di mangiare tolgo la tavola e la aiuto a lavare i piatti. Finito vado in camera e faccio i compiti.
Appena chiudo il libro mi chiama Thomas.
"Ciao Bea. Oggi esci?"
"Veramente volevo andare a correre."
"E se passi da casa mia?"
"Nhaa. Sarò tutta sudata e puzzerò, non è uno bello spettacolo."
"Ma dai. Neanche per un bacio?"
"Per quello va bene così poi ti dico quello che mi ha detto mamma. Io esco tra un quarto d’ora. Sarò da te tra un oretta."
"Va bene a dopo."
"A dopo."
Agganciammo contemporaneamente. Amo correre, è una delle mie passioni. Cosa mi metto? Sono indecisa. Fa freddo quindi non posso mettermi i pantaloncini. Opto per i leggins di cotone una maglietta a maniche corte e una felpa.
"Mamma io vado a correre un po’. Sarò di ritorno fra un paio d’ore perché passo da Thomas per dirgli le novità. Ci vediamo dopo."
"Va bene. Salutamelo."
Sono perplessa dalle sue ultime parole. Come ha fatto a passare dall’odiarlo al provare simpatia? Qui c’è qualcosa di strano.
"Certo. A dopo."
Faccio un po’ di riscaldamento poi metto la musica e parto. Passo per il parco vicino casa e vedo i bambini giocare a nascondino. Giro per la Milano che mi piace, la Milano piena di parchi e persone che si divertono anche se è inverno e bisogna andare a scuola. Faccio un’oretta di corsa e arrivo a casa sua. Suono al citofono.
"Chi è?"
"Beatrice."
Il cancello si apre. Salgo le scale sfinita e appena entro mi butto sul divano senza neanche salutarlo.
"Certo che puoi entrare. Sisi tutto bene e ciao anche a te."
"Si scusami. Sto per morire. Mi porti un po’ d’acqua? Era da un bel po’ che non correvo così tanto. Vero che al ritorno mi accompagni tu?"
Fare 7 km di corsa senza mai fermarsi per me è diventato davvero stancante. Era da un paio di mesi che non correvo e forse oggi dovevo andarci più leggera.
"Va bene come vuoi tu. Lo sai che sei sexy anche con i capelli appiccicati al viso per il sudore?"
Ridiamo.
"Smettila. Sai una cosa strana? Mamma mi ha detto di salutarti."
"E cosa c’è di strano?"
"Che sei passato dall'essere odiato allo starle simpatico solo parlandole dell’università."
"Wow. Questo non me lo aspettavo."
"Forse ho capito. Anche papà era un chimico e forse dicendogli che mi tratta come una figlia le sarai stato simpatico. Sai gli manca così tanto. Anche a me manca tantissimo."
Una lacrima riga il mio volto. Papà se ne è andato quando avevo dodici anni per colpa di un incidente. Per colpa di una persona lui ha dato la vita. Mi manca tantissimo, manca a tutti ma la mamma non so proprio come fa a dormire in quel letto da sola sentendo il vuoto affianco a lei.
"Ehi cucciola no. Qui ci sono io. Non riapriamo le vecchie ferite. Ovvio che ti manca, ma puoi contare su di me se ti serve un appoggio morale o solo per sfogarti."
Mi asciuga la lacrima con il palmo della mano e sorrido.
"Sai gli saresti piaciuto."
"Ovvio con il mio fascino piaccio a tutti."
Mi ha fatto ridere anche mentre stavo per scoppiare a piangere.
"Ma stai zitto che sei bruttissimo!"
"Ah si? Io sono bruttissimo? Allora fremo la bella e la bestia."
Mentre parla si avvicina sempre di più alla mia bocca e poi mi bacia. Lui non chiude mai gli occhi e ultimamente mentre ci baciamo rimaniamo con lo sguardo fisso su di noi.
"Mi raccomando venerdì non scordarti i fiori e fai il gentiluomo. Niente parolacce niente di niente. Tu sei educato, dimostralo capito?"
"Si mamma, tranquilla farò una bellissima figura."
 





Note D'autore
Ciao a tutti! Spero che questa storia vi stia piacendo, mi state facendo molto felice con le vostre visualizzaioni (anche se mi farebbero ancora più felici le vostre recensioni, ma mi accontento). Vi volevo comunicare che mi sto impegnando per pubblicare una volta a settimana, il sabato. Ringrazio lilly 134 che ha recensito lo scorso capitolo. Ora levo le tende gente, baci a tutti e buone vacanze!
   
 
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