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Autore: purjty    04/08/2014    12 recensioni
"Due persone se sono fatte l'una per l'altra finiranno per trovarsi, a dispetto della distanza, del tempo e perfino delle circostanze."
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ero immersa nei miei sogni quando mi ritrovai immersa anche in un’altra cosa: la bava di Maggie, la mia cagnolina.
Succedeva ogni volta che iniziava la scuola, con la differenza che stavolta sarei andata in una nuova scuola, con nuovi professori e nuovi compagni. I miei vecchi compagni mi disprezzavano perché mio fratello, quell’angioletto di tre anni era muto, ma era lui a volerlo, non era nato con nessun problema, solo non riusciva proprio a parlare. A me stava bene, non era affatto un peso. Per i miei vecchi amici, invece, era una cosa assurda, una cazzata e, sapendo quanto io tenevo a lui, cercavano di provocarmi in tutti i modi. Mi guardavano sempre con disprezzo.
Ora, ero pronta a una nuova vita.

Ci eravamo trasferiti a New York in estate, poiché il mio amato papà aveva deciso di volersi trasferire. A mamma era piaciuta l’idea, così come a me e al piccolo Andrew.
La mia era una famiglia normale: mia mamma, Elizabeth, era una psicologa che amava il proprio lavoro e la famiglia, una bellissima donna di trentanove anni, un fisico normale, occhi verdi e capelli di un rosso rame. Mio padre, Sebastian, era un avvocato testardo e un uomo ancora giovane per i suoi, quasi, quarant’anni. I capelli erano castano scuro e gli occhi azzurri, ereditati da mio fratello. Quest’ultimo era un bambino davvero dolce, i capelli quasi biondi e gli occhi azzurri erano la combinazione perfetta.
Infine, c’ero io. Natalie Reynolds, una semplice diciassettenne, alta e con le curve al posto giusto, identica a mamma per il colore degli occhi e dei capelli di cui andavo fiera.

Scacciai tutti quei pensieri, alzandomi lentamente dal letto per fare una doccia.
C’era chi ci metteva cinque minuti a fare la doccia, mentre io perdevo solo dieci minuti a farmi lo shampoo. Quando uscii dalla doccia, indossai l’accappatoio e pettinai i capelli bagnati. Andai in camera per indossare l’intimo e i vestiti per la scuola. Fortuna che non servivano le divise in quella scuola, altrimenti avrei dovuto sopportare quella gonna che copriva a malapena il culo.
Indossai il jeans, la maglia bianca con il teschio e le mie amate vans nere.
Andai di nuovo in bagno per asciugare i capelli e, una volta finito, feci una treccia che con delle forcine fissai in testa, come una coroncina. Per terminare, mi truccai un po’: eyeliner, mascara e lucidalabbra. Non amavo truccarmi, preferivo concentrarmi sui capelli.
Presi lo zaino nero e scesi in cucina, salutando papà che leggeva il giornale e beveva il caffè di fretta, mentre la mamma cercava di pettinare Andrew.
Sorrisi e spalmai un po’ – si fa per dire – di nutella su un toast.


- Tesoro, potresti dirmi che ora è? – chiese mio padre, probabilmente, in ritardo.
- Sono le sette e quaranta. -
- Tu non devi andare a scuola? –
- Ora ci vado, tranquillo, mi accompagna mamma. -
- Okay, buona giornata tesori miei. -

Mi alzai e raggiunsi mamma che era già fuori con Andrew, al quale avevo promesso che mi avrebbe accompagnato il primo giorno.
Salii davanti con mio fratello e sospirai, pronta per un nuovo inizio.
-Non essere nervosa, tesoro. -
- Non sono nervosa, spero solo di farmi nuovi amici. Simpatici -
Arrivammo in dieci minuti e, in quel momento, ringraziai mia mamma per avermi accompagnata, poichè avrei dovuto fare quella strada a piedi da quel momento e non era tanto vicina, eh.
- Augurami buona fortuna, piccolo -
Andrew mi sorrise, come per incoraggiarmi ad essere me stessa.

Entrai nell'edificio, già pieno di ragazzi, e mi diressi in segreteria. Mi sentii soddisfatta nell'averla trovata senza perdermi.
- Buongiorno, sono qui per ritirare gli orari e il numero dell'armadietto -
- Certo, cara. Tu sei? - mi chiese una donna sulla quarantina, sicuramente.
- Natalie Reynolds, quella nuova -
- Un minuto soltanto. Ah, ecco a te. -
Presi i fogli e ringraziai la segretaria, sperando di avere fortuna anche con l'armadietto.
Venni urtata 'delicatamente'
da un ragazzo e, se non mi fossi aggrappata al suo braccio, probabilmente mi sarei rotta la testa.
- Che razza di problema hai, coglione?! -
- Io non ho nessun problema, in compenso ho una sorta di appuntamento veloce, capisci? -
- Beh, potresti stare più attento a come cammini. Sai, per colpa tua, stavo per cadere a terra - risposi osservandolo.
Era un gran bel ragazzo, uno di quei giocatori di basket, alto - molto, direi - e muscoloso, capelli biondi alzati in un ciuffo e gli occhi azzurri. Indossava un jeans scuro, una t-shirt bianca e in mano aveva un giacchetto di pelle.
Il classico figo, insomma.
- Come ti chiami? - mi chiese sorridendo.
- Natalie -
- Non hai un cognome? -
- No, problemi? - lo provocai.
- Pf, dai. -
- Va bene, te lo dico solo perchè mi fai pena. Il mio cognome è Reynolds -
- Uhm, Natalie Reynolds. Ti dona. -
Arrossii pesantemente, sperando che non se ne accorgesse.
- Tu, invece? Ce l'hai un nome, ragazzo dai capelli lucenti? -
- Naturalmente. Io sono John Hamilton -
- Questi cognomi, sembra che ci rendano importanti - feci una smorfia.
- Sei strana, Reynolds -
- Scusa è che tendo a parlare troppo e a esprimere cio' che penso -
- Mi piace, la trovo una bella cosa. Ora devo andare, scusami. -
- Ciao - sussurrai quando lo vidi allontanarsi.
Ah, aveva un gran bel culo.


Trovai in cinque minuti l'armadietto e una volta preso i libri che mi servivano, presi il foglio con gli orari delle lezioni e mi diressi verso la classe di letteratura inglese, poichè mancava poco al suono della campanella.
Entrai e notai che molti studenti erano già in classe, i cui occhi si posarono su di me, squadrandomi dalla testa ai piedi. Presi posto accanto a una ragazza mora, con gli occhi azzurri, che mi sorrise gentilmente.
- Ciao, io sono Scarlett... - non finì di palrare poichè entrò il professore.
- Buongiorno, ragazzi. Io sono il signor Langdon, il professore di letteratura inglese -
- Prof, lo sappiamo, perchè lo ripete sempre? - chiese una ragazza, infastidita.
- Perchè abbiamo una nuova compagna, signorina Hale. -
- Sei Natalie Reynolds, giusto? - continuò.
Annuii e, quando mi chiese se avessi voluto presentarmi alla classe, scossi velocemente la testa.
Mentre il prof stava per sedersi, la porta si aprì, e da questa entrò lo stesso ragazzo con il quale mi ero scontrata, John.
- Immagino che non cambierà mai, vero Hamilton? -
- Ovviamente, professore. -
Mi vide e iniziò a squadrarmi sorridendo, mentre io desiderai che quella giornata finisse il più presto possibile.

E così fu.
Arrivò velocemente la fine della giornata, tutti gli alunni si dirigevano velocemente in mensa per pranzare, dopodichè ci sarebbe stata l'ultima lezione.
Non sapevo dove si trovasse la mensa, quindi seguii la massa di ragazzi che camminavano nella stessa direzione.
Non avevo più visto o parlato con Scarlett e spero vivamente di ricontrarla, per fare amicizia.
- Hey, Natalie. - sentii qualcuno urlare il mio nome.
Mi voltai a destra e vidi Scarlett che mi fece segno di raggiungerla. La raggiunsi, senza preoccuparmi di prendere qualcosa da mangiare, ma non avevo fame, perciò mi stava bene.
- Hey -
- Come ti trovi? -
- Bene, mi piace come scuola e gli insegnanti sono simpatici -
- Parlami di te - chiese interessata.
Iniziammo quindi a parlare fino a quando non dovemmo salutarci per andare a lezione.
L'ora passò ed io uscii velocemente dall'aula e dalla scuola, incrociando Scar fuori e dandole il mio numero di telefono.
- Okay, questo invece è il mio. Sento che diventeremo grandi amiche, quindi preparati, perchè con me ti divertirai. -
- Okay, io vado. -
Eccolo lì, John, che mi veniva incontro.
Aspetta, cosa? John, stava andando verso di me?
Mi girai e notai una ragazza che guardava davanti a me e allora capii.
John mi passò accanto e prima di andare dalla ragazza mi sussurrò un - ci vediamo, Reynolds. -
- Ci vediamo, Hamilton -


 

hi :)
Ho creato questa storia in una giornata di noia, non avendo niente da fare.
Avevo una sorta di ispirazione e ne ho approfittato, sperando che vi piaccia e che non ci siano molti errori.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori.
I personaggi, se volete, immaginateli a modo vostro.
Beh, credo sia tutto qui.
Lasciate una recensione :)
Se volete chiedermi qualcosa mi trovate qui


 
  
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