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Autore: Felpato_394    03/08/2014    2 recensioni
Dovete immaginare che tutto abbia inizio un paio di anni fa, nell’estate tra la seconda e la terza media: abbronzate per il sole preso in riva al mare, addosso avete un adorabile costume a pois comprato in Italia da Calzedonia, mentre fantasticate sull’ultima cotta per quel ragazzo che frequentava l’ultimo anno della vostra scuola e che nel tempo libero ripiega jeans da Abercrombie. Siete sul vostro comodo divano, mangiando gelato alla panna con la metà dei grassi e guardate la televisione. Appare il volto di una ragazza. La scritta SCOMPARSA sotto esso. È carina – probabilmente più di voi – e ha un’espressione arrogante negli occhi. Probabilmente penserete: Hmm, chissà se anche a lei piace il gelato alla panna. Sei sicura che pure lei troverebbe il ragazzo di Abercrombie un gran figo. E vi chiedete come sia possibile che qualcuno così…be’, così simile a voi sia scomparso. In effetti, avete sempre pensato che a finire nei notiziari fossero soltanto ragazze da copertina.
Be’, ripensateci.
-Questa storia è ispirata ai romanzi Giovani, Carine e Bugiarde. I personaggi sono quasi tutti quelli che si trovano nei libri o nella serie tv, con l'aggiunta dei 5SOS, è leggermente modificata. Buona Lettura.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Martedì pomeriggio, dopo il suono della campanella, Emily era in piedi di fronte al suo armadietto, su cui erano attaccati gli stessi adesivi dalla terza media – USA Swimming, Liv Tyler truccata da elfa e un magnete con su scritto “farfallina nuda”. Le compagne di squadra le stavano gironzolando intorno.

Vuoi fare un salto da Wawa, Em?”, le chiese Natalie. Natalie era il capitano della squadra di nuoto e lei ed Emily andavano abbastanza d’accordo negli ultimi tempi.

No, sono apposto”, rispose Emily. Dato che gli allenamenti iniziavano alle tre e mezza dopo la scuola, i nuotatori rimanevano alla Rosewood e mandavano qualcuno da Wawa per prendere, tè freddo, barrette di riso soffiato o noccioline caramellate, prima di affrontare un milione di vasche.

Un gruppetto di ragazzi si fermò a salutare Natalie. Spencer Hastings, che l’anno scorso aveva frequentato lo stesso corso di storia di Natalie, fece un cenno con la mano. Emily rispose con un cenno, poi realizzò che stava salutando Natalie, e non lei. Era difficile credere che, dopo tutto quello che avevano passato, ora si comportassero da estranee.

Dopo che se ne furono andati, Natalie tornò a guardare Emily e aggrottò la fronte. “Hai messo la giacca. Non ti alleni oggi?

Uhm”, Emily chiuse l’armadietto e inserì la combinazione. “Sai i due fratelli che ho portato in giro per la scuola sta mattina? Li accompagno a casa, essendo il loro primo giorno!”.

Natalie sorrise. “La dolce Emily che accompagna i nuovi arrivati a casa!”, la prese in giro.

Ma dai! Sarà una camminata di dieci minuti al massimo!”, rispose Emily sorridendo nervosa.

Natalie la guardò, annuendo un po’.

Che c’è? Sto solo cercando di essere carina!

Si, è carino”, rispose lei, sorridendo. Distolse lo sguardo da Emily e lo posò su Casey Kirschner, il capitano della squadra maschile universitaria di wrestling.

Maya e Calum spuntarono un attimo dopo che Natalie era scesa dalle scale laterali, diretta da Casey. Lui indossava dei semplici jeans strappati e una canotta dei Green Day. Lui e Aria sarebbero andati d’accordo, parlando di musica.

Ehi!”, la salutarono in coro.

Lei rise. “Ehi”, disse.

Emily cercò di apparire allegra, ma in realtà non si sentiva a suo agio. Forse avrebbe dovuto semplicemente andare agli allenamenti con Natalie e le altre. Era davvero così strano accompagnare Maya e Calum a casa?

Pronta?”, chiese Calum.

Emily annuì.

Attraversarono il campus, che era costituito da un pugno di edifici vecchissimi che si snodavano lungo una tortuosa stradina secondaria di Rosewood. C’era persino una torre dell’orologio in stile gotico che batteva le ore. Per prima cosa, Emily aveva mostrato loro tutte le dotazioni standard di una scuola privata, facendo vedere le cose carine della Rosewood Day che di solito avresti dovuto scoprire da solo. Come la pericolo toilette delle ragazze nei bagni del primo piano che talvolta schizzava tipo geyser, il posto segreto sulla collina dove i ragazzi andavano quando volevano saltare la scuola (non che Emily lo avesse mai fatto) e l’unica macchinetta della Rosewood che distribuiva Coca alla vaniglia, la sua preferita. Calum aveva perfino fatto una battuta sulla castigata modella raffigurata con il sedere scoperto sui poster anti-fumo. Era piacevole ridere di nuovo con qualcuno.

Mentre tagliavano attraverso un campo di mais abbandonato dirette verso il quartiere dei ragazzi, Emily si sentiva gli occhi di Calum addosso. Si chiese se fosse abbastanza carina. Guardò i suoi jeans logori e di qualche taglia in più, la sua maglietta a maniche corte della Rosewood scolorita dai troppi lavaggi e le sue scarpe da ginnastica che avevano assunto un colore grigiastro dal tanto usarle. 

Qui è tutto così diverso!”, esclamò Maya, annusando l’aria. “Sa di detersivi per casa”, continuò togliendosi il giubbotto di jeans bianco. Emily si toccò i capelli, desiderando di averli mossi e perfetti come quelli di Maya, invece che danneggiati dal cloro e tendenti al verdastro.

Tutti quanti hanno qualcosa da cui sono davvero presi”, proseguì Maya. “Tipo Sarah, del mio corso di fisica, sta cercando di mettere su un gruppo e mi ha chiesto se voglio partecipare!”.

Davvero? Cosa suoni?

La chitarra”, rispose Maya. “Ma forse dovresti entrare tu nel gruppo Cal”.

Emily guardò Calum. “Anche tu suoni la chitarra?”, gli domandò.

Lui scosse la testa. “Suono il basso”.

Wow”, disse Emily. “Fantastico

Ommioddio”. Maya le afferrò un braccio; Emily sussultò. “Dovresti entrare nel gruppo anche tu! Sai come sarebbe divertente? Sarah dice che faremo le prove le prove tre volte alla settimana, dopo la scuola. Lei suona la tastiera”.

Ma io so suonare solamente il flauto!”, rispose Emily, rendendosi conto di aver usato lo stesso tono di Ih-Oh in Winnie the Pooh.

Il flauto sarebbe fantastico. E anche la batteria”. Maya batté le mani.

Emily fece un sospiro. “Non posso davvero. Ho gli allenamenti di nuoto praticamente tutti i giorni dopo la scuola”.

Hmm” disse Maya. “Non potresti saltare un giorno? Scommetto che saresti bravissima alla batteria!”.

La mia vecchia amica Aria sa suonare la batteria, la chitarra, il pianoforte e altri strumenti. Scommetto che sarebbe felice di entrare nella band. In più i miei genitori mi ucciderebbero se saltassi nuoto”, rispose Emily. Subito dopo spalancò gli occhi. Si ricordava ancora tutti gli strumenti che Aria suonava.

Perché?”, chiese Maya. “Dov’è il problema?”.

Emily fece una pausa. Cosa avrebbe dovuto dirle? Che i suoi genitori si aspettavano che continuasse a nuotare perché i tecnici sportivi di Stanford tenevano già sottocchio i progressi della sorella maggiore, Carolyn? Che suo fratello maggiore Jake adesso frequentavano entrambi l’University of Ariziona, prendendo parte a tutte le gare di nuoto? Che qualsiasi cosa di minimamente inferiore a una borsa di studio per il nuoto per un qualsiasi istituto di eccellenza sarebbe stato considerato un fallimento in famiglia? Maya non aveva paura di farsi le canne quando i genitori erano fuori. I genitori di Emily, in confronto, sembravano dei vecchi provinciali conservatori, intenzionati a tenere sotto controllo l’intera East Coast. Ed era vero, sebbene fossero tranquilli.

Questa è una scorciatoia per casa”. Emily indicò oltre la strada, verso l’ampio giardino dell’abitazione coloniale attraverso il quale lei e le sue amiche tagliavano durante l’inverno per arrivare prima a casa di Ali.

Non appena arrivarono al cortile posteriore della casa di Maya, Emily si fermò. Erano secoli che non ci metteva piede in quel posto. Lì lei e Ali avevano giocato milioni di volte a “sputo”. E c’era ancora la macchia di erba logora su cui tante volte avevano collegato l’iPod bianco di Ali, durante i pigiama party. Alla sua sinistra si trovava la nodosa quercia tanto familiare. Ora la casetta di legno non c’era più. 

Maya e Calum, che intanto avevano proseguito oltre, si guardarono indietro.

Tutto bene?”.

Emily infilò le mani nelle tasche della giacca. Per un attimo pensò di raccontare tutto di Ali, ma un colibrì le passò accanto, facendole perdere il coraggio. “Sto bene”, disse.

Vuoi entrare?”, chiese Calum.

No… io… io devo tornare a scuola”, rispose Emily. “Agli allenamenti di nuoto”.

Oh”. Calum strizzò gli occhi. “Non avresti dovuto accompagnarci a casa, Em”.

Emily alzò le spalle. “Non volevo che vi perdeste”.

Grazie”, disse Calum. “Ci vediamo, allora. Ciao!”, continuò sorridendole. Poi si voltò verso la porta ed entrò.

Ciao”, sussurrò Emily.

Maya si avvicinò. “Sei stata davvero carina”.

Poi strinse le mani dietro la schiena e iniziò a dondolare i fianchi avanti e indietro. Emily si chiese che cosa intendesse per carina. Era forse un’espressione californiana?

Be’ allora, divertiti a nuoto”, proseguì Maya. “E grazie per averci accompagnati in giro, oggi”

“Figurati
”. Emily fece un passo avanti e i loro corpi si strinsero in un abbraccio.

Hmm”, disse Maya, stringendo più forte. Le ragazze fecero un passo indietro e rimasero a guardarsi per un secondo, poi Maya si chinò e baciò Emily su entrambe le guance. 

Smack, Smack!”, disse. “Come i francesi”.

Be’, allora sarò francese anch’io”. Emily ridacchiò, dimenticando per un secondo che stava facendo tardi agli allenamenti.

Smack!”. Baciò la guancia sinistra e soffice di Maya.

Poi Maya la baciò di nuovo sulla guancia desta, solo un po’ più vicino alla bocca. Questa volta, non ci fu nessun smack.

La bocca di Maya sapeva di gomma da masticare alla banana. Emily sobbalzò all’indietro, afferrando la borsa di nuoto prima che le cadesse dalla spalla. Quando rialzò lo sguardo, Maya stava ridacchiando.

Ci vediamo”, disse Maya. “Stammi bene”.

Dopo gli allenamenti, Emily riepiegò l’asciugamano nella borsa.

L’intero pomeriggio era solo un ricordo sfocato. Dopo che Maya era entrata in casa, Emily era tornata a passo veloce verso la scuola, come se correre potesse aiutarla a sbrogliare la matassa di sentimenti che sentiva dentro. Dopo essere scivolata nell’acqua fredda della piscina, nel fare una vasca dopo l’altra aveva continuato a vedere il viso di Ali nella sua testa. Quando l’allenatrice aveva fischiato per provare partenze e virate, aveva sentito l’odore di gomma da masticare alla banana di Maya e udito la sua risata facile e divertita. Davanti all’armadietto, fu abbastanza certa di essersi lavata i capelli due volte. La maggior parte della altre ragazze era rimasta nelle docce comuni a chiaccherare, ma Emily era troppo stralunata per unirsi a loro.

Nel prendere jeans e maglietta, accuratamente ripiegati sulla mensola dell’armadietto, notò un biglietto volare via e finire sul pavimento.

Davanti c’era scritto il suo nome, in una scrittura chiara ma sconosciuta, e non riconobbe neanche la carta. Lo raccolse dal pavimento freddo e umido.

Ehi Em,

sob! Sono stata sostituita! Hai trovato un’altra amica da baciare!

A


Emily arricciò le dita dei piedi sul pavimento dello spogliatoio e smise di respirare per un attimo. Si guardò attorno. Nessuno la stava guardando.

Era vero?

Osservò il biglietto e cercò di riflettere razionalmente. Lei e Maya erano all’aperto ma non c’era nessuno nei dintorni.

E… Sono stata sostituita? Un’altra amica da baciare? Le mani iniziarono a tremarle. Osservò nuovamente la firma. Le risate degli altri atleti rimbombavano sulle pareti.

Emily aveva baciato soltanto un’altra amica. Era stato una settimana e mezza prima della fine della seconda media.

Alison.
  
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