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Autore: NightWatcher96    04/08/2014    3 recensioni
Quasi due anni erano trascorsi dalla nascita delle gemelline Hamani e Reiki e le cose erano leggermente cambiate... in sentimenti.
Sì perché Donnie e Mikey avevano reso chiaramente pubblica la loro relazione, dimostrando quanto forte era il loro amore e ancora una volta il sensei non aveva trovato obiezioni. I suoi figli avevano del tutto campo libero e fiducia.
E adesso, nella tana, aria differente si inalava.
La gioia dei papà Leo e Raph saliva al culmine quando la mattina le loro piccole entravano nel letto matrimoniale per accoccolarsi nel caldo protettivo; oppure vedere quei piccoli piedini compiere grandi passi. La vita era rosa e fiori... ma il male sempre in agguato...
T-Cest LxR / DxM Mprgn
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Mpreg
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La telefonata si chiuse.
Starlee era rimasta congelata, con gli occhi sbarrati e le labbra socchiuse. Aveva capito bene? Cody le aveva detto di volerle bene, ma con un imbarazzo sulle gote. Forse voleva dire di più?
Si accarezzò le labbra, spostandosi una ciocca dietro l’orecchio e guardò Serling che fingeva di guardare le monelle… anche se aveva sentito tutto!
-Buona fortuna, Cody…-…
 
....
 
I quattro cloni erano giunti nel covo segreto dove Sh'Okanabo non era presente. La Finestra del Tempo era spenta e tutt'interno galleggiava il silenzio più profondo.
Dark!Leo indicò la Finestra con un semplice movimento della mano e tutti e quattro sgattaiolarono verso di essa, mentre Dark!Raph e Dark!Mikey fecero da guardia.
"Allora, genio. Che si fa?" chiese Dark!Leo.
Il clone di Donnie studiò per un attimo la macchina che sembrava un grosso monitor posta su una console piena di bottoni scuri e trovò la soluzione.
Anche se inizialmente i piani prevedevano di catturare anche una minima quantità di particelle della macchina per creare una nucleo in grado di neutralizzare quello del congegno XRL, adesso dovevano solo distruggere quella macchina tremenda.
"Sai come fare, no?" schernì Dark!Raph.
"Sì. Ma... questo causerà la nostra morte".
Dark!Leo lo guardò, prendendogli la mano per stringerla in un gesto confortante e guardò anche gli altri suoi fratelli, prima che il suo volto sbiancasse di terrore!
"Mikey, attento!" gridò.
Dark!Mikey non ebbe il tempo di reagire: una potente frustrata al guscio lo scaraventò contro un pilastro del covo, sotto le risate maligne di... Sh'Okanabo!
"Credevate che vi avrei lasciato trafficare con la mia Finestra del Tempo per sconvolgere i miei piani? Poveri illusi!".
"Quindi sapevi tutto!" inveì Dark!Don.
Sh'Okanabo sorrise semplicemente. Aveva spiato i cloni tutto il tempo, potendo praticamente creare delle contromosse che li avrebbe neutralizzati facilmente. Ridendo sottovoce, afferrò una capsula nascosta nel suo corpo molle e gliela mostrò.
I cloni spalancarono gli occhi. Erano stati giocati ancora una volta, ma stavolta molto più gravemente. Nella mano del mostro viola capeggiava il vero XRL, dove un led rosso brillava a intermittenza e un timer al contrario avanzava.
"Allora... quello che ha Starlee è un congegno falso?!" espirò Dark!Leo, con un groppo di terrore nello stomaco.
Starlee era in grave pericolo! E tutto per una falsa!
"Maledetto" ringhiò sottovoce Dark!Raph.
"Fra tre minuti la Terra verrà avvolta dal buio e non c'è modo di fermarlo! Le uova che ho seminato si schiuderanno e i Kanabo avranno nuovo splendore!".
I cloni erano congelati: fallire così facilmente li stava bruciando dall'interno. Volevano aiutare e invece erano già stati neutralizzati in partenza!
"Quanto a voi e a quei fastidiosissimi mutanti, diverrete un ammasso di particelle vaganti nel cosmo!" ghignò.
Uno dei suoi tentacoli si avvicinò alla console della Finestra del Tempo, digitando una sequenza binaria, mentre nello schermo compariva una luce azzurrata sempre più forte. Dark!Don fu il primo a rendersi conto che quel bagliore aveva anche la proprietà di risucchiare, come un vortice!
"Attenti, fratelli!" gridò, tentando di aggrapparsi saldamente a qualcosa.
"Ed ora lasciatemi avere la mia vendetta...!" ghignò il nemico, mentre scompariva dentro a un portale corvino, creato dal congegno che aveva sull'armatura.
I cloni erano nei guai grossi: il turbine era diventato troppo forte da resistere e c'era di peggio... scariche elettriche improvvise stavano serpeggiando intorno ai corpi dei poveretti, che non potevano fare a meno di gridare per il dolore accecante e bianco.
Dark! Leo si strinse l'addome: le costole bruciavano come il fuoco e crollò sul pavimento, mentre la coda di Dark!Don, abbracciato a un pilastro, gli si avvolse intorno al petto.
"Leo, il tuo stomaco!" esclamò Dark!Raph, attonito.
Particelle sconnesse come cibernetiche si staccavano dalla pelle del mutante, disperdendosi nella scia turbinante della Finestra del Tempo. La sua pelle stava assumendo un colore pallido e il suo corpo cominciava a perdere consistenza. Stava sparendo così facilmente...
"Mikey, anche tu!" indicò Dark!Don.
Il clone giallo tremò per tutta risposta. Le sue gambe erano già diventate un involucro di particelle scure che stavano sempre più scomparendo.
Dark!Raph e Dark!Don, invece, stavano iniziando ad accusare dolori accecanti al petto, dove macchie violacee-scarlatte erano già comparse sotto la loro pelle, all'altezza del cuore.
"Sh'Okanabo... ci ha battuti, vero?" gemette amaramente il rosso.
"Non del tutto!" tagliò corto Dark!Leo.
Con le braccia che pesavano almeno una tonnellata, il clone azzurro brandì una delle sue katana e la scagliò verso la console, affondandola nei circuiti. Un'esplosione di elettricità scoppiò all'istante, in un colore azzurro, dai bordi violacei frastagliati e... sfortunatamente si avvinghiò sui cloni, risucchiandoli senza pietà all'interno della Finestra del Tempo che svanì distrutta nella creazione di un reale buco nero!
 
....
 
L'attesa era dolorosa per tutti quanti, soprattutto per Donatello, che continuava a guardare addolorato le bianche porte chiuse della sala operatoria, dove Michelangelo era stato portato d'urgenza per fermare l'aborto.
I suoi occhi erano rossi dalle troppe lacrime versate e nella sua gola si era formato un groviglio di emozioni che aveva otturato il passaggio della voce.
-Mikey... Mikey mio...- pensò, affondando il volto nelle mani.
"Don".
Il genio emise un respiro tremante, guardando Raphael che, sostenuto da Leonardo, si stava avvicinando, protendendo il braccio in avanti. Il genio gli strinse la mano e velocemente il rosso lo tirò al petto per abbracciarlo in un gesto di conforto. Sentendosi premuto al più forte dei quattro pilastri della famiglia Hamato, Donnie si ritrovò nuovamente a singhiozzare sommessamente, stringendosi a quei forti muscoli allenati per anni, ormai.
"Non voglio perdere questo piccolino. Lo amo così tanto..." pronunciò con voce soffocata per le labbra premute contro il collo del rosso.
"Shhh" ammonì dolcemente Raph, guardandolo con quegli occhi ciechi. "Sii forte, fratello. Mikey ha bisogno di tutti noi".
Il viola non emise nemmeno una parola, mentre più lacrime fluivano dai suoi occhi.
"E... e tu? Come stai?" riuscì ad articolare, cambiando discorso.
"Come mi vedi. Non ti nascondo che vedere tutto nero sia terrificante... ma non mi sento perduto. C'è Leo e tutti voi".
Donnie sorrise dolcemente e si rivolse a Leonardo che forzava un sorriso per non mostrare tristezza e dolore.
"Sei fortunato, Leuccio. Raph è un tipo eccezionale. Tienitelo stretto".
"Sentito, Leo?" schernì il rosso, sentendo dei passi avvicinarsi.
Cambiò espressione, voltandosi dall'altre parte del corridoio.
"C'è qualcuno".
Il genio e Leo non capivano il motivo del suo comportamento. Non c'era nessuno oltre loro. Ma l'irrigidimento del fratello ribatteva altro: sembrava percepire qualcosa di sconosciuto al momento.
"Avrò anche perso la vista, ma questo danno ha rafforzato il mio udito" disse. "C'è qualcuno di oscuro e potente che si sta avvicinando! In guardia, ragazzi".
"AHHHH!" urlò Donatello.
"DONNIE!" gridarono azzurro e rosso, sobbalzando.
Una luminescenza azzurro aveva avvolto il corpo del genio, bloccandogli le braccia lungo i fianchi e alzandolo verso l'alto soffitto.
"Ahahahahahah! Che sublime spettacolo" rise una voce grave e terrificante.
Leonardo e Raphael voltarono il capo dall'altra parte e rimasero senza fiato.
"Leo, chi c'è? Chi?" tuonò Raphael, vagando con le mani ai Sai futuri nei foderi sui fianchi.
"Bene, bene, bene. E così sei cieco, mostro" sogghignò il mostro sinuoso.
Mentre avanzava lentamente, tutte le luci si spegnevano, lasciando avvolgere il momento critico dal buio sempre più gravante. Unica fonte di luce era ancora la guaina bloccante su Donnie, che continuava a gridare per ricavare la forza per liberarsi.
"Raph... è Sh'Okanabo!" rispose Leonardo, sguainando le katana. "Maledizione!".
"Il polpo schifoso è tornato, allora!".
Sh'Okanabo non gradì l'offesa e avvampando di fredda rabbia cercò di colpirlo al volto con uno dei suoi tentacoli, ma Leonardo spostò il suo compagno con una spallata, affettando quel viscido braccio alieno con le sue spade future.
"Non toccarlo, hai capito?!" ringhiò con tutto il veleno possibile.
Donnie stava ancora lottando ma a quanto pare un forte bagliore viola esplose letteralmente dal kanji del vento impresso sul braccialetto al suo bicipite e come un turbine quella luminescenza azzurra fu presto inghiottita, lasciandolo crollare duramente sul pavimento, in posizione prona.
"Ah..." gemette il viola. "Doloroso... ma ancora una volta... devo dire che Cody è un genio di primo ordine...".
"Stai bene, fratello?" chiese Leo, mantenendo lo sguardo su Sh'Okanabo.
"Sì, credo di sì" rispose l'altro, sguainando il suo Bo.
Sh'Okanabo soffiò pericolosamente, avanzando e diventando sempre più grosso. Donatello istintivamente le porte della sala operatoria: erano in ospedale, non potevano combattere lì e così vicini a Mikey.
"Hai scelto un posto errato, mostro viola!" ringhiò, catapultandosi verso il polpo alieno con il Bo.
Sh'Okanabo, che aveva già modellato il resto del suo corpo, si spostò prontamente verso destra, afferrando il Bo del genio per colpirlo sul guscio. Sbilanciato in avanti, il genio eseguì una capriola, mentre Leonardo saltò alle spalle del demone, tranciandogli la schiena con un affondo delle katana. Il grido di Sh'Okanabo riverberò nel corridoio ma questo non fece che aumentare il suo odio spietato.
Con la coda dell'occhio si accorse che Raphael era rimasto in disparte, con i Sai puntati in difensiva. Era una carta da giocare. Il mostro allungò un tentacolo e lo avvolse intorno al suo ventre, tirandolo pesantemente su Leonardo che lo scagliò su Donnie, facendo una catasta dolorante di tartarughe!
"Raph, stai bene?" chiese l'azzurro, sotto il compagno che aveva il genio sulla pancia.
"Sono stato meglio...".
Il leader ruggì quando il demone si avvicinò ma non poté fare granché quando si ritrovò il collo stretto dolorosamente nel tentacolo viola che sinuosamente stringeva intorno alla sua povera trachea. Le ossa scricchiolavano dolorosamente e difficile era diventato respirare.
"LEO!" gridò Donnie, aiutando il rosso a rialzarsi.
"Che gli sta facendo?" chiese frenetico Raphael.
"L... lo sta strangolando!".
"LEO!".
Furioso per lo più di essere cieco e impotente, Raphie non vide altra soluzione che correre verso il mostro e piantargli i Sai al petto, in quell'involucro gelatinoso.
"Maledetto scarafaggio!" ringhiò il Kanabo, scaraventandolo contro una panchina con una frustrata al petto.
Il focoso volò pesantemente, ricadendo al suolo con un gemito ma nonostante tutto sorrise: nella sua mano c'era ancora un pugnale da usare e pregando per uno spiraglio di fortuna per salvare un Leo sempre più debole, lo lanciò con tutta la rabbia possibile verso il demone.
Un rumore di carne infilzata. Un odore ferroso. Un urlo disumano.
"Ricordami di non farmi mai lanciare coltelli da te, fratello" sorrise Donnie, aiutandolo ancora.
"E' andato a segno?".
"Più che a segno".
Sh'Okanabo rilasciò all'istante Leonardo per cercare di rimuoversi il Sai nel suo occhio destro. Più urlava più le nostre tre tartarughe erano determinate a finirlo una volta per tutte.
"Calcio ninja, ragazzi" ordinò l'azzurro, a voce bassa per ancora difficoltà respiratorie.
Lo strangolamento lo aveva sfiancato davvero tanto!
I tre ninja si alzarono in piedi e indietreggiarono, poi inspirarono aria e corsero in sincronia perfetta, scagliando tre piedi in un unico portentoso calcio che spedì il mostro contro un estintore.
Ma quello che li stupì non poco fu vedere la schiuma candida dell'estintore lesionato dall'urto bruciare letteralmente la pelle gelatinosa del mostro urlante.
"Ehi, forse so come battere quel mostro schifoso" aggiunse Donnie.
"Come?".
"La schiuma assorbe le molecole di acqua e mutageno nel suo corpo, prosciugandolo. A giudicare da quanto velocemente sta avvenendo il processo, deduco che la sua fine sia quella di diventare di pietra! Leo, seguimi".
L'azzurro baciò velocemente il focoso per chiedergli di restarsene momentaneamente in disparte e imitò il genio nel raccogliere altri estintori e puntarli verso Sh'Okanabo che si dimenava sempre più lentamente. Il colore viola scuro della sua pelle si stava trasformando in una dura tonalità di grigio. Stava essiccandosi.
"A mai più, mostro!" ringhiò Donnie. "Questo è anche per ciò che è accaduto al mio Mikey!".
Le due tartarughe spruzzarono l'intero contenuto degli estintori sul mostro, ricoprendolo sotto una grossa spuma candida. Sh'Okanabo cadde al suolo stremato ma prima di diventare un involucro pietrificato, ebbe qualcosa da dire.
"Avrete anche vinto con me... ma non potete fermare l'XRL e la rinascita dei miei geni... Avete perso!".
Tutto il suo viso si trasformò in pietra ma preso da un istinto di odio innaturale, Donnie cominciò a distruggerlo a colpi di estintore, urlando in frustrazione.
"Donnie, calmati, ti prego!" implorò l'azzurro.
"NO! Questo mostro ha trovato il modo di vincere anche se è stato battuto!" gridò frustrato.
Respirava così affannosamente che Leo e Raph si preoccuparono.
"E adesso?" domandò Raph, in un fil di voce.
Leo guardò istintivamente Donnie che crollò in ginocchio, stringendo duramente i pugni. Non avevano vinto. Non sapevano dove questo fottuto congegno era... non avrebbero potuto nemmeno evitare la rinascita dei mostri!
"Non lo so" borbottò.
Alzò lo sguardo solo per puntarlo verso la sala operatoria. Adesso voleva solo Michelangelo e non poteva più aspettare. Calciato l'estintore verso il mucchio di pietra ridotto in polvere di ciò che rimaneva del Kanabo, il viola si avvicinò alla sala, con l'intenzione di entrare.
"Donnie!" richiamò semplicemente Leo.
Il viola lo guardò con occhi scuri di determinazione e spinse una delle ante per entrare sul serio.
"Sono un dottore anch'io, in fondo. Anche se la mia mansione è l'ingegneria. Voglio essere vicino a Michelangelo".
I due fratelli non potevano fermarlo...
 
....
 
Il cielo si era tinto di un innaturale nero notturno.
Le persone che scorrazzavano in strada non potevano fare a meno di puntare il naso in alto e contemplare cosa diavolo stesse succedendo, così su due piedi. La bianca luna era stata inghiottita da un grosso ammasso oscuro. E come se la cosa non fosse già preoccupante, tutta New York stava spegnendosi così facilmente e velocemente che nel buio pesto, un coro di urla di terrore si levarono spaventate.
"Signorina Hambra, guardi lì!" indicò Serling, fermo davanti a una vetrata del salotto.
La giovane alzò gli occhi da saldatore che indossava e rimase totalmente a bocca aperta nel vedere che diavolo stesse succedendo. Di male in peggio...!
"Questo non mi piace" sussurrò, notando un luccicare magenta flebile nell'oscurità e molto in alto. "Serling, vedi anche tu quello che vedo anch'io?".
"Sì. Una luce solitaria".
Anche l'intera O'Neil Tech, nonostante i generatori, rimase senza corrente. Starlee si premette le mani sul petto, cercando di calmarsi quando il bagliore bianco dell'illuminazione del suo laboratorio svanì. Tutto era al buio, ora.
"Non mi piace" ripeté spaventata.
Un pianto si levò dal divano: robot e ragazza si diressero velocemente, cercando di non inciampare in qualcosa e fortunatamente Serling attivò la retroilluminazione dei suoi occhi, illuminando i visini dolci e teneri delle gemelline singhiozzanti, spaventate dal buio oscuro.
"Shhh, va tutto bene" rincuorò premurosa Starlee, abbracciandole dolcemente.
"Vogliamo papi e papà!" lagnarono, tremando.
La ragazza guardò il robot che non commentò nulla. Cosa poteva dire per consolarle? Non poteva nascondere che Cody e gli Hamato mancavano anche a lei.
Improvvisamente, creando un'atmosfera di terrore, i finestroni che permettevano di guardare il cielo dal soffitto del salotto si frantumarono in mille pezzi, creando una pioggia pazzesca di frammenti appuntiti. Starlee gridò e avvolse le braccia intorno alle gemelline per proteggerle ma Serling schermò le tre con il suo corpo di metallo, in modo che non si ferirono in alcun modo.
Un tonfo e gemiti risuonarono in quella caduta, piombando sul vetro frantumato.
Pensieri veloci correvano nella mente di Starlee. Il suo cuore batteva ferocemente nella totale ignoranza di chi era piombato. Ancora tremante, schiuse un occhio per vedere le gemelline muoversi tra le sue braccia e guardare curiose i quattro nuovi arrivati immobili l'uno sull'altro.
"Papà?" chiamò semplicemente Reiki, sfuggendo da Starlee.
"No, fermat... non ci posso credere...!" esclamò la giovane, premendo una mano sulla bocca.
Reiki si avvicinò a quello che gli ricordava Leonardo e gli premette la manina sul naso, sorridendo.
"Papi?".
Dark!Leo aggrottò la fronte e schiuse l'occhio dorato, focalizzandosi sulla piccola bimba che a malapena si vedeva nel buio rischiarato dalle luci di Serling. Confuso, guardò la manina su di lui e una strana sensazione di calore crebbe al centro del suo petto.
"Papi?" ripeté ancora Reiki, facendo segno ad Hanami di avvicinarsi.
La seconda si arrampicò sul grosso guscio di Dark!Raph e gli avvolse le braccine intorno al collo, respirando piacevolmente.
"Papà!".
"Noi non siamo i vostri papà" mormorò debolmente Dark!Leo, accarezzando Reiki sulla testolina. "Ma siete molto carine".
Dark!Raph si mosse un po' e sorrise, cercando di non essere troppo mostruoso con la dentatura aguzza che si ritrovava e raccolse Hanami nella sua grossa mano, guardandola attentamente. Le sfiorò le corte codine della bandana che aveva sotto forma di treccina e guardò Dark!Leo.
"Ragazzi!" chiamò Starlee, avvicinandosi. "Che è successo?".
I cloni si sedettero dolorosamente in terra, con i corpi che avevano strie violacee visibili sul petto o strane trasparenze sulla pelle che li rendeva quasi fantasmi e iniziarono a raccontare la disavventura e il tradimento di Sh'Okanabo, mentre il congegno zampillava vorticoso nelle loro menti ancora stordite.
"Starlee, hai per caso già creato un anti-nucleo?!" esclamò Dark!Don.
"No. Non ci sono riuscita".
"Lascia perdere! Quel congegno è fasullo. Il vero brilla nel cielo!".
Starlee spalancò gli occhi, puntandoli sulla luminescenza nell'oscurità. Come potevano raggiungere quel congegno infame ora che era stato attivato?
Un forte rumore riecheggiò nel salotto: Serling prontamente illuminò la porta d'entrata lesionata. Qualcuno faceva pressione all'esterno per entrare e pochi colpi potenti bastarono per abbattere la porta. Erano grossi blob violacei con occhi scarlatti e dalle loro mostruose bocche con affilatissimi canini aguzzi uscivano ringhi animaleschi.
Ma che diavolo erano?
"Problemi!" esclamò Dark!Mikey. "Quelli sono i figli di Sh'Okanabo. Le uova che aveva piantato in tutto questo tempo si sono schiuse per la totale oscurità... e a quanto pare anche la temperatura più fredda ne ha favorito la schiusa!".
"COSA?!" replicò Starlee, attonita. "Come si abbattono quei cosi?".
Ne erano cinque, alti due metri e mostruosi, poi, tanto da spaventare le gemelline che affondarono i visini sui pettorali malandati di Dark!Leo e Dark!Raph. Questi ultimi le fecero sedere sulle loro spalle, sguainando le armi.
"All'attacco!" gridò Dark!Don, colpendo il primo mostro con una sferzata della coda.
Il blob si spiaccicò schifosamente sul pavimento, in una pozza viola ma anziché rialzarsi, si sdoppiò.
"Per ogni colpo si riproducono, eh?" ringhiò Dark!Raph, tranciando un altro Kanabo con la grossa unghia sul dorso della mano.
Reiki gridò quando alle sue spalle un altro essere comparve ma prontamente Dark!Raph lo atterrò con un calcio.
"Nessuno tocca la bambolina qui presente!".
"Sì! Bravo papà!" applaudì Reiki, anche se sapeva che quello non era Raphael.
Il clone arrossì un po' e tornò a combattere, anche se i blob erano diventati un po' troppi.
"Come si sconfiggono questi cosi?" si lamentò Dark!Mikey, schiantandone uno lontano con le sue mazze di ferro.
Starlee gridò e scagliò un preziosissimo vaso antico pieno d'acqua contro un mostro troppo vicino e ignorò bellamente le lamentele di Serling che rimpiangeva il manufatto!
Eppure, anziché sdoppiarsi, quel blob si pietrificò all'istante, disintegrandosi in polvere!
"Mi è venuta un'idea!" esclamò Dark!Don, correndo verso il lavandino della cucina.
Ruppe la fontana con un colpo di coda e puntò il forte getto d'acqua verso il blob che lo avevano stupidamente seguito, schizzandoli e orientandosi con il semplice movimento del pollice. I blob gridarono e ci pensarono Dark!Leo e Raph a distruggerne le statue.
"Ehi, bel colpo, Don!" si complimentò Dark!Mikey.
Il clone viola arrossì e sorrise dolcemente, guardando intensamente il fratello giallo che gli era arrivato vicino solo per riempire delle bottiglie vuote pescate sotto il mobile del lavandino e riempirle. Le parole di Michelangelo gli vennero in mente: forse non poteva avere speranze con lui ma... con suo fratello minore sì. E in più il batticuore che stava avendo sotto quella corazza era il medesimo provato con la pallina di riso.
-Forse... è come mi ha detto Michelangelo...- pensò dolcemente. -Forse posso avvicinarmi a Mikey-.
Il clone giallo gli stampò un veloce bacio sulla guancia e corse verso i suoi fratelli per scaraventare l'acqua sui blob.
"C... che significa?" chiese il viola, sbattendo le palpebre.
"Nulla. Che se non sopravviviamo, ricorda che hai sempre avuto un posto speciale nel mio cuore!".
"V... vuoi dire che...".
"Non dico nulla!" tagliò corto Dark!Mikey, mentre guardava in basso nelle strade, malgrado il buio pesto. "Vedo una miriade di blob!".
"A questo punto possiamo fare solo una cosa" propose Starlee. "Aprire estintori e chiavi dell'acqua per pietrificare ogni mostro schifoso!".
"Ottimo! Andiamo!" annuì Dark!Leo, mentre scendevano in strada...
 
....
 
Una mano verde oliva spinse la bianca porta della sala operatoria, entrando.
"Lei non può stare qui!" intimò Clara.
"Sono un dottore anch'io" pronunciò Donnie, adocchiando Mikey intubato. "Le sue condizioni?".
"Dobbiamo far nascere immediatamente il bambino o rischiano entrambi la morte" rispose un'altra infermiera in camice verde acqua.
Il cuore di Donnie strinse dolorosamente. Mikey era alla fine del quarto mese di gravidanza e il feto avrebbe avuto meno del 40% di sopravvivere in un'incubatrice.
"Signor Hamato, lei acconsente il taglio cesareo?" chiese Clara.
Era evidente come il sole che il povero genio era talmente sconvolto da non riuscire a pronunciare una sola parola. Le lacrime bruciavano per l'ennesima volta nei suoi occhi e il cuore batteva ferocemente nel suo petto. Mikey era così fragile in quel lettino, con la pancia all'aria. Quel pancino piccolo...
Così grazioso... illuminato nientemeno che lampade a luce fredda per via della mancata corrente.
"I... io..." balbettò, a pugni stretti.
Le parole gli morirono in una gola troppo secca per parlare. Adesso dipendeva da una sua risposta.
"I... io..." riprovò. "A... accetto...".
"Bene. Preparare immediatamente il necessario per il taglio cesareo".
Donnie guardava in una sfocatura di dolore i medici pronti per aprire la pancia di Michelangelo e prelevare il feto per evitare una doppia morte. Fu spinto fuori la sala, mentre due lacrime caddero lungo le sue guance.
-Mikey...- pensò.
Anche in quel buio pesto, il genio notò una coppia di coniugi che camminavano verso la toilette con una lampada in mano. Il suo cuore spremette nel vedere quella donna in dolce attesa e felice.
Cadde in ginocchio, negando più e più volte.
Era una punizione, allora. Come aveva detto Mikey. Qualche forza divina lo aveva punito per essere stato così stupido e per aver visto in malo modo la gravidanza.
"Mikey...!" singhiozzò più forte, incapace di fermarsi.
"Donnie!" gridarono più voci.
Lui non voleva vedere. Le ignorava. Era troppo addolorato per alzare la testa e parlare.
"Donatello!".
Una calda mano pelosa si appoggiò sulla sua testa, mentre due figure gli si accovacciavano accanto. Donatello riconobbe la sua famiglia e si aggrappò a suo padre, affondando il viso nel kimono, incapace di darsi una calmata.
"M... mio figlio..." pronunciò tra i singhiozzi. "Mikey è sottoposto a un taglio cesario... il mio bambino nasce con cinque mesi di anticipo!".
Cody espirò in shock, guardando attraverso la lampada che l'azzurro stringeva in mano, Raphael chiudere gli occhi ciechi, lasciando trapelare una lacrima solitaria.
"Mikey... soffrirà quando saprà di non avere più il piccolo dentro di lui...".
"Donatello, è per salvare il bambino" ricordò dolcemente Splinter.
"M... ma...".
"Andrà tutto bene. Siamo nel miglior ospedale di tutta New York" rincuorò anche Cody, appoggiandogli una mano sulla corazza.
Leonardo si morse le labbra. Se solo le cose avessero marciato nella felicità...


Angolo dell'Autrice

Non so se il prossimo sarà l'ultimo capitolo o il penultimo. Ho ventiquattro ore per pensarci! ehehe, mi sto minacciando da sola!
Ad ogni modo, eccomi qui a rendere difficile la situazione ingarbugliata di già! Ragazzi, mi spiace, ma a quanto pare per Mikey non c'era altra soluzione che il cesareo. Non vi preoccupate, ho alcune sopresine davvero belle le tmnt!
Abbraccio sempre e comunque tutti del fandom! A domani! :)
  
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