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Autore: _A dreamer_    02/08/2014    1 recensioni
“Sai, si dice che gli amori migliori sono quelli che, prima di aggiustarti la vita, te la incasinano...”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Party! Pt.1



[Angy's pov]

Tralasciando il fatto che avevo completamente dimenticato che oggi fosse il compleanno di Matty e che fossi stata invitata più di tre settimane fa, lo stesso giorno in cui conobbi i ragazzi, non avrei mai immaginato di andare ad una festa questa sera, non dopo tutto quello che è successo oggi. Eppure adesso mi trovo qui, nel salone di una villa super lussuosa, circondata da almeno la metà degli studenti della mia scuola che ballano accalcati tra loro, mentre io e Anne facciamo gli auguri al festeggiato che entusiasta scarta il nostro regalo: un orologio d'argento comprato qualche giorno fa durante una delle “sedute” di shopping della mia migliore amica. Dopo averci ringraziato con degli affettuosi baci sulle guance ed averci invitato a prendere qualcosa da bere al “mini” bar rimediato in un angolo dell'enorme stanza ci saluta e si allontana per accogliere gli altri invitati. 
Rimaste sole io e Anne ci guardiamo in giro alla ricerca di qualche faccia piacevolmente famigliare, ma io non presto realmente attenzione alla gente che ho intorno, più che altro penso alle parole di Ellen che, dopo aver voluto sentire il resoconto della mia giornata alquanto movimentata mi ha praticamente imposto di sgomberare la mente e divertirmi, che è quello che ho intenzione di fare se non fosse per il fatto che non ne sono per niente in vena. 
Improvvisamente sento qualcuno afferrarmi per un fianco: è Jason che, probabilmente già reduce di qualche bicchiere di birra, si infila in mezzo a noi.
«Ehi, finalmente ce l'avete fatta!» afferma euforico.
«Ciao Jas.» replico atona, dandogli un veloce bacio su una guancia.
«Che è successo?» chiede, studiando la mia espressione.
Sospiro, pronta a rispondergli che va tutto bene, ma Anne mi precede e parla al posto mio.
«Ha avuto una giornata pesante, ha bisogno di svagarsi un po'.»
«Ah si?» chiede lui, mentre io ringrazio mentalmente la bionda per non avermi permesso di fornire spiegazioni ancora una volta. «Ci penso io!» esclama afferrandomi le mani. Mi solleva le braccia in aria e comincia a ballare a ritmo di musica dinanzi a me, facendo dei movimenti buffi che mi fanno letteralmente sbellicare dalle risate. 
Massì, hanno ragione loro, per questa sera posso benissimo lasciarmi tutto alle spalle e pensare solo a divertirmi.
Finalmente mi sciolgo un po' e mi unisco a lui, dopodichè afferro Anne per i fianchi e imito Jason scatenando le risate di entrambi. Quando dopo svariati minuti i piedi cominciano a farmi male mi allontano un attimo per prendere un drink: mi faccio spazio tra la folla e raggiungo l'angolo bar ordinando un Malibù con ananas, poi mi siedo su uno sgabello libero osservando i miei amici ballare in lontananza. Sorrido istintivamente.
«Non ti ricordavo così bella.»
Quando riconosco la voce il sorriso si spegne all'istante e il sangue mi si gela nelle vene più del ghiaccio nel mio bicchiere. A quanto pare al peggio non c'è mai fine.
«Cos'è, Alexis ti ha mollato e ti è tornata improvvisamente la memoria?» chiedo per poi continuare a sorseggiare il mio drink, non degnandolo di un solo sguardo. Ma lui mi si mette davanti, coprendomi la visuale e costringendomi a guardarlo negli occhi, quegli occhi ambrati che un tempo erano tutto per me.
«Non ci credo, non dirmi che ce l'hai ancora con me per quella storia!» esclama con finto stupore.
Sorrido per il tentativo patetico di mascherare il suo compiacimento, diversamente da come avrei fatto alcuni mesi fa.
«Perchè dovrei?» chiedo innocentemente. «Ognuno è libero di fare quello che vuole, o sbaglio?» Utilizzo appositamente le sue vecchie parole per ribadire il concetto, ma lui non sembra demordere.
«Ero ubriaco, Angy.» mi dice senza nascondere la sua inestinguibile presunzione.
«E con questo? Tralasciando il fatto che non è una giustificazione valida non mi importa più da un pezzo ormai.»
Mi soffermo ad osservare la sua reazione, ovviamente se lo aspettava, ma visto che si passa una mano tra il folto ciuffo castano intuisco che non sa bene cosa rispondermi.
«Allora potresti concedermela una seconda possibilità, non trovi?»
Mi viene irrimediabilmente da ridere, il che lo lascia alquanto sorpreso.
«Credi davvero che dovrei? Io dico di no.» affermo divertita.
«Non ti farei mai soffrire ancora.» Lo sguardo è lo stesso che usava quando cercava di convincermi che a me ci teneva, ma per fortuna poi ho imparato a riconoscere quando mi mentiva. Sarà anche un bravo attore, ma mai abbastanza per ingannarmi una seconda volta.
«Ah, non lo metto in dubbio.» Ironia portami via. «Ma come credo che tu abbia già capito la tua proposta non mi interessa.»
«Come vuoi, però sarà un vero peccato vederti seduta da sola a feste come questa d'ora in poi.» mi dice, pungente come sempre.
«Mi dispiace deluderti, ma d'ora in avanti alle feste a cui verrò accompagnata tu non avrai l'onore di essere invitato.» Adesso sono io ad essere compiaciuta.
«Come?» chiede, l'espressione palesemente confusa, ma non fa in tempo ad ottenere ulteriori spiegazioni perchè Jason gli picchietta un dito su una spalla.
«Non credi che sia giunta l'ora di girarle alla larga ormai?»
«Stavamo facendo solo una chiacchierata amichevole, non c'è bisogno di preoccuparsi tanto amico.»
«Chiacchierata non gradita.» lo correggo.
«Hai sentito la signorina? Fuori dai piedi, Brian.» gli intima il biondo, questa volta più serio.
«D'accordo, come volete, non vi scaldate.» afferma ridendo per poi allontanarsi, senza prima risparmiarmi una delle sue occhiate. Qualcosa mi dice che non è finita qui, anche se lo spero.
«Grazie.» dico a Jason quando finalmente è lontano.
«Figurati, per così poco. E poi ho promesso a Niall di badare a te quando lui non c'è, credo proprio che tenere a freno gli ex ragazzi insistenti rientri nelle mie mansioni.»
«Ma smettila.» Scoppiamo a ridere entrambi e gli scompiglio i capelli, ma una ragazza che non conosco ci interrompe per salutarlo.
«Ti va di ballare?» propone poi afferrandolo per un braccio.
«Ti dispiace?» mi chiede per congedarsi.
«Affatto.» replico felice per lui. «Però dopo dovrai raccontarmi tutto.» gli sussurro velocemente in un orecchio.
«Sicuro. Senti, se quel coglione viene ancora a darti fastidio fammelo sapere e ci penso io, okay?»
«Zitto, va a divertirti!» Lo spingo, sorridendo alla ragazza che ricambia riconoscente.
Rimasta sola cerco Anne con gli occhi e quando finalmente la scorgo in mezzo al tumulto noto che sta ballando con Matty, così ordino un altro drink, questa volta decisamente più forte, tanto che quando butto giù il primo sorso la gola mi brucia leggermente.
A pensarci è abissale la differenza tra Niall e Brian, tralasciando l'aspetto fisico anche caratterialmente sono completamente l'opposto: Niall è dolce, Brian si definiva “poco espansivo”; Niall è divertente, Brian era sempre ironico, di quell'ironia pessima per giunta; Niall è generoso, Brian non faceva mai nulla se non gli tornava in tasca qualcosa; Niall finora si è dimostrato sincero, Brian, seppur a volte innocenti, mi ha detto bugie sin dall'inizio; Niall mi ascolta, mi consola, mi capisce, quando invece crollavo difronte a Brian mi diceva semplicemente che me la prendevo troppo, che ero capricciosa e che dovevo rafforzare di più il mio carattere. L'ho fatto, ma forse troppo tardi. Se vogliamo dirla tutta non ricordo nemmeno perchè ci uscivo, è un bel ragazzo, certo -ma mai quanto Niall -, a scuola è uno dei più popolari, però credo che il vero motivo per cui accettai di diventare la sua ragazza a quei tempi fu il semplice fatto che stavo affrontando uno di quei periodi un po' bui della mia vita, mi sentivo sola, inutile ed incompresa e mi serviva aiuto, un aiuto che alla fine lui non mi ha mai dato. Peccato che ci si rende conto di avere affianco la persona sbagliata sempre quando questa oltrepassa il limite, infatti quando poi l'ho lasciato mi sono sentita decisamente meglio; si, all'inizio mi è pesato, ma non ho mai sentito la sua mancanza perchè ad essere sincera non l'ho mai amato veramente, avevo bisogno di un appiglio, quel genere di appiglio che solo dopo ho capito di essere l'unica a potermi dare.
Finito di bere mi alzo per fare un giro in mezzo alla pista e comincio a guardarmi intorno alla ricerca di qualche viso conosciuto, ma non incontro nessuno a parte Crystal, la sorella di Brian, che mi lancia la sua solita occhiata inquisitoria prima di tornare a ballare con le sue amiche. La ignoro e continuo la mia perlustrazione fermandomi solo quando il volume della musica finora piuttosto gradevole si alza leggermente. Le prime note di una nuova canzone che mi piace molto iniziano a rimbombare nelle casse e, forse anche perchè sono un po' brilla, mi metto a ballare da sola in mezzo agli altri.

“Voglio il tuo corpo, non me ne andrò senza.
Quindi riscalda la festa, mi sento una ragazzaccia.
Stammi vicino, sarò tutto ciò di cui hai bisogno.
Non negare quello che vuoi, piccolo.
Voglio il tuo corpo, sei reale come il fuoco.
Semplicemente vieni con me, vieni con me.
Stanotte semplicemente lascia correre.
Tutto ciò che voglio sei tu.
Migliaia di sfumature di blu che danzano nei tuoi occhi.
Stanotte io lascerò correre. 
Voglio soltanto essere, tenerti stretto a me, mentre danzo nei tuoi occhi.”


All'improvviso un ragazzo si avvicina a me e mi invita timidamente a ballare, declino la proposta con un sorriso e mi dirigo per l'ennesima volta verso l'angolo bar ordinando una birra per rinfrescarmi. Cerco Anne con gli occhi, ma quando comincia a girarmi la testa ci rinuncio e decido che per adesso preferisco restare da sola. Sospiro e mando giù il liquido dorato, so bene che dovrei smettere, ma per stasera non m'importa. Stasera voglio lasciar correre, anche se ho già bisogno d'aria.


[Harry's pov]

A volte io stesso dimentico quanto sia relativamente facile la vita quando sei Harry Styles: entrata assicurata ad ogni tipo di festa, a volte anche gratis, "amici" in ogni parte del mondo, bodyguard sempre pronti a renderti intoccabile, autisti che ti scarrozzano ovunque vuoi se non hai voglia di prendere l'auto, managers che anche se ti rimproverano continuamente sono capaci di tirarti fuori dai guai meglio di come farebbe un padre, dei compagni di band meravigliosi che puoi considerare come tuoi fratelli - nel mio caso quelli che non ho mai avuto -, la possibilità di viaggiare in tutto il mondo in un arco di tempo praticamente nullo, migliaia di ragazze che ti supportano ed altrettante disposte a tutto pur di attirare la tua attenzione. Una di queste è sopra di me, adesso. Non credo sia una nostra fan, ma ha tentato di abbordarmi da quando ho messo piede in questo locale e, se prima ero troppo affranto per considerarla, ora sono decisamente troppo sbronzo per mandarla via.
Le sue labbra premono con foga sulle mie mentre le sue mani vagano nella scollatura della mia camicia che ha precedentemente sbottonato, io la ricambio a malapena, le braccia distese lungo lo schienale del divanetto in pelle su cui sono seduto, troppo deboli e demotivate per tirarla ulteriormente verso di me; non che non sia carina, anzi, sarà una modella o qualcosa di simile, ma ad essere sincero non so nemmeno quale sia il suo nome. A dire il vero non so perché sto continuando ancora con questa farsa, ciò che sto facendo non mi trasmette alcun tipo di sensazione piacevole e a dirla tutta mi sento quasi disgustato da me stesso, ma evidentemente lo stato di ebrezza/delusione in cui mi trovo non aiuta affatto. La sto usando, è vero, e per quanto ciò non rientri nella mia indole non riesco a smettere. Voglio illudermi che così riuscirò a dimenticarla almeno per qualche ora, ma la vocina della mia coscienza non fa altro che ricordarmi che non sono queste le labbra che voglio su di me, sulle mie labbra, sul mio collo... Vi prego, fatela stare zitta.
Improvvisamente sento qualcosa vibrarmi in tasca e solo dopo un po' realizzo che si tratta del cellulare. Mi scosto velocemente dalla ragazza e tiro quasi un sospiro di sollievo quando finalmente constato di esser ritornato a respirare autonomamente. Non appena scopro chi è il mittente della chiamata allontano la ragazza dalle mie gambe facendola tornare in piedi, come se lei potesse vedermi sul serio. Divorato dal senso di colpa e risvegliato dal trance come se mi avessero gettato un secchio d'acqua ghiacciata addosso, ignoro spudoratamente l'espressione di disappunto della rossa davanti a me e rispondo.
Perchè mai Angy dovrebbe chiamarmi a quest'ora, dopo tutto quello che le ho detto?
Non mi lascia nemmeno il tempo di elaborare qualcosa nella mia mente che attacca a parlare, e sinceramente gliene sono grato perchè non avrei proprio saputo da dove cominciare, non ha sbagliato affatto quando ha detto che mi stavo comportando da bambino.
«Sei stato cattivo con me, Harry.» Ci metto un po' ad interpretare le sue parole e quando finalmente ci riesco l'iniziale senso di colpa lascia il posto alla preoccupazione: è ubriaca, molto più di me. La sua voce parla chiaro.
«Angy, dove sei?» chiedo agitato, scattando in piedi in un attimo.
«Vicino ad una piscina, c'è tanta gente, non ne ho idea.» Poi scoppia a ridere.
«Devi dirmi la tua posizione esatta, altrimenti non posso venire ad aiutarti!» urlo cercando di sovrastare la musica.
«No, non voglio che tu venga qui.» afferma cantilenando, per poi fare una piccola pausa. «Volevo solo dirti che non ce l'ho con te, io ti voglio bene e mi manchi tanto. Rivoglio il mio Harry.»
Le manco davvero? Nonostante il mio pessimo modo di comportarmi?
«Dimmi dove sei, ti prego.» Mi accorgo solo ora di avere le guance bagnate, ma non m'importa.
Attendo impazientemente una sua risposta, ma quando scosto il cellulare dall'orecchio mi accorgo che ha riattaccato. Lo rigetto violentemente in tasca e mi dirigo verso l'uscita quasi correndo, ricevendo un “Ehi” di disapprovazione dalla ragazza che ho lasciato dietro di me. Non me ne curo affatto, ho altro di ben più importante a cui pensare.
Entrando in macchina provo a richiamarla più volte, ma scatta sempre la segreteria, così mi appiglio all'ultima speranza che mi è rimasta e chiamo Liam.
«Ehi Haz!»
«Lee, puoi darmi il numero di Anne per favore?»
«Cosa devi fa...» 
Non lo lascio finire la frase. «Ti prego, è urgente.»
«Va... Va bene. Te lo mando via sms.»
«Sbrigati!» E riattacco.
Mentre aspetto metto in moto l'auto e quando dopo pochi secondi mi arriva il suo messaggio compongo immediatamente il numero. Al quinto squillo, dopo aver imprecato diverse volte, ottengo una risposta.
«Pronto!» Sembra che vada di fretta.
«Anne, sono Harry!»
«Harry chi?» chiede affannata.
«Cazzo, Styles! Dov'è Angy?!»
«È qui con me, stiamo uscendo adesso. Tu come fai a...»
«Mi ha chiamato lei.» la interrompo. «Dove siete? Vi riaccompagno a casa io!»
«Tranquillo, ci pensa Jason. È qui con noi.»
«Dove abiti? Ho bisogno di vederla.»
«Harry, non penso che sia il caso di infierire oltre, l'hai già turbata abbastanza.»
Le sue parole mi trafiggono come lame, ma non mi arrendo.
«Ti prego, ho bisogno di sapere che sta bene. Cinque minuti e me ne vado.»
C'è un interminabile attimo di silenzio, poi sento un sospiro.
«E va bene, ma solo cinque minuti! Casa mia è nella via parallela alla sua, numero quattordici.»
«Grazie.» affermo prima di riattaccare ed accelerare notevolmente.


**********


Quando raggiungo l'abitazione che mi è stata indicata noto subito che Jason e Anne sono appena arrivati. Mentre si affrettano a recuperare Angy io parcheggio dietro di loro e mi fiondo ad aiutarli; la afferrano entrambi per un braccio e nel vederla scendere dall'auto con la faccia completamente stravolta e l'andatura barcollante non posso fare a meno di sentirmi nuovamente in colpa... e maledettamente impotente. In seguito i suoi occhi si soffermano sui miei, e lo giuro, mai prima di questa sera mi erano sembrati così vivi, così belli, pensare a quanto mi piacerebbe se mi guardassero così come guardano Niall è più forte di me. 
Quando si incamminano verso la porta d'ingresso Jason mi fa un leggero cenno con il capo, invece Anne mi guarda quasi con compassione. Non appena si accorge che li sto seguendo Angy sussurra qualcosa che non riesco a comprendere e una volta arrivati dinanzi alla porta il ragazzo si rivolge a me.
«Ci pensi tu a lei?»
Annuisco. «È in buone mani.»
«Bene.» afferma invitandomi a prendere il suo posto, cosa che faccio immediatamente. «Allora io vado, ci sentiamo domani Anne.»
«Certo, certo.» replica quest'ultima mentre fruga furiosamente nella sua borsetta alla ricerca delle chiavi.
Il biondino si allontana ed io soffermo il mio sguardo sulla ragazza al mio fianco. Dio mio, nonostante la situazione rimane comunque bellissima, fa venir voglia di uccidere chiunque si azzardi anche solo a guardarla vestita così.
«Ti avevo detto di non venire.» sussurra sulla mia spalla, appoggiandosi ad essa.
«Non ti avrei mai abbandonato in una situazione simile.»
Sorride, chiudendo gli occhi. «Sto bene, mai stata meglio.»
Finalmente Anne riesce ad aprire la porta e non appena siamo all'interno della casa mi indica il divano, aiutandomi a farla sedere.
«Non è vero, non stai bene. Ed è tutta colpa mia.» Sospiro, abbassando lo sguardo.
«Non è tutta colpa tua.» mi corregge la sua migliore amica, appoggiandomi una mano sulla spalla. «Oltre ad aver litigato con te ha discusso anche con James. Inoltre sono venute fuori delle foto con Niall e il padre l'ha scoperto, quindi ha litigato a morte anche con lui.»
«Che cosa?!» sbraito tanto stupito quanto arrabbiato. Arrabbiato con me stesso, per non essere stato lì con lei a sostenerla e per aver addirittura contribuito a farla stare peggio.
«Proprio così, quindi come vedi non è tutta colpa tua.»
Torno a guardarla, ma lei si sta togliendo le scarpe.
«Il padre sa che è qui da te?»
«Sì, gli ha lasciato un post-it. E per fortuna i miei sono via per due giorni e mia sorella è dal suo ragazzo, altrimenti ci saremmo ritrovati in un bel guaio.»
«L'avrei fatta venire da me.» le dico perso nei miei pensieri.
Di colpo sento qualcosa afferrarmi per il collo e inaspettatamente mi ritrovo in ginocchio, tra le braccia di Angy. Sta... Sta piangendo.
«Mi dispiace davvero tanto Harry!» esclama stringendomi a sé.
È qui, è questo il posto in cui voglio stare.
«Bene, a quanto pare avete bisogno di chiarire, io vado di la a prepararle un caffè.» afferma la bionda prima di dirigersi verso quella che molto probabilmente è la cucina.
«Mi prendi in giro? A te dispiace?» chiedo stringendola a mia volta, assaporando dopo tanto tempo il suo profumo paradisiaco. «Sono io l'idiota qui, ricordi?»
«Già, lo sei, ma ti voglio bene comunque.» 
Mi stacco malvolentieri da lei per guardarla negli occhi e notando che sta ancora piangendo mi metto ad asciugarle le lacrime una ad una.
«Ti prego, basta piangere. Sono qui, sono qui per te. Il tuo Harry è tornato e non ti lascerà mai più. Sono stato un vero e proprio egoista, volevo o tutto o niente, mi sono reso conto troppo tardi di non poter vivere senza di te. La tua amicizia mi basta, mi basterebbe anche averti vicino senza che tu mi rivolga affatto la parola per star bene. Io... avevo paura di averti persa per sempre, non me lo sarei mai potuto perdonare.» Scappa qualche lacrima anche a me e lei mi stringe di nuovo, ma subito dopo si scosta bruscamente e sbarra gli occhi.
«Devo... Devo andare.» mi dice prima di alzarsi e correre verso una porta che contiene presumibilmente il bagno. La raggiungo subito e faccio appena in tempo ad afferrarle i capelli che si inginocchia a terra e comincia ad espellere tutto l'alcool ingerito nel water. 
Sarà una lunga notte, ma non mi importa affatto. Finalmente potrò riaverla al mio fianco, forse non come vorrei, ma almeno come amica.


[Niall's pov]

«Se non risolverai questa situazione entro una settimana Horan, sappi già da ora che ce ne occuperemo noi. E non penso che la cosa ti convenga.»
È da diversi minuti ormai che discuto con uno dei manager della mia situazione con Angy, sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato ma non pensavo che mi avrebbero messo alle strette in questo modo.
«Si, lo so, ma stiamo insieme da poco e... Insomma, non voglio metterle fretta.»
«E noi non vogliamo avere a che fare con la stampa e con le fan più del dovuto, quindi se pensi che questa ragazza sia quella giusta per te portala da noi e le faremo firmare quel benedetto contratto, altrimenti, se non sei sicuro, lascia perdere e smentisci tutto.»
«Assolutamente no, non smentirò nulla.»
«Bene, allora hai una settimana.»
«Non le farò nemmeno firmare quel contratto, Will. Quando decideremo di uscire allo scoperto approfitterò di un'intervista e dirò tutto alla stampa, nient'altro. Non lascerò che vi impossessiate anche della sua di vita.»
«Non ti conviene metterti contro di noi ragazzo, lo sai.»
«Ah si? Perchè, cos'ho da perdere? Chi è che ci guadagna qui? Sempre e solo voi, ma vorrei che non dimenticaste chi è che vi paga, e quelli siamo noi. Se non vi ubbidisco cos'è che mi vietereste, la mia carriera? Avete il libero arbitrio solo su quella, ma attenzione, potrei essere io a decidere di togliervela di mano e a quel punto sarebbe da rivedere cosa conviene a chi.»
C'è un attimo di silenzio, so di aver colpito nel segno.
«Fai quello che ti pare, poi però non venire a piangere da noi.»
«Non succederà, state tranquilli.»
Riattacco, tanto infastidito quanto soddisfatto. L'accordo era che noi prendevamo le nostre decisioni e loro le coordinavano, non che facessero entrambe le cose loro secondo i criteri che credono siano giusti. Un patto è un patto. Se pensano che la mia ragazza possa essere un'approfittatrice non hanno nulla di cui preoccuparsi, ho capito sin dal primo giorno che non è quel tipo di persona.
Afferro le chiavi dell'auto dalla tasca dei jeans ed esco di casa diretto verso l'indirizzo che mi ha dato Angy ieri sera; non vedo l'ora di rivederla, deve essere stravolta da tutta questa storia delle foto e del padre, metterle altre pressioni è l'ultima cosa che voglio. Desidero solo passare un po' di tempo con lei in santa pace, farla divertire, vederla ridere e sgomberarle la mente dai pensieri come meglio posso; so che vuole sembrare forte, che non vuole mai far pesare i suoi veri stati d'animo agli altri, ma io più di chiunque altro conosco bene i suoi limiti e so per certo che ha raggiunto il suo. Quindi ha bisogno di me, ed io ci sarò, ci sarò sempre per lei, in qualunque caso.


**********


Quando dopo una ventina di minuti circa arrivo difronte alla casa di Anne la prima cosa a cui presto attenzione è la macchina difronte alla mia, casualmente uguale a quella di Harry, dopodichè all'orologio: sono in ritardo di cinque minuti, ma non credo che sarà un problema.
Entro nel vialetto identico a quello di Angy ravvivandomi il ciuffo con una mano e una volta davanti alla porta suono il campanello. Viene ad aprirmi Anne, in tuta e più pimpante del solito.
«Oh, ciao Niall. Prego, entra.»
Faccio due passi avanti e le sorrido cercando di ricambiare il saluto, ma lei mi interrompe prima di poterci riuscire.
«A quanto pare casa mia è il ritrovo delle celebrità oggi.» esclama divertita mentre chiude la porta.
«Cosa?» chiedo, confuso. Ma non ci metto molto a capire di cosa sta parlando quando vedo Harry in piedi, appoggiato allo stipite della porta di quella che a prima vista sembrerebbe la cucina.
«Che cosa ci fai tu qui?» chiedo freddo, mentre il sorriso mi svanisce lentamente dal volto.
Mi fissa per un attimo, ma poi abbassa subito lo sguardo verso il pavimento con un'espressione colpevole stampata in faccia.
«Beh, ecco... Ieri sera Angy mi ha chiamato, era completamente ubriaca ed io mi sono precipitato qui ad aiutarla.»
«Che cosa?!» sbraito incredulo, fissando prima lui e poi Anne.
«Sì, è vero.» conferma quest'ultima. «Si è presa una bella sbronza e adesso è ancora di sopra che dorme.»
Mi passo una mano sul viso e tiro fuori un sospiro, poi mi concentro di nuovo su Harry.
«E perchè mai avrebbe dovuto chiamare te?»
«Non lo so, perchè voleva parlarmi, credo. Sono arrivato qui che lei, Anne e Jas erano appena rientrati e l'ho portata subito dentro, mi sono scusato con lei, abbiamo chiarito e poi è andata dritta dritta a vomitare. Quando dopo mezz'ora aveva finito si è addormentata sulla tazza, per cui l'ho portata di sopra ed infine, visto che nemmeno io ero molto sobrio, Anne mi ha proposto di rimanere a dormire sul divano. Ed adesso stavo giusto andando via.»
«Confermo tutto.» afferma la bionda, sorridendo leggermente nel notare che sono visibilmente più tranquillo.
«Ma visto che sei qui», continua Harry, «ci tengo a chiedere scusa anche a te. Mi sono comportato veramente da coglione, lo ammetto, e mi dispiace tanto.»
Il mio volto rimane inespressivo nonostante sia contento che finalmente abbia capito, così si acciglia leggermente facendo il labbruccio.
«Mi vuoi ancora come amico?» chiede facendomi scoppiare a ridere.
«Certo che si, vieni qui idiota.» Mi abbraccia come solo lui sa fare, in seguito intrappolo la sua testa sotto alla mia ascella sfregandogli un pugno sui capelli.
«Va bene, va bene. Tregua!» esclama cercando di liberarsi, mentre Anne si dirige divertita in cucina.
Lo lascio andare e torno immediatamente serio, ho bisogno che mi assicuri una cosa.
«Posso stare tranquillo con te, vero?»
Ha capito bene che cosa intendo, glielo leggo negli occhi.
«È tutta tua, amico.» afferma, questa volta tutto sembra fuorchè sarcastico.
Sorrido tentando di dimostrargli che gliene sono grato, ma Anne si mette tra di noi interrompendo la nostra conversazione.
«Se avete finito di fare i piccioncini, tieni.» afferma consegnandomi due tazze, una con dell'acqua e una con il caffè. Intuisco all'istante. «E questa è per il mal di testa.» conclude infilandomi una pillola bianca nella tasca dei pantaloni.
«Salendo le scale è nella prima stanza a destra.» mi informa Haz recuperando la sua roba depositata su un tavolo, preparandosi per andar via. «Ci vediamo ragazzi, salutatemi Angy.»
«Certo. Ah, e grazie di tutto.»
«Figurati.» mi sorride e poi esce chiudendosi la porta alle spalle.
Subito dopo mi precipito su per le scale seguendo le indicazioni di Harry e quando finalmente riesco con fatica ad aprire la porta la scena che mi si presenta davanti è di una tenerezza estrema: dorme, rannicchiata su se stessa come una bambina. Indossa ancora il vestito della sera precedente e i lunghi capelli castani completamente spettinati dalla notte le ricadono disordinati sui lati del viso, il trucco è colato del tutto e deve anche essersi passata una mano sugli occhi mentre dormiva perchè il colore si è trasferito anche su una guancia. Trattengo una risata ed appoggio le tazze sul comodino sedendomi affianco a lei; la osservo mentre le scosto delicatamente i capelli dal viso e non posso fare a meno di sentirmi in colpa pensando che si è ridotta così anche un po' per causa mia. Scuoto leggermente la testa decidendo di non pensarci per adesso e mi abbasso su di lei, godendomi la sua bellezza più da vicino; le lascio un piccolo bacio sul naso e sorrido quando la sento mugolare.
«Dormigliona, è ora di alzarsi.» sussurro in corrispondenza del suo orecchio, ma lei fa finta di non sentirmi.
Ah, è così?
Afferro il suo labbro inferiore con i denti e comincio a mordicchiarlo, così dopo qualche secondo finalmente apre gli occhi trovandosi i miei davanti, all'inizio sembra stupita, poi cerca di sorridere.
«Buongiorno amore.» le dico smettendo di torturare il suo labbro carnoso.
«Che bel buongiorno.» afferma mentre distende le gambe e si stira senza ritegno. «Lo voglio più spesso uno così.» 
Rido. «Allora sarai accontentata.»
Sorride anche lei, tornando finalmente a guardarmi. «Come mai ho avuto questo onore?» chiede per poi cambiare immediatamente espressione, ora più confusa. «Aspetta, che ore sono?»
«Le nove e mezza, quasi.»
«Cazzo! Sono in ritardo!» esclama sedendosi di scatto. Grande errore, infatti subito dopo ricade all'indietro sul materasso.
«Porca puttana.» sussurra portandosi le mani alla testa, massaggiandosela energicamente.
«Tieni, bevi questo.» le dico passandole la tazza con il caffè. Solo alla vista si illumina.
Questa volta si solleva più lentamente, strizzando gli occhi per il fastidio, dopodichè la afferra e butta giù un sorso.
«Ieri sera devo aver esagerato un tantino.»
«Cosa che ti avevo chiesto esplicitamente di non fare.» 
«Lo so, mi dispiace.» afferma abbassando lo sguardo sulle lenzuola stropicciate. 
No, non voglio che ci ripensi ancora. 
Le afferro il mento con due dita facendola tornare a guardarmi. «Non ce l'ho con te per questo, è comprensibile che dopo una giornata come quella di ieri tu ti sia lasciata andare un po', solo avrei voluto che chiamassi me anzichè Harry.»
«Non volevo vederlo, non volevo vedere nessuno. So solo che ero furiosa con lui in quel momento, avevo una voglia assurda di insultarlo, ma nel frattempo ho pensato che infondo anche lui aveva le sue ragioni, così quando poi ha risposto non ce l'ho fatta. Gli ho detto due cose confuse che nemmeno ricordo e poi ho riattaccato. È stata Anne a dirgli che ero qui.»
Adesso capisco.
«Non avrebbe avuto senso farlo venir lì, in mezzo a tutta quella gente...»
«Shh.» la interrompo. «Va bene, non preoccuparti.» sussurro ad un palmo dal suo viso per poi tentare di baciarla.
«Emh, scusate.» Anne bussa alla porta, costringendomi ad allontanarmi da lei. «Non volevo disturbare, ecco... Ti ho solo portato i vestiti che hai lasciato qui ieri sera, immagino che ti servano.»
«Direi di si.» afferma guardando il vestito completamente sgualcito che indossa. «Grazie mille amore.»
«Figurati, per così poco.» Li appoggia sul letto e poi si dirige nuovamente al piano di sotto. «Sta arrivando Jason!» esclama dalle scale. «Quello scroccone ha finito i cereali.» aggiunge facendoci scoppiare a ridere.
«Bene, credo proprio che sia il caso che mi prepari.»
Annuisco e, dopo averle dato un bacio a stampo, lascio la stanza per permetterle di prepararsi.


 

SPAZIO AUTRICE:
 
Questa volta il ritardo è stato volontario, ebbene sì.
In primo luogo perchè al capitolo precedente la recensione di quella che per me è una persona molto importante non è ancora arrivata e non mi piaceva l'idea di lasciarla indietro, ma come autrice so bene che devo essere equa con tutti i miei lettori e so cosa state pensando, non lo sono stata affatto, ma c'è un motivo: la storia sta perdendo il suo iniziale successo sempre di più, e so che la colpa è innanzitutto la mia e dei miei ritardi, ma vorrei anche che capiste che un'autrice non si sente stimolata se nessuno apprezza ciò che scrive. Com'è che chi segue questa storia non diminuisce, anzi, aumenta, ma non arriva nessuna recensione? Al capitolo precedente per esempio ne ho ottenuta solo una, ma non è nemmeno quello il problema. Non è per le recensioni, ognuno è libero di scegliere se lasciarne oppure no, ma per me sono un modo fondamentale per capire se sto facendo un buon lavoro e non ricevendo alcun parere, né in positivo né in negativo, mi è inevitabile pensare che questa storia faccia schifo.
Ditemi voi cosa fare, la storia non vi piace più? Volete che la elimini?
Non sono assolutamente qui per persuadervi a recensire, non voglio l'elemosina, se dovete farlo voglio che sia perchè lo volete, io ci tenevo solo che sapeste che per me la vostra opinione è importante e mi piacerebbe conoscerla di più, come succedeva nei primi capitoli.
Detto questo vi saluto.
Se avete bisogno di qualsiasi chiarimento sulla storia non esitate a chiedere, io sono sempre qui per voi.
Un grande abbraccio a chi legge ancora le mie boiate, ve ne sarò sempre grata.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, mi è costato infrangere la mia promessa e non pubblicarlo subito, sappiatelo.

Lots of love to everyone of you,
Angy xx
 
  
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