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Autore: Iaiasdream    04/08/2014    3 recensioni
Seguito di: A QUEL PUNTO... MI SAREI FERMATO
Rea, ormai venticinquenne, dirige il liceo Dolce Amoris, conducendo una vita lontanissima dal suo passato, infatti ha qualcosa che gliel'ha letteralmente cambiata... ma... come si soleva immaginare, qualcuno risorgerà dagli abissi in un giorno molto importante... cosa succederà?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A quel punto... mi sarei fermato '
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13° capitolo: L’ARRIVO DEI SEGRETI
 



Ci sono momenti in cui il cuore di qualsiasi persona, arriva a pompare molto sangue. Quest’ultimo che percorre inesorabile tutte le vene, arriva ad affollare quelle del cervello, ed è lì, che non riuscendo a contenere tutta quella quantità di liquido scarlatto, scoppia, facendo reagire l’umano in diverse fasi di nervosismo.
Tutto questo viene racchiuso in tre semplici parole, formate da un verbo, un articolo e un complemento oggetto: PERDERE/ LA/ PAZIENZA.
E a me, è appena successo. Ma dico io: come diavolo si fa, che a ogni loro ragionamento ci debba andare di mezzo la sottoscritta?
“Ho assaggiato la preside”. Spudorato pervertito che non sei altro! Ma non si rende conto di ciò che ha detto? Mi ha assaggiata. Tzé, quindi tutte quelle parole, sono state dette per farmi abbassare la guardia e stamparmi quel bacio? E mi ha anche detto ti amo! Questo significa che è stato solo un gioco. Alain, non si gioca con queste cose. Sicuramente avrà fatto una scommessa con suo cugino.
Guardo quest’ultimo, prima di scoppiare del tutto, e noto che lo sta ancora fulminando con gli occhi. Siccome sento che presto o tardi, succederà qualcosa di irreparabile, decido di esplodere per prima. Faccio un passo in avanti e cerco di prendere la parola, ma mentre la mia bocca sta per esprimere la sua, Castiel mi ferma.
<< Torna in classe Alain >> dice secco.
“Torna in classe Alain?”, ma che ca…? Subito uno dei miei pensieri idioti sovrasta la mia mente: Per caso, durante il periodo di febbre, sono stata catapultata nel mondo parallelo Edolas, dove i nostri alterei sono totalmente diversi? (come al solito, troppe notti passate in bianco a leggere Fairy Tail).
Miseriaccia, Castiel! Ma non vedi che ti ha lanciato una sfida bella e buona?!... un momento, ma questa non sono io, dovrei essere sollevata per come si stanno mettendo le cose, e invece… decido di tacere, e forse è la cosa migliore. Guardo Alain, che sembra non essere soddisfatto della risposta di suo cugino, lo guarda male, e tenendo lo sguardo sempre su di lui, apre la porta dicendo: << Mi deludi Castiel >>
<< Va via Alain >> ripete il rosso andandosi a sedere dietro la scrivania. Alain non aggiunge nient’altro, esce sbuffando un sorriso e sbattendo la porta. Ho un lieve sussulto, ma ciò non mi impedisce di rimanere allibita.
<< Togliti quell’espressione dal volto! >> esclama Castiel. Mi volto verso di lui, inarcando le sopracciglia. << Sembri un’idiota >> aggiunge con un sussurro, mentre volge gli occhi verso il monitor.
<< Si può sapere che diavolo vi prende? >> chiedo spazientita.
<< Che vuoi dire? >>
<< Tzé… Castiel, ma mi state prendendo per un imbecille? >> ribatto mettendomi di fronte a lui << Che cos’era quella reazione? >>
<< Volevi vedere i muri schizzati di sangue? >> chiede sorridendo beffardo.
<< Ma che dici?... sto parlando del fatto che non l’hai ripreso per ciò che ha fatto! >> mento. In realtà sì, voglio sapere per quale motivo non ha dato segni di gelosia.
<< Non ha fatto nulla di male, come ha detto lui, ha solo accontentato la sua compagna di banco >> risponde indifferente.
<< Oddio!... voi mi farete diventare pazza! >> esclamo adirata, incrociando le braccia al petto e dandogli le spalle. << Non so davvero per quale motivo rimango sempre zitta in situazioni come queste?... sarebbe stato meglio se lo avessi ripreso io! >>
<< Sarebbe stato meglio se la prossima volta, mantenessi la guardia >> mormora.
<< Che cosa vuoi di… >> esclamo girandomi verso di lui, e interrompendo la frase, ritrovandomelo a due passi. Come diavolo ho fatto a non sentirlo?
Mi guarda serio, i suoi occhi scendono giù, attuando la solita scansione ottica, e si fermano sul petto.
<< Fin dove è arrivato? >>
<< Cosa? >> chiedo come un’idiota.
<< Fin dove ti sei fatta assaggiare? >> ribatte ritornando a inquadrare i miei occhi.
<< Ehi, che intendi dire con “ti sei fatta”? Mi ha preso alla sprovvista, io non glielo avrei mai permesso! >> rispondo fiera.
Lui sorride, poi velocemente mi afferra per il polso, mi tira a se, avvinghiando il mio corpo con le sue braccia. Mi ritrovo con le mani sui suoi pettorali e il mio viso parallelo al suo. Guardo istintivamente i suoi tempestosi occhi, sembrano un uragano pronto per travolgermi; e intanto il suo respiro che si espande sulla mia pelle, mi fa rabbrividire.
Esito per qualche istante, poi, contro il mio volere, provo a respingerlo.
<< Non iniziare Castiel >> mormoro un po’ dispiaciuta. Lui non fa resistenza, al contrario, scioglie la sua presa, respingendomi dolcemente. Rimango più allibita di quando ha parlato all’inizio.
<< Ti ho detto che non ho intenzione di fare niente >> mormora serio.
<< Ma… >>
<< Volevo una conferma >> conclude ritornando a sedersi.
Stringo i pugni iniziando a tremare, e prima che per davvero i muri vengano sporcati di sangue, mi dirigo alla porta ed esco sbattendola. Percorro il lungo corridoio e mi fermo a metà strada cercando di calmarmi. “Non voglio che mi vedano in questo stato e inizino a fare domande!... che razza di gioco è questo? Veramente vogliono farmi impazzire?... adesso basta, non solo sto prendendo in giro Armin, ma sto cadendo in qualche trappola perversa con tanto di cartello che la indica… va a farti fottere Castiel, tu e tuo cugino!”
<< Rea? >>. Sento chiamarmi.
<< Che c’è?! >> urlo girandomi con occhi infuocati, che subito si spengono non appena incrocio l’immagine di un Nathaniel che sembra essersela fatta sotto dal mio grido. << Scu-scusami Nathaniel >> rimedio, abbassando la voce e accennando un sorriso, << Hai bisogno di qualcosa? >> chiedo.
<< B-beh… le… le carte per la visita guidata sono pronte… vuoi controllare? >>
<< Sì certo >> “Meglio, così potrò distrarmi un po’”.
Insieme ci rechiamo nella sala delegati. Qui vi trovo una Melody, seduta dietro un banco, con il capo chino e le mani giunte in avanti. “Ma che diavolo sta facendo?”. Allungo un po’ la testa, sicura di trovarle un rosario in mano, ciò che scorgo è un cellulare. Non ci ha sentito entrare e me ne accorgo dalla reazione che ha non appena la chiamo. Trasalisce facendo saltare il cellulare dalle sue mani, che prontamente lo riafferrano per rimetterlo furtivamente a posto nella tasca della sua gonna. La fisso incuriosita. Lei ricambia un po’ spaventata. “Che stia facendo le corna a questo cherubino?... che domanda idiota, ma se non stanno neanche insieme?”.
<< Ah, R-Rea… co-come mai sei qui? >> chiede balbettando incerta.
<< Sono venuta a controllare se stavate lavorando, ma vedo il contrario… >> scherzo, senza farmene accorgere. La vedo deglutire con fatica. << Sto scherzando Melody >>
Sospira sollevata. Faccio una smorfia indifferente. Sicuramente ci deve essere nell’aria qualche sostanza stupefacente.
Non ci faccio più caso, controllo le carte e quando ho finito, saluto i due segretari ed esco, ma Melody mi chiede di aspettarla. Ci ritroviamo nel corridoio, e camminiamo una di fianco all’altra.
<< C’è qualcosa che devi dirmi, Melody? >>
<< No, cioè, sì… a dire la verità… mi chiedevo per quale motivo non sei venuta questi giorni? >>
<< Ho avuto la febbre >>
<< Ah >> esclama con uno strano tono, sembra essere dispiaciuta, ma non ne capisco il motivo.
<< Perché? >> chiedo.
<< N-no, niente >> balbetta.
Ma cosa le prende a quest’altra, è davvero troppo strana. Cerco di ribattere per saperne di più, ma dei rumori in fondo al corridoio catturano la mia attenzione. Volgo lo sguardo, vedendo da lontano due corpi che se le danno di santa ragione, uno cade, mi fermo mettendo bene a fuoco l’immagine anche se non mi serve farlo, perché ho già capito al volo di chi si tratta.
<< Alain! >> esclamo, e senza curarmi ulteriormente di Melody, inizio a correre verso di lui per fermarlo. Qualcuno però, anticipa le mie mosse. Rallento, vedendo Castiel afferrarlo per un braccio, scuoterlo, e trascinarlo con se. Stanno andando verso il mio ufficio. Questa volta, non la passa liscia. So che il cugino non gli farà assolutamente niente, e allora decido di provvedere io. M’incammino decisa, e non appena sono a due passi dalla porta, mi accorgo che quest’ultima è di poco socchiusa, sto per aprirla ma le voci all’interno, inspiegabilmente, mi bloccano.
<< Ma si può sapere che diavolo ti prende? >> è la voce di Castiel.
<< Assolutamente niente >> risponde Alain secco.
<< Alain, non puoi andare avanti così >>
<< E allora perché mi dai una punizione? >>
<< Smettila >>
<< Tzé… di che cosa hai paura? Anche se sono tuo cugino, te ne dovresti fregare! E invece che fai? Mi tratti come quei figli di papà, che non si possono contraddire! >> urla Alain.
<< Smettila di urlare >>
<< Me ne fotto!... Castiel smettila di fare il coglione, e trattami come mi hai sempre trattato! Posso accettare il comportamento di Rea che non mi punisce mai, perché non sa nulla, ma non posso accettare anche questo da te. Tu lo fai perché… >>
<< Piantala Alain! >> urla Castiel, interrompendolo.
Sento il moccioso ridere << Ho capito… >> dice << sei come loro. Sei solo un vigliacco bastardo. Solo perché sai la mia situazione fai finta di niente. E ne ho avuto la conferma quando ti ho detto di aver assaggiato Rea. il vero Castiel mi avrebbe preso a pugni! >>
“Ma di che situazione parla?”
<< E se ti dicessi che ho intenzione di portarmi a letto Rea? >> continua.
Trasalisco, possibile che debbano parlare di me in questa maniera, e anche con disinvoltura? Ma lo vogliono capire che ho un bambino con tanto di padre?
<< Non giocare con Rea >> dice Castiel con rabbia << se vuoi sfogare la tua frustrazione fallo con qualche sciacquetta delle tue compagne, ma non toccare Rea >>
<< Chi ti ha detto che sto giocando? >> chiede beffardo Alain << Ti avverto che mi sono innamorato di quella ragazza. Castiel, io so una cosa che tu non sai… e presto, vedrai tu stesso >>
<< Di che stai parlando? >>
<< Ti dirò soltanto, che presto Armin, si toglierà dalle palle, e rimarremo io e te… e non pensare di averla vinta, solo perché io pre… >>
<< Piantala Alain! >> urla Castiel. Sento un colpo secco riecheggiare nell’aria, capisco che Castiel ha colpito suo cugino.
Mi allontano lentamente dalla porta frastornata da quelle parole. Cosa avrà voluto dire con “Presto Armin si toglierà di mezzo”? E cosa nasconde Alain?
Cos’è successo durante questi giorni, in mia assenza?
BAKA TIME: ciao a tutti, spero con tutto il cuore che stiate scoppiando per la curiosità XD... Ma cosa nasconderà mai il bello e dannato Alain? ahahah! Curiose? aspettate e vederete. Ciaoooo! PS. so che cìnon centra una mazza, ma per tutte le appassionate di Fairy Tail, ho pubblicato la mia prima ff, su quel manga, se vorreste leggerlo, sempre se vi va, si intitola ESSENCE
   
 
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