A Nagano, quella mattina, il
tempo era nuvoloso. Si stava preparando un bel temporale estivo che
avrebbe
abbassato le temperature e, probabilmente, rinfrescato le idee di tutti
quanti.
Quella luce soffusa ed ovattata
sembrava perfetta per illuminare la scena della partenza delle due
“collaboratrici” dello Shohoku Basket Team.
Prima di iniziare a studiare,
l’intera squadra le aveva accompagnate alla fermata
dell’autobus che le avrebbe
riportate a Yokohama. Così, una volta caricate le borse,
erano iniziati i
saluti.
Rei aveva riassunto, seppur in
toni decisamente più moderati, il suo contegno da Ice-aki.
Tutto sommato non le
dispiaceva il fatto che gli altri la temessero e rispettassero,
perciò si era
limitata a cordiali strette di mano correlate da sorrisi di
incoraggiamento e
parole di sostegno. L’unico gesto affettuoso, ovvero una
pacca sulla spalla, lo
riservò per Kakuta che per poco non si fece prendere da un
ictus per
l’orgoglio!
Certamente aveva salutato Ayako
con molto più trasporto, addirittura abbracciandola. In
fondo la ragazza più
giovane sapeva parecchie cose su di lei, ormai, e tutto sommato si era
rivelata
una buona ascoltatrice, una persona equilibrata e, perché
no, una discreta
amica. Le si era affezionata e sapeva già che in un certo
senso, la sua
presenza le sarebbe mancata.
Anche lei, tuttavia, non aveva
potuto esimersi di provare una stretta allo stomaco, mentre, salendo
sul
pullman i suoi occhi avevano incontrato prima quelli di Akagi, carichi
di nuova
decisione, e poi quelli di Mitsui, carichi di promesse. Era stata colta
da un
brivido, che subito aveva scacciato. Poi aveva alzato la mano e
salutato tutti.
Ovviamente, si era avuto il
canonico momento di panico quando Sakuragi si era avvicinato a Mayumi
per
porgerle i suoi “omaggi” prima che si separassero.
Scene da delirio post atomico.
Vennero tirati in causa parecchi santi, gente morta, problemi di
salute, il
buco dell’ozono, il prodotto interno lordo della Malesia e
tutta un’altra serie
di scuse inconsulte. Il povero Hanamichi era disperato, sembrava
proprio non
farsi una ragione del fatto che la sua equinottera
saltellante lo stesse abbandonando tra i monti, solo ed
incompreso.
Quando finalmente riuscirono a
scollargli la belva di dosso, la cestista aveva salutato il resto della
squadra
calorosamente. Voleva bene a quei ragazzi e non si vergognavi di
dimostrarlo.
Addirittura si era arrischiata a dare un pugno cameratesco sulla spalla
di
Akagi, che l’aveva gelata con uno sguardo severo. Tuttavia
lei non si era
scomposta di una virgola e gli aveva riso in faccia, salutandolo con la
mano.
Chiaramente l’unico a cui non
rivolse nemmeno uno sguardo fu Rukawa, il quale si era adeguato
perfettamente
alla situazione. Se possibile, i due sembravano odiarsi più
di prima, a
dispetto dell’incontro rovente che avevano avuto solo poche
ore addietro.
Evidentemente la matricola non doveva aver preso bene il modo in cui
Mayumi
aveva messo fine alla loro “gara”, e nei suoi occhi
scintillava una luce
rabbiosa che, però, solo la ragazza colse. Agli altri
sembrò solo completamente
disinteressato alla partenza delle due, sicché non diedero
peso al fatto che,
pur avendo concesso ad Hosaki un mezzo mugugno biascicato in segno di
commiato,
non avesse degnato l’altra ragazza nemmeno di uno sguardo.
Così, dopo molte raccomandazioni
e rimandi ad incontri futuri entro i prossimi quindici giorni, il
pullman che
aveva a bordo le due si era messo in viaggio.
Il paesaggio naturale delle
montagne giapponesi scorreva veloce davanti agli occhi di Mayumi.
Erano partite ormai da quasi tre
ore, ed in quel lasso di tempo l’unica cosa che aveva potuto
fare era stata
guardare fuori dal finestrino. E questo non perché non
avesse delle riviste o
perché le si fosse scaricato l’I-pod…
La verità era che avrebbe voluto
chiacchierare con Rei e invece, a quanto pareva, l’amica
aveva avuto un attacco
di amnesia acuta, per cui sembrava non sapere chi lei fosse. Questo
comportava
automaticamente che da quasi dodici ore non le rivolgeva la parola.
Sbuffò, guardandola con la coda
dell’occhio.
-Hai intenzione di continuare con
questa sceneggiata ancora per molto? Riuscissi a capire che
t’ho fatto, poi…-
borbottò, senza voltarsi.
Rei finse di non sentirla per la
miliardesima volta e continuò a leggere il suo libro con
aria presa ed
interessata.
Mayumi, a quel punto, perse
-Lo sai, vero, che quando fai
così sei la regina delle stronze? Guarda che nemmeno tu sei
perfetta, tesoro
mio! Se dovessi mettermi a fare un elenco di tutte le stupidaggini che
hai
fatto tu negli ultimi anni, ci tirerei su un’enciclopedia
universale!-.
Rei si grattò lievemente un
orecchio, poi le lanciò una falsissima occhiatina confusa.
-Prego, scusami? Dicevi?-.
L’amica sbarrò gli occhi.
-Non ti permetto di assumere
questo atteggiamento bigotto con me, Rei! È da ieri sera,
quando ti ho
raccontato quella cosa, che hai messo questo muso assurdo e non mi
parli… Che
problema hai?- furoreggiò, risentita.
Gli occhi di Rei si spostarono
con una lentezza esasperante dal libro al volto di Mayumi. Erano due
sottilissime fessure, dalle quali si poteva quasi intravedere lo
scintillìo
iracondo delle iridi scure.
-Che problema ho? Mayumi,
evidentemente non è ben chiaro neanche a te quello che
è successo ieri sera, e
la cosa mi preoccupa alquanto dal momento che eri presente!
Sicché te lo
spiegherò io, che ero assente ma forse un po’
più partecipe a me stessa, con
parole semplici e coincise: ti sei scopata Rukawa in palestra, e lo hai
mollato
lì con i gioielli di famiglia al vento!!!-.
Si susseguirono uno sbuffo e uno sguardo
seccato.
-E con ciò? Che sarà mai? Anche
tu ti sei imboscata un paio di volte e ti sei chiusa in camera
con…-.
-MAYUMI!-.
-Non alzare la voce! Tanto più
che mi fai la predica proprio tu, che sei innamorata di uno e flirti
con un
altro!-.
Rei divenne paonazza, poi sibilò
-Vorrei farti presente, mia cara, che non è vera
un’ H di quello che stai
blaterando…-.
-A no?!- la sfidò l’amica.
L’atleta distolse lo sguardo.
Forse aveva parlato a sproposito, ma in quel momento non si stava
parlando
realmente di lei.
-Mayumi, mi sorprende il fatto
che tu non stia capendo i motivi per cui ce l’ho con
te…-.
-Ah, i motivi!! Allora ce n’è più
d’uno! Andiamo bene! Bhè, aspetti che ti debba
tirare giù tutto il calendario,
per spiegarmeli?!- si risentì la cestista.
Rei sospirò.
-Come vuoi. In fondo hai ragione,
non ha senso che io ti tenga il muso…-.
-Ecco brava! Talking, Ablare,
Parler, Spiken… Parlare!- fece Mayumi, esibendosi in uno dei
suoi soliti
teatrini verbali.
La faccia di Rei si deformò in un
broncio singolare, che sapeva di contrarietà e seccatura.
-Ok, come vuoi. Da dove
comincerò, allora? Forse sarebbe il caso di iniziare dal
fatto che, magari,
dopo questa tua performance stile “Pornodiva
Agonistica” c’è il rischio che la
sottoscritta possa perdere di credibilità! Cacchio, Mayumi,
ero andata là per
aiutarli nelle materie in cui erano rimasti indietro, per dare loro
l’esempio!
Cos’è, t’eri accorta che Rukawa
arrancava un po’ in Educazione Sessuale ed
allora il tuo spirito di Wonder Teacher ha preso il sopravvento?! Pensa
che
figura meschina…-.
Gli occhi dell’amica erano due
spifferi da cui usciva una bufera gelida.
-Come ti permetti? Ti stai
mettendo sul piedistallo con me, Rei?! Lo sai perfettamente che questo
giochetto lo puoi fare con tutto il resto del mondo, ma non con la
sottoscritta!
Vuoi che ti chieda scusa per aver macchiato la tua candida immagine di
Donna
Imbattibile? Piuttosto mi trancio le dita dei piedi con le cesoie!-.
Aveva alzato un po’ troppo il
volume, così buona parte degli altri passeggeri sul pullman
si era girata a
guardarle, incuriosita.
-Bhè, che avete da guardare
tutti? Non avete mai visto un litigio tra innamorate? Eh?! Bigotti del
cavolo!-
strepitò Mayumi, girandosi di scatto e piazzando una sguardo iroso su tutti coloro che
le stavano
fissando.
Si rimise al suo posto e notò che
Rei se la rideva sotto i baffi.
-E tu che ti ridi? Guarda che
gira che ti rigira è sempre colpa tua se faccio queste
figure del cacchio
volante!-.
E così dicendo, la moretta mise
il muso con tanto di braccia conserte e collo incassato nelle spalle.
Rei si asciugò una lacrima.
-Si, certo, come no… Perché nella
tua testa ci sono io a suggerirti queste frasi da avan-spettacolo di
quart’ordine vero? Oddio, mi farai morire dal ridere, un
giorno di questi…-.
Mayumi si rilassò, tuttavia il
suo viso era ancora ombrato dalla serietà.
-Fatto sta, cara Rei, che questa
cosa non si risolve certo con l’averti fatto ridere! Ti rendi
conto? Non solo
non mi rivolgi la parola da più di mezza giornata, ma ora mi
fai anche la
predica perché ti ho rovinato la reputazione! Non me lo
sarei mai aspettata da
te, una cosa simile!-.
L’amica la fissò negli occhi,
inizialmente senza parlare. Stava cercando di capire esattamente cosa
dovesse
dirle in quel momento. Poi sospirò.
-Ok, May, ok… Hai ragione, non mi
sono regolata. Ma tu sai anche come sono fatta, vero?-.
-Sei fatta male!- la rimproverò
l’altra.
-Probabilmente si… Sai, essere
figlia di una donnetta senza spina dorsale e di un ubriacone omicida a
volte
porta a non avere proprio tutte le rotelle a posto, o no?- disse,
simulando una
domanda che non era ben chiaro se fosse rivolta all’altra o a
se stessa.
Riuscì comunque a far sentire
Mayumi piccola come un granello di polvere.
-Lo sai che non intendevo
questo…- mugugnò senza guardarla in faccia.
Rei sbuffò, poi fece una smorfia
interdetta.
-Lo so che non intendevi questo,
ed io ho gonfiato la cosa per vendicarmi dell’alzata di
prima… Dai, seriemente…
Ho esagerato a non parlarti tutto quel tempo, Mayumi, ma devi capire
che ci
sono delle cose di te che proprio non riesco a mandare giù.
Tra cui, e forse
per prima, questa!- esclamò.
-È così allucinante, per te,
pensare che la tua immagine possa essere infangata anche solo un
pochino? Diavolo,
ci sono andata io con Rukawa, mica tu, poi!- si agitò
Mayumi, che ancora non
aveva inquadrato la situazione.
L’amica la guardò in modo
contrito, scuotendo la testa.
-No, May, non ci siamo… Lo vedi?
È vero che io ti ho fuorviato con il mio atteggiamento di
ripicca… Ma,
francamente, me ne strafrego della mia reputazione!!! Dopo tutto quello
che è
successo a Nagano più che mai!!!-.
Gli occhi di Mayumi si persero. Era
confusa, non capiva dove l’altra volesse realmente arrivare.
Poi un pensiero la
colse, ed in un secondo ebbe perfettamente chiara
-Ti prego Rei, ti supplico! Non
mi va di…-.
-Non ti va cosa? Senti Mayumi,
non stiamo qui a prenderci in giro come se fossero due giorni che ci
conosciamo! Tra l’altro vorrei ricordarti che le volte in cui
tu mi hai
costretta a parlare di cose che mi erano sgradite non si contano
esattamente
sulla punta delle dita! Perciò questa volta non
farà eccezione… Cambiano solo
le parti!- fece l’atleta, assestando un colpo diretto.
Cadde un brevissimo silenzio,
durante il quale le due ragazze si studiarono come fanno due avversari
durante
una gara. Soltanto che non v’era agonismo tra le due, solo la
consapevolezza di
chi vede qualcuno fare un errore e quella di chi lo compie e non vuole
sentirselo dire.
Poi Rei parlò di nuovo.
-Mayumi, lo sai che ti voglio
bene, no? E sai anche, come lo so io, che non puoi continuare in questo
modo…-.
-Non so a cosa ti riferisci…-
bisbigliò di rimando l’altra, abbassando lo
sguardo.
-Ah no?! Vuoi dirmi che non sai
che mi sto riferendo al fatto che gli ultimi incontri ravvicinati che
hai avuto
con dei ragazzi sembrano la copia sputata di questo tuo
“Porno Teatrino” con
quel vanesio di Rukawa?-.
-E anche se fosse?- tentò Mayumi,
simulando indifferenza.
La faccia di Rei nel giro di
pochissimi istanti passò dall’ironico al furente.
Mayumi sentì un’inattesa
morsa ferrea serrarle il braccio e si ritrovò faccia a
faccia con due pozze
scure che ribollivano di irritazione. La voce le carezzò
l’orecchio come il
sibilo di una lama.
-E anche se fosse, Mayumi
Ashida?! Qui non siamo davanti a un “se fosse”, ma
ad un “è”! Sei preoccupante,
lo sai? Credi davvero che sarei riuscita ancora per molto a fare finta
di
niente con te? La verità è che, ora che mi sono
liberata dal peso che mi
schiacciava il cervello, mi posso preoccupare anche di te e della piega
allucinante che sta prendendo la tua vita!- sentenziò Rei,
strattonandola.
I loro occhi si incontrarono.
Furia ribelle contro calma colpevole. Mayumi sapeva esattamente a cosa
si
riferisse la sua amica, ma come sempre preferiva seppellire il problema
che la
faceva soffrire, piuttosto che fargli prendere corpo e dargli movimento.
Rei non si fermò, anzi:
procedette come una schiacciasassi, battendo il ferro finché
era caldo. Era una
vita che Mayumi faceva così con lei, ed il fatto di abusare
così tanto della
pazienza e del tempo della sua amica l’aveva sempre fatta
soffrire. Ma ora era
tutto diverso. Ora i suoi orizzonti erano aperti di nuovo e si sentiva
pronta a
prendere davvero il suo posto nel mondo.
Ora era il momento di fare quello
che doveva, ma che non era riuscita per troppo tempo.
-Io sto bene, Rei… Non c’è nessun
problema!- disse l’amica, cercando di essere il
più convincente possibile.
-BASTA MAYUMI! Sono tre anni che
questa farsa va avanti! Prima ero troppo fragile per potermi sobbarcare
anche
un problema altrui, ma adesso sono stanca di vedere te che riesci a
mentire
anche a te stessa, guardandoti negli occhi allo specchio!!! Porca
miseria! Ma davvero
ti sta bene avere diciotto anni ed
essere completamente terrorizzata dall’amore, tanto da non
voler neppure vivere
qualcosa che ci assomigli?!-.
-Non è vero! Semplicemente io
sono uno spirito libero, non voglio legami e al grande amore non ho mai
creduto…-.
Di nuovo il viso di Rei si piazzò
a mezzo centimetro dal suo.
-Finiscila di trattarmi con
condiscendenza, May… Abbiamo vissuto fianco a fianco come
fossimo sorelle,
negli ultimi sei anni. Proprio a me vieni a raccontare di essere quella
che non
sei? Mi viene da ridere se penso a quanto mi hai criticata per essermi
costruita un personaggio fasullo per proteggermi, quando anche tu in
realtà hai
fatto lo stesso! Tu credi che io abbia dimenticato tutto,
perché troppo presa
dai miei problemi, ma non è così cara mia! Non ho
dimenticato la ragazzina
romantica e dolce che sognava il principe azzurro, l’happy
end con tanto di
bacio sotto le stelle, il fare l’amore con la persona che si
ama… Eri tu quella
ragazzina, Mayumi!-.
L’altra sentì una fitta
potentissima alla bocca dello stomaco. Era vero, l’aveva
sempre saputo. Ma di
certo era molto più semplice fare finta che quella
realtà non fosse mai
esistita, piuttosto che accettare il fatto di averla cancellata per
paura di
soffrire. Ancora.
Sentì la voce di Rei prima della
mano che le si poggiò delicatamente sulla sua.
-Senti tesoro… Non credi che sia
arrivato il momento di parlarne una volta per tutte? Non voglio credere
che
anche a te stia bene questo ruolo di fatalona facilona che ti sei
imposta…
Dai…-.
Sospirò e ammise finalmente con
se stessa che il tempo di tirar fuori tutto era ormai arrivato.
-Da dove vuoi che cominci? Ma si,
domanda idiota… Cominciamo dalla causa
scatenante… Da Satoshi Roito…-.
Maledetto bastardo…pensò
Rei, quando quel nome rivenne fuori dopo
tutto quel tempo.
Satoshi era il famoso primo amore
di Mayumi. Stettero insieme per un anno intero, quello che coincise per
lei con
la terza media. La ragazza era pazza di lui dal primo giorno in cui
l’aveva
visto, ovvero quando era andata con i suoi in vacanza al mare durante
le
vacanze estive del secondo anno. Erano diventati amici per caso,
giocando a
beach volley, ed avevano scoperto di essere entrambi di Yokohama. Era
un
ragazzo dall’indiscutibile fascino: occhi verdi, capelli
ricci e neri, alto e
dal fisico statuario. Giovava a calcio ed era il portiere della squadra
della
sua scuola. Era simpatico, sveglio ed estremamente vitale. Il suo
sorriso,
diceva sempre Mayumi, avrebbe potuto invertire il corso delle cascate
del
Niagara.
Tornati in città avevano
continuato a sentirsi e a vedersi per parecchio tempo, ma senza che tra
loro
succedesse nulla. Più Mayumi lo frequentava e più
se ne innamorava. L’anno
scolastico finì e cominciò quello nuovo. Per la
ragazza era iniziato l’ultimo
anno delle medie, mentre Satoshi si era iscritto alla scuola superiore
del
Takezono. Proprio in quel periodo, lui si era dichiarato e quindi i due
si
erano messi insieme definitivamente.
Mayumi non ne parlava mai troppo
spesso, e Rei sapeva che lo faceva solo per non mettere lei in
difficoltà. Però
vedeva la luce di felicità che sprigionava dagli occhi
dell’amica, e questo la
rassicurava sul fatto che era soddisfatta e profondamente innamorata di
quel
ragazzo che, a quanto pareva, lo era altrettanto di lei.
-Perché non sei mai voluta andare
a fondo di questa cosa, May? Sono tre anni che fai finta che non sia
successo
niente…-.
Inizialmente la ragazza tacque,
ad occhi bassi. Poi sollevò il viso e, finalmente,
parlò.
-Satoshi mi ha… Cambiata. In tutti
i sensi. È vero, ero romantica e sognatrice, e lui mi ha
reso ancora più in
quel modo! Era perfetto… Mi ha fatto innamorare come una
stupida, mi ha fatto
credere che l’amore vero esiste e che per ogni principessa
c’è il principe
giusto… E poi…-.
Nuovo silenzio affranto, una cosa
piuttosto inusuale per lei.
E poi c’è stata la mia
rottura con Akagi, la mia crisi… Il periodo che
non mi hai lasciata sola un attimo… Satoshi Roito, se mai
riuscirò a metterti
le mani addosso…riflettè Rei.
Satoshi, nel periodo in cui
Mayumi era stata accanto a lei per aiutarla a superare quel momento
terribile,
era diventato insofferente, ed era cambiato. Per tutte le vacanze
invernali
sembrava essere sparito… Poi, un bel giorno,
pensò bene di mollare Mayumi su
due piedi, accusandola di averlo trascurato, di non volerlo
più, di essere
cambiata. La ragazza era caduta dalle nuvole ed aveva cercato di
spiegargli
Un paio di giorni dopo, durante
cui Mayumi s’era chiusa in un mutismo lacerante, andando a
fare la spesa li
aveva visti: Satoshi era mano nella mano con una ragazzina dai capelli
variopinti, bassina e magrolina, dal trucco pesante e l’aria
svanita. Dalla
vista all’aggressione pubblica non passarono che pochissimi
secondi. Una lite
furiosa ne seguì, finché tutta la
verità non venne a galla: Satoshi era già un
mese che frequentava quella tale Kaiko, periodo in cui Mayumi era
troppo presa
dai casini di Rei per accorgersi che qualcosa nel suo ragazzo stava
cambiando.
La ragazza gli aveva dato del
pazzo furioso, dell’egoista e dell’immaturo, ma
nonostante ciò fu Satoshi ad
avere la meglio su di lei.
–Non sei neanche questo gran che,
a letto… La vita vera non è Sole, Cuore e Amore,
Ashida… È Sesso, Divertimento
e… Sesso!- le disse, per poi girarsi ed andarsene con la
bamboletta per cui
l’aveva mollata.
Mayumi aveva pianto solo quella
sera. Dal giorno seguente era diventata un’altra. Anzi, era
sempre lei,
allegra, sorridente e gioviale, ma non appena si facesse solo
riferimenti a
Satoshi… Si cambiava direttamente argomento.
-Quanto sono stata stupida, Rei…
Ma che devo fare? Lui sorrideva ed era così meraviglioso!
Dannatissimo
sorriso…- bisbigliò Mayumi, massaggiandosi gli
occhi.
Rei le cinse le spalle con un
braccio.
-Senti, May… Ok, è vero, t’ha
fregato. Ma le delusioni d’amore capitano a tutti e fanno
crescere…-.
-Rei, non posso accettare una
filippica proprio da te su quest’argomento…-
puntualizzò l’altra, fissandola di
sbieco.
L’amica tossicchiò, imbarazzata.
In effetti aveva ragione, ma non aveva voglia di mollare.
-Lo so, è vero! Però proprio
perché conosco gli effetti devastanti di una cosa del
genere, voglio aiutarti! Parlamene,
May… Ti prego-.
Un breve silenzio accompagnò i
movimenti nervosi di Mayumi.
-Per affermare me stessa e negare
quello che mi aveva detto lui…- disse poi, restando con gli
occhi fissi sul
sedile di fronte.
-Cosa?-.
Finalmente Mayumi tornò a
guardare negli occhi Rei.
-Sono i motivi per cui ho smesso
di credere all’esistenza dell’amore e per cui
conduco una vita sessuale…
esotica!- spiegò.
Si fissarono, poi la ragazza
proseguì.
-Non voglio più soffrire come ho
sofferto per Satoshi… Questo è il motivo per cui
non voglio più credere
nell’amore… Fa solo star male…-.
-Ma non ti rendi conto che così
ti privi anche della parte bella?- si infervorò Rei.
-Certo! Ma non è che si può fare
una cernita… Allora elimino tutto il pacchetto e faccio
prima!-.
-Ed è sempre per questo motivo
che ti butti sempre a capofitto in storie di una sera, o in menage
strani e
solo sessuali?-.
-No. Quello lo faccio per un
altro motivo. Satoshi mi ha umiliata, ricordi? Ha messo in discussione
la mia
femminilità. Quindi per me il sesso è diventato
motivo di rivalsa… Perché mi
guardi in quel modo? Credi che ti stia raccontando una palla? Non
è così, e te
lo dimostra il come sono andate le cose con Rukawa… Lui ha
risposto a tutti i
miei canoni: figo tanto da essere scopabile, nessun impegno
sentimentale ed
essenza da vero maschilista bastardo! Il sesso con lui è
stata una delle cose
più riuscite che abbia mai fatto, al diavolo i due anni che
ha in meno…-.
Adesso Mayumi sembrava essere
molto più rilassata. Rei comprese che l’amica si
era appena levata dallo
stomaco un macigno grande come tre anni di silenzio.
La guardò e sorrise dolcemente.
-Era così difficile aprire la tua
adorabile boccuccia e parlarne? Siamo dovute arrivare a dodici ore di
silenzio
per ottenere questo risultato? Certo che sei proprio la peggiore, eh?!-
la
rimbrottò scherzosamente.
-Umf, da che pulpito…- mugugnò
l’altra, di rimando.
-Lo sai che sembravi quasi il tuo
Puoi copiare il teamico di letto, ora?-
-E ALLORA!- esplose Mayumi,
toccata nel vivo.
Di nuovo tutto il pullman si
voltò a guardarle. Rei scoppiò di nuovo a ridere,
nascondendosi il viso nella
zip della tuta.
-Ti odio, Rei Hosaki…- farfugliò
Mayumi, scarlatta in viso.
E ti voglio anche tanto bene, amica
mia… Ci
proverò a tornare quella di prima…Come stai
facendo tu… Insieme ce
la possiamo fare! pensò, abbozzando un sorriso.
Passarono il resto del viaggio a
parlare. Quando finalmente il pullman giunse a destinazione, le ragazze
sentivano entrambe che quel viaggio aveva dato nuove sembianze al loro
rapporto. Qualcosa era cambiato, tra le montagne di Nagano, le due si
sentivano
in qualche modo diverse e molto più vicine
all’immagine che entrambe avrebbero
sempre voluto per se stesse. Tutto sommato erano felici.
Scese dal mezzo, Mayumi si
stiracchiò.
-Ah, casa dolce casa! Sono
passati solo pochi giorni, ma mi sembra quasi
un’eternità! Dai, andiamo a
riposarci un po’ e poi… Usciamo! Da domani si
riprende la dura vita di tutti i
giorni!- fece, sprizzando nuovamente energia ed entusiasmo.
Rei sorrise: la sua amica era
davvero sorprendente, tuttavia non poteva impedirsi di pensare che
questo
ritrovato entusiasmo non fosse altro che il risultato dello sforzo per
non
gravarle troppo sulle spalle. Scosse
-Volentieri, ma prima c’è una
cosa che devo fare… Mi accompagni?- chiese, sapendo che
l’amica avrebbe capito
a cosa si riferiva.
Mayumi la fissò per qualche
istante, poi rispose –Certo! Prima il dovere e poi il
piacere, Mio Capitano!
Andiamo!-.
Presero un autobus, fecero circa
otto fermate, poi
-Per fortuna che siamo quasi
arrivate! Che caldo terribile che fa… Quasi quasi me ne
ritorno a Nagano!-
blaterò Mayumi, sfoggiando un’andatura da gibbone
accaldato.
Rei sghignazzò.
-Certo, diamo la colpa al caldo,
ora! Sei una pappamolle, signorina! Non mi capacito di come tu possa
essere uno
degli atleti più promettenti della prefettura, con questa
voglia di vivere che
ti ritrovi!-.
L’altra le indirizzò
un’occhiataccia omicida e commentò in tono acido
–Se non puntualizzi non sei soddisfatta,
vero Rei? Comunque sei simpatica come un logorroico depresso!-.
La risata dell’altra proruppe
enfaticamente.
-Oddio Mayumi, mi farai morire
dal ridere… Comunque siamo arrivate…- concluse
Rei, indicando l’edificio di fronte
a loro.
Si fermarono di fronte al
cancello. Sulla targa opacizzata dalla polvere e dalle intemperie
troneggiava
la scritta “LICEO SHOHOKU”.
-Certo che più la guardo e più
questa scuola mi mette l’ansia… Devi ammettere che
è davvero bruttina, eh?-
commentò Mayumi , dando di gomito all’altra.
-Bhè, Vostra Maestà, sicuramente
non può competere con il complesso in stile ‘800
inglese che compone il
Fukuoka! Vogliamo anche aggiungere che al Polo Nord si gela?!-
-Dio mio, come siamo acide oggi,
eh?! Dai, andiamo…- sbuffò Mayumi.
Si incamminarono per il cortile.
Passarono davanti all’edificio centrale, dirette verso gli
impianti sportivi.
Voltarono l’angolo, dirette alla pista podistica, e
lì ebbero l’incontro. La
sua voce melliflua le raggiunse prima
che potessero vederla.
-Capisci, Haru? Non credo che si
possa volere di più dalla vita… Sto frequentando
quel figo spaziale del Ryonan,
e già questo basterebbe a rendere una ragazza fiera di se
stessa! Mettici pure
che, con Miss “Non sarai mai al mio livello” fuori
dai piedi, ho la strada
spianata in squadra… Non che la sua presenza fosse un reale
problema… Sono
migliore di lei in pista, e
questo è un
fatto, ma sapere che non sta lì a fissarmi con quel fare
gelido…-.
Mayumi stava già schiumando.
Conosceva bene quel tono di voce insopportabile, aveva imparato a
distinguerlo
quando era andata ad assistere alle gare di Rei. E sapeva anche quale
figura le
si sarebbe stagliata davanti una volta girato quel dannato angolo.
Più di una
volta aveva avuto delle schermaglie verbali con quella tizia, e sebbene
si
conoscessero appena, non la poteva soffrire. Fu così che non
riuscì proprio a
trattenersi.
-Quanto ci piace di
chiacchierare, eh?- esclamò ad alta voce.
Non potè impedirsi di sogghignare
in modo trionfante, quando si ritrovarono faccia a faccia con
l’espressione
smarrita dipinta sul bel viso di quella vipera di Sayuri Kurasawa.
Rei squadrò la ragazza,
accompagnata da una sua compagna di classe, da capo a piedi. Sayuri era
la
quintessenza di tutto ciò che la infastidiva: era bella in
modo innaturale ed
artefatto, con i suoi capelli meshati di biondo, la pelle diafana
perennemente
ricoperta da uno strato di trucco steso alla perfezione e una divisa
scolastica
rimaneggiata in modo da aderirle al corpo come una seconda pelle.
Inoltre era
frivola, maliziosa, falsa, presuntuosa, melliflua e terribilmente
cattiva. Come
se non bastasse, poi, era ignorante come un’analfabeta pur
atteggiandosi a
donna erudita.
La dicotomia tra loro due era
stata inevitabile e subitanea. E la cosa che più dava
fastidio a Rei era che la
ragazza, pur essendo un anno più giovane, non le portava
minimamente rispetto,
anzi: da subito aveva riconosciuto in lei la sua nemesi ed aveva fatto
di tutto
per mettersi in competizione.
Rei avrebbe scommesso tutto
quello che aveva che se Sayuri avesse saputo di Akagi, pur di farle uno
sfregio
avrebbe tentato di sedurlo a tutti i costi.
In tre secondi notò l’espressione
della ragazza passare dallo sbigottito, al rabbioso, per finire con il
finto
indifferente. Le apparve più ridicola che mai.
-Thò, il figliol prodigo è
tornato, con tanto di guardia del corpo… A cosa dobbiamo
tanto onore? La
squadra è tornata ed essere degna della tua presenza,
Hosaki?- la apostrofò la
Kurasawa, fissandosi distrattamente le unghie corte e curate.
Rei vide con la coda dell’occhio
Mayumi che stava per partire all’attacco, così le
mise subito una mano sul
braccio per calmarla. Quando l’amica si volse a guardarla,
scosse
-Ah, Sayuri cara! Devo ammettere
che è un vero piacere ritrovarti! Sarà che
l’eccessiva tranquillità mi snerva,
ho sempre bisogno di una dose di veleno quotidiano! Ed in quanto a
questo, il
tuo è sempre di ottima qualità! –
esclamò ironicamente.
Guardò l’orologio e fece
spallucce.
-Oh, ma è molto tardi! Sai, sono
venuta per avvertire il coach che riprenderò gli allenamenti
con tutte voi
domani, e che sono determinata a guidare la squadra alla vittoria dei
campionati nazionali. Mi scuserai, vero?- e così dicendo, la
aggirò accuratamente
e passò avanti.
La faccia di Sayuri si deformò in
una smorfia di rabbia.
Mayumi le si fermò accanto, si
abbassò verso il suo orecchio.
-Ricomponi i connotati, Kurasawa,
altrimenti rendi inutili tutti gli sforzi che fai la mattina quando ti
metti lo
stucco in faccia…- sibilò, assestando il colpo
con malcelata soddisfazione.
I due occhi scuri dell’altre le
si posarono addosso, colmi di odio.
-Scherza pure, Ashida… Tanto lo
sai che un giorno o l’altro ve la farò pagare, a
te e a quell’altra…- mormorò a
denti stretti.
Mayumi si era già incamminata,
dandole le spalle.
-Intanto paga questo!- disse al
alta voce, mostrandole il medio della mano destra.
Provò un momento di pura estasi,
quando l’improperio che l’altra le aveva urlato
dietro l’avvolse.
Raggiunse Rei, che ormai era
arrivata alla porta del Club di atletica.
Si guardarono. Non servì dire
niente sull’incontro appena avuto. Semplicemente scoppiarono
a ridere.
-Lo sai che prima o poi si
vendicherà?!- azzardò Mayumi, asciugandosi una
lacrima mentre era ancora scossa
dalle risa.
Rei si ricompose.
-Che venisse… La aspetto a
braccia aperte!- esclamò, decisa come non mai.
-Vado a parlare con il coach. Mi
aspetti qui?-.
-Certo. In bocca al lupo!- disse
Mayumi, strizzandole l’occhio.
Rei bussò e varcò la soglia
senza
attendere la risposta.
Un uomo sulla quarantina, con
indosso una tuta nera ed un fischietto al collo, era intento a
compilare dei
fogli. Quando alzò lo sguardo su di lei i suoi occhi
brillarono ed il suo volto
coperto dalla barba si piegò a formare un sorriso ironico.
-Hosaki! Ma allora sei viva… Ti
costava così tanto avvertirmi che saresti sparita per un
po’?! Che dovrei fare
con te, adesso?- sparò a raffica il coach.
Rei si inchinò subito.
-Mi scusi, coach, ha ragione… La
prego di accettare le mie scuse, e di prendere atto che domani
ricomincerò gli
allenamenti come il resto della squadra…- rispose,
mantenendo lo sguardo basso e
i pugni stretti.
L’uomo la soppesò, poi si alzò in
piedi. La sua voce suonò scettica.
-E perché dovrei farlo senza
prendere provvedimenti?-.
La ragazza alzò gli occhi:
brillavano di una luce ferina.
-Perché io sono la migliore, e
sono pronta a vincere, coach!-.
La risposta fu secca, pronunciata
con una voce colma di soddisfazione.
-Bentornata, Hosaki!-.
Puffoliniiiiiiiiiiiiii!!!
Finalmente ce l’ho fattaaaaaaaaa!!!
Stavo
davvero disperando di riuscire a postare questo capitolo, ma alla fine
ho avuto
ragione sia del mio lavoro, che del cap. 28 , che del resto del mondo!!!
(wonder-LightDN
vola nei cieli per sgominare il male!).
Scusate
per il terrificante ritardo, ma… Meglio tardi che mai, no?!
Non
voglio dilungarmi troppo, adesso, spero solo che il capitolo vi sia
piaciuto e
che stiate già entrando nell’ordine di idee per
leggere il prossimo (che spero
di riuscire a pubblicare entro 15 giorni… Lavoro
permettendo…).
Ora
veniamo a voi… Vi devo un po’ del mio tempo,
quindi cominciamo:
Eiden=
Ma quanto posso
ridere, quando leggo le tue recensioni??? Troppo!! Volevo cominciare
facendoti
(anche se con ANNI LUCE di ritardo) gli auguri per il tuo compleanno!
Dai, in
qualche modo l’ho festeggiato con te, pubblicando il cap. 27
proprio in quel
giorno!! Sono troppo felice che pensi che Mayumi sia figa, e questo
perché… Lo
penso anche io!!! Scrivere della sua “gara” con Ru
è stato allo stesso tempo
difficile e divertente… Ma a quanto pare sono riuscita a
farvi amare anche
questo avvenimento un po’ strano! Uhuhuh… Rukawa
pivello è spettacolare! Per
quanto riguarda il fatto che per Akagi il treno sia ormai
passato… Mhà, in
realtà staremo a vedere cosa
succederà… D’altro canto, per quanto
Mitsui possa
piacerle, Rei non riesce a non pensare a quello che prova per il
Gory… Cosa
succederà nei prossimi 2 capitoli? Intanto fammi sapere cosa
ne pensi di
questo… Vedrai che non ti deluderò! Tanti baci!
Aka_Z= Il
Grande Puffo
inginocchiato sui ceci chiede umilmente venia al suo MVPuffolin per il
ritardo
pauroso con cui aggiorna. Riuscirai a perdonare questo Grande Puffo
scellerato?! Volevo dirti una cosa, comunque, a proposito dello scorso
capitolo: tu sostieni che Akagi, probabilmente si è
già reso conto di aver
perso Rei. Ma credi davvero che il nostro beneamatissimo Gory si
arrenderà così
facilmente? E poi mettici anche che i sentimenti di Rei verso di lui
non sono
così deboli, Mitsui o no… Hihihi…
Staremo a vedere. Chiedo venia, cmq, per aver
sconvolto il tuo Ego-Yaoista con
Miss_Chroma= Mariiiiiiiiiii!!! Ciaooooooo!!! Eccomi! Perdono, perdono, perdono, perdono!!! Lo so, sono una ritardataria, ma non lo faccio apposta!!! Colpa del mio capo “Taoka” che mi schiavizza!! Spero tanto, però, che questo capitolo sia valso almeno un po’ l’attesa… Prometto che farò molto di meglio nei prossimi due, anche perché si può sentire già il rullo di tamburi che accompagna il count down alla fine! Bhè… A te non è che debba dire tanto, anche perché la maggior parte delle cose ce le siamo spifferate tra messenger e di persona! Però voglio cogliere l’occasione per ringraziarti per l’ennesima volta… Quello che fai per me ed il sostegno che mi dai sono impareggiabili! Non so proprio se riuscirò a fare abbastanza per sdebitarmi!! Voglio sapere assolutamente la tua opinione su questo nuovo capitolo! Un bacio enorme alla mia artista del cuore!
Lady Hypno= Puffolina cara! Le tue recensioni mi hanno davvero trasformata in una donna pavone! Me ne vado in giro con “la ruota” dandomi un tono da grande fanfic-writer! Me lo potrò mai permettere?? Chissà, ma sono davvero strafelice di suscitare questo entusiasmo in qualcuno… Tu sei davvero la risposta alle mie speranze di scrittrice: il tuo è il trasporto che volevo suscitare nei lettori quando ho cominciato a scrivere questa storia, e l’esserci riuscita mi riempie di orgoglio. Certo, il pensiero di essere vista come “Guru” mi mette molto in imbarazzo, ma come ti ho già detto, se posso aiutarti in qualsiasi modo nella stesura delle tue storie sarà felicissima di farlo! Metto a tua disposizione la mia minuscola esperienza… Tenendo in considerazione che tu sei già brava di tuo! Ti ringrazio anche per le fan art! Non vedo l’ora di vederne delle altre (tuoi impegni permettendo, ovviamente!). Aspetto con ansia il tuo giudizio su questo capitolo… E ti prometto che gli ultimi due saranno anche migliori! Baci baci alla mia Supporter Sfegatata!!!
Sere4Ruru= Cara la mia dolcissima Sere, ma ti pare che prima o poi non avrei potuto mettere qualcosa di piccantello?! Immagino, tra l’altro, che la cosa non ti sia nemmeno dispiaciuta più di tanto dato che uno dei due soggetti in questione è proprio il tuo Ru… Certo, porello: l’ho fatto trattare un po’ maluccio… Ma rimane comunque il figaccio che tanto amiamo! Un bacio e… Aspetto commentino per questo capitolo!
Shasa= Sarà proprio il caso di dire “Last but not Least”, Grillino della mia vita artistica resuscitata! Voglio cominciare dicendoti una cosa: ringrazio il cielo di avere una lettrice come te. La tua fedeltà alla lettura è stata sconvolgente… Davvero, non pensavo che mi avresti addirittura lasciato una recensione per capitolo! Ti ringrazio tantissimo, ha significato davvero tanto per me!!! Come ti ho già anticipato via e-mail, con te posso ammettere di aver in qualche modo affermato un mio minuscolo successo personale… Ho accontentato il tuo spirito critico, e devo ammettere che è una bella soddisfazione! Calcola che, almeno per lo scorso capitolo, ero terrorizzata per il tuo giudizio… Capirai, il mio Grillino è il giudice supremo! Non vorrei mai contrariarla!! ;)
Dai, dai… Mega giudizio fracassa-ossa anche per questo capitolo. So giù che è moscio rispetto agli ultimi postati, ma sta facendo da battistrada per gli ultimi due… Ora scappo, ma non prima di averti mandato il mio bacio più grande!
Ok,
Puffolotti miei adoratissimi e amatissimi! Voglio approfittare di
questa sede
per ringraziare tantissimo anche quelli che, pur non avendo
Primi
tra tutti, saluto e mando un bacio a tutti quelli che l’hanno
messa tra i
preferiti tra cui Bella07,
Black_Mad_Haileay, bluesky, Cappychan, Gohan, Kenjina (che
per altro
apprezzo anche come autrice: brava, mi piacciono le tue storie!), klikka, mik92, norahchan e Scorpyon.
Voglio
salutare anche
E
poi un saluto anche a quelli che hanno recensito almeno una volta, come
War, Kobe90, Darkness (ma che fine
facesti???), Temarisan, Kuji13 (Ti
adoro!) e… Dulcis Infundo la pluridecorata, temutissima e
Severissima Vestale
dello Slam Dunk Yaoi Temple…
Hinao85 (non ho visto
più tue
bacchettate, quindi presumo di essere migliorata! Kiss-kiss).
Per
oggi credo sia tutto… Ecco, giusto un’ultima cosa:
ho aggiornato
Baci
a tutti, Puffoli e… Al prossimo capitolo! I love you all!
Un
saluto “ironico” da
LightDN