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Autore: ChibyLilla    05/08/2014    1 recensioni
Dopo un anno dalla prima audizione, Kurt è entrato alla NYADA e finalmente raggiunge Rachel a New York. Anche Finn riesce a trovare lavoro lì, in modo da poter stare col fratello e la fidanzata.
Rachel divide la casa con Santana e l'innumerevole quantità di persone che la ragazza porta a casa 0.0
Finn si trova a convivere con Elliot, un musicista disordinato e disorganizzato sotto ogni punto di vista.
Kurt abita con un altro studente al primo anno come lui, Blaine. Dolce, affabile, ma circondato da un'aurea di mistero. Non può che essere amore.
Romance - Hurt/Comfort - a tratti Demenziale
Genere: Demenziale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo breve, ma… Mi piaceva la conclusione!

Anticipo soltanto una piccola cosa: forse Rachel ci fa una figura non proprio splendida qui, quindi mi cautelo e vi dico che non ho nulla contro di lei! Ho pensato che quella scena ci stesse bene e mi sembra abbastanza plausibile, tutto qui!

 

Dobbiamo parlare

 

“Blaine!” Kurt fu il primo ad accorgersi della presenza del più piccolo, forse perché il suo sguardo oscillava costantemente dai visi degli altri due ragazzi al corridoio, proprio in attesa della sua comparsa.

Dallo sguardo di Cooper ed Elliot, Kurt poteva intuire che stessero cercando di capire se Blaine avesse sentito qualcosa e si sentì terribilmente a disagio. Blaine questo non lo avrebbe perdonato e Kurt non voleva che si arrabbiasse con lui, le cose erano già abbastanza complicate senza bisogno di ulteriori incomprensioni.

Per sua fortuna, il moro sorrise vagamente imbarazzato, “Che ci fate tutti quanti lì?” ed il sospiro di sollievo di Cooper fu sentito da tutti i presenti.

“Beh, Kurt qui si è offerto di farmi compagnia, dato che quello scostumato di mio fratello si è addormentato e mi ha lasciato da solo. Questo qui invece… cosa ci fai tu qui?”

Kurt si lasciò quasi sfuggire un sorriso inopportuno quando capì che Cooper aveva scaricato la domanda su Elliot soltanto per godere nell’averlo messo in difficoltà. Però c’era da dire che era stato bravo, aveva parlato con una naturalezza tale che anche Kurt per un momento aveva creduto alle sue parole, pur sapendo come stavano davvero le cose.

Elliot non aveva assolutamente le stesse doti teatrali dell’amico; se Blaine non fosse stato ancora mezzo addormentato si sarebbe accorto che stava dicendo stupidaggini, mentre cercava una scusa plausibile, pateticamente terminata con un, “E comunque sto facendo tardi a lavoro! A domani!”

Cooper scosse la testa guardando andar via il musicista, poi picchiettò la mano sul posto libero accanto a lui, invitando Blaine a sedersi. Il più piccolo obbedì, guardando Kurt con la cosa dell’occhio. Anche lui era a disagio ed in quel momento Kurt avrebbe voluto sotterrarsi, o sotterrare Cooper e chiarire le cose con suo fratello.

“Allora, Blainey, che programmi hai per stasera?”

“Non ho programmi Coop. E tu dovresti proprio andare.”

Dopo un altro paio di scambi di battute simili, durante i quali Kurt aveva fatto il tifo silenziosamente per Blaine, sperando che Cooper capisse quanto poco gradita fosse la sua presenza, il ragazzo era stato quasi messo alla porta. Ma Kurt avrebbe dovuto aspettarselo, era stato troppo semplice per essere vero! Perché, proprio nel momento in cui Cooper era pronto alla sua uscita di scena ed aveva appena pronunciato la fatidica fase, “Sei in buone mani qui con Kurt, io posso andare,” qualcun altro fece il proprio, come al solito teatrale, ingresso.

“Kurt! Kurt dobbiamo parlare, apri questa cavolo di porta!”

“Mi sa che è Rachel,” mormorò sconsolato Kurt, fissando la porta ed immaginando gli sproloqui interminabili dell’amica. Era arrabbiata, anzi furiosa. Non sarebbe durato poco il suo sfogo e Kurt avrebbe voluto prendere a calci Finn, perché non c’era dubbio che la colpa fosse sua, in un modo o nell’altro era sempre così.

“Beh? Ma quello di non aprire la porta è proprio un viziaccio!” borbottò Cooper, alzandosi e comportandosi da padrone di casa.

“KURT! Oh. Tu non sei Kurt.”

Ci fu un attimo di silenzio, seguito da una risata generale, quando l’espressione di Rachel si tramutò nel giro di una frazione di secondo da Sono assolutamente pronta a staccargli la testa a morsi o farmi venire una crisi isterica a Chi è questo Dio sceso in terra?

“Cooper Anderson, per servirla. E lei, signorina, è…?”

Blaine scosse la testa rassegnato, coprendosi gli occhi con una mano e Kurt capì che quella scena doveva essersi ripetuta almeno un altro migliaio di volte davanti ai suoi occhi. Ghignò appena, osservando Rachel che rispondeva alla domanda, stringendo cordialmente la mano di Cooper e poi si accomodava.

“Non mi avevi detto di avere un’amica così carina, Blaine.”

“Smettila, Coop,” sibilò il moro, evidentemente a disagio e Kurt accorse in suo aiuto, affrettandosi a sottolineare che, carina o meno, Rachel era impegnata.

“Ancora per poco!” specificò la ragazza, come oltraggiata dal commento dell’amico.

“Si, lo sospettavo. Lo dici più o meno ogni due settimane, ma poi fate pace e torna ad essere il tuo Pupazzo – Grinch – Dolce – Adorabile.”

Rachel fece una smorfia, disprezzando il modo patetico con cui Kurt aveva provato a scimmiottare la sua voce e negò l’evidenza spudoratamente, “Mai chiamato così in vita mia. E stavolta sono seria.”

Anche se i tentativi di liquidarla da parte di Kurt fossero piuttosto palesi, Cooper sembrava interessato alla vicenda. “Cosa ha fatto questo ragazzo di tanto inaccettabile?”

“Oh!” sospirò Rachel e chiunque avesse avuto a che fare con lei durante almeno una delle sue crisi, avrebbe potuto intuire che quello era il segnale. Già, il segnale di inizio della sua lamentela senza fine. “Tanto per cominciare mi ha detto di non aspettarlo, perché avrebbe fatto tardi. Tardi, dico! Di sicuro si sta intrattenendo con la sua collega. Donna. Bionda, occhi azzurri, una perfetta Quinn Fabray, per intenderci!” disse, rivolta a Kurt. Poi iniziò ad arricciare le labbra, “Col naso storto ed un pessimo gusto nel vestire-”

Cooper roteò gli occhi, voltandosi in direzione di Kurt e Blaine che scrollarono le spalle in sincrono, come a dirgli che se l’era cercata.

Nel giro di un paio di minuti tutti i presenti avevano perso il filo del discorso e Kurt non riusciva a staccare lo sguardo da Blaine. “Dobbiamo parlare,” gli disse infine, ottenendo un cenno della testa come unica risposta, mentre intorno a loro Cooper e Rachel erano impegnati in un acceso dibattito.

“Ascolta, Rachel, capisco che-”

“NO! Oh, no che non capisci! È una bionda, Finn ha avuto solo fidanzate bionde. Se non contiamo Santana, ma lei non fa testo perché poi si è scoperta lesbica e, insomma! Questa ragazza è bionda e ha degli occhi enormi e mangia la carne.”

“Tutti mangiamo la carne.”

“Sono vegana.”

“Oh, interessante.”

Blaine si stava agitando, completamente perso nei propri pensieri. Mordicchiava freneticamente le labbra coi denti e la sua gamba destra si muoveva ritmicamente su e giù. Kurt sbuffò per l’ennesima volta e si spostò accanto a lui, consapevole che nessuno avrebbe dato peso al suo movimento. “Stai bene?”

“Starò meglio quando avremo parlato.”

“Okay, adesso basta,” Kurt scattò in piedi, stringendo i pugni lungo i fianchi per sforzarsi e cercare di mantenere un minimo di contegno, “Sentite, vorrei parlare un attimo con Blaine. Da solo!” Che intuissero qualcosa in quel momento non poteva importargli.

Rachel bloccò la frase di Cooper con un cenno della mano, voltandosi nella direzione del migliore amico con uno sguardo di fuoco, “Ma io-”

“Puoi flirtare con Cooper anche fuori di qui.” Kurt era davvero esasperato e non c’era motivo valido per cui avrebbe tollerato la presenza di estranei per un altro minuto, quindi era inutile farla parlare.

“Ma cosa-”

Percorse il tragitto che lo separava dalla porta a passo svelto, aprendola con troppa veemenza, “Sono certo che Elliot non vede l’ora di vedervi. Ciao.”

“Kurt, sai che sta per tornare Finn,” si oppose Rachel, saltando in piedi a sua volta, con le mani sui fianchi e le gambe leggermente divaricate.

“Meglio. Lo farai ingelosire, funziona sempre con Finn!”

“Ma io-”

Quando anche Cooper provò ad intromettersi, Kurt fu costretto a metterlo a tacere. “Oh, sono certo che tu ed Elliot troverete il modo di intrattenervi quando Finn e Rachel si chiuderanno in camera. E spera che si chiudano da qualche parte prima di fare le loro cosacce. Ciao.”

Enfatizzò il saluto con un ulteriore cenno della mano e, per quanto di malavoglia, Rachel lasciò la stanza, convincendo Cooper a seguirla, dopo un breve, “Starai bene?” rivolto al fratellino.

Quando la porta fu chiusa, Kurt si appoggiò contro di essa, sospirando esausto, come se negli ultimi minuti avesse dato fondo a tutte le sue energie per riuscire a non pensare alla conversazione che stava per arrivare. “Dobbiamo parlare,” ripetè.

“Mh.”

“Potresti iniziare a dire qualcosa.”

“Sei tu che vuoi parlare.”

“Blaine.”

Il più piccolo si morse il labbro, cercando il coraggio per guardare Kurt negli occhi ed intrecciando le dita delle mani tra loro, come se avesse voluto di distrarsi dalla conversazione. “Hai ragione. Scusa, io non so che mi sia preso stamattina.”

“Non volevo dire questo.”

Blaine lo guardò con un’espressione sorpresa, inclinando la testa leggermente verso sinistra ed interrompendo le precedenti attività. “Ah no?”

“Cioè si.”

“Ah.”

“Voglio dire, è stato stano. Tremendamente strano, ma non in senso negativo.” Si stava incartando con le sue stesse parole e non era un buon segno. Era nervoso, non gli capitava da tanto di sentirsi così, anzi forse non gli era mai capitato. Sentì la necessità di interrompersi, trarre un profondo sospiro e ricominciare dall’inizio. “Insomma, è solo che vorrei capire bene cosa voleva dire per te quel bacio. Vorrei capire cosa sta succedendo e in cosa ci stiamo addentrando.”

“Io non- non avrei voluto farlo così. Cioè, tempismo pessimo; Wes voleva staccarmi la testa quando glielo ho detto.”

“Lo hai detto a Wes?” Non sapeva per quale motivo aveva ritenuto necessario puntualizzare quel dettaglio, ma in qualche modo, sapere che Blaine ne aveva parlato, gli faceva sentire la cosa un po’ più vera. Quella piccola idea secondo la quale Blaine si stava prendendo gioco di lui, iniziava in quale modo a perdere consistenza. Forse non era come un brutto scherzo e non sarebbe spuntata la Sylvester con una telecamere per annunciargli di esserci cascato in pieno. Forse stava davvero succedendo qualcosa. Ma cosa, esattamente?

“Si, ma non è questo il punto,” riprese pacato Blaine, “Ti chiedo scusa per come lo ho fatto, ma non per quello che ho fatto. Spero di non averti messo a disagio.” Strizzò gli occhi, stringendosi un po’ nelle spalle, come aspettandosi che Kurt desse di matto.

Situazione che fu fortunatamente evitata.

“È che non ci conosciamo neanche tanto bene!” provò a spiegare Kurt, un po’ perché lo pensava davvero e un po’ perché non sapeva che altro dire.

Blaine lo guardò più rilassato, “Non stai firmando un contratto di matrimonio. Però, non so. Magari potremmo provare a conoscerci e…” lasciò la frase in sospeso, aspettando che forse Kurt a terminarla.

“Magari potremmo. E forse potresti provare a baciarmi ancora. Sai, per essere sicuri che nessuno si senta a disagio!” a volte perfino Kurt si stupiva delle cose che riusciva a dire.

  
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