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Autore: Shiwriter    04/08/2014    1 recensioni
Sarah ha gli occhi grandi, verdi. Occhi sempre intenti a guardarsi intorno alla ricerca di persone sensibili come lei, che sappiano apprezzare le piccole cose, amino i libri e il mondo che si crea dentro di essi, e che magari ascoltino anche qualche canzone dei Bastille...
Catapultata in Inghilterra così velocemente da sembrarle un sogno, Sarah non immagina che nei suoi pensieri al posto della preoccupazione per il nuovo lavoro e il nuovo appartamento si farà strada qualcosa di molto più profondo e importante che sconvolgerà piacevolmente le sue giornate...
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Tea and pizza

 Sarah p.o.v.

Stavo letteralmente tremando. Mentre Greg mi parlava entusiasta dell'ultimo concerto, i ragazzi nella sala accanto avevano cominciato a provare. Riconobbi Flaws all'istante. Potevo quasi vedere Kyle che pigiava i tasti della pianola per produrre quel ritmo inconfondibile e Will che sistemava il basso, Woody che spostava il ciuffo dagli occhi e... ora sapevo che sarebbe toccato a Dan. Iniziò a cantare piano, con la voce roca sulle note più alte e per un'attimo mi dimenticai di Greg e della sua vocina acuta, per concentrarmi solo sulla musica:
"When all of your flaws and all of my flaws are laid out one by one, a wonderful part of the mess that we made, we pick ourselves undone..."
Non avevo più dubbi sul perché avessi scelto proprio loro.
Il mio nuovo collega mi riportò bruscamente alla realtà.
-Sei mai stata ad uno dei loro concerti, Sarah?
Scossi la testa.
-Neanche un festival? Una live session?
Gli spiegai che ero Italiana e che non erano ancora mai venuti a suonare lì.
-Italianaaa?!!- si intromise Woody che era uscito dall'altra sala- Pensavo fossi inglese!-
-Come mai?-chiesi curiosa.
Mi rispose Dan spuntando dietro di lui.
-Beh per il tuo cappotto e per il fatto che non hai ancora detto nulla sulla pioggia.- Sorrise.
Io mi voltai verso la finestra e mi accorsi con stupore che stava diluviando, e sembrava già sera inoltrata.
-Ma..ma non è possibile! Prima c'era il sole... Adesso è praticamente buio!- Li guardai esterrefatta.
-Ah sì, ora tutto si spiega... sei proprio Italiana.- sorrise Woody compiaciuto.
Ci sedemmo e cominciarono a farmi un interrogatorio per saperne di più sull'Italia e su di me. Chiacchierare aiutò notevolmente a spezzare la tensione e mentre e ridevo e scherzavo con loro mi sentii davvero bene. Dopo che Anna era partita per l'Australia avevo passato le giornate a tenere compagnia a me stessa, ed era da tempo che non mi sentivo considerata ed ascoltata come in quel momento.
Non ci accorgemmo che aveva smesso di piovere e che qualche raggio di sole stava scaldando di nuovo le cime dei tetti londinesi. Quando Greg vide che la moglie lo aspettava a casa già da un'ora, decidemmo di accompagnarlo e andare anche noi. 
Eravamo in piedi fuori dall'ingresso e Dan era vicino a me. Teneva le mani in tasca e si guardava le converse sbuffando nuvolette di fiato dalla bocca per il freddo.
- Come torni a casa, Italiana?- si informò Woody. 
- Credo che chiamerò un taxi.- risposi sicura, dato che finora conoscevo solo quel modo di muovermi a Londra. 
-Perché non prendi la metro? Mi disse Dan -Risparmi un po' ed eviti il traffico. Se vuoi venire la prendiamo anche noi.- sorrise agli altri- Vero ragazzi?
-Ah, ma si certo...-  -Stavamo giusto andando lì.- -La prendiamo sempre...- tentarono di rispondere convincenti.
-Se la mettete così, allora accetto.- acconsentii ridacchiando.

La metro era poco affollata. La maggior parte dei lavoratori erano già tornati a casa e rimanevano solo vecchine di ritorno da chissà quale commissione e gruppi di ragazzi che probabilmente erano stati fuori a divertirsi.
Sarah e Will trovarono un posto a sedere mentre gli altri si misero in piedi di fronte a loro.
Kyle li salutò e scese dopo due fermate, seguito da Woody alla successiva.
Solo allora Sarah si rese conto di non avere idea di dove scendere e si mise a scorrere il tabellone con gli occhi, in cerca magari di una fermata che avesse già sentito nominare.  Ma le scritte erano maledettamente piccole, così senza occhiali non riusciva a leggere quasi nulla. 
Poi si disse che i ragazzi avrebbero potuto non conoscere la sua zona, ma valeva la pena chiedere.
-Tu dove scendi Sarah?- Dan sembrò leggerle nel pensiero.
- Ehm alla prossima, o quella dopo... O quella dopo ancora.- gemette lei guardandolo. -In realtà non ne ho la più pallida idea...-
I ragazzi risero e Will la circondò con un braccio. 
- Dicci dove abiti.-
-In Anley road, dietro il Tamigi.
-Ah beh, in tal caso sei a posto, puoi fermarti a Shepard Bush, anche Dan scende lì.- Will sorrise al suo amico.
Le guance del ragazzo diventarono rosse - Si... Abito da quelle parti.- Mormorò piano.

Sarah p.o.v.

Ci incamminammo fuori dalla stazione e uscimmo sotto il cielo plumbeo di Londra, accolti dalla consueta pioggerellina. Mi guardai intorno, ma non riconoscevo la zona, forse era un po' lontano da casa mia.
-Tranquilla ho capito dove abiti, vieni.- 
Dan si passò la mano tra capelli, li tirò indietro e si mise il cappuccio della felpa grigia. Cominciò a camminare veloce e faticavo a stargli dietro, ma quando arrivammo a un attraversamento lo affiancai. 
Lo guardai mentre scrutava l'altro lato della strada. Era come l'avevo visto nelle foto e nei filmati che avevo riguardato all'infinito, con il viso magro e la barba corta, appena accennata, solo che ora era lì, in piedi accanto a me.
All'improvviso mi strinse la mano, sentii la sua morsa calda e fui percorsa da una scarica di brividi. Prima che potessi parlare cominciò a correre verso il marciapiede. 
- Scusa se ti ho fatto fare una corsa, ma altrimenti avremmo dovuto aspettare ore che le auto si fermassero.- mi guardò con occhi dolci e mi sentii sciogliere.- Sono perdonato?
Gli diedi un pugno sulla spalla e risposi di sì. Poi scoppiammo a ridere come due bambini e ci incamminammo lentamente.
- Così vieni dalla terra della pizza e della pasta.- disse cercando di usare l'accento italiano. Era così buffo che non riuscii a non ridere. 
- Sì, ma guarda che noi Italiani non mangiamo e basta...-
-Lo so, ma la vostra cucina è davvero buona.- 
- Credo di non poter dire la stessa cosa per voi, ma il tè e i muffin londinesi sono famosi...-
-In effetti sono buoni -sorrise orgoglioso- anche se credo che in Cina per il tè ci battano.-
-Ti assicuro che non è un granchè... - gli dissi con una smorfia,- sono stata là e lo ho assaggiato.
-Ah se dici così allora ne starò lontano...-
Chiacchierammo ancora a lungo e smisi di far caso alle vie che percorrevamo, quando Dan si fermò all'inizio di una strada.
-Questa è Anley road, se guardi i numeri civici troverai subito casa tua.- mi disse guardandomi fissa negli occhi e passando la mano tra i capelli scompigliati.
Si aspettava un ringraziamento ma non riuscii a dire nulla così contunuò:
- Bene, io allora vado a ordinarmi della pizza da mangiare a casa, ciao...-
-No aspetta, sali da me.- mi lasciai scappare prima di rendermi conto del significato che la frase poteva avere.
- Intendo a mangiare la pizza... te la cucino io!- tentai di spiegare.
-no, davvero non voglio disturbare...-
Lo rassicurai che non c'era alcun problema , così accettò e gli feci strada.


Sarah lo fece entrare e si scusò per la casa in disordine, anche se era puntualmente ordinatissima. Quando si mise a cucinare, Dan si avvicinò a lei osservando, e facendosi spiegare ogni passaggio.
- Vedi devi impastare con entrambe le mani facendo leva sulle gambe.... -È meglio se usi la mozzarella fresca, il sapore sarà migliore...- - non serve troppo sale il formaggio fa la sua parte...-
Dan volle provare e alla fine si ritrovarono entrambi ricoperti di farina. Sarah passó le mani tra i capelli di lui per toglierne un po' mentre Dan si puliva il grembiule. Erano folti e soffici e le solleticarono le dita. 
- Beh, ce la siamo cavata bene!- scherzò lui e le battè il cinque.

Si sedettero davanti alla pizza fumante e rimasero un attimo in silenzio.
- Ora voglio del tè.- gli disse lei con un sorriso di sfida.
Dan strabuzzò lo sguardo e le pupille si strinsero di colpo, lasciando spazio alle iridi color oceano.
- E va bene- acconsentì ridendo - del resto te lo devo.
Si avvicinò ai fornelli e mise dell'acqua a scaldare, poi prese le foglie di tè sminuzzate dalla dispensa di Sarah e le setacciò più volte. Quando l'acqua fu abbastanza calda le mise in infusione e poi filtrò il tutto.
-Ecco a te. Un ottimo tè londinese delle... - guardò l'orologio- delle 20:35!
Sarah rise e sorseggiò la bevanda, era davvero buona. 
- Non avevo mai pensato a "tea and pizza"-gli disse.
-Nemmeno io! Ma non è male, noi due dovremmo brevettarlo.- scherzò Dan.
Quel "noi due" la fece rabbrividire e in un attimo le sue gote si infiammarono.
Non riusciva a credere di aver passato più di due ore insieme al ragazzo che aveva adorato per mesi, che la aveva aiutata a farsi forza e a trovare un rifugio sicuro tra le note della sua musica. E lui non sapeva nulla di tutto ciò.
Risero per tutta la sera davanti a due birre (il tè non era bastato a sostituirle) e fecero zapping tra i canali, per ridicolizzare le serie tv.
-forse è meglio che vada, è quasi mezzanotte e sai... sono a piedi.- disse a un certo punto.
Sarah lo accompagnò alla porta.
- Ciao, e grazie della serata- si abbracciarono veloci e poi lui uscì in strada, sotto il chiarore della luna.
Sarah corse in camera sua, davanti alla finestra e lo guardò camminare via. Il ciuffo corvino mosso dal vento e le mani perennemente in tasca.


Spazio autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fino in fondo a questo capitolo!!
Spero che vi sia piaciuto e continuerete a seguire la storia. Fatemi sapere cosa ne pensate dei nostri due piccioncini!
Un bacio
Shiwriter
P.S 
Domani parto per le vacanze e credo che per un paio di giorni non riuscirò a scrivere. Farò il possibile! ; ) 

   
 
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