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Autore: morphological    03/08/2014    7 recensioni
Qualcuno di voi ha mai pensato che Astral potrebbe avere qualcuno che lo aspetta a casa?
O che Vector potrebbe non essere così cattivo come si pensa?
Io sì, ed ecco che cosa ne è venuto fuori!
(per tutti quelli che mi seguono: se divento troppo smiela ta ditemelo, forse potrei smetterla, FORSE...)
DAL TESTO:
Lei si avvicinò lentamente al Bariano e gli intrecciò le dita dietro il collo. Mentre lui le cingeva la vita con un braccio e le accarezzava la guancia con la punta delle dita, quasi a tentare di capire quanto tutto ciò fosse reale.
Il ragazzo appoggiò la sua fronte su quella di lei e chiuse gli occhi- Se sei un sogno, ti prego non sparire nel nulla- la sua voce era un sussurro appena percettibile.
- Non sono un sogno e non sparirò nel nulla- disse lei con un sorriso.
Vector avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza, baciandola dolcemente. Non un bacio appassionato, ma lieve, di chi non si vede per tanto tempo, e per loro di tempo ne era passato fin troppo.
Spero di avervi incuriosito anche solo un po'! se è così non vi resta che leggerla e farmi sapere che cosa ne pensate!!
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Asutoraru /Astral, Bekuta/Vector, No.96 Black Mist/ No.96 Nebbia Oscura, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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19. Labirinto

Malika ascoltò tutto quello che suo fratello e Liah avevano da dire, per quanto le suonasse assurdo, non espresse i suoi dubbi, sapeva che Durbe non le avrebbe mentito in questo modo. Quando i due finirono la loro storia, ci rimase di sasso.  – quindi è per questo che May ha attaccato Liah? Perché non era May, ma Don Thousand? –
- sì, e credimi, questa rivelazione ha sconvolto anche me. Ora però dobbiamo fare in modo da tirarlo fuori da May. – rifletté Durbe.
- non potremo semplicemente fare in modo che Vector la tocchi? – chiese Liah.
- non credo, invece penso che dovrebbe essere May a scacciarlo dal suo corpo. –
I tre sentirono un urlo di dolore provenire dall’altra stanza. Preoccupati, si diressero dove lo avevano sentito, e davanti a loro videro qualcosa di incredibile: May, un occhio rosso e uno viola, che piangeva cercando di far uscire quell’orrido mostro da dentro di lei. La povera ragazza aveva le mani sulla testa e singhiozzi la attraversavano da capo a piedi.
Sakura la guardava sconvolta: non aveva idea che fosse quello l’effetto che faceva disobbedire a Don Thousand. Non aveva idea di come aiutare sua figlia, e questo la mandava in bestia. Rifletté su tutti i suoi poteri, poi venne l’illuminazione, avrebbe potuto fare qualcosa per May, ma aveva bisogno d’aiuto da una persona a lei vicina.
- Andatevene, vi supplico. – disse l’Astrale rosa tra le lacrime. Sentiva un immenso dolore attraversarla da capo a piedi, come se l’avessero messa nell’acido e lasciata li a morire lentamente. Non voleva che facesse del male ai suoi amici, ma non aveva nessuna idea su come sbarazzarsi di lui, erano in trappola. Lei non avrebbe potuto respingerlo per sempre e gli altri non sapevano come aiutarla.
May guardò Vector, che teneva lo sguardo fisso verso un punto lontano, come se stesse pensando a qualcosa. Ma ormai non era più tempo di pensare, era tempo di agire.
Ma il più sconvolto di tutti loro era Astral, che si sentiva in colpa, che voleva fare qualcosa. Ma cosa? Il suo sguardo si specchiò in quello quasi gemello del numero 96, dove percepiva quasi le stesse emozioni, ma in aggiunta la rabbia. Perché Black Mist era arrabbiato, il non poter far niente lo distruggeva, lo rodeva da dentro come un tarlo.
Questa era la cosa più bella di May: per quanto una persona potesse essere cattiva, nessuno dopo averla conosciuta poteva fare a meno di volerle bene; in questo somigliava molto a Sakura, anche se lei negli anni aveva imparato ad ergere davanti a sé una barriera che le impediva di affezionarsi troppo alle persone. Che senso ha, pensava lei, affezionarsi ad una persona se poi sai che la perderai?
Astral era a pezzi, il solo pensiero di fuggire gli faceva montare dentro il ribrezzo: abbandonarla al suo destino? No, impossibile. Anche perché ora non c’era solo la vita di May in pericolo, ma quella di tutti quanti.
- Astral, ho bisogno di te. – disse ad un certo punto Sakura. – So come puoi salvare May. –
Con quelle ultime parole, Sakura si garantì tutta l’attenzione di Astral. – come? – chiese frettolosamente il Numero originale affiancandosi a Sakura.
- avrai bisogno del mio aiuto. – l’astrale dorata fece un movimento della mano e subito apparve una sfera dorata che galleggiava davanti a loro.
- ma sei impazzita!? – esplose senza preavviso Vector –  l’utilizzo dell’energia che serve per questo potrebbe uccidere te, ma anche May e Astral! –
Lo spirito celeste la guardò con uno sguardo che diceva “davvero?”. Al quale lei rispose con un cenno d’assenso. – è la nostra unica possibilità. – affermò, guardando Vector negli occhi come per sfidarlo a ribattere, sguardo che lui ricambiò, anche se nel suo c’era qualcos’altro.
Questo scambio di occhiate non sfuggì a Durbe, che era ancora scettico sul rapporto tra Vector e quell’Astrale. Non riusciva a capire come poteva credere che uno come lui si fosse innamorato, era assolutamente inconcepibile. Lui lo conosceva bene, non di sua spontanea volontà, ma aveva per forza avuto a che fare con lui, e da quello che aveva osservato nel tempo trascorso aveva imparato a capire come funzionava – più o meno – la sua testa. Ponendo queste basi, come poteva credere a questo cambiamento improvviso? Ma sapeva che gli altri avevano imparato a conoscerlo in questo modo, quindi non avrebbe esposto i suoi dubbi ad anima viva, per ora.
- ma ci serve anche un convertitore di energia. Liah – la ragazza citata li guardò sconvolta, ma decise di non proferire parola e, per una volta, fidarsi di qualcuno.
Prese la sfera dorata, che iniziò a pulsare lievemente. – Astral, io posso fare in modo che tu possa comunicare con l’anima di May, ma per farlo ho bisogno che tu riceva un particolare tipo di energia. Quella che produce la mia sfera è pura, quindi il tuo organismo la rigetterebbe, ma Liah, in cui scorre un’energia diversa dalle altre, potrebbe benissimo riuscire a convertirla. –
Ma a Durbe, sempre attento a quali parole venivano usate nelle frasi, non era sfuggito quel condizionale. – potrebbe? Vorresti dire che ci sono possibilità che non ci riesca? –
L’Astrale chiuse gli occhi. – sì, e in quel caso potrebbe farsi molto male. –
Per fortuna Liah parlò prima di Durbe. – se posso fare qualcosa la farò volentieri. – asserì con convinzione.
- metti una mano sulla sfera e l’altra sulla spalla di Astral, fa in modo di sentire quel cambiamento nel flusso che parte dal nucleo centrale e arriva fino a lui. – Liah fece quanto le era stato detto.
All’inizio sembrò non succedere niente. Passarono i secondi, lenti, in attesa. L’unico suono che si udiva erano i singhiozzi di May che lottava contro qualcosa infinitamente più grande e potente di lei, ma poi tutto cambiò; all’inizio venne il silenzio, successivamente una risata, crudele e malvagia che proveniva dalla dolce Astrale rosa,che era ufficialmente diventata la marionetta, il giocattolo di conquista di Don Thousand. Infine, Astral scomparve davanti agli occhi di tutti.
 
Era un luogo alquanto bislacco. I colori erano in continuo movimento, tinte di lievi colori pastello venivano continuamente sopraffatte da rossi e tonalità scure intense, per poi tornare a galla, in un inseguimento che non aveva mai fine.
Improvvisamente, il paesaggio davanti allo spirito azzurro mutò ancora, fino a diventare un enorme e infinito labirinto di siepi, che tuttavia avevano sempre colori assurdi. Astral decise che meno stava in quel luogo, meno rischiava di perdercisi dentro. Sin dalla prima volta che aveva viso l’intrigante gioco delle luci che cercavano di sopravvivere alle tenebre, ne era rimasto incantato, avrebbe potuto rimanere ad osservarlo fino alla morte delle stelle, fino a perdere se stesso.
Si addentrò dentro quello che pareva essere un semplice labirinto, ma appena girò il primo angolo, una parete di siepi si richiude dietro di lui. Non appena se ne accorse, cominciò a capire che forse quella era una prova creata per lui, per vedere se riusciva a trovare May anche dentro un labirinto senza fine. Astral sperò che fosse così.
 
- E noi che cosa dovremmo fare? – chiese Black Mist. – aspettare che Astral faccia tutto quanto e intanto girarci i pollici? – il non fare niente lo uccideva, aspettare di essere vittima degli eventi non faceva per lui. E infondo era proprio Numero 96 che  influenzava gli eventi, non il contrario.
- E per caso hai qualche altra proposta? – anche Malika era nervosa.
- potremo legare il simpaticissimo Dio del mondo bariano prima che si riprenda dalla scarica elettrica, non voglio certo trovarmi con brutte sorprese appena si risveglia. –
In effetti il suo ragionamento non faceva una piega.
- Non posso darti torto, ma dove la vuoi recuperare una corda? – sia per Mist che per la bariana era, incredibile ma vero, rilassante litigare, ad entrambi faceva riprendere la realtà, che sfuggiva troppo spesso.
- Perché non la leghi con tuoi tentacoli, Mistino caro? – quando gli girava, Vector sapeva perfettamente farsi odiare.
Il bariano ricevette un’occhiataccia dal Numero, che cominciava a perdere le staffe. – Non ci penso proprio. E smettila di chiamarmi Mistino, non sono né una cosa dolce né il tuo cane. –
- davvero? E io che pensavo fossi fatto di liquirizia. – commentò l’arancio.
- assaggialo. Io dico che è più carbone di zucchero. – s’intromise Malika.
Durbe alzò gli occhi al cielo e andò a cercare una corda, tuttavia, prima che potesse fare un solo passo, May, o almeno il suo corpo, si rimise in piedi con un sorriso che non prometteva nulla di buono. – credete che basti una piccola sfera a battermi? Poveri sciocchi, dovevate agire invece di punzecchiarvi a vicenda. Ma a volte la vita è così, prima ti regala una fugace scappatoia, e poi la richiude, spedendoti dritto in una trappola come il caro Astral, che in questo momento sta cercando una via per arrivare alla sua fidanzatina, una via che non riuscirà mai a trovare. – da quelle parole si poteva udire la pazzia che occupava la mente di quell’orrido essere e che aveva consumato tutta la sua esistenza, fino a fare di lui un essere spregevole e senza cuore.
- Io invece sono certa che ce la farà. – disse Kotori, mostrando un’incredibile sfrontatezza e forza d’animo. – io ho visto cosa brillava nei loro occhi, io so che cosa hanno passato, non l’ho sperimentato di persona ma l’amore non cambia da persona a persona e il loro è tanto forte che potrà superare anche questo. – la ragazza dai capelli verdi strinse la piccola perla iridescente che le ricordava la sua amica. Non avevano certo passato molti momenti insieme, ma in May aveva trovato un’amica e non l’avrebbe abbandonata, mai.
 
Forse non era passato tanto tempo, ma per lui, sperduto in quel luogo senza tempo e regole, ne era passato un’infinità. Troppo a dire il vero. Doveva assolutamente uscire da lì, in fretta, il problema era che anche per una mente acuta e riflessiva come la sua era un problema trovare l’uscita. Aveva provato con ogni mezzo logico che si poteva utilizzare per uscire da un labirinto qualsiasi, ma non aveva funzionato per niente. Forse perché quello non era un labirinto normale, magari perché per trovare la strada nella testa di May doveva ragionare come lei.
“più facile a dirsi che a farsi”, pensò lui, “ma devo farcela, c’é troppo in gioco”.
All’ennesima svolta vide accanto a sé – più precisamente alla sua destra – una parete con su dipinta una scena che gli era familiare: due esseri Astrali, uno rosa e uno celeste, intenti a parlare in mezzo a un campo di alberi pieni di fiori. A sinistra invece, una scena di caos, piena lampi e persone indistinte e confuse, che correvano in mezzo a degli incendi. Una scena tremenda, che gli mise uno strano freddo nel cuore.
Si rese subito conto che quelli erano ricordi di entrambi, con la sola differenza che da quando la personalità e la mente del Dio bariano si erano infuse dentro May egli aveva usato per possedere May, mentre gli altri erano ricordi importanti per quest’ultima. Mai cercava di guidarlo per portarlo da lei.
Astral seguì la fitta scia di ricordi, recenti o passati che continuava per varie imboccature del labirinto. Le scene erano molteplici, tutte diverse. In Numero Originale rimase colpito soprattutto da alcune di esse, come ad esempio due paia di occhi viola che si incontrano, entrambi l’uno la fotocopia dell’altro. Un tenero abbracci tra madre e figlia. E soprattutto vide se stesso che si chinava per baciare May mentre la teneva tra le braccia. Il ricordo lo stava per sopraffare quando si riscosse e si disse che quella non era un visita con scopi personali, ma per salvare tutto e tutti. Doveva comportarsi con serietà.
Anche questa volta perse la cognizione del tempo mentre osservava cosa aleggiava nella mente dell’Astrale rosa, ma la riacquistò non appena il labirinto finì e si ritrovò davanti una semplice porta di legno con il pomello in lucido ottone. Sembrava una porta come tante, eppure sentiva che era diversa.
Fu solo in quel momento che dubitò della veridicità di quelle immagini: potevano benissimo essere una trappola architettata da Don Thousand per fargli sbagliare strada. Ma ormai era tardi per cambiare idea e tornare indietro, giacché la siepe si era richiusa dietro di lui.
Astral mise la mano sul pomello senza sorprendersi quando scoprì di poterlo toccare normalmente, in fondo era dentro la mente di qualcun altro, tutto era possibile. Astral prese un respiro profondo e aprì al porta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Anglo autrice
Okay lo ammetto: ho allungato un po’. Solo che l’idea del labirinto mi piaceva troppo, non potevo non metterla!!
Ma comunque siamo agli sgoccioli, il prossimo capitolo è l’ultimo, poi c’é l’epilogo insieme coi ringraziamenti (che saranno lunghissimi) per tutti coloro che mi hanno accompagnata in questo incredibile viaggio che è stata questa storia.
Devo dire che non mi aspettavo di riuscire a finirla così presto, e invece eccomi qua! Sono triste all’idea di concluderla, ma l’idea di scrivere il sequel mi elettrizza! Comunque tranquilli: non abbandonerò le altre storie. Ho quasi finito il prossimo capitolo per principessa del destino e so praticamente metà della trama di sembrava un giorno come gli altri.
Purtroppo per un po’ non potrò scrivere, e con un po’ intendo qualche settimana, perciò vi lascerò in sospeso per ancora un po’ di tempo.
Ciaoo!!
 
 

 
  
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