Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    04/08/2014    4 recensioni
Un prezioso carico, formato da una coppia di anfore rispettivamente d'oro e d'argento, è pronto alla partenza e Lupin ha tutte le intenzioni di compiere l'ennesima furto in grande stile. Ma su quel treno ci saranno non poche sorprese per il ladro gentiluomo, e non sto parlando del "solito" ispettore Zenigata. In una delle carrozze si trovano anche i fratelli Elric, che loro malgrado saranno coinvolti in questa strana vicenda. Per la cronaca, ho preso spunto per questa fan-fic da un videogioco di Lupin uscito per PS2.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Tutti in carrozza!


Come dico sempre in questo caso, buona lettura!!!


Nella stazione ferroviaria di Guteburg tutto era quasi pronto per la partenza del prossimo treno. Mentre gli addetti ai lavori stavano caricando gli oggetti più pesanti nelle ultime cabine, una ragazza bionda, seduta su una valigia rossa, stava aspettando con ansia il momento della partenza.
Il suo nome era Winry Rockbell, e con lei dovrebbero partire anche i fratelli Elric, Edward e Alphonse. Dovrebbero, perché i due ragazzi non si erano ancora presentati al luogo dell'appuntamento e la ragazza li stava aspettando con grande impazienza...
Nel frattempo, in un altro punto della stazione e lontano da occhi indiscreti, c'erano due persone che stavano parlando proprio di quel treno, prossimo alla partenza. Erano due famosi ladri, Lupin III e Jigen Daisuke; il primo era vestito con la sua inconfondibile giacca rossa mentre il secondo era travestito da addetto ferroviario e teneva in mano un carrello per il trasporto dei bagagli.
«E' quello il nostro treno, Lupin?» domandò Jigen.
«Precisamente!» rispose il suo compagno. «Da qui si direbbe che stanno caricando le ultime carrozze. Questo significa che il nostro obiettivo è già a bordo...»
«Già! Secondo le nostre informazioni, il vaso della Luna si trova in una delle prime carrozze.»
«Meglio darci una mossa, Jigen! Devo salire a tutti i costi su quel treno...»

Passò un po' di tempo, ma i fratelli Elric non erano ancora arrivati in stazione. Winry si stava innervosendo parecchio per il loro grave ritardo, così decise di alzandosi e di fare quattro passi attorno alla valigia, cercando di calmarsi un po'. All'improvviso però sentì uno strano rumore, e d'istinto si voltò per verificare cos'era successo.
Dietro di lei vide un addetto ai bagagli e un controllore che stavano discutendo animosamente, di fianco ad una delle carrozze. I due stavano litigando su una cassa di legno, che l'addetto voleva caricare sul treno. Tutto quel baccano attirò l'attenzione dell'ufficiale a capo della sicurezza di quel treno: l'ispettore Zenigata, riconoscibile da suo impermeabile marrone trasandato.
«Che diavolo sta succedendo qui?» domandò quasi urlando il poliziotto giapponese. I due litiganti però erano così distratti dalla loro discussione, che in un primo momento lo ignorarono.
«Ti ho già detto che qui non puoi entrare! I bagagli normali devono essere caricati sul fondo!» rimproverò il controllore, ma l'addetto sembrava voler ignorare quel richiamo.
«Mi è stato ordinato di sistemare la cassa su questo vagone!»
«Ora non inventarti scuse!» ribatté i controllore infastidito. A quel punto Zenigata decise di intervenire, parlando direttamente con l'addetto.
«Mi stia a sentire! Qui non può sistemare niente, queste carrozze sono tutte sorvegliate dalla polizia. E' tutto chiaro?»
«E chi lo sapeva?» affermò l'addetto, sistemandosi il berretto che gli copriva gli occhi.
Proprio in quel momento i fratelli Elric raggiunsero Winry. Cercando di riprendere fiato per la lunga corsa appena conclusa, i due si scusarono profondamente per il loro ritardo. Sebbene Winry fosse ancora molto arrabbiata, quella volta decise di perdonarli. Senza perdere altro tempo, i tre amici salirono sul treno, trovando quasi subito la cabina che avevano prenotato.
Nel frattempo Jigen, ancora travestito da addetto, sistemò la cassa di legno nell'ultima carrozza. Era molto deluso, la prima parte del piano non aveva funzionato come previsto e ora Lupin, nascosto dentro la cassa, era costretto a percorrere tutto il treno per raggiungere il vaso della Luna. Il ladro dalla giacca rossa però era ottimista, riteneva quell'imprevisto solo un piccolo contrattempo, che avrebbe risolto una volta in viaggio. Più rilassato rispetto a prima, Jigen scese dal treno e, senza farsi notare da nessuno, uscì dalla stazione abbandonando il travestimento da addetto ai bagagli.

Alle cinque e mezza del pomeriggio la locomotiva si mise lentamente in movimento. Mentre il treno stava prendendo velocità, lasciandosi alle spalle la stazione di Guteburg, Edward gettò un'occhiata fuori dal finestrino: la luce arancione del tramonto riempiva la campagna, che piano piano stava sostituendo la città.
«Dovremmo raggiungere Plomb Town tra circa tre ore...» affermò Edward rivolgendosi a suo fratello Alphonse.
«Se non ci sono imprevisti, fratellone!»
«Come mai andate in quella città?» domandò Winry a Edward.
«Abbiamo sentito una leggenda molto interessante su Plomb Town: sembra che, da qualche parte in città, sia nascosta una pietra filosofale.»
«Ah, capisco...»
«Però ora spiegami perché hai insistito nel voler venire con noi!» affermò Edward un po' infastidito.
«Come, non lo sapete?» domandò sorpresa Winry. «Plomb town è una grande sede di artigiani dei metalli! Si dice che abbiano degli ottimi materiali per la costruzione di automail!»
La ragazza era entusiasta mentre pronunciava quelle parole, lo si poteva intuire dai suoi occhi lucidi.

Superati i controlli alla stazione, era giunto per Lupin il momento di uscire dalla cassa di legno. Dopo essersi stiracchiato per bene, si ripulì dalla polvere che aveva addosso e si guardò attorno, per capire dov'era finito. Il vagone in cui si trovava era pieno di valigie, casse e altri contenitori di forma e materiali vari, accatastati in modo da formare un corridoio centrale. Non essendoci nessuno nei paraggi, Lupin in scioltezza attraversò il corridoio e scassinò senza fatica la porta del secondo vagone. Come la precedente, anche questa carrozza era adibita al trasporto dei bagagli, così Lupin andò direttamente alla porta successiva, questa volta munita di finestrino. Guardando aldilà del vetro, il ladro dalla giacca rossa constatò che il corridoio era libero, tutti i passeggeri erano seduti nelle loro cabine. Era il momento giusto per uscire allo scoperto.
Senza farsi notare eccessivamente, Lupin attraversò il corridoio e si portò a ridosso della porta dall'altra parte del vagone. Prima di proseguire però Lupin si voltò, per controllare se qualcuno aveva notato la sua presenza: qualche passeggero stava leggendo il giornale, altri stavano parlando col vicino di posto ed infine c'era chi stava facendo un sonnellino. Lupin si sentì rassicurato, nessuno dei passeggeri lo aveva visto attraversare il corridoio.
Come aveva fatto in precedenza, Lupin si avvicinò alla porta e controllò la situazione nel vagone successivo, spiando attraverso il vetro. Questa volta però nel corridoio stava camminando qualcuno: era il controllore con la sua divisa verde. Lupin capì subito che non poteva proseguire, il controllore avrebbe intuito quasi subito che lui non era un passeggero regolare, con il rischio concreto di farsi prendere dalla polizia. Sarebbe stato troppo ridicolo per lui farsi arrestare solo perché non aveva il biglietto...

Rimanendo nascosto dietro la porta, Lupin osservò attentamente gli spostamenti del controllore, finché non lo vide entrare in una delle cabine. Approfittando di quel momento, Lupin spalancò la porta e attraversò velocemente il corridoio, per entrare nella carrozza successiva. Però questa era sorvegliata da due poliziotti, e Lupin fu costretto a tornare indietro per non essere scoperto. Non ebbe il tempo di ragionare che sentì un rumore di passi alle sue spalle, era il controllore che stava andando verso di lui! Tutto agitato, Lupin cercando d'istinto un nascondiglio, ma era troppo tardi: il controllore lo aveva richiamato per un controllo! Senza perdersi d'animo, Lupin pensò velocemente ad un modo per superare quell'ostacolo imprevisto.


Continua...


Mi raccomando, commentate!!!
  
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