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Autore: prettylittleme    05/08/2014    1 recensioni
[Apollo-Rachel]
[Octavian-Rachel]
[Spoiler]
Al ricordo dei suoi stupendi occhi verdi, o i capelli rossi da pazza, sentivo le farfalle nello stomaco. Adoro le sue lentiggini, il suo cipiglio altezzoso, perfino le sue spazzole usate come arma.Ma queste sono sensazioni che divetti sopprimere presto al pensiero di quello che dovró fare. Cosa? Logico. Ucciderla.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Apollo, Octavian, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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[RACHEL] mi svegliai in un letto che non era mio, con un pigiama che non era mio e con un inusuale odore di caffé, bacon e biscotti che non era decisamente da me. Anche con le palpebre chiuse percepivo la luce nella stanza e sentivo in sottofondo il rumore della doccia che scrosciava. Mi ritornarono alla mente i ricordi della sera prima e sorrisi, ancora con gli occhi chiusi. Rimasi ancora per un po in quel modo e, anche se non sono una particolare dormigliona, cominciai a riprendere sonno. Nel frattempo però sentii anche che la doccia era stata spenta e aprii gli occhi. Nel momento in cui mi misi a sedere sul letto e iniziai a stiracchiarmi, dal bagno uscì Octavian. I capelli, di solito biondissimi, da bagnati avevano una sfumatura più castana ed erano sparati da tutte le parti, segno evidente che aveva tentato di asciugarseli con l'asciugamano. Si era messo un paio di bermuda di jeans, ma era a torso nudo. La pelle era chiarissima e le gocce d'acqua su quella brillavano,come piccoli diamanti. Per non parlare poi del fatto che aveva fatto molta palestra, e i risultati si vedevano. Mi ricomposi in fretta, anche perché la sera prima quando si era levato la maglietta avevo rischiato di sbavare, e il pericolo si ripeteva anche in quel momento. Lui mi sorrise e disse « buongiorno bella addormentata! Sono già le 10. » Per poco non caddi dal letto. « Oh mio dio! Io devo andare a scuola! Merda merda merda. Come faccio! ». Intanto che io scleravo senza tregua, lui rideva di gusto. Con le lacrime agli occhi mi disse « Ho chiamato io la scuola tranquilla, ho detto che stavi molto male e che tornerai tra una settimana ». Lo guardai riconoscente e chiesi « Cosa facciamo oggi? ». « Qui al campo Giove c'è un piccolo lago, ma molto bello, dove sfocia il piccolo tevere. Mi andava di fare un bagno, non so te » e sorrise ammiccando. Lo guardai interdetta « eh no caro, prima dobbiamo parlare del discorso di ieri » . Arrossii, perché non era mai stata mia consuetudine parlare così direttamente, per lo meno su questi argomenti, ma volevo farlo. Volevo sapere. Lui rispose che al momento voleva fare il bagno e che ne avremmo parlato dopo. Inoltre aggiunse che aveva praparato la colazione e mi aveva preso un costume. Sbuffai spazientita e andai in bagno senza mangiare niente, anche se l'odore che aleggiava nella stanza era veramente molto invitante. Il costume consisteva in un due pezzi a fascia blu elettrico, veramente molto molto bello. Aveva anche azzeccato la taglia. Mi appoggiai sopra la camicietta della divisa e uscii. Intanto Octavian si era spazzolato tutta la mia pseudo colazione, quindi senza indugio ci incamminammo verso il lago. Mi girai verso Octavian, e lui mi sorrise e mi prese la mano. Andammo avanti ancora per un po così ma, quando incontrammo le prime persone per strada, cercai di levare la mia mano dalla sua. Non perché non volevo farmi vedere dagli altri con lui, tutt'altro, ma non volevo fargli fare brutta figura. Il ragazzo però mi strinse ancora di più. Il mio cuore fece una capriola. Apollo non mi aveva voluta portare da nessuna parte, non così, non da ragazzo e ragazza, ma sempre da dio e oracolo. Mi diceva sempre che ci teneva a me, ma non lo dimostrava mai come volevo io. Invece Octavian faceva il contrario, non mi aveva mai detto niente a riguardo, ma mi trattava come se fossi la sua ragazza. Notò che mi ero irriggidita e mi guardò con uno sguardo quasi ferito. A quel punto toccó a me sorridergli e lo abbracciai. Mi strinse forte, ma solo in quel momento mi resi conto che eravamo in mezzo alla strada, bloccavamo il traffico e tanta gente ci guardava. Gli sussurrai all'orecchio « ehi ragazzo, hai una reputazione da difendere, no?! » e mi staccai, camminando come prima. Riprese la sua camminata arrogante, ma il suo sorriso era dolce. Arrivammo al lago prima che io fossi pronta a lasciare la sua mano. Passammo una mattinata bellissima. L'acqua era limpidissima e fresca, e ci divertivamo, lui si tuffava dagli scogli mentre io nuotavo e ridevo come una matta quando atterrava di pancia o di schiena. Diciamo che i tuffi non erano il suo forte. Dopo due ore di tuffi e risate eravamo distrutti e ci sdraiammo sulla sabbia. Rimanemmo un po in silenzio, quasi imbarazzati, perché entrambi sapevamo cosa ci aspettava. « penso che ora mi tocchi rispondere a tutte le tue domande» disse lui « ma adesso lasciami parlare. ». Fece un respiro profondo. « tu ti chiedi perché io ti abbia baciata quella sera, sul pullmino. Non potevo risponderti fino poco tempo fa, perché non lo sapevo neanche io. Eri così bella in quel momento che pensai che un bacio non avrebbe fatto niente. Mi sbagliavo. Da quella sera i miei sentimenti cominciarono a mutare pian piano, anche contro la mia volontà. Come si può amare una persona che é tutto quello che tu avresti potuto essere? Non lo so. Ma ti amo Rachel, lo so che é presto per dirlo e magari non sono corrisposto, ma ormai è irrimediabile. Ti amo. E volevo dirtelo adesso, dopo una giornata così perfetta, così che, se scapperai, avrai un bel ricordo di me, e io ti ricorderó come sei adesso. E non sei mai stata così bella. » . Piangevo. Non perché ero triste, o felice, ma perché questo era quello che avevo sempre desiderato sentirmelo dire da Apollo. Ma non l'aveva mai fatto. Non si può rispondere a una dichiarazione del genere, rischieresti solo per non esprimere quello che pensi. Così lo baciai. E fu tutto perfetto.
   
 
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