How I Met My Best Friend:
" Harry muoviti " urlai lanciandogli lo zaino.
" Dov'è mamma? " domandò lui alzandosi dal vecchio letto scricchiolante.
Io a quelle parole mi bloccai.
Mamma? Come può permettersi di chiamarla così? Non è sua madre, è MIA madre.
" Per te è Emma " risposi secca.
Lui mi fissò disgustato dalla mia risposta.
Io abbassai lo sguardo sistemandomi la maglia e guardandomi allo specchio.
" Credo sia ancora a letto " sussurrai.
Lui si levò i pantaloni del pigiama e si infilò i soliti jeans strappati con la maglietta bianca a mezze maniche.
Io invece, indossai un paio di jeans corti con una maglia azzurra e per finire un cappello di lana grigio che mi raccoglieva tutti i capelli tranne il ciuffo che mi scendeva delicatamente lungo il viso coprendomi un occhio.
" Muoviti! " strillai per la centesima volta a Harry prendendo un morso di panino che era appoggiato sull'isolotto della cucina.
" Io ci sono " urlò Harry sbattendo la porta di camera sua.
[...]
Una volta arrivati a scuola Zayn era seduto sugli scalini dell'entrata della Belfast School con una sigaretta in mano.
Zayn quel giorno indossava una maglietta nera con su scritto 'ROCK' a lettere bianche, un paio di Jeans strappati simili a quelli di Harry e delle Nike nere.
" Ciao bellezza " mi strinse i fianchi.
" Ciao " lo salutai prendendogli la sigaretta di bocca per fare un tiro.
" Ciao Zayn " Harry e Zayn si salutarono battendosi il pugno come era loro solito fare.
Zayn era di origine mussulmane.
Aveva occhi e capelli scuri.
Era il tipico ragazzo che aveva un sacco di ragazze ai suoi piedi.
In effetti, cambiava spesso ragazza, diciamo che non era un amante delle relazioni serie.
Io e lui eravamo migliori amici oramai da quattro anni.
Lo avevo conosciuto grazie a Harry.
Loro erano amici di infanzia visto che abitavano nello stesso quartiere, ma crescendo si erano persi di vista.
Non si erano più frequentati fino a quando il padre di Zayn e Zayn vennero a casa nostra pochi giorni dopo il matrimonio dei nostri genitori.
Il nostro primo incontro fu buffissimo visto che io ero in accappatoio.
Io e Zayn diventammo subito amici e ogni volta che Harry usciva con lui andavo anche io.
Infatti, l'unica ragione per la quale io e Harry non ci fossimo ancora ammazzati durante la notte era lui.
In qualche modo ci teneva uniti.
" Ragazzi,stasera mega-festa a casa mia. Portate molti alcolici " ci invitò Harry facendoci l'occhiolino.
" A che ora? " chiesi prendendo una sigaretta dal pacco che tenevo nella tasca laterale dello zaino.
" Venite verso le undici " affermò spogliando con gli occhi una tipa che passò davanti a noi.
" Ecco,quella sì che è una tipa giusta da invitare alla festa " ammiccò.
" Ci penso io " si alzò Harry e con fare da seduttore la seguì.
Io e Zayn continuammo a fumarci le rispettive sigarette seduti sugli scalini della Belfast School.
" Chi ci sarà alla festa? " domandai tra un tiro di sigaretta e l'altro.
" Tutta la scuola. Mio padre è andato in vacanza con la sua nuova ragazza e io ho casa libera " rispose entusiasta.
" Allora ci divertiremo " annuii.
" Ovvio "
Zayn si alzò e prendendomi il cappello entrò a scuola.
Io restai fuori per altri minuti nell'intento di finire la sigaretta.
Mentre facevo uno degli ultimi tiri la campanella suonò e a me toccò andare in classe.
Il mio banco era il penultimo della fila centrale.
La mia compagna di banco si chiamava Jennifer.
Era la solita ' sono-bella-solo-io '
Era bionda e con le tette rifatte.
" Ciao Hilary " mi salutò sarcasticamente.
" Ciao Jennifer " ricambiai il sarcasmo.
Jennifer era seduta sul banco con le gambe accavallate perché indossava una minigonna.
Era intenta a parlare con la sua migliore amica Natasha.
" Ci sarai anche te alla festa di Zayn? " mi domandò Jennifer.
" È ovvio, è il mio migliore amico "
" Questo è un bene per i ragazzi " commentò Natasha.
" Cosa vuoi dire con questo? " la guardai male.
" Che i ragazzi saranno felici visto che è così facile farti aprire le gambe " farfugliò Natasha.
" Natasha, non essere così dura con lei. Lo sappiamo tutti che ha preso dalla madre " rise Jennifer.
" Cosa hai detto? " mi alzai di scatto avvicinandomi a lei.
" Che tua madre è una facile " continuò a ridere Jennifer.
La rabbia mi accecò.
Chiusi la mano destra in un pugno e glielo sferrai facendola cadere a terra.
Quando, pochi secondi dopo, lei si rialzò notai che le avevo fatto sanguinare il naso e ne fui sinceramente felice.
" Come hai potuto? " urlò Jennifer spingendomi verso il muro.
" Così " sghignazzai sferrandole un secondo pugno.
" Hilary " urlò la professoressa Morgan appena entrata in classe e che a quanto pare aveva assistito alla scena.
" Dal preside, tutte e due " affermò con tono autoritario la professoressa Morgan.