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Autore: Jackunzel Family    05/08/2014    1 recensioni
E se i Big Four si ritrovassero in una situazione simile a quella dei protagonisti di Once Upon A Time? Niente Emma Swan o Henry come protagonisti “principali", né Regina come cattivo. Solo i Big Four contro Pitch Black e Madre Gothel.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La luce del Sole attraversava la grande finestra piena di aloni e polvere della camera da letto di Merida, posta proprio sopra il letto perché le è sempre piaciuto svegliarsi con i tenui raggi di Sole sul viso, infondo era molto meglio quello che l’orribile suono della sveglia compratagli da sua madre che non era nemmeno poi così bella, era di un colore rosa acceso ed era piena di fiorellini, appena Merida la vide la prese e la nascose nell’angolo più in alto di una delle mensole della sua camera ed è ancora lì ad impolverarsi e poi ogni volta pensava –‘Bhà, rosa, il colore che detesto di più, a volte penso proprio che mamma non mi conosca ’.

Poco a poco iniziava a svegliarsi, si girò a pancia all’aria, si grattò la testa e cominciò a guardare il soffitto, poi dicendosi tra se e se -‘Uff.. un’altra giornata noiosa, qui a Storybrooke non succede mai niente, e come se non bastasse non sono ancora riuscita a riempire del tutto “il barattolo.”

( Piccolo chiarimento: “Il barattolo è una vecchia scatola dei biscotti in stile vintage con un piccolo lucchetto e un piccolo buco sopra che le aveva regalato sua nonna, in cui essa mette i risparmi che guadagna alla tavola calda della famiglia per il viaggio programmato da lei e Rapunzel, la sua migliore amica, la quale anche lei contribuiva per riempirlo)

–‘Oh no, il barattolo, devo subito andare da Punzie!’

Ma i pensieri di Merida vennero smorzati dai piccoli passi dei suoi tre fratelli forse già in piedi da ore a correre per tutta la casa facendo disperare Elinor, la madre di Merida, che proprio in quel momento stava entrando nella stanza.

-‘Oh, sei già sveglia, bene scendi perché la colazione è pronta. E ricordati di mettere in ordine la tua camera, è un vero manicomio.’ 

-‘Mamma!’ sbuffò  Merida pensando che non si era nemmeno lavata la faccia e già le toccava ascoltare una ramanzina di prima mattina.

 Ma la madre non aveva del tutto torto, sembrava che in quella stanza fosse appena passato un tornado. Dopo essersi alzata di scatto, frugò tra un mucchio di vestiti che erano su una sedia per trovarne almeno uno pulito ma quasi tutti erano sporchi, solo dopo un bel po’ riuscì a trovarne una maglietta e un pantaloncino che fossero senza macchie di caffè o cioccolata. Sgattaiolò  in bagno e si diede una rinfrescata, per poi scendere giù a fare colazione. Merida vedendo tutto quel ben di Dio iniziò ad abbuffarsi, come se non avesse mai visto cibo in vita sua, e di sicuro come sempre d’altronde la madre la richiamò dicendo

-‘Merida, non puoi sempre abbuffarti in questo modo non è educato.’

Elinor è un insegnante di buone maniere in un college privato ed aveva da sempre cercato di educare la figlia nel migliore dei modi, ma lei e anche i suoi tre fratellini soprannominati da lei “i diavoletti”, avevano preso tutto dal padre Fergus, un omaccione grande e grosso con modi un po’ rudi ma dal cuore tenero verso la sua famiglia. Infatti ama molto sua moglie e non passa giorno che non glielo dimostri.

-‘Buongiorno Merida, come mai così presto?’ le chiese il padre.

-‘Bhe sai com’è io sono una ragazza a cui piace svegliarsi la mattina presto.’ disse con ironia la rossa.

-‘A proposito, papà perché non mi dai le chiavi della tavola calda, così la apro io per mettere un po’ in ordine.’

-‘C’è sotto qualcosa Merida?’ rispose la madre storcendo il naso.

-‘Ma che a pensare mà? Quando mai io ti ho detto una bugia?’

-‘Vuoi che ti faccia l’elenco?’

-‘Voglio solamente aiutare!’

-‘Va bene adesso so che stai mentendo.’

-‘Uffa, quando faccio qualcosa che non ti piace ti arrabbi, quando invece provo a fare qualcosa che ti piace non ti fidi.’ disse con voce seccata Merida.

-‘E va bene, ma bada a te, se tuo padre non ti trova alla tavola calda saranno guai seri per te.’ Disse la madre porgendo a Merida le chiavi.

-‘Grazie mille’ rispose la rossa con un sorriso a trentadue denti.

 

Dopo aver finito di fare colazione, o almeno averci provato con sua madre che le faceva una ramanzina per ogni cose cercasse di mettere in bocca,  uscì di casa e prese la bici e cominciò a pedalare verso casa di Rapunzel, aveva bisogno di una copertura per andare dalla sua amica, sapeva bene che sua madre non le avrebbe permesso di andare da lei. Il suo piano era un altro infatti aveva portato con sé il “il barattolo” perché solo ieri le successe una cosa molto strana. Nemmeno fu sul vialetto della casa dell’amica che buttò la bici per terra e prese dal cestino lo zainetto in cui aveva sistemato “il barattolo”, poi cominciò a buttare dei piccoli sassolini alla finestra della camera di Rapunzel, ne buttò solo tre perché quello era il loro segnale che usavano da quando erano piccole. Rapunzel si affacciò alla finestra un po’ sconvolta vedendo l’amica alzata a quest’ora, di solito neanche le cannonate la avrebbero svegliata. Scese subito le scale ma facendo attenzione che la madre non la avesse sentita perché dormiva ancora. Poi aprendo di colpo la porta si ritrovò in mano “il barattolo” e Merida impaziente di raccontare all’amica cosa aveva scoperto.

–‘Merida non ti facevo così mattiniera e poi perché hai portato con te “il barattolo”? Non è ancora il mio giorno di paga, lo sai bene.’

–‘Si si lo so, ma non è per questo che sono qui.’ Rapunzel fece accomodare Merida in cucina e mise a fare un po’ di camomilla, pensando che almeno questo avesse calmato la sua amica.

 –‘Allora, raccontami tutto, perché sei così sconvolta?’

–‘Ieri ero appena tornata da lavoro e mi ero sdraiata sul letto, stavo quasi per addormentarmi quando mi è sembrato che “il barattolo” si stesse muovendo mi stropicciai gli occhi e pensai che forse avevo avuto un’allucinazione o un calo di zuccheri.’

–‘Scartiamo l’ipotesi del calo di zuccheri.’ disse Rapunzel per sdrammatizzare.

–‘Spiritosa di prima mattina! Qual è il tuo segreto? Comunque ritornando a noi,  distolsi lo sguardo, ma dopo nemmeno essermi girata sentii un  tonfo, mi alzai di soppiatto e mi ritrovai “il barattolo” ai piedi del letto.’

–‘Bhe sinceramente non so cosa dire, lo sai che a me sono sempre piaciute le storie di magia e di mistero raccontate da tua nonna quando eravamo piccole, ma questo non me lo sarei mai aspettato…’

–‘Ma guarda che non sto scherzando è successo davvero!’ borbottò la rossa con aria un po’ offesa all’affermazione dell’amica.

  –‘Allora che dici se apriamo la scatola? Lo so che ci siamo promesse di non farlo fino  a quando no sarebbe stata del tutto piena ma questa mi sembra un’emergenza.’

–‘È proprio per questo che sono qui, avanti vai a prendere un piede di porco o non lo so quello che vuoi ma sono proprio curiosa di vedere se c’è qualcos’altro oltre ai nostri risparmi.’ Senza esitare Rapunzel andò in garage non sapendo quale attrezzo usare andò sul sicuro e prese l’intera valigia degli attrezzi.

Quando tornò Merida con la sua solita ironia esclamò –‘Ehi ti avevo detto di prendere un piede di porco non di svaligiare un intero negozio di ferramenta.’ Rapunzel scoppiò in un risata, poi incrociò le braccia e disse –‘Oh scusa tanto miss scassinatrice dell’anno, allora perché non sei andata tu in garage a prendere gli attrezzi. Entrambe scoppiarono un una grossa risata ma appena Rapunzel si ricordò che la madre stava dormendo e si ammutolì di colpo.

 –‘Ehy Punzie ma non senti anche tu una strana puzza di bruciato.’

–‘Oh NO! La camomilla!’ La bionda corse immediatamente a spegnere il fuoco, poi la versò nelle tazze.

–‘Non sarà buona come le altre volte ma è pur sempre camomilla.’ E porse una delle due tazze all’amica.

 -‘Non è che avresti anche dei biscotti? Oggi non sono riuscita neanche a fare colazione.’ Rapunzel le lanciò uno sguardo scettico.

–‘E va bene l’ho fatta però non ho mangiato molto, solo il latte con il cacao e due crostatine al cioccolato.’

–‘Già sarai morta sicuramente di fame mentre venivi qui.’

–‘Si davvero spiritosa.’ Disse Merida con aria un po’ offesa.

–‘Dai non te la prendere, stavo solo scherzando e poi te li avrei dati lo stesso i biscotti.’ Facendo un sorriso quasi materno porgendo una ciotola con dentro dei biscotti con dentro le gocce di cioccolato.

 –‘Yum! Proprio i miei preferiti, e comunque non ero affatto arrabbiata, sapevo che se ti avrei impietosito avrei avuto i biscotti ahahaha.’ incalzò la rossa mettendosene tre in una volta in bocca.

 –‘Non so proprio come fai.’ disse Rapunzel guardando l’amica ingozzarsi

–‘È tutta una questione di pratica, proprio come il lancio dei pop corn davanti alla TV, ci vuole una certa tecnica e molto allenamento per fare centro.’ Le due amiche scoppiarono in una risata, poi appena Merida alzò lo sguardo gli occhi notarono che erano già le 09:00.

–‘AAAAHH O CAVOLI O CAVOLI O CAVOLI, SONO GIÀ LE NOVE!! DEVO ANDARE DEVO ANDARE DEVO ANDARE, scusa Punzie ma se no papà riferisce alla mamma che oggi non ero al lavoro e si farà di sicuro molti “film” e per punizione mi terrà in casa tutta l’estate come minimo, e poi sinceramente non voglio ascoltare altre sue lamentele, non preoccuparti non aprirò “il barattolo” senza di te!’

–‘Bhe mi sembrerà ovvio dato che la scatola e il tuo zaino sono qui da me.’ Pensò Rapunzel senza sforzarsi di chiamare l’amica perché ormai era già lontana.

**

Appena arrivò Merida si mise a spiare dalla finestra se il padre fosse già lì, non vedendo nessuno allora andò subito ad aprire la porta ma ad un certo punto esclamò –‘Cavolo! Devo aver dimenticato lo zaino con le chiavi e la scatola da Rapunzel.. e adesso come diavolo faccio ad entrare?!’

Merida ormai arresa si accasciò davanti alla porta dell’edificio, poi però disse tra se e se –‘Non posso lasciarmi punire così facilmente, devo escogitare qualcosa e all’istante oppure papà potrebbe arrivar… TROVATO!’ Merida andò sul retro dove vi era una porta per cani e senza  neanche pensarci due volte si ci infilò, ma non avendo calcolato che lei era leggermente grande per passarci ci rimase incastrata

–‘Maledizione! Ma tutte a me devono capitare stamattina?! Lo sapevo che non avrei dovuto mangiare quei biscotti!’  Nel frattempo un ragazzo che stava passando di lì udendo le grida andò a vedere e con suo stupore vide la ragazza incastrata per metà corpo nella porticina e subito come avrebbe fatto chiunque altro al suo posto si mise a ridere che per poco non cascasse per terra.

Merida irritata gli disse –‘Ehy, vuoi rimanere tutto il giorno lì a ridere oppure mi daresti una mano?!’.

-‘Scusa, non è colpa mia se volevi giocare ad Alice nel Paese delle Meraviglie e sei rimasta incastrata.’ Disse con tono sarcastico il ragazzo. Poi senza pensarci afferrò le gambe della ragazza e iniziò a tirare più forte che poteva

–‘Ahia! Mi stai facendo male!’

–‘Senti, vuoi che ti aiuti oppure che me ne vado e lasciare che sia qualcun altro a liberarti?’

–‘No No!  Meglio tu che mio padre.’  Dopo pochi minuti il ragazzo riesce nell’intento

–‘Uff  grazie mille…’

–‘Hiccup’ continuò il ragazzo –‘Hiccup Haddock’

–‘Bhe piacere di conoscerti Hiccup io sono Merida, se aspetti che venga mio padre ad aprire mi sdebiterò offrendoti qualcosa.’

–‘Ah allora non eri qui per rubare?’

–‘Assomiglio forse ad una ladra?’ rispose Merida con un sopracciglio inarcato e un po’ infastidita.

–‘Ma certo che no, i ladri almeno non rimangono incastrati in una porta per cani.’ 

–‘Ahahah, certo che siete tutti spiritosi stamattina.’ disse la rossa con tono sarcastico, poi continuò –‘Bhe, forse non sarò brava come  ladra, ma se lo fossi stata finiresti con me in prigione per avermi aiutata.’

–‘Comunque non c’è bisogno di aspettare tuo padre per sdebitarti visto che non volevi aspettarlo prima per aiutarti, se non hai le chiavi ho io un passe-partout nello zaino.’

–‘Un passe-partout? Allora sei molto più furbo di me, e dove potrei trovare un di questi cosi?’ disse Merida strappandoglielo dalle mani e osservandolo.

–‘In realtà l’ho fatto io, lavoro in una ferramenta, ne fabbrico a bizzeffe di questi “cosi” come li chiami tu.’ Disse il ragazzo riprendendosi il passe-partout. Poi la porta fece un piccolo scatto –‘Ed ecco qua, visto? Un lavoretto facile facile.’

–‘Wow, sei stato grande, qualche giorno passo da te a farmi fare uno di questi aggeggini’

–‘ passe-partout’ la riprese il ragazzo.

–‘Va bene qualunque cosa siano,  ma adesso ti offro qualcosa come promesso.’ Facendo l’occhiolino ad Hiccup.

**

 Mentre Merida faceva nuove conoscenze, Rapunzel si stava preparando anche lei per andare al lavoro, è un’insegnante d’asilo, piuttosto che un’insegnante fa divertire i bambini con storie e giochi, ma quel giorno anche a lei sarebbe capitato un incontro molto simile a quello di Merida, di certo non sarebbe rimasta incastrata in una  porticina per i cani, ma avrebbe fatto un incontro molto interessante.

–‘Uff.. per colpa di quella maledetta cassetta per gli attrezzi quasi non inciampavo. È meglio che mi sbrighi oppure anche io arriverò in ritardo.’

Dei piccoli passi si accingevano ad andare in cucina. –‘Mamma, sei sveglia ti stavo giusto portando la colazione in camera.’

–‘Oh grazie mille fiorellino, allora adesso vado su così me la port...’ un attimo di silenzio pervase la stanza 

-‘Mamma? Ti senti bene??’

–‘Si, ma COS’È QUELLO?!’ disse Gothel con aria spaventata e minacciosa allo stesso tempo.

–‘ Oooh, no non è niente, come vedi è solo una vecchia scatola.’ cercò di sviarsela Rapunzel, poi riattaccò il discorso –‘Ma sei già scesa non potresti farla qui la colazione?’

–‘Oh mi dispiace tanto tesoro ma la mamma è tanto stanca e oggi vuole stare a letto adesso torno su, ti aspetto.’ Disse Gothel toccandole la punta del naso con un dito e per poi dirigersi verso sopra.

Rapunzel tirò un sospiro –‘Wow, certo che Merida ha proprio ragione su mia madre, ma ancora non capisco perché non vuole che io e lei siamo amiche.’ ma subito si ricordo che era tardi anzi tardissimo! Portò la colazione alla madre e sfrecciò come un fulmine in macchina controllando che avesse preso tutto, poi finalmente sicura si avviò verso l’asilo. Ma Rapunzel aveva dimenticato qualcosa “il barattolo”, appena se ne accorse era ormai troppo lontana ed era già in ritardo ma un piccolo pensiero le venne in mente e di sicuro non era poi così sbagliato –‘È proprio strano come quella scatola sia così sfuggente, oppure è solo che sia io che Merida siamo così svampite oggi che non riusciamo a portarcela dietro.’

Appena Rapunzel si allontanò con l’auto, Madre Gothel scese le scale più in fretta che poteva e con suo orrore si ritrovò a fare i conti con il passato.

–‘Cosa? Pensavo di averla distrutta questa sottospecie di maledetta scatola. E adesso cosa faccio? Se Rapunzel quando torna non la trova si insospettisce, ma se riesco ad aprirla prima io e tolgo tutte le cose “importanti” le ragazze penseranno che è solo una scatola qualunque.’ Così Gothel si recò in garage per prendere la scatola con gli attrezzi. Ad un certo punto però appena Gothel se ne andò successe l’improbabile, la scatola iniziò a muoversi girando su se stessa cominciò a rotolare via e nel farlo ruppe anche una finestra e finì quasi sotto una macchina, la fortuna volle che quella macchina fosse proprio del padre di Merida che stava andando alla tavola calda. Si fermò di colpo e poi la riconobbe, dopo averla presa facendosi tante anzi tantissime domande di come ci fosse arrivata se tornò in macchina e proseguì la strada. Appena Gothel se ne accorse lanciò tante di quelle benedizioni alla che scatole che ad un tratto si dovette fermare per aver attirato all’attenzione del vicinato che la ha presa di sicuro per matta.

**

Hiccup era un po’ spaesato in quel luogo dello stile così medievale, certo ci passava molte volte davanti per andare a lavorare ma non se lo sarebbe mai immaginato così, e cosa ancora più strana non aveva mai visto Merida lì davanti, poi il suo sguardo si posò su un orso impagliato –‘Wow, quant’è grosso!’

–‘Oh chi Mor'Du? È un vecchio trofeo di caccia di mio padre, è uno sport che lo appassiona molto.’

–‘Adesso capisco perché non volevi che tuo padre ti scoprisse, se no avresti fatto anche tu la fine di Mar’du.’

–‘Prima cosa di tutto è Mor’Du, non provare a fare questo errore davanti a mio padre perché si arrabbierebbe tantissimo, per colpa di  quell’orso ha perso una gamba, e seconda cosa non è lui che mi preoccupa ma mia madre, lei si che mi appenderebbe come trofeo di caccia, mi  immagino già la targhetta “Figlia Irresponsabile.”

Poi lo fece  accomodare –‘Allora cosa ti porto?’ –‘Uhm.. non so proprio cosa scegliere, tu cosa mi consiglieresti?’ –‘Un tortino al mirtillo e una tazza di cioccolata calda con un  marshmallow, è il mio preferito.’

–‘Yum, sembra ottimo, vado per quello’

–‘Allora lavori in una ferramenta e? E se io ti proporrei un lavoretto?

–‘Bhe dipende da che genere di lavoretto stai parlando, ti avverto che io non scassino casseforti’ disse Hiccup sghignazzando.

–‘No no niente per la quale c’è bisogno di andare in galera e poi con il tuo fisico da mingherlino ci lasceresti la pelle lì.’

–‘Ahaha’ disse Hiccup con tono sarcastico –‘farò finta di non aver sentito’

–‘Allora, io e una mia amica stiamo cercando di aprire un cassetta però non siamo molto pratiche’

–‘Bhe siete pratiche come lo sei tu ad entrare di nascosto allora siamo a cavallo ’ la interruppe il moro.

–‘Se dici un’altra parola ti ritroverai il dolce spiattellato in faccia.’  Incalzò Merida pronta con il tortino in mano

–‘Ehm.. va bene, d’accordo ti ascolto ’ si scusò il ragazzo alzando le mani con la faccia un po’ spaventata dal gesto della fulva.

–‘Come stavo dicendo prima di essere interrotta’ lanciando un’occhiataccia ad Hiccup -‘io e la mia amica dobbiamo aprire questa cassetta e ci serve il tuo aiuto ’

–‘Se c’è l’hai qui con te la apro subito, devo avere degli attrezzi nella sacca. ’ e si mise a frugare per cercarne uno utile

–‘È inutile che ti sforzi non c’è l’ho, l’ho lasciato per sbaglio a casa di questa mia amica stamani e poi le ho promesso che l’avremmo aperto assieme.’ Poi le venne un’idea –‘Ehy che ne dici se stasera alle sette di trovarci tutti a casa mia, io stacco dal lavoro alle sei e mezza, il tempo di farmi una doccia e sono pronta, se per te va bene la chiamo subito per avvertirla.’

–‘Shi shi, pel me va bene.’ Cercò di dire Hiccup mentre addentava il dolcetto.

–‘Non parlare con la bocca piena, è disgustoso, bleah’ facendo una smorfia disgustata, poi si meravigliò –‘Wow stare troppo a contatto con mia madre mi fa dire strane cose.’ Pensò tra se e se. Poi si avviò verso il telefono della tavola calda visto che il cellulare lo aveva lasciato a casa dell’amica –‘Ehy Punzie scusa se ti chiamo, sei già all’asilo?’ –‘Sono appena arrivata devo entrare ancore in class..ehy ma da dove mi stai chiamando se il cellulare e le chiavi del bar sono a casa mia?’ –‘È una lunga storia ma te la racconterò dopo, comunque volevo chiederti se alle sette potresti portare “il barattolo” a casa mia, per convincere tua madre dille che vieni da me per guardare un film, ho trovato un ragazzo che ci potrà aiutare.’

Ad un certo punto il padre di Merida entro nel bar con “il barattolo” in mano. Merida sgranò gli occhi non credendo a quello che stava vedendo, poi la voce di Rapunzel la fece svegliare –‘Ehy Merida, ci sei ancora?’

–‘E? Cosa? Oh si, ma credo che dovrai portare solo il mio zaino a casa mia.’

–‘E perché?’ chiese l’amica preoccupata.

–‘Perché “il barattolo” è qui con me, e non azzardarti a chiedere come c’è finito nelle mani di mio padre perché non lo so neanche io.’ Poi congedò l’amica ancora confusa e perplessa.

-‘Pà! Ma dove l’hai trovata?!’

-‘Non l’ho trovata io, è lei che quasi non si faceva investire.’

Merida ancora più perplessa si riprese la scatola e la mise a portata d’occhio.

-‘Ok..ecco io dovrei andare, ci vediamo stasera allora, ciao.’ Disse Hiccup, e con aria ancora molto confusa.

**

 

 

 

Nel frattempo Rapunzel dopo essere entrata in classe fa la sua lezione e spiega ai bambini come creare un rifugio per gli uccellini mentre qualcuno la osserva, un ragazzo appoggiato alla porta con le braccia conserte, lei gli da poca importanza, ma lui continua a fissarla con aria molto interessata.

Alla fine della lezione: -‘Bambini calmi, aspettate che i vostri genitori siano arrivati per andarvene.’ raccomandava sempre Rapunzel con aria materna e allo stesso tempo responsabile alla fine di ogni sua lezione.

Poi quel ragazzo si avvicinò –‘Salve, io sono Jack Bennett, il fratello di Sophie, sono dovuto venire io a prenderla perché mia madre fa un po’ di ritardo oggi.’

–‘Oh, molto piacere io sono Rapunzel una delle insegnanti.’

–‘Lei è Rapunzel? Lo sa che Sophie non altro che parlare di lei? Dice sempre che siete la più bella insegnate, ed ha proprio ragione.’

Rapunzel arrossisce un po’ per il complimento e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio dice –‘Grazie.’ con voce molto sottile, quasi volesse non farsi sentire.

Ad un certo punto a smorzare quell’attimo di imbarazzo arriva Sophie urlando –‘JACK!!’ dice la piccola correndo verso di lui e abbracciandolo

–‘Ehy, ciao piccolo impiastro ’ disse Jack prendendola in braccio

–‘Ecco, io mi chiedevo se stasera ti andava di venire con me all’inaugurazione di un Pub, il fatto è che non vorrei andarci da solo.’ Rapunzel stava per accettare al volo ma si ricordò che avrebbe dovuto aprire la scatola con Merida quella sera.

–‘Mi dispiace ma stasera non posso proprio, ho promesso ad una amica che sarei andata a casa sua, ma se vuoi puoi venire anche tu, penso che guarderemo un film e poi non sarai l’unico maschio, c’è anche un altro ragazzo.’

Jack  risponde –‘Il tuo ragazzo?’

-‘Oh no, in verità io non ho un ragazzo, è solo un amico che deve aiutarci ad aprire una scatola.’ ribatté Rapunzel ancora più rossa di prima.

-‘Una scatola? È così che vi divertite voi?’ disse Jack e ridacchiando.

-‘Bhe è una lunga storia comunque ci troveremo a casa sua alle sette, ti do l’indirizzo.’ La bionda prese subito carta e penna, ma il ragazzo le chiese:                      -‘Perché invece non mi dai il tuo indirizzo? Ti vengo a prendere io.’

-‘Non penso sia una buona idea, non fraintendermi a me piacerebbe molto, ma non penso che mia madre la pensi così.’

-‘Ho capito, madre ipersuperprotettiva, non devi spiegarmi niente, tranne l’indirizzo di casa della tua amica.’

-‘Oh si certo.’ Gli scrisse le indicazioni e lo salutò.

**

-‘Uff.. se arrivo ancora in ritardo Skaracchio mi ridurrà la paga al minimo.’ Continuava a ripetersi Hiccup tra se e se correndo a più non posso.

.’Finalmente Hiccup, pensavo che non venissi più!’

-‘Scusa Skaracchio, non si ripeterà più.’

-‘Sisi, come no, come quando sei arrivato in ritardo per una settimana intera perché andavi in giro nei boschi.’

-‘Ehy stavo solo facendo delle ricerche, niente di mal..’ ma il ragazzo venne fermato da un piccolo gattino nero che gli salto sulla testa.

-‘Sdentato, si anch’io sono felice di vederti.’ poi lo prese in braccio e lo accarezzava,  lui ricambiava facendo le fusa.

-‘Ma devi lasciarlo proprio qui questo sacco di pulci? Non puoi portarlo a casa?’

A quelle parole il gattino si mise a soffiare e a tirare fuori gli artigli.

-‘Su Sdentato sta calmo, Skaracchio, lo sai bene che mio padre è allergico al suo pelo, per non parlare poi dell’ultima volta che lo portato a casa.’

-‘Già, il vecchio Stoik non ama molto queste bestiacce, quando lo ha fatto volare in giardino con un calcio ho sentito il grido del gatto fin qui.’

-‘Ed è proprio per questo che non voglio portarlo a casa.’

-‘Ma bada a te che se mi scombussola di nuovo il negozio lo faccio volare anch’io.’ Indicando il gatto che stava giocherellando con un cacciavite.

-‘Dai Sdentato vieni, ti ho portato una cosa molto buona.’ E fece cenno al gattino di andare fuori, poi prendendo un contenitore con degli avanzi glielo porse. Poi accarezzando l’animaletto sull’orecchio gli sussurrò –‘Sai piccolo, oggi ho conosciuto una ragazza davvero simpatica.’

**

-‘È una ragazza davvero simpatica quella Rapunzel, e anche molto bella non c’è dubbio, ma credo di averla già vista da qualche parte…naah me ne sarei ricordato se avessi  incontrato una ragazza così.’ Rifletteva Jack che dopo aver accompagnato Sophie aveva voluto fare una passeggiata. –‘È anche l’unica ragazza che mi abbia notato, odio quando la gente non si accorge della mia presenza, forse è perché sono un tipo solitario e preferiscono stare alla larga, oppure è per il colore dei miei capelli che li intimorisce, ma quando quella ragazza mi ha sorriso, quando ho visto i suoi occhi è stato come se un raggio di Sole abbia sciolto il ghiaccio del mio cuore.’ Poi scrollò la testa come se stesse scacciando via tutti i suoi pensieri.

Qualcuno stava osservando Jack dalla vetrina di un negozio che ormai risentiva lo scorrere del tempo, ma lui era troppo preso dal riflettere e non lo notò, poi appena si girò per tornare a casa quell’ombra svanì nel nulla.

**

-‘Finalmente a casa!’ esclamò Merida –‘Ciao mà, vado a farmi una doccia, papà ha detto che restava ancora per un po’ aperto, ah a proposito stasera verrà Rapunzel e un mio amico qui per vedere un film.’ omettendo il particolare della scatola.

-‘Merida! Perché non mi hai detto niente, avrei preparato qualcosa da mangiare.’

-‘Mamma guarderemo un film, basteranno dei popcorn e coca-cola.’

-‘Si ma non ne abbiamo, te li sei mangia tutti tu.’

-‘Allora valli a comprare.’ Rispose la rossa facendo irritare la madre che sborbottando uscì di casa per andare a prendere i viveri.

Squilla il telefono di casa. –‘Pronto! Si, ciao Punzie dimmi. Cosa? Hai invitato un altro ragazzo? E chi è? Come non lo conosco? Uff va vado a farmi la doccia se no si fanno già le sette, ciao.’

**

 

Ore 19:01

-‘Ehy Punzie finalmente, vieni accomodati.’ Disse Merida con ancora mezzi capelli bagnati, e all’amica non poté scappare una risata.

-‘Ahahah, ma cosa ti è successo? Hai quasi tutti i capelli bagnati fradici.’

-‘Ehy è colpa tua che sei venuta adesso mentre me li stavo asciugando. Non hai detto che saresti arrivata alle sette?’

-‘Ehm Merida sono le 19:02 precise.’ Disse Rapunzel guardando l’orologio.

-‘Già?! Strano che la mamma non sia ancora tornata. Va be, tanto il film non dobbiamo ancora vederlo, prima dobbiamo aprire “Il baratto”, che ne dici di aiutarmi ad asciugare i capelli mentre arrivano i ragazzi?’

-‘Certo.’ E fece entrare Rapunzel.

-‘A proposito, eccoti lo zaino, a volte mi chiedo dove hai la testa.’

-‘Non ricominciare, basta mia madre a ripetermi la solita solfa.’ Ribatté la fulva.

Cinque minuti dopo suonano alla porta.

-‘Questo sarà Hiccup oppure il tuo amico.’

Merida scende e va ad aprire e trovò i due ragazzi alla porta

-‘Ehy Hiccup, tu invece sei..’

-‘Jack.’ E le porse la mano.

-‘Bene, accomodatevi, il film lo guaderemo da me nella mia camera, ma prima..Hiccup! Hai portato i tuoi attrezzi?’

-‘Certo, è tutto qui.’ Rispose il moro battendo sulla sua sacca.

-‘Ehy ma allora Rapunzel diceva sul serio che volevate aprire una scatola!’

-‘RAPUNZEL!’ esclamò la rossa arrabbiata a tal punto che non si riusciva più a distinguere i capelli dalla faccia.

Rapunzel si affacciò sentendo il grido furioso dell’amica. –‘Ehm..dimmi..’

-‘Rapunzel, è sempre stato un segreto, perché glielo hai dovuto dire?’

-‘Sarebbe venuto qui e lo avrebbe saputo lo stesso, e poi scusa, anche tu lo hai detto a Hiccup.’

-‘Ehm ragazze non vorrei disturbare ma adesso che Merida mi ha supplicato di venire qui sono curioso anch’io di vedere cosa c’è nella scatola.’ Disse Hiccup con la paura di essere linciato da Merida.

-‘Scusami Mer, avrei dovuto dirtelo, hai ragione, infondo la scatola è la tua potevi benissimo dirlo a chi volevi.’ Disse con aria dispiaciuta Rapunzel.

-‘Scusami tu Punzie’ e corse dall’amica abbracciandola –‘e che a volte mi infiammo subito.’

-‘Se voi ragazze avete finito con  le smancerie anche io sono curioso di vedere cosa c’è in quel ferro vecchio.’ Disse con aria menefreghista Jack, mentre Merida voleva sempre di più sbatterlo contro il muro.

-’Venite, la scatola è di sopra.’

-‘Allora Hiccup che cosa ne dici, cosa dobbiamo usare secondo te?’ chiese la rossa.

-‘Uhm vediamo, il lucchetto è molto vecchio e arrugginito, mi meraviglio che ancora non si sia rotto…. proviamo con il passe-partout.’ E Merida glielo passò.

Il lucchetto fece un piccolo scatto. –‘Allora, siete pronti? Chiese Hiccup un po’ preoccupato.

-‘Sono nata pronta!’ disse Merida

-‘Credo di si.’ Rispose Rapunzel con aria titubante.

-‘Ma che sarà mai.’ Rispose Jack.

-‘Allora vado, al tre, uno, due, treEEEEE!!!!!’

Appena la scatola fu aperta una luce si sprigionò per tutta la camera e i ragazzi vennero schiantati via.

 

Angolo dell’autrice:

Salve a tutti cari fan, sono tornata con una nuova serie, lo so di non aver finito ancora la prima, ma il fatto e che sono stata illuminata da un’idea, e se i Big Four si ritrovassero in una situazione simile a quella dei protagonisti di Once Upon A Time? Niente Emma Swan o Henry come protagonisti “principali, niente Regina cattiva come cattivo, solo i Big Four e Pitch insieme a Madre Gothel. Che cosa succederà hai ragazzi che sembrano essere stati tramortiti da un’onda di forte bagliore? Non vi resterà che aspettare, alla prossima.

P.S. Accetto consigli :D

 

   
 
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