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Autore: margio    04/08/2014    1 recensioni
Quanto ci si può sentire male nel constatare tutti i giorni di aver bisogno di reagire? Quanto può ferire il rendersi conto che non si vuole uscire da un baratro così profondo da non vedere più la superficie?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goten, Trunks | Coppie: Goten/Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come volevasi dimostrare mi diressi a casa e feci… beh ecco quello che dovevo fare…

Mi alzai dal letto e decisi in fine di fare un a bella doccia.

L’acqua scroscia sul mio corpo e decido che dopo un’oretta o quasi sia ora di vestirsi. Sono in camera in accappatoio. È quasi l’una e appena mi abbasso nel cassetto delle mutande sento un lieve ticchettio alla finestra,

‘oh no, oh no…’

“Avanti Goten!!!”

Trunks è lì che mi aspetta e decido quindi di andare ad aprire fucsia in volto… e senza mutande….

“Caspita, volevi l’autorizzazione di mia madre per farmi entrare??”

“Ehm… scusami Trunks è che ero un po’… impegnato”

Sembra che solo ora veda il mio abbigliamento, se così può essere definito un accappatoio in procinto di slacciarsi.

“Oh, scusami, stavi facendo la doc… oh… ma quello è il cassetto delle tue mutande… tu, tu ti stavi…”

“Vestendo…” continuo io sempre più imbarazzato.

 

quindi sei…”

Ecco. Il danno è fatto.

hahahahahahhahaha sei senza mutande!”

Ok mi sto innervosendo.

dio sembra la scena di un porno gay!”

L’ha veramente detto?? Rifletto un attimo e poi decido: ora o mai più!

perché? Li guardi spesso?”

Il mio tono di voce è derisorio e ironicamente curioso al punto giusto da farlo diventare quasi viola in faccia. Evidentemente non se l’aspettava ma ehi! Una volta vorrei tenere le redini anch’io!

c-cosa??? Io.. tu…. Insomma, non che… cioè, non come pensi, ecco vedi… no! Io…”

Mi lasciò sfuggire una risatina che sfocia in una risata di gusto, glie l’ho fatta!

Notando che però l’imbarazzo (ora quasi ingiustificato) persiste non faccio a meno di chiedere perché continua a rimanere di sasso ed al suo indicare verso le mie parti basse capisco… e desidero di non aver mai capito.

 

Le successive ore sono passate in silenzio. Siamo in un chioschetto non troppo lontano da casa mia a mangiare qualcosa e di sicuro non ho intenzione di rompere questo silenzio tanto rassicurante quanto imbarazzante. Lui mi ha… ha…

così ti ho visto il pacco…”

Credo di non essere mai stato più vicino al soffocamento.

Goten, ora stai bene?”

È corso ad aiutarmi e alla fine ho smesso di tossire.

“Perché l’hai detto?” riesco a pronunciare non appena ricomincio a respirare.

“Così, giusto per chiarire che non devi sentirti in imbarazzo, ecco… è normale. Abbiamo fatto tante volte la doccia insieme da piccoli…”

Sono tentato di chiedergli se sta pensando mentre parla… mi sta prendendo in giro??

“E cosa c’entra??” sbotto.

“Abbiamo fatto la doccia insieme, wow, avevamo cinque anni!! Ti sembra minimamente paragonabile a quello che è successo poco fa?? Allora cos’altro potremmo giustificare con ‘lo facevamo anche da piccoli’? Saltarci addosso e riempirci di baci??”

Anche lui si alza.

“Beh, vuoi la verità? Preferirei saltarti addosso e riempirti di baci piuttosto che stare a litigare con il mio migliore amico!”

E voltate le spalle se ne va.

Non so se sono spiazzato a causa del suo scatto o del fatto che ha usato con me un tono da insulto e al contempo mi ha detto le cose più carine che avrei potuto mai immaginare.

Decido di seguirlo.

Ci metto un po’ ma alla fine ho raggiunto la capsule corporation. Se partivo prima forse avrei potuto raggiungerlo ma non importa. Decido di fare un saluto a Bulma.

“Hey, come va!?” mi metto una mano dietro la testa e, forse perché ciò ricorda a tutti mio padre, mi corre in contro e mi saluta calorosamente con un abbraccio. Dopodiché diventa un po’ più seria e preoccupata.

“Cerchi Trunks, non è vero?”

“Beh, sì… ma tu come…”

“A dopo le spiegazioni, è in camera e non credo stia bene, emotivamente. Dovresti parlargli, non l’ho mai visto così…”

Vado di corsa di sopra e busso alla porta.

Nessuna risposta.

Riprovo un po’ più insistentemente.

Sento un frusciare di coperte e dei passi stanchi dirigersi verso la porta.

Infine Trunks comincia a parlare aprendo.

“Mamma ti ho detto che sto be…”

Lo vedo piuttosto sorpreso. Evidentemente non pensava che sarei venuto a chiedere spiegazioni… il grande e intelligente Trunks brief… se…

Mi decido a parlare.

“Ora io e te chiariamo ma prima fammi riposare, sono venuto qui al doppio delle velocità di volo”

E detto questo mi stendo un po’ sul letto, dopodiché faccio cenno anche a lui di salire.

Non mi aspettavo si stendesse di fronte a me guardandomi da così vicino, così mi distraggo… caspita è davvero un bel ragazzo, perfetto, intelligente, gentile… etero.

Era un po’ che non ci pensavo e mi sale un enorme senso di tristezza ora come tutte le volte che penso in modo realista. Caspita, devo parlare o mi prenderà per pazzo.

“Scusami Goten.”

Ancora una volta mi coglie di sorpresa cominciando a parlare per primo.

“Magari ti sei sentito a disagio e ho girato il coltello nella piaga, inoltre sappi che non ho intenzione di… ecco… saltarti addosso, era solo per dire, non nascondo che potrebbe essere imbarazzante anche per…”

Lo zittisco portandogli il mento più in su in modo che possa guardarmi e la tentazione di baciarlo mi sta letteralmente distruggendo ma resisto. Per lui. Per noi.

“Puoi saltarmi addosso tutte le volte che vuoi, baka!”

Ricorro ancora una volta all’ironia per uscire dalle situazioni. Ancora una volta sembra funzionare.

“Ah sì eh!” e dal suo sorrisetto furbo capisco che è tutto passato. Ancora senza discutere direttamente dell’argomento. Rimanderò a quando avrò più coraggio.

“Parole tue Goten!” e detto questo (e come sempre prendendomi assolutamente alla sprovvista) si lanciò contro di me cominciando a mordicchiarmi il collo.

“T – Trunks!! Co – cosa stai f – facendo!?”

Sono nel pallone. Lui nemmeno immagina che potrei infilargli la lingua in bocca in qualsiasi momento se fa così. Evito di pensare alla sua saliva sul mio collo e mi concentro piuttosto ad evitare di ri-fare la figuraccia di poco fa.

Inevitabilmente però succede.

Goten…”

“Dimmi” sussurro con aria sconsolata.

“Di nuovo? Ehi di al tuo soldatino che può riposarsi un po’ di più sai?”

“Eeeeh…” oh bene non riesco a spiccicare parola!

“Oppure sono io a farti questo effetto?”

“Eeeeh?” dio, cervello formula qualche frase che non sia un verso e alla svelta!

non ci credo! Sono così bello??”

Mi prendi in giro eh!?

Trunks, non è come seeeeeeeeeeehh!”

Oh cielo! Mi ha messo la sua mano lì!!!

come Goten?”

Il suo tono di voce non fa che confondermi, inoltre non capisco cosa vuole fare e mi ritrovo lì… in camera di Trunks, sul letto di Trunks, con Trunks davanti a me e la sua mano tra le mie gambe che mi massaggia ciò che ha visto poco più di un’ora prima. Inutile cercare di capire come siamo arrivati a questo punto da una semplice corsa…

  
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