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Autore: JustNatt    03/08/2014    1 recensioni
Entrambi erano usciti da poco da relazioni serie distruttive che li avevano resi paurosi ed incapaci di provare un forte affetto nei confronti di altre persone. Ma la forza che lei aveva nel cuore era l'unica cosa che riusciva a mandarla avanti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LL Them

- Hai qualcosa da dirmi?
- No, dovrei?
- Non so, mi guardi in maniera strana da venti minuti
- Te lo stai sognando, io non sto facendo proprio nulla, non ti guardo in nessun modo e mai lo farei
- A me invece sembra di sì, ma forse mi sto sbagliando
- Sì, fidati, ti stai sbagliando di grosso e piantala di parlarmi
- Senti io finisco qui e ti lascio fare lezione in pace, ho capito che oggi non è aria
- Non è che non è aria, semplicemente sono stanco, ho lavorato un sacco e non mi va molto di parlare, chiaro?
- Chiarissimo, stai molto calmo però, nessuno ti ha detto niente per cui fare una filippica

Stettero fermi per almeno un'ora di lezione senza guardarsi o parlarsi più. Nessuno dei due aveva intenzione di rivolgersi lo sguardo e finirono per andarsene ad orari diversi ed in direzioni diverse dopo due ore da quella litigata. Lei suonò male e distrattamente, lui invece preso dalla rabbia decise proprio di non fare lezione e di uscire e rientrare in continuazione, finchè di botto prese la borsa dall'appendiabiti e se ne andò sbattendo la porta. Quando anche lei uscì dall'aula una fievole lacrima le rigò il viso e la tenera guancia, quasi non se ne accorse finchè gli occhi non iniziarono a pizzicarle talmente forte da constringerla a chiudersi in bagno singhizzando e lasciando cadere dal viso fiumi di lacrime. Quale fosse il motivo di tanta sofferenza ed ostilità fra i due lo sapevano solo loro. Chi mai si sarebbe aspettato che da tante promesse fatte pochi mesi prima si sarebbe arrivati invece a litigare così e a non parlarsi più se non per sputarsi addosso colpe ed insulti? Lei l'illusa. Lui il codardo. Una coppia che sarebbe stata tra le più disparate e invece non era neanche iniziata che già era andata a finire in maniera altrettanto disparata.

Quattro mesi prima

- Non devi dire niente a nessuno, promettimelo
- Sarò muta, non fiaterò, ma sbrighiamoci, sono già le tre e un quarto di notte, tra cinque ore dobbiamo svegliarci, a ridere e scherzare con gli altri si è fatta una cert'ora
- Tranquilla che riusciamo a fare tutto ma te l'ho detto, io non posso rimanere a dormire lì con te, gli altri potrebbero sospettare qualcosa
- La camera dell'hotel ce l'ho solo per questa notte, ne vogliamo approfittare o no? Poi quando ci rivedremo? Ad ottobre?
- Non dico che non dobbiamo usarla a pieno, solo che io non me la sento di rimanere lì con te fino a domani mattina e comunque i giochetti nell'aula oggi pomeriggio vedo che non ti sono bastati, ti hanno agitata invece eh
- Cretino, stai zitto, mi sembra ovvio...Anche tu però non scherzi mica ma per stasera fai tu, io più che dirtelo non posso obbligarti
- Sai che vorrei ma non posso proprio rimanere
- Va bene, ora sbrigati, andiamo

Arrivarono all'hotel che distava pochi passi dal corso centrale della cittadina dove stavano, presero le chiavi della stanza e di corsa in silenzio salirono le scale, entrarono nella camera e nel giro di pochi minuti si ritrovarono sdraiati sul letto avvinghiati l'uno all'altra. Si immersero in una foga di baci, carezze, fino a giungere a momenti colmi di affanno e piacere che speravano durassero più di pochi minuti e una volta finito tutto, presero giusto un po' di fiato e ricominciarono per la seconda volta. Terminata anche quella si abbracciarono per poco sul letto insieme. Lei prese dal comodino il pacchetto delle sigarette, si infilò al volo una camiciona addosso ed uscì in balcone a fumare mentre lui stava beatamente sdraiato sul letto. 

- Un impiccio tranquillo, eh? - Disse lui con il suo solito far da spiritoso
- Certo - rispose lei convinta, ma in cuor suo sapeva bene che quella notte insieme significava un po' di più di un semplice impiccio e continuò - insomma, da quant'è che dura questa storia? - chiese con un sorriso quasi fosse misto con un ghigno
- Quale storia? - rispose lui, tintinnante
- Da quanto ti interesso?
- Seriamente?
- No per gioco, certo che seriamente
- Da un po'... E te?
- Da un po' quanto scusa?
- Diciamo un mesetto e mezzo
- Wow, addirittura, non pensavo, o meglio non me lo hai mai fatto notare...
- Già, sono bravo in queste cose. Ora rispondi tu alla mia domanda
- Mmh, diciamo tre mesetti, ma roba che non pensavo si arrivasse a tanto
- Ah no? E perchè?
- Boh non ti facevo tipo da cose del genere... Ti ho sempre visto molto riservato, timido
- Ti sbagliavi, non mi conosci abbastanza, per tua fortuna
-
Allora stanotte rimani qui e lascia che io provi a conoscerti
- Non ne vale la pena in una notte, e sai che non posso
- Dai veramente non rivestirti e non andartene, almeno fino alle sei rimani qui
- No, potrei addormentarmi e ho voglia di svegliarmi nella mia stanza di albergo domani mattina
- Una scusa migliore non potevi inventarla eh
- No sono serio, non mi va di restare qui perchè ho sonno e preferisco il mio letto, ma sai che rimarrei se potessi
- Tu puoi benissimo, ma te lo vieti
- Va bene, hai ragione, ma ora vado, tu dormi, ci vediamo a lezione domani
- Dai, per favore, non ti sto chiedendo il mondo
- Dormi, buonanotte, a domani
- Sì, a domani...
- Non fare l'offesa che ci rimango male
- Non sono offesa, davvero, vai, notte
- Notte

La porta della stanza si chiuse, lei  lasciò correre per quella sera, addormentandosi con l'idea che ce ne sarebbero state altre situazioni simili in seguito, che forse per quella notte poteva andare bene così. La mattina si svegliò di corsa, andò a lezione e già lì notò che incrociando lo sguardo di quello che era stato la sua 'conquista' la notte prima, quella scintilla che le aveva riempito il cuore distrutto ormai da tempo, non era più forte come nei giorni precedenti. La settimana finì, entrambi tornarono alle proprie vacanze senza neanche salutarsi decentemente come amici normali, niente, 'è stata una cosa buttata lì' continuava a ripetersi lei vedendo il comportamento di lui quando stavano con  gli amici. Lei decise di non abbattersi e si ripromise due cose: tentare fino all'ultimo sforzo di convincerlo ad avere un approccio diverso e più positivo verso questa loro relazione, oppure di lasciar stare e rimanere amici come si erano ripromessi di fare nel caso non fosse andata come speravano. Entrambi erano usciti da poco da relazioni serie distruttive che li avevano resi paurosi ed incapaci di provare un forte affetto nei confronti di altre persone. Ma la forza che lei aveva nel cuore era l'unica cosa che riusciva a mandarla avanti perchè nelle settiamane seguenti si sentirono reciprocamente solo attraverso messaggi, mai neanche una chiamata. A lei serviva molto parlare con qualcuno, soprattutto se quel qualcuno era l'unica persona che nell'ultimo periodo era riuscita a regalarle di nuovo un sorriso. Purtroppo però era sempre lei a cercarlo, e non c'era modo di sbrogliare la situazione, tutto era un peso. Non poteva obbligarlo a fare cose che non voleva fare per paura, ma doveva almeno convincerlo che lei non era come le altre, lei ad una persona era capace anche di donare tutto il cuore e l'anima se lo reputava necessario. Ma lui  non voleva capire, voleva continuare con la scusa dell'impiccio tranquillo, ponendolo come staccionata tra un'amicizia ed una storia seria, perchè aveva il forte timore di poter soffrire di nuovo. Lei sapeva bene i rischi che si correvano a voler stare o provare a stare con una persona con quel carattere e nonostante tutto ci avrebbe messo tutte le sue forze pur di riuscirci, ma un giorno, presa dallo sconforto decise di provare a chiuderla lì e di rimanere amici nella speranza che lui dicesse di no, e tentasse di cercarla e di convincersi di potercela fare. Non fu così.
Continuarono a scriversi per diversi giorni da buoni amici, ma ogni volta la forza di lei veniva a mancare. Sentiva la sua mancanza, voleva abbracciarlo ed essere abbracciata a sua volta, voleva cambiare la sua idea di relazione seria, voleva essere lei stessa quel cambiamento e continuava a scrivergli che le mancava, e lui riusciva solo a dire che ormai basta erano amici, e che era confuso, e non sapeva bene cosa fare, come comportarsi. Si volevano davvero bene, ma non abbastanza evidentemente. Forse che quella notte in hotel aveva avuto un significato diverso per l'uno e per l'altra? Forse sì, forse no, forse l'idea iniziale era stata la stessa ed entrambi erano daccordo, ma poi le strade si erano divise. Non si trattava di amore, e lei soprattutto sapeva che non si sarebbe mai trattato di amore vero, ma c'era dell'affetto che non poteva risolversi in una nottata di sesso e basta. Doveva esserci qualcosa di più dopo. Lei doveva riuscire a cambiare in meglio quel suo lato, ce la doveva fare, si era fatta questa promessa e nonostante tutto, tra sacrifici, indirettamente, da lontano, doveva farcela. Si stava illudendo troppo forse, ma lui non le stava dando la possibilità. Aveva fatto l'errore di tentare di allontanarlo sperando si riavvicinasse quando in verità lo stava perdendo davvero. Quello sarebbe stato il secondo errore dopo l'averlo perso senza neanche esser riuscita ad avere una chance. Doveva risistemare le cose in un modo o nell'altro, anche se non  poi non sarebbero rimasti insieme come prima. Se c'era una cosa in cui era brava era cambiare e migliorare le persone. Voleva continuare a volergli bene da vicino. Era sicura che un giorno lui l'avrebbe ringraziata, ma quando sarebbe davvero riuscita a riconquistare la sua fiducia, o almeno la sua amicizia? Sarebbe andata a finire davvero male come questo racconto è inizato se lui avesse deciso invece di prendere la strada più giusta e seguirla?







  
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