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Autore: bolt    03/08/2014    3 recensioni
-Che caratterino. Nonostante ciò conserva la sua grazia. Credo che saprai sorprendermi infermiera.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Nel pomeriggio
Hinata si era fatta un bagno di quaranta minuti per rilassarsi. Uscita dal bagno si era asciugata e si era messa il suo pigiama. Voleva dormire almeno un’oretta prima di decidere cosa indossare per l’uscita con il dottor Uchiha. Voleva essere riposata per la serata e non sbadigliare per la stanchezza. Altrimenti avrebbe fatto una figuraccia alla prima uscita con Sasuke. Impostò la sveglia alle sei e si stese sul letto. Sasuke sarebbe passato a prenderla davanti casa alle sette e trenta.
 
Alle sei la ragazza era in piedi davanti l’armadio per decidere cosa indossare. Non sapeva proprio quale vestito scegliere. Sasuke era un uomo ricco e si vestiva sempre bene. Al contrario, Hinata non aveva vestiti di alta classe nell’armadio. Essendo andata via di casa a diciotto anni non poteva permettersi abiti costosi dovendo pagare l’affitto e le varie spese.
-Non so cosa scegliere. Forse il vestito blu che arriva sotto le ginocchia andrà bene. Che dico, non posso mettere un abito da sera che ho pagato pochi spiccioli. Si accorgerebbero tutti che viene da un negozio di vestiti di seconda mano. Non posso permettere che per colpa mia Sasuke faccia una figuraccia.
Hinata si ricordò che aveva portato via da casa l’abito da sera che la madre le aveva lasciato quando era piccola. Prima di morire la madre le aveva detto che un giorno quel vestito sarebbe stato suo e lo avrebbe indossato per un’occasione speciale.
La mora aprì il baule davanti il letto e cacciò un vestito da sera blu. Prima indossò la biancheria intima scura e poi indossò l’abito da sera. Vide che le arrivava alle ginocchia. Era perfetto né troppo lungo né troppo corto.
Ora doveva cercare le sue scarpe nere con il tacco di sei centimetri.
-Trovate. Ora devo solo sistemare i capelli.
Hinata si fece due boccoli lungo i lati del viso e poi si legò i capelli in uno chignon. Un po’ di crema sul viso, un po’ di ombretto rosa, matita rosa per le il contorno labbra e rossetto chiarissimo. Per finire, la ragazza si spruzzò due gocce del suo profumo all’iris. La borsetta era pronta con specchietto, portafoglio, fazzoletti, chiavi di casa e rossetto di riserva.
 
Alle sette e trenta Sasuke suonò al campanello della ragazza e lei scese di corsa.
Appena la ragazza aprì la porta al piano terra, il moro rimase a bocca aperta. Era bellissima.
-Wow. Mi farai venire un infarto.
-Non sto bene vestita con questo abito elegante? È troppo?
-Hinata sei bellissima.
-Grazie.
Sasuke strinse la mano della ragazza e la portò alla sua macchina.
-Prego signorina.
-Grazie.
Dopo aver chiuso lo sportello alla ragazza, il moro raggiunse il posto di guida e partì verso il ristorante.
Hinata non riusciva ad aprire bocca per l’imbarazzo. Il ragazzo stava proprio bene con il completo elegante.
-Questa sera non parli?
-Dove mi porti?
-Tra poco arriviamo. Vedrai che ti piacerà.
-Stai molto bene con il completo.
-Grazie Hinata. Allora hai notato che mi sono vestito elegante per te.
-Come facevo a non notarlo, sei molto affascinante.
Hinata si tappò la bocca. Era proprio una stupida, diceva sempre quello che pensava.
-Hinata non c’è bisogno che ti allarmi. Mi fa piacere se mi fai i complimenti.
-Qualche ora fa hai detto che di solito le donne ti dicono certe cose per fare quella cosa a letto. Non volevo darti una cattiva impressione.
-Hyuga so benissimo che non hai secondi fini.
-Come lo sai?
-Mi hai difeso senza pretendere nulla in cambio. Mi hai difeso per non far rovinare le mie mani. Non lo farebbero tutti.
Arrivati davanti uno splendido ristorante Sasuke parcheggiò la macchina.
-Prego signorina.
-Mi sa che sei l’unico che apre le portiere alle ragazze.
-No, ti sbagli. Lo fa anche mio fratello. Lui afferma che questo gesto le fa sciogliere.
-Tuo fratello deve essere un tipo simpatico.
-Sei la prima che lo definisce con l’aggettivo ‘simpatico’.
-Questo ristorante mi ricorda le vecchie case giapponesi di una volta.
-Il padrone lo ha fatto costruire in questo modo perché adora la storia del Giappone antico. Anche il giardino è in stile antico.
Sasuke aprì la porta e entrata si trovò davanti un’enorme sala piena di tavoli rotondi. Era tutto decorato con oggetti antichi e sulle pareti c’erano delle vecchie lampade.
-Bentornato signor Uchiha.
-Buonasera signor Sarutobi. Ho prenotato per due questa mattina.
-Un tavolo appartato per due.
-Esatto.
-Da questa parte signori Uchiha.
Hinata era diventata rossa. Il padrone nel ristorante l’aveva scambiata per la consorte del dottor Uchiha.
In seguito la ragazza notò che erano soli nella sala.
-Sasuke come mai non c’è nessuno?
-Il padrone del ristorante mi doveva un favore e io gli ho chiesto se poteva lasciare la sala tutta per noi.
-Così non guadagnerà questa sera.
-No, ha un’altra sala che usa di meno dall’altra parte dell’edificio. È bella anche quella ma io preferisco questa. La trovo più luminosa, più accogliente.
-Dovevi avergli fatto un grosso favore per lasciarti tutta la sala. A me bastava cenare con te.
-Ho chiesto al signor Sarutobi di lasciare tutta la sala per noi perché è più romantico. Questi fiori sono per te.
-Sono iris. Come sapevi che mi piacciono?
-Ho chiesto a Shizune. Lei mi ha riferito che le hai raccontato che tua madre aveva un giardino pieno di questi fiori.
-Grazie, sono meravigliosi. Dove li hai trovati? Non crescono in questa stagione.
-Ho un amico che ha una serra.
-Hai molti amici. È bello non essere soli.
Il signor Sarutobi arrivò al tavolo con una bottiglia di acqua frizzante.
-Per voi signori.
-Grazie.
-Cosa vi porto?
-Ordina prima tu Hinata.
-Ci sono tantissimi piatti sul menù che non so cosa scegliere.
-Può anche ordinarli tutti, tanto pagherà il signor Uchiha.
-Signor Sarutobi volete mandarmi in bancarotta.
-Non mi permetterei mai signore. So benissimo che potreste comprare tutto il mio ristorante con i vostri soldi.
-Cosa ci consigli?
-Il cuoco ha fatto degli ottimi antipasti di mare.
-Per te va bene cominciare con l’antipasto di mare Hinata?
-Sì.
-Vi porto subito due antipasti di mare e il pane.
Sarutobi andò in cucina mentre i due ragazzi ripresero a chiacchierare.
-Hinata vuoi del vino?
-No, io non bevo.
-Neanche io.
-Sasuke dove abiti?
-Io abito ancora con i miei genitori. In realtà abito nella casa di fianco a quella dei miei genitori. È tutta una proprietà che appartiene a mio padre. Vivo in una specie di dependance. Ho cucina, due bagni, due camere da letto, ripostiglio e una cabina armadio gigantesca. Ho anche un salottino.
-Casa tua è più grande del mio appartamento.
-Se vuoi posso chiedere a un mio amico di trovarti un appartamento più grande?
-No, quello dove abito ora va bene. E poi con il mio stipendio e i miei risparmi non posso permettermi altro.
-Ti farebbe uno sconto sull’affitto.
-No, grazie. Non voglio chiederti favori. Non esco con te per le tue conoscenze.
-Hinata lo so. Non devi preoccuparti per queste cose.
-Ecco i vostri antipasti e il pane.
-Grazie- disse Hinata.
-Sarutobi come primo potresti portarci il tuo piatto speciale?
-Certo signore.
-Cosa hai ordinato?
-Sorpresa.
-Sasuke sei un bambino pestifero.
-Forse. Ma adoro vedere la tua faccia sorridente quando ti stupisco.
-Questo è un giorno bellissimo per me.
-Non è nulla di speciale. Solo una serata al ristorante. Non dirmi che il tuo ex non ti ha mai portato al ristorante?
-No, lui veniva sempre a mangiare al mio vecchio appartamento. Prima che mi trasferissi vicino l’ospedale. Diceva che era uno spreco di soldi andare al ristorante visto che io sapevo cucinare decentemente. Non gli importava se dovevo studiare o tornavo stanca dal lavoro. Veniva sempre da me per mangiare. A me faceva piacere cucinargli. Dopo un po’ però è diventato capriccioso e insistente su certe questioni e ho iniziato a non sopportarlo più.
-Cosa vuoi dire con insistente?
-Voleva che facessi tutto quello che mi ordinava. Pretendeva anche che io gli prestassi dei soldi per poi andarselo a giocare in centro. Una volta ho scoperto che mi aveva rubato trecento dollari dal portafoglio. Erano i soldi di un mese d’affitto. Per qualche giorno ho dovuto fare due lavori per riguadagnare quei soldi.
-Mi dispiace Hinata. Quel bastardo ti ha più disturbata dopo che lo hai lasciato.
-All’inizio veniva a chiedermi dei soldi ma quando ha capito che non gli avrei dato niente ha smesso. Poi ho saputo che mi ha tradito con delle spogliarelliste in un bar in centro. Una mia amica lo ha visto mentre si baciava con una di loro.
-Non posso capire come si faccia a far soffrire un angelo come te.
-Se devo dirti tutto, qualche volta quando veniva a casa mia e non trovava pronto mi ha picchiato.
-Cosa?
-Non ti preoccupare, nulla di serio. Mi ha tirato qualche schiaffo sulla faccia e una volta mi ha presa per i capelli e me li ha tirati. Poi l’ho lasciato.
-Sei veramente forte Hyuga. Hai sofferto tanto e hai continuato ad andare avanti.
-Fare l’infermiera era il mio sogno. Ora ci sono riuscita e sono felicissima. Mangiamo?
-Sì.
A Sasuke ribolliva il sangue per la rabbia. Quale uomo poteva picchiare una donna indifesa come Hinata. Le donne non si toccano e basta. Sasuke non tollerava per niente certi comportamenti.
 
Dopo trenta minuti Sarutobi ritirò i piatti vuoti.
-Era squisito, grazie.
-Signora Uchiha aspettate la mia specialità, resterete stupita.
La mora non fece in tempo a ribattere che il proprietario era tornato in cucina.
-Sasuke perché mi chiama signora Uchiha?
-Non ho mai portato una ragazza qui. Quindi pensa che io abbia deciso di sposarmi con te. Di solito vengo qui con la mia famiglia o da solo. Nessuna ragazza. Gli deve essere sembrato strano. Cosa è questo baccano all’ingresso della sala?
Sarutobi corse ad avvertire Sasuke più veloce che poteva.
-Signor Uchiha vostro padre è qui.
-Mi deve aver fatto rintracciare da uno dei suoi gorilla perché non ho risposto alle sue chiamate. Grazie Sarutobi, vai in cucina prima che se la prenda anche con te.
-Sei qui comodo a cena quando io ti chiamo da ore per cose urgenti.
-Di cosa volevi parlarmi? Le tue azioni sono salite di due punti.
-Ieri sera ti aspettavamo per una cena nella casa principale. C’era il senatore Yamanake con sua figlia e tu non ti sei presentato. Ho fatto una pessima figura. Meno male che tua madre ti ha coperto dicendo che avevi avuto un’emergenza in ospedale. Domani sera il senatore con sua figlia torneranno a cena da noi. Sei obbligato a venire.
-No, grazie.
-Voglio solo farti conoscere un mio vecchio amico.
-No, tu vuoi organizzare un incontro tra me e la Yamanake per poi farci sposare. Te lo scordi.
Hinata era rimasta stupita. Anche Sasuke aveva dei problemi con suo padre. Eppure non se ne era accorta. Era davvero una frana a capire la gente. Eppure riusciva sempre a comprendere lo stato d’animo e le paure dei pazienti.
 
Dopo cinque minuti di discussione con il figlio, Fugaku si accorse della presenza di una ragazza.
-Chi è questa ragazza?
-Padre non vi devo dare delle spiegazioni.
-Come vuoi tu, indagherò su di lei.
-Non ci provate padre. Non dovete coinvolgerla nelle nostre discussioni.
-Se è a cena con te in questo posto vuol dire che ci tieni parecchio a lei. Allora chi sei signorina?
-Lei è la mia fidanzata e non ti permetterò di intrometterti nel nostro rapporto.
-Potrei conoscere il suo nome.
-Io sono Hinata Hyuga, piacere di conoscervi signor Uchiha.
-Non per me.
Hinata rimase allibita dall’atteggiamento freddo del padre di Sasuke. Le aveva ricordato il comportamento del padre e non era un bel ricordo.
-Padre, lei è stata cortese con voi. Badate a come rispondete.
-Taci Sasuke. Fra qualche giorno la lascerai come hai fatto con le altre.
Il signor Uchiha andò via e Hinata corse fuori dal ristorante. Sasuke pagò il conto a Sarutobi e poi corse dietro a Hinata. Non poteva essere andata lontano con i tacchi ai piedi. Ritrovò la ragazza sotto un albero del giardino del ristorante.
-Cosa ci fai seduta lì per terra?
-Sono una sciocca ragazzina. Sono scappata via come una bambina. Mi dispiace.
-Hinata è normale che tu sia corsa via dopo la scenata di mio padre. Fa sempre in quel modo quando non obbedisco ai suoi ordini. È arrabbiato con me e ci vanno di mezzo le persone a cui voglio bene.
-Resta il fatto che non dovevo correre fuori dal locale come una bambina capricciosa. Cosa farai domani sera?
-Uscirò con la ragazza più bella della città.
-Quindi andrai all’incontro con la figlia del senatore- disse Hinata triste.
Sasuke prese Hinata in braccio e la fece girare per due, tre volte.
-Intendevo dire che uscirò con te domani sera. Sei la più bella della città.
-Non scherzare.
Sasuke sentì lo stomaco della ragazza e lei si coprì il volto con le mani.
-Scusa. Ho ancora fame. Che vergogna!
-Ih ih. Hinata sei troppo forte. Vieni ti porto a casa mia e ti preparo un panino super farcito.
-Non darò fastidio.
-Ci vivo da solo nella dependance quindi non ti preoccupare per i miei parenti. Saranno a letto. Almeno quasi tutti.
 
I due ragazzi salirono in macchina e si diressero verso casa Hyuga.
-Ti chiedo scusa per come si è comportato mio padre.
-Non importa.
-Invece è importante. Tengo molto al nostro rapporto e non permetterò che per colpa sua tu ti allontani da me.
-Finché tu vorrai io ti resterò accanto.
-Hinata mi fai sbandare se mi dici certe frasi all’improvviso.
-Sei buffo, cerchi in tutti modi di farmi ridere ma la tua espressione è sempre la stessa. Sei sempre troppo serio.
-Vedo che la mia faccia ha un effetto esilarante su di te. Dovrò fare una chirurgia plastica.
-Non serve, sei già bellissimo.
-Sono lieto di aver fatto colpo sull’infermiera più carina dell’ospedale. Siamo arrivati.
Sasuke guidò fino alla dependance e poi fece entrare Hinata in casa.
-Accendo la luce. Aspetta un attimo.
Quando Sasuke accese la luce Hinata si aggrappò al suo braccio.
-Hinata perché tremi?
-C’è un uomo sul divano.
-Itachi cosa ci fai qui?
-Ho saputo che hai fatto arrabbiare nostro padre. Bravo fratellino. Sei un ribelle come sempre. Lei deve essere la ragazza di cui parlava nostro padre.
-Papà ti ha parlato di Hinata. Mi sembra strano.
-No, ne parlava con la mamma. Lei gli ha detto di lasciarti in pace mentre lui urlava che dovevi sposare la Yamanaka perché è ricca, di una famiglia di nobili origini, bella e affascinante.
-Non mi interessa.
-Capisco perché non ti interessa. Tu lavori con mio fratello vero?
-Sì, signore.
-Non essere così tesa, non ti mangio. Piuttosto dovresti stare attenta a mio fratello. Dopo un po’ si stanca delle ragazze e le scarica con scuse banali.
-Mi fido di vostro fratello. Se mi vorrà lasciare vuol dire che avrà le sue ragioni.
-Tu sei la ragazza più strana che io abbia mai incontrato. Cosa fai la psicologa?
-No, sono un’infermiera.
-Voglio proprio vedere come evolve la vostra storia e cosa farà nostro padre per separarvi. Ah ah. Mi divertirò un sacco con voi due. A presto.
-Scusa. Manca solo mia madre e la mia famiglia avrà finito con il terzo grado.
-Quello era tuo fratello? Ti somiglia di aspetto.
-A volte anche di carattere. Non lo vedo mai ridere. Questa sera era alquanto strano.
 
Dopo dieci minuti di spiegazioni, Sasuke fece accomodare Hinata in cucina.
-Come lo preferisci il panino?
-Va bene qualunque farcitura.
Mentre il moro preparava i panini un ciclone arrivò in casa e travolse Hinata.
-Tu devi essere la bella ragazza che ha conquistato mio figlio. Sono contentissima di conoscerti.
-Mamma cosa ci fai qui alle undici di notte?
-Sono venuta a conoscere la tua ragazza. Non me l’avresti mai presentata. Sappi che sei la prima fanciulla che mio figlio porta in questo luogo.
-Non lo sapevo.
-Devo dire che mio marito deve aver perso un po’ di vista. Sei una ragazza strepitosa. Sei anche educatissima. Non mi hai interrotta neanche un secondo.
-Non è cortese interrompere una persona quando parla.
-Sei davvero deliziosa. Sei una Hyuga vero?
-Sì.
-Come sta Hiashi?
-Mi dispiace ma io non vivo più con mio padre. Non lo vedo da anni.
-Capisco. Quel vecchio burbero non è cambiato per niente.
-Mamma cosa dici?
-Zitto Sasuke, lasciami parlare. Sei la benvenuta in casa nostra, vieni quando vuoi. Non dare retta ai vaneggiamenti di mio marito. Penserò io al mio caro maritino.
Mikoto uscì dalla dependance come era entrata e lasciò Hinata sconvolta.
-Perdonami Sasuke, forse sono un po’ confusa.
-Ti capisco. Neanche io ho capito nulla. Mia madre non si è mai intromessa nelle mie storie. Credo che questa sera abbiano bevuto e il vino gli abbia fatto male.
-Tua madre è una donna piena di energie.
-Anche troppe. Pensa che è capace di spostare un bue se vuole. Ecco il tuo panino.
-Grazie.
-Visto che domani abbiamo il giorno libero, possiamo fare qualcosa anche in mattinata.
-Non vuoi recuperare le energie.
-Ho tutta la vita per dormire. Ora desidero solo conoscerti meglio.
-Per ora ho fatto solo figuracce. Mi dispiace se non piaccio a tuo padre.
-Quella non è colpa tua. A lui non piace nessuno. Tratta male anche i miei amici quando li porto qui. Infatti evitano di venirci. Non permetterò che rovini il rapporto che sto creando con te.
-Quindi sei ancora interessato a me?
-Certo, non rinuncerei mai conoscerti.
-Il panino è buonissimo.
Hinata era felicissima e allo stesso tempo imbarazzatissima. Non sapeva più cosa doveva dire, era confusa dal fascino di Sasuke.
-Non capisco come faccio a piacerti?
-Hinata ti sei guardata. Sei bella, affascinante, hai due occhi splendidi e dei capelli soffici. Ho altre cose meravigliose da dirti ma non voglio spifferarti tutto al primo appuntamento. Non sei abituata a tanti complimenti vero?
-L’unica che mi faceva i complimenti era mia madre prima di morire.
-Mi dispiace Hinata.
-No, sto bene. Avevo cinque anni quando è morta. Mi manca tantissimo ma ora so che è in un posto magnifico.
-Devi esserti sentita sola senza di lei?
-Sì, ora so che avrò qualcuno al mio fianco e non sarò più sola.
-Puoi contare su di me.  
Sasuke poggiò le labbra su quelle della ragazza e la strinse forte.
-Adoro baciarti. Hinata è meglio se ti porto a casa prima di fare qualcosa di avventato.
-Va bene.
Sasuke andò alla macchina con la ragazza e mise in moto. L’accompagnò al suo appartamento e le disse che sarebbe passato il giorno dopo alle dieci per portarla in un altro posto bellissimo.
 
 
 
 
  
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