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Autore: Therainsmelody    03/08/2014    1 recensioni
Abby ha problemi con il padre che la tratta come una serva;
Cara vive una vita agiata ma è insoddisfatta di se;
Nicholas ha un terribile e oscuro passato;
Lucas non fa che preoccuparsi per gli altri;
Ethan cerca solo di salvare il fratello dalla loro disastrosa famiglia
e Alan di scoprire il segreto che suo padre gli tiene celato da anni.
Sarà una lettera a dare inizio a quella che verrà ricordata come
la più grande rivelazione di segreti a cui la piccola cittadina di Wahoo abbia mai assistito,
ma la verità arriva sempre con un prezzo.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10 – La figlia

La verità è figlia del tempo
 
Pov Abby
 
Eleonora, la madre di Lucas, mi aveva preparato un letto nella stanza di Lisa e quest’ultima stava parlando a raffica, come se da un momento all’altro me ne sarei potuta andare senza tener conto di niente e di nessuno. In dieci minuti era riuscita a riassumermi tutto quello che le era successo in due anni di college più i primi tre mesi di questo semestre.
<< Oh, Abigail! Sapessi cosa mi è capitato tre settimane fa! Ho conosciuto il ragazzo più bello, dolce e simpatico di tutta la UNL e indovina un po’? Studia architettura! La mia stessa materia! Ti rendi conto?! >>
Sì, mi rendevo conto che la vita di Lisa stava andando esattamente come quella di ogni altra ragazza normale, avrei dato qualsiasi cosa per far sì che anche la mia fosse così semplice.
Avrei voluto parlarle di Nick o della dichiarazione di Cara in mezzo ad una partita di calcio a suo fratello ma sembrava tutto così lontano e insignificante. L’ultima cosa di cui volevo metterla al corrente era la faccenda riguardante la mia famiglia perciò, in sostanza, non avevo proprio un bel niente da raccontarle.
<< Sono contenta che finalmente tu ti sia trovata qualcuno in grado di sopportarti Lily! >> Lucas era entrato nella stanza proprio mentre sua sorella declamava gli innumerevoli pregi di Casey, a quanto pare era quello il suo nome, e aveva iniziato a ridacchiare senza riuscire a fermarsi.
<< Lucas! Smettila di ridere! E smettila di chiamarmi in quel modo, il mio nome è Lisa! E Casey è davvero un bravo ragazzo e … >>
<< Ha un nome da cagnolino! >> Una cuscinata colpì Lucas in pieno viso e le risate cessarono.
<< Scusa Lily, non volevo offenderti. >> Un sorriso distese nuovamente le labbra di Lisa e come se nulla fosse successo tornò a parlare tutta entusiasta del “suo Casey”.
Il telefono di casa squillò e Lucas si precipitò giù dalle scale per andare a rispondere.
<< Sai, sei cambiata molto dall’ultima volta che ti ho vista. Sei più alta e più carina e i capelli corti ti stanno davvero bene! >> Il sorriso si allargò e la testa di Lisa si inclinò leggermente di lato, lo faceva sempre quando cercava di essere gentile con gli altri. Forse si era resa conto di avere parlato per troppo tempo solo di sé.
<< Dipenderà dal fatto che la scorsa volta ero una quindicenne che stava per iniziare il secondo anno di superiori mentre ora ne ho diciassette e questo è il mio ultimo anno prima dell’università. >> Lisa sospirò con fare materno.
<< La mia piccola e dolce Abby sta diventando grande! Hai già scelto dove vuoi andare all’università? >>
Avevo scelto già alle scuole medie in quale università sarei andata ma al momento mi sembrava una scelta così irrilevante e infantile, non sapevo se aveva ancora importanza o meno.
<< Università di Chicago, vorrei studiare scienze sociali o diritto e poi Chicago è sempre stata il mio sogno più grande. >>
<< Quindi la città del vento è la vincitrice! Non vai poi così lontano da casa, io già t’immaginavo a New York o sulla costa Californiana! Ti ho sempre vista come una ragazza in fuga ma a quanto pare non lo sei poi così tanto. >>
Non sai quanto ti sbagli!
<< Tu invece più vicina di così non ci potevi stare! Sai dove vuole andare Lucas? Mi ha sempre detto di essere indeciso ma un’idea ce la deve avere, no? >>
Il sorriso di Lisa si smorzò un poco.
<< Università Internazionale della Florida, vuole diventare un’insegnante da quando aveva cinque anni. Mi spiace che tu lo venga a sapere così ma sono sicura che non te l’ha mai detto per paura che tu abbandonassi i tuoi sogni per poter frequentare la stessa università o almeno vivere nella stessa città.  Lo dovevi pur sapere che il suo sogno è vivere in una villa a South Beach! >>
Sì che lo sapevo.
È solo che l’avevo sempre visto come un sogno da “Quando avremo finito il college e ci saremo fatti una bella famiglia”!
Non feci in tempo a ribattere perché il mio cellulare iniziò a vibrare nella tasca dei jeans, guardai lo schermo: “Alan”.
<< Scusa Lisa, devo rispondere. >> Uscii dalla stanza e mi chiusi in bagno.
<< Alan, stai bene? Non è successo nulla, vero? >>
<< Sto bene, Abby. Non preoccuparti. >> Tirai un sospiro di sollievo.
<< Mio padre ha detto di chiamarvi tutti e di dirvi di venire qui domani mattina invece di andare a scuola, ha qualcosa da dirci. >>
<< Domani è sabato, io non ho nessuna attività extrascolastica. Per me non è un problema, penso che Cara e Nick abbiano allenamento ma dubito che sia più importante di quello che vuole dirci tuo padre. >>
<< Lo penso anch’io. Sembrava molto preoccupato quando me ne ha parlato, dev’essere qualcosa di grosso. >>
Finalmente sapremo tutta la verità su questa storia!
<< Grazie per aver chiamato. >> Mi sembrò quasi di poterlo veder sorridere dall’altra parte della linea quando rispose:
<< Grazie a te, Abby. >>
Riattaccai.
Sentii i passi di Lucas che risaliva le scale.
<< Mi ha chiamato Alan. >> Uscii dal bagno e me lo trovai di fronte con un’espressione preoccupata e delusa che non avevo mai visto su di lui.
<< Sì, ha chiamato anche me. >> Ci fissammo in silenzio per qualche minuto.
<< È vero che vuoi andare a studiare a Miami? >> Non sapevo nemmeno io perché avevo tirato fuori quel discorso.
<< Sì. >>
<< E perché non me l’hai mai detto? >> Uno sguardo pieno di dolcezza gli distese i lineamenti facendolo tornare il Lucas di sempre.
<< Perché tu vuoi andare a Chicago e non volevo che sapessimo fin dal primo anno di medie che ci saremmo dovuti separare. >> Gli occhi mi diventarono umidi ma non avevo nessuna intenzione di mettermi a piangere per una cosa del genere, avevo versato fin troppe lacrime negli ultimi giorni.
<< Sei il migliore amico che potessi mai incontrare, lo sai ? >> Lucas mi strinse tra le sue braccia e il profumo del suo dopobarba mi avvolse come a voler restare impresso sulla mia pelle per sempre.
<< Lo so. >>
 
Non chiusi occhio per tutta la notte, avevo continuato a rigirarmi nel letto nella vana speranza che il sonno prima o poi mi avrebbe raggiunto ma non era stato così. Alle sette mi ero già alzata, vestita e camminavo irrequieta avanti e indietro per la stanza, così decisi di scendere a fare colazione e trovai Lucas seduto al tavolo della cucina con in mano una tazza di latte e cereali.
<< Svegliata presto? >> Chiese con la bocca ancora mezza piena.
<< Mai addormentata, a dire il vero. >> Risposi, mentre riempivo una seconda tazza per me.
<< Nemmeno io se la cosa può consolarti. >> Mangiammo in silenzio per un po’.
<< E se iniziassimo ad incamminarci? Tanto non abbiamo niente di meglio da fare. >> Lucas appoggiò la tazza, ora vuota, nel lavandino. Io lo imitai, m’infilai la giacca e lo seguii fuori.
Arrivati a metà della via in cui abitava si fermò di colpo.
<< Ho dimenticato a casa il cellulare! Che idiota! Aspettami, torno subito. >> Così dicendo corse verso casa e scomparve dalla mia vista. Mi strofinai le mani sulle braccia: faceva veramente freddo quella mattina!
<< Forse ti servirebbe una giacca più pesante. >> La voce alle mie spalle mi fece trasalire. Mi voltai di scatto, spaventata, ma appena vidi di chi si trattava mi rilassai un pochino.
Era Nicholas.
<< Già, sono una ragazza davvero stupida ogni tanto. >> Lui sorrise debolmente.
<< È solo che pensi di poter sconfiggere il mondo con la sola forza di volontà. Non è stupidità, è determinazione. >> Sorrisi di rimando a quell’affermazione.
La via più semplice per raggiungere il mio cuore.
<< Tu ti arrendi troppo facilmente, pensi sempre che gli altri siano migliori di te e che non ci sia nulla da fare a riguardo ma non è vero! Per me sei tu il migliore, sempre. >> Sentivo le lacrime che si avvicinavano ma avevo promesso a me stessa di non piangere più.
<< E tu sei la migliore per me. >> Mi ero davvero sforzata ma non potevo farci niente, le sentivo scorrere sulle guancie e non c’era modo di fermarle.
Per una volta, però, si trattava di lacrime di gioia.
Nicholas si avvicinò e con la mano, delicatamente, le asciugò.
<< Basta piangere. >> Chinò la testa verso di me e io mi alzai in punta di piedi per raggiungerlo. Quando le nostre labbra si sfiorarono scattò qualcosa dentro di me, tutto quello che fino a un attimo prima sembrava non poter andare peggio di così assunse immediatamente un aspetto migliore. Il mondo intero sembrò raddrizzarsi e tutto tornò al suo posto come se la mia vita non fosse mai finita sottosopra.
<< Ti amo, Abby. Mi dispiace così tanto. >> Lo strinsi un po’ più forte a me.
<< Anch’io ti amo. >> Sussurrai.
Dei passi sulla strada mi fecero separare da lui.
Mi voltai per incontrare il volto sorridente ed evidentemente soddisfatto di Lucas che si avvicinava.
<< E così i due piccioncini hanno fatto pace! >> Esclamò tutto contento quando ci raggiunse.
<< E io scommetto che è stato tutto un tuo piano, vero? >> Risposi fingendo di essere seria e anche un po’ scocciata.
<< Modestamente! >> Scoppiammo tutti e tre a ridere ma il momento di gioia durò poco. La rivelazione di Chris prese di nuovo il monopolio dei miei pensieri e gli altri parvero notarlo.
<< Forse è il caso di sbrigarsi. >> Suggerì Nicholas. Io e Lucas annuimmo in contemporanea prima di dirigerci verso la 6th Street.
 
 Quando arrivammo a casa di Chris, Alan ci fece entrare. Suo padre era seduto sulla stessa poltrona dell’altra volta mentre Cara ed Ethan si erano già accomodati sul divano. Lucas occupò l’ultimo posto rimasto accanto a Cara e Alan andò in cucina a prendere delle sedie per lui, me e Nicholas.
Quando ognuno ebbe preso posto nella sala calò un silenzio surreale, stavamo tutti aspettando che Chris ci spiegasse il motivo per cui ci trovavamo lì.
<< Come avrete capito, la scorsa volta non vi ho raccontato tutto. Ho omesso una parte, probabilmente la più importante, perché non volevo sconvolgere le vostre vite più di quanto fosse necessario ma dopo i recenti avvenimenti è chiaro che lo sia. >> Non guardava niente all’infuori delle sue scarpe e la sua voce aveva quel tipico tono che si usa per ricordare una persona amata che non c’è più. Sapevo che non aveva raccontato tutta la storia, c’era una parte della lettera che non mi tornava. Mio padre diceva di aver dato qualcosa a Chris perché era la volontà di mia madre poco prima di morire. Diceva anche di essersi tenuto qualcosa però.
Non riuscivo a capire era come se stesse parlando di …
<< Vi ho già detto che io e Alexis non smettemmo di vederci nonostante il suo matrimonio ma la parte che ancora non conoscete riguarda il dopo … quando rimase incinta. >>
Oddio!
<< Morì poco dopo il parto ma non prima di aver confessato la verità a suo marito: i figli non erano suoi. >>
I figli? Due gemelli?
Fu come precipitare da una rupe per chilometri e chilometri: volevo che l’angoscia della caduta finisse, volevo sentire lo schianto.
<>
Alan è mio fratello!
Alan è mio fratello gemello!
OH MIO DIO!
Staccai gli occhi da Chris, non mi aveva guardata neanche per un secondo mentre parlava, e li spostai su Alan.
Mi stava fissando con lo stesso vuoto e la stessa disperazione negli occhi che dovevo avere io. Anzi, probabilmente con molta più disperazione. Lui mi amava, non si può amare in quel modo la propria sorella.
E nonostante tutto mi sentii sollevata: anche se avevo fatto la mia scelta, pur facile che fosse, non ero più costretta a stare nel mezzo della contesa per il mio amore.
Ero libera dall’amore di Alan perché era sbagliato.
Lui distolse lo sguardo.
Nessuno degli altri sembrava voler dire qualcosa, forse perché non c’era niente da dire.
Poi, nel silenzio più totale, Lucas scoppiò a ridere.
Ricevette parecchie occhiate perplesse e uno sguardo della serie “piantala-o-ti-ammazzo” da Cara, questo solo perché loro non sapevano quello che sapeva lui. Quando realizzai perché stava ridendo avrei voluto sprofondare e sicuramente le mie guancie andarono a fuoco in un istante.
Ho baciato mio fratello!
Vidi Alan reagire nella stessa maniera quando, guardandomi, ne comprese anche lui il motivo.
Lucas si schiarì la voce un paio di volte cercando di soffocare le risa.
<< Scusatemi … è che … come dire … è davvero una situazione incredibile … cioè … è quasi da sitcom, sembra di stare in un episodio di Beautiful! >> Cara lo colpì in pieno con una gomitata zittendolo definitivamente e nel contempo sfoggiò uno dei suoi sorrisi più innocenti a Chris come a voler dire “Lo perdoni per la sua ignoranza, non sa di cosa sta parlando!”.
Ethan, dal canto suo, sembrava quasi troppo tranquillo per aver appena scoperto che suo padre, oltre che un ubriacone semi-drogato, era anche un ex-trafficante e spacciatore nonché un assassino. Cara mi aveva chiamato dicendomi che sarebbe passata da lui per spiegargli, per filo e per segno, tutta la vicenda ma questa più che sconvolgerlo sembrava aver dato un senso a tutto ciò che era successo nella sua vita.
Per Ethan era perfettamente sensato, non che dovesse importargliene qualcosa del fatto che Alan e io fossimo gemelli, ma invidiavo profondamente l’espressione calma e rilassata che stava sfoggiando.
Nicholas mi strinse la mano e l’accarezzò dolcemente nel tentativo di tranquillizzarmi.
Tentava di mostrarsi sorpreso e dispiaciuto, probabilmente per essere carino nei miei confronti, ma io lo leggevo nei suoi occhi che era contento, per lo stesso motivo che mi aveva fatta sentire sollevata sollevata. Sembrava quasi che un enorme macigno gli fosse stato tolto dal cuore.
Strinsi la sua mano a mia volta.
<< Mi dispiace di avervelo tenuto nascosto, non pensavo che John sarebbe arrivato a tanto. Questa città non è più sicura per voi, non che lo fosse mai stata ma ora non potete più restare, lo capite? Dove andarvene, subito! >>
Andarcene? E dove? Come?
<< Che fai? Ce lo offri tu il viaggio-vacanza per sfuggire ai cattivi? >> Chiese Ethan sogghignando.
Chris non rispose alla provocazione, era più serio che mai.
Era terrorizzato almeno quanto lo eravamo noi.
<< Posso darvi un po’ di soldi, per partire almeno. Andate il più lontano possibile. Non ditemi dove, non scrivetemi, pensate solo a fuggire. >> Alan scattò in piedi facendo rovesciare la sedia.
<< E tu? Pensi che John ti lascerà stare? >> Aveva il respiro pesante, come se avesse corso per miglia e miglia senza mai fermarsi a riposare.
Come se fosse inseguito da qualcosa di terribile.
Come se stesse già scappando.
<< John mi ha tenuto buono per anni con le sue minacce, è convinto di avermi in pugno solo perché gli ho sempre lasciato fare quello che voleva. Se gli dirò che non so dove siete ma che credo di sapere perché siete scappati, se fingerò di collaborare, lui mi crederà. >>
Il silenzio calò di nuovo.
<< I miei genitori sono ricchi, siamo pieni di soldi che non usiamo e credo che, per aver sopportato mia madre in questi ultimi diciassette anni, una vacanza me la sia meritata. >> Cara continuò a fissare intensamente i suoi nuovi stivaletti anche dopo aver finito di parlare, non l’avevo mai vista così a disagio.
Avrei tanto voluto dire qualcosa per consolarla ma avevo l’impressione che l’avrebbe solo fatta stare peggio, così rimasi zitta.
<< Allora è deciso! >> Chris cercava di sorridere, di sembrare allegro ma nessuno di noi lo era.
In una situazione del genere restava spazio per una cosa sola.
Paura.
 

Pov Cara
 
Li avevo lasciati tutti a casa di Chris: stavano discutendo su che mezzo di trasporto fosse meglio usare, in che tipo di luogo avremmo dovuto nasconderci, sul fatto che fosse indispensabile disfarci dei cellulari.
Quando uscii, Chris stava ripetendo per l’ennesima volta che non dovevamo contattarlo, per nessuna ragione.
Per le strade non incrociai persone che mi fossero famigliari o che potessero presentarsi alla porta di casa esordendo con “Ho incrociato vostra figlia per strada, pensavo avesse gli allenamenti di cheerleader il sabato mattina?!”.
Raggiunsi casa e mi fermai davanti al portone d’ingresso, guardai l’orologio, erano quasi le dieci e mezza. Calcolai mentalmente che mia madre doveva già essere uscita, la sua boutique era aperta anche il sabato sebbene con orario ridotto, e non sarebbe tornata prima delle tre di pomeriggio.
Entrai.
Mi diressi verso lo studio di mio padre dove sapevo che, dietro la copia di uno dei tanti dipinti di Degas sulle ballerine, si trovava la cassaforte con i soldi per le “emergenze da contanti” come le chiamava lui. Feci scorrere il pannello sul quale si trovava il quadro e iniziai a girare la manopola per la combinazione.
250590.
La data del matrimonio.
Probabilmente è l’unico uomo al mondo che riesce a ricordarla!
Mia madre è già tanto se sa di essersi sposata nel ’90 o che era il mese di maggio!
Presi tutti i soldi che c’erano all’interno, quasi tremila dollari, e gli infilai nella borsa.
Richiusi tutto e  mi preparai ad uscire per tornare dagli altri quando andai a sbattere contro mio padre che arrivava dalla cucina con in mano una tazza fumante di caffè.
Non si rovesciò per un pelo.
Oh cazzo! Mi sono completamente scordata che lui lavora a casa ora!
<< Che ci fai qui, tesoro? Pensavo avessi l’allenamento il sabato mattina! >>
Trova una scusa, trova una scusa, trova una scusa!
<< Già, mi sono scordata che oggi dovevamo portare indietro la vecchia divisa, sai com’è ogni tanto la rinnoviamo. Questa ormai è passata di moda da un pezzo! >> Cercai di ridere per sembrare un po’ più credibile. Le divise si cambiano ogni anno ad agosto ma dubitavo che mio padre potesse anche solo lontanamente immaginarlo.
<< Ah. Ok. Ci vediamo questa sera allora. Faccio gli hamburger quindi vedi di non arrivare in ritardo o li finirò tutti io! >> Si stava sforzando veramente per essere un padre migliore, più presente, più simpatico, più interessato.
Più di quanto mia madre fosse mai stata.
Mi sarebbe piaciuto essere una figlia all’altezza delle sue aspettative ma, per certi versi, erano quasi più alte di quelle di Rebecca.
<< Certo! Ci sarò. >> La maschera di porcellana, la più popolare del liceo, la capo cheerleader, la ragazza che non ha un solo problema nella vita.
Quella che vedeva ora mio padre e che gli stava promettendo di tornare presto per cena era la figlia che mia madre aveva sempre sognato: bella, alta, ricca, bionda con gli occhi azzurri, popolare, vestita all’ultima moda e piena di amici.
La verità, però, era ben diversa.
La vera Cara Williams stava rubandogli i soldi da sotto il naso per scappare.
La vera Cara gli aveva appena mentito sul perché si trovasse a casa quando doveva essere sul campo da football della scuola.
La vera me non sarebbe tornata a casa per cena.
Vincent sorrise, rassicurato, ed entrando nel suo studio si chiuse la porta alle spalle.
Mentre facevo la strada a ritroso verso casa di Chris, con i soldi per la nostra fuga nella borsa e il ticchettio degli stivaletti nuovi sull’asfalto, una sola immagine occupava la mia mente: mio padre, seduto in cucina, a mangiare hamburger da solo perché sua moglie non riteneva nessuno alla sua altezza e questo la riempiva di emicranie e malumore; e perché la sua unica figlia, che in quel momento si trovava in viaggio per chissà quale Stato americano, era davvero pessima nell’essere tale.


Spazio Autrice

Eccoci qui! Allora, come aticipato ad alcune lettrici in questo capitolo c'è stata la rivelazione su cui si è basata l'intera idea della storia.

Ebbene sì! Abby e Alan sono gemelli e sono i figli di Alexis e Chris!
Devo dire che è una parte che mi preoccupava parecchio perché volevo lasciarvelo intuire senza però renderlo troppo ovvio, ci sono riuscita? Fatemelo sapere!
Credo di aver lasciato parecchi indizzi in giro: prima tra tutte la lettera che parla di "cose" in modo umano (la chiama "lei") e parla di una verità confessata da Alexis di cui Chris non dice nulla ai ragazzi; il padre di Alan che gli dice di lasciar perdere Abby (perché non siamo nel Trono di Spade e loro non sono Cersei e Jaime Lannister); Alan e Abby hanno particamente gli occhi identici e viene detto più volte che Abby è uguale alla madre di conseguenza quelli sono gli occhi di Alexis; entrambi hanno perso la madre e nessuno a mai parlato loro di lei; Chris e Alexis hanno continuato a vedersi (che pensavate facessero assieme? Partite a scacchi?); ecc.
Perciò spero che non sia una notizia troppo scioccante, della serie "Non me lo sarei mai aspettato!" ma più una cosa da "Allora avevo effettivamente ragione! Ma sono un genio!"

Con questo è tutto, vi lascio.

P.S.
Ho un paio di immagini per voi:
1) Il quadro a casa di Cara è questo 

2) Gli stivaletti che Cara indossava in questo e nel precedente capitolo sono più o meno come questi


Alla prossima,
Gil :)

 
   
 
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