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Autore: Lucash99    05/08/2014    1 recensioni
Erano passati circa tre mesi da quel giorno speciale nel quale i ragazzi avevano salvato la loro amicizia finita sull'orlo di un precipizio, tutto era tornato alla normalità nel gruppo, che si era poi diviso durante le vacanze estive per ritrovarsi successivamente all'inizio dell'anno scolastico, Neiv non aveva più ripensato a quelle voci nella sua testa e si era lasciato quell'istante di malessere alle spalle, anche se in quel periodo non ne aveva compreso il significato. Dalla parte opposta c'era Dortmund, impegnato in tribunale per difendersi dalle accuse di corruzione, l'esito del processo era atteso impazientemente dai giovani giocatori di Cuballs di tutto il mondo, sarebbe stato un gran sollievo quello di sapere che colui che aveva cercato di bruciare Giv non avrebbe più messo piede ad alcun torneo.
Dopo 6 mesi arriva il continuo di "Cuballs", mi impegnerò al massimo con l'intento di soddisfarvi, emozionarvi e divertirvi anche in questa seconda storia della serie, buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuballs'
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Paradossale è pensare che tutto possa sfuggirti in pochi istanti, che un'atmosfera quasi idilliaca possa divenire catastrofica senza neanche un preciso motivo. Un episodio sgradevole tira l'altro e succede che da un piccolo screzio viene a formarsi un disastro di dimensioni colossali che in un batter di ciglia ti allontana da quel che è realmente importante per te, dalle persone più care che possiedi. Sono le conseguenze del non saper gestire gli eventi, quegli eventi che improvvisamente ti travolgono e che vanno affrontati con calma, perché altrimenti ti sfuggono di mano e riescono ad avere le meglio su di te. Era ciò che era accaduto a loro, Grodig aveva posseduto il potere di mettere Giv contro chiunque gli fosse attorno, prima contro il sottoscritto, poi, avvalorando la sua tesi, contro due dei suoi stessi amici, tutto grazie ad un semplice gesto di rifiuto nei confronti di Zadi.

 

Assurda è anche la rapidità con la quale gli eventi cambiano completamente volto, si passa dal difendere ad attaccare lo stesso individuo in un lasso di tempo piccolissimo, dall'appoggiarlo al contrariarlo; perché questo accada deve essere presente un fattore intermedio causa del capovolgimento di idea, quell'episodio o dichiarazione sconcertante che aziona un meccanismo nel cervello, un meccanismo automatico, quasi impossibile da bloccare; può capitare addirittura che i fattori intermedi siano molteplici ed in quella situazione si abbisogna di una personalità estremamente razionale e raramente intaccabile affinché il meccanismo venga stoppato. Si verificava esattamente questo in quella loro breve eppure intensa storia, v'era una gran differenza tra inizio e fine, una differenza provocata da alcuni fattori intermedi strettamente legati tra loro, la reazione di Neiv al pianto di Giv, il conseguente litigio tra i due ed il contraccolpo subito da Zadi nell'assistere all'oscena scena; avvenimenti concatenati che portavano al ribaltamento di opinione del giovane, che passava così dal proteggere strenuamente la fedele compagna, dal concordare con lei, all'attaccarla, al contrariarla e lasciarla sola coi suoi dubbi; quei dubbi provenienti a loro volta dal primo fattore intermedio, vale a dire il dibattito che aveva visto protagonisti i suoi amici. Un ragionamento riguardante i fatti che, poiché dipendente dalla "ragione" totalmente assente nel periodo esposto, mai avrebbero potuto ponderare i ragazzi coinvolti negli stessi. Ovvio era che avessero potuto effettuarlo si sarebbero resi conto di quanto banale era stata la causa della loro separazione, molto banale dato che frutto di pura casualità; già... perché si parla di casualità, di coincidenze, quando i fatti sono dettati dalla mancanza di calma e dall'irrazionalità... che l'aveva fatta, purtroppo, fino a quel momento da padrona. Capita che senza neppure accorgersene ci si lascia sfuggire l'essenziale per il futile.

 

«Siamo pronti ad assistere al match che determinerà la conclusione della prima appassionante giornata del Cuballs International Tournament. Vi ricordiamo inoltre che la seconda parte degli ottavi di finale si svolgerà ad un mese di distanza oggi, precisamente il 16 ottobre, buon divertimento.»

 

C'era chi entrava e chi usciva, chi in campo e chi dalla porta, c'era chi aveva il morale a terra e nessuna voglia di combattere, c'era chi con uno stato d'animo peggiore aveva ancora la forza ed il desiderio di correre, correre per inseguire ciò che aveva ingenuamente perso.

 

Fuori il buio era calato in ampio anticipo, la pioggia scrosciante non cessava di cadere ed alcune saette si abbattevano violentemente al suolo, le serrande erano tutte abbassate ed ognuno se ne stava nella propria abitazione, pochi corpi umani si aggiravano con quelle condizioni per strada, era una scelta logica eppure... tra quei pochi vi era quello di Giv, quello che andava riportato indietro anche a costo di andare incontro a grossi rischi.

 

"Non ho intenzione di demordere nemmeno con questo tempo, niente può allontanarmi dal mio obiettivo, adesso è l'ora di partire... senza alcuna paura."

 

Zadi, in seguito a tante sofferenze, spronava se stessa a ricucire quel filo che a furia di essere teso era rimasto spezzato; Oster invece, per la prima volta, dava l'impressione di voler definitivamente gettare la spugna, non sapendo però che qualcosa di insolito avrebbe causato uno stravolgimento di idee in lei, e quel qualcosa era nient'altro che l'ennesimo di quei sorprendenti fattori intermedi.

 

"Non mi ero mai sentita così, non mi ero mai abbattuta, ero stata sempre più forte di qualunque cosa stesse avvenendo, ero sempre rimasta allegra nonostante l'aria di astio alcune volte presente, avevo sempre avuto una voglia matta di lottare contro i miei avversari fino all'ultimo secondo, fino a quando non avrei avuto più voce per gridare ordini alla mia Cuball, avevo avuto in ogni occasione quello stimolo che mi spingeva ad impegnarmi al massimo, a mostrare a tutti le mie abilità. Oggi invece... sento che tra quei tutti manca qualcuno, qualcuno di importante per me, perciò... che senso avrebbe esporre le mie qualità se uno dei miei amici non può assistere alla manifestazione?"

 

Boost non era certo capace di leggere il pensiero, ma per comprendere i sentimenti dell'adolescente bastava osservare i suoi occhi che in quel momento parlavano per lei. Così, si veniva a scoprire che il fattore intermedio che avrebbe fatto mutare entro pochi secondi le sensazioni della ragazza veniva azionato da essa stessa.

 

"Oster non è concentrata sul match, la sua testa è da tutt'altra parte, è evidente che è molto presa dalla vicenda di Giv e che non riesce a pensare ad altro, sarebbe triste e scorretto cominciare a combattere mentre lei è in queste condizioni, non proverei nessuna soddisfazione nel vincere questa sfida ed inoltre pugnalerei una compagna alle spalle. Esiste una sola cosa giusta da fare in questo momento e sono deciso a farla."

 

Sollevò il braccio e dichiarò a gran voce:

 

«Io do forfait.»

 

All'udire quelle parole si azionò quell'ultimo meccanismo nella mente della direttrice del tifo che le suggeriva di agire allo scopo di fermare il gesto che la controparte andava compiendo. In sintesi ben tre azioni, l'una dipendente dall'altra, si erano susseguite e avevano portato al capovolgimento di idea stavolta ben più gradevole. "Nonostante tutto... non posso e non devo rovinare questo magnifico torneo, abbiamo atteso ore per l'inizio di questo incontro, siamo passati lungo rinvii e rischi di squalifiche a causa dei nostri ritardi, insomma... si può dire che ne abbiamo vissute di ogni genere precedentemente al nostro ingresso sul palcoscenico e... non sarebbe giusto lasciar concludere l'intera storia con un nulla di fatto, siamo giunti fin qui ed abbiamo il diritto e il dovere di giocarci l'accesso ai quarti di finale lottando dal primo all'ultimo secondo. L'onestà di Boost, che vorrebbe evitare di combattere un avversario non in forma, non ha fatto altro che donarmi ulteriore energia per affrontare questo appuntamento, ho fiducia nei miei amici, ho fiducia nei confronti di Giv, di Zadi, di Boost e degli altri, ho fiducia in tutti loro ed è questo il motivo per il quale li tifo, mi sento parte integrante di questo gruppo e dell'intera classe, non sento più ciò che sentivo un minuto fa... al contrario sono estremamente positiva ed avverto che i problemi adesso presenti si risolveranno al meglio, al meglio ed in fretta. Sono fatta così, non resisto a brutte sensazioni per più di qualche attimo, non è da me star male e non è da me far star male chi mi sta a cuore, non è da me non essere ciò che sono sempre stata."

 

Mentre lei nelle sue immaginazioni prospettava un roseo futuro... il pubblico, stanco dei troppi tentennamenti da parte dei due rivali, cominciava a rumoreggiare, facendo sì che la concorrente si desse finalmente una mossa:

 

«Io sono pronta... tu?»

 

Boost non lo sembrava, infatti chinò il capo e malinconico pronunciò:

 

«Ma loro...»

 

Aveva bisogno di un' iniezione di vitalità, Oster seppe dargliela:

 

«Non preoccuparti collega, non assillarti troppo... basta avere fiducia ed ogni cosa sarà risolta, loro torneranno, ne sono sicura!»

 

Lui allora annuì:

 

«Mi hai convinto, facciamo divertire questa gente, dobbiamo dare spettacolo!»

 

I fattori intermedi avevano manovrato la loro sorte in due occasioni differenti, agendo quindi su di essi sia in maniera negativa che positiva; la differenza tra le due circostanze era però stata dettata dagli interpreti, in un primo caso l'estrema fragilità di questi ultimi aveva lasciato piena libertà di manipolazione del contesto ad elementi interni ed esterni, nel secondo invece uno dei due interpreti col suo ottimismo e la sua fermezza di pensiero era riuscito nell'impresa di far invertire direzione ai fattori, facendo divenire fortuna una possibile sventura e comandando il proprio destino, evitando la realizzazione del contrario; perché si è veramente forti nello spirito quando si è capaci non di farsi condizionare da quel che c'è attorno, ma di fare l'esatto opposto.

 

Sull'altra sponda c'era invece una ragazza sprezzante di ogni pericolo e volenterosa di andare fino in fondo, una ragazza che non avrebbe permesso a nessun ostacolo di contrapporsi a lei e alla sua corsa, neppure al più forte temporale al quale aveva mai assistito; i tuoni parevano volerla impaurire, metterla alla prova, parevano voler vedere fin dove si sarebbe spinta per portare a compimento la sua impresa. Qualunque sfida era accettata, qualunque angoscia superata, qualunque barriera annientata, nulla era più forte della sua volontà e dei sensi di colpa che l'avevano pervasa, neppure una pianta appena rovinosamente caduta.

 

"Sono pronta a varcare questa porta e sono pronta a cadere e rialzarmi ripetutamente senza mai arrendermi, io... sono pronta a tutto. Ed anche se dovessi vagare nell'oscurità di questi vicoli per ore ed ore... io giuro che non tornerò qui senza aver trovato e convinto lui, lui che adesso è via e che va riportato obbligatoriamente indietro dai suoi amici, tra i quali... chissà... potrei essere presente anch'io. Sono pronta a partire, è finalmente giunta l'ora di farlo."

 

Così proprio nell'istante nel quale lo stadio veniva adeguatamente protetto dalla copertura, lei ne oltrepassava l'uscita rifiutando ogni tipo di riparo ed addentrandosi nelle intemperie; dimostrava, come già fatto nell'occasione del crollo della grotta, grande coraggio e smentiva, se mai ce ne fosse stato il bisogno, chi aveva osato definirla una vigliacca.

 

"Non si vede a un palmo dal naso..."

 

Cominciava a calare anche la nebbia e la missione si faceva sempre più ardua, Giv con quel tempo aveva quasi sicuramente già optato per rinchiudersi tra le mura di casa e l'idea di arrendersi all'evidenza per la prima volta sfiorava Zadi: "sarebbe da folli insistere nel camminare senza una meta precisa, forse farei meglio a mollare..."

 

La sua coscienza però gli suggeriva tutt'altro e fortunatamente la faceva tornare subito sui suoi passi: " sì... certo, potrei mollare ed avvalorare quindi la teoria di Grodig, sarei una traditrice... un'egoista che ha a cuore soltanto la propria di incolumità, sarei tutto ciò di cui sono stata accusata. In alternativa potrei scegliere di correre e di mettere a repentaglio la mia salute al fine di salvaguardare quella altrui, potrei scegliere di essere ciò che meritano coloro che mi stanno accanto... vale a dire una vera amica."

 

Superati quei pochi attimi di smarrimento poteva nuovamente focalizzare l'attenzione sulla ricerca del giovane: "non devo farmi prendere dal panico, devo soltanto riflettere, riflettere... riflettere su dove possa essersi cacciato un individuo voglioso di rincasare ma che non è ancora probabilmente riuscito a farlo, dove? In un luogo il quale offra la possibilità di compiere un breve tragitto fino alla propria abitazione... un autobus, perciò Giv potrebbe star attendendo l'arrivo di un autobus alla fermata! Ed io devo assolutamente rintracciare questa fermata prima che sia troppo tardi!"

 

Le condizioni metereologiche sembravano andare di pari passo col suo umore, la visibilità infatti andava lentamente migliorando, pur essendo la foschia ancora molto fitta, e le forme di una sagoma andavano delineandosi sempre più.

 

"Vista l'altezza mi pare scontato non sia Giv, ma si dovrebbe trattare... di una persona adulta e quantomeno potrò chiedere informazioni sulla via da dover imboccare."

 

Non le restava altro da fare che andare incontro a quella misteriosa figura e poi... sperare in bene; simultaneamente tra il pubblico che stava osservando lo svolgimento della gara nascevano vari interrogativi e timori, tali da far schizzare il tasso d'agitazione di alcuni alle stelle:

 

«Sto perdendo la pazienza, non posso più aspettare senza muovere un dito... Zadi e Giv sono esposti al freddo e al nubifragio mentre noi siamo qui a girarci i pollici, dobbiamo tassativamente aiutarli, hanno un imminente bisogno di noi!»

 

Grey, pronto a mobilitarsi per arrivare al raggiungimento di un buon proposito, sollevò il proprio corpo dal sediolino, ma venne immediatamente fermato da una mano che andava ad arpionare il suo braccio e a renderlo immobile, anche se stavolta non alla finalità di arrecare dolore.

 

«Perché mi stai impedendo di soccorrerli? Loro necessitano di noi!»

 

La risposta fu spiazzante:

 

«Mi domandi perché? Perché sono stufo di questa stessa trama che continua a ripetersi ogni qualvolta Giv si caccia nei pasticci, non possono andarci sempre di mezzo gli altri per assecondare i suoi capricci, deve imparare a cavarsela da solo!»

 

Il giovane rimase stupito e irritato da quel comportamento recidivo di Neiv:

 

«Dunque non ti sei mai pentito di quella tua orrenda esibizione, ma hai soltanto finto di farlo?»

 

«No, non l'ho mai fatto e mai lo farò, infatti non mi sembra di aver mai chiesto scusa né a lui, né a te e né ad altri per l'atteggiamento mostrato!»

 

Per un carattere solitamente pacifico ed amante della giustizia non doveva essere facile trattenere le emozioni di rabbia che erano andate a crearsi dopo l'aver udito certe scioccanti dichiarazioni, il sangue ribolliva nelle sue vene, l'ira si stava impossessando di lui, doveva oramai solamente lasciarsi andare ed esplodere in tutta la sua collera:

 

«Dato che hai deciso di alzare i toni... ti accontento subito! Vorrei rammentarti che sei stato tu stesso ad appiccare questo incendio cogliendo alla sprovvista un compagno che stava soffrendo!»

 

Era chiaro serbasse rancore nei confronti del biondino sin dal giorno in cui quello aveva infamato il nome di Giv basandosi su indizi inconsistenti, questa nuova avventura pertanto non faceva altro che peggiorare ulteriormente l'idea che di lui si era fatto; Oster, percepite le urla si voltava e guardava attonita lo scontro: "Neiv... povero Neiv, non comprendi ancora che questo tuo non saper tenere a bada una indole troppo irascibile potrebbe portarti all'auto danneggiamento. Vorrei discutere faccia a faccia con te per spiegarti che non è con certi sfoghi nei confronti dei tuoi coetanei, i quali posseggono d'altronde la tua stessa fragilità, che si risolvono i loro ed i tuoi problemi, e sintetizzando... é con la violenza e l'odio che non si è mai risolto e mai si risolverà nulla. "

 

«Ah, adesso sarei anche colpevole di aver tentato di far ragionare un cerebroleso?»

 

«Ed il cerebroleso sarebbe lui? L'unico cerebroleso qui sei tu ed io ne sono sempre più convinto.»

 

Neiv era oramai letteralmente fuori controllo ed incapace di controllare i propri impulsi, l'odio verso Grey era improvvisamente balzato a livelli stratosferici, lo identificava adesso come una minaccia, come qualcuno che lo stava ingiustamente aggredendo, dimenticando di essere stato lui stesso soltanto pochi minuti prima l'artefice del dibattito; l'immagine che era disgraziatamente andata a formarsi nel suo cervello era ora quella di una coalizione organizzata contro lui che ad ogni buona occasione lo assaliva verbalmente e lo metteva dalla parte del torto, allo scopo di denigrarlo e di posizionarlo ai margini del gruppo, facendogli vivere la sensazione di essere niente più di un inutile scarto. Tali supposizioni erano assolutamente false e prive di fondamento ed anzi c'era da chiedersi anche il motivo per il quale esse s'erano generate, però è purtroppo risaputo che il male, una volta preso il sopravvento, fa dimenticare noi ciò che eravamo al fine di imporci la sua distorta visione della realtà; era quindi propenso a sferrare un violento pugno verso il volto di Grey, la spalla era alta, il polso fermo e la mano chiusa, sarebbe bastato a quel punto soltanto un rapido movimento del busto per decretare la fine di un rapporto che, anche nell'eventualità della mancanza di un atto così estremo, sarebbe stato comunque destinato a cessare in tempi più o meno brevi. Ogni briciolo di bontà rimasta nel cuore dei due nei confronti dell'altro era costretto a svanire, i ricordi di un anno "sprecato" insieme inclini all'essere gettati nel dimenticatoio nel quale trasformarsi in spazzatura ed il futuro divertimento dovuto ai futuri duelli di Cuballs destinato a rimanere una stupida illusione.

 

Chissà... forse si erano arresi all'evidenza i due litiganti, loro erano approdati in quella fase di non ritorno nella quale entrambi capiscono che la soluzione di maggior convenienza é sciogliere un legame ormai diventato fasullo e che viene ancora retto in piedi con l'unico intento di non produrre tormento pure in chi non lo merita, probabilmente era proprio così... ma esclusivamente per quel che riguardava Grey, perché dalla parte opposta invece Neiv non aveva più a cuore nessuno, nessuno era in grado di guadagnarsi la sua compassione perché nessuno era al suo fianco, erano tutti nemici per un semplice motivo:

 

"Liberati di questi buoni a nulla. Tu sei un tipo ambizioso e desideri ad ogni costo vincere, questi idioti te lo impediranno, liberatene!"

 

Una voce simile a quella che si era infiltrata in lui durante il primo di giugno lo spingeva a stendere al tappeto il rivale con un gancio, ma qualcuno disposto ad impedirglielo c'era:

 

«Basta ragazzi, calmatevi! Datevi la mano e tutto sarà aggiustato.»

 

La prospettiva che una bambina ha di una specifica situazione può essere ben diversa rispetto a quella di soggetti più cresciuti, e Mino lo dimostrava perfettamente facendo palesemente notare che riponeva ancora speranza in un possibile esito pacifico della faccenda; quello spirito puro trasmetteva speranza anche ad Oster, che poteva spostare la sua attenzione di nuovo sul match:

 

«Possiamo procedere, collega!»

 

Qualcosa proseguiva e qualcosa terminava:

 

«Pff... ringrazia Mino, oggi non mi sporgo oltre per il solo motivo che ci sta guardando una bimba.»

 

Grey tirava un sospiro di sollievo, Neiv, almeno per il momento, non rappresentava più un impiccio e lui poteva indisturbatamente avviarsi verso i suoi veri amici:

 

«Su, muoviamoci!»

 

Con quel muoviamoci mirava, in maniera neppure troppo implicita, ad invitare a partecipare alla spedizione colei che lo aveva salvato dall'impetuoso colpo di Neiv ed il suo fratellone, che aveva così anche la possibilità di svegliarsi dopo ore dal lungo letargo:

«Sì, seguiamolo sorellina!»

 

Erano quindi in tre ad imboccare le scale, visto che il biondino preferiva rimanere fermo sulla sua posizione rifiutando anche l'ultima opportunità per poter cambiar rotta; il biondino... che con codesta condotta dava quasi definitivamente il suo addio ad un gruppo che non sentiva più parte di sé e che considerava cosa estranea e malvagia o perfino stupida. Grazie a lui quel racconto che narrava di un legame scalfito troppo spesso da malumori e contrasti interni acquisiva rilevanza e si avverava, mentre l'autrice, alla quale la notizia di aver azzeccato una vecchia previsione non sarebbe affatto interessata, si impegnava su ben altri fronti:

 

"Sono più vicina e la sagoma è sempre meglio delineata, spero in bene anche se temo di star per incappare in una fregatura."

 

Ed infatti così fu... una fregatura, un gigantesco smacco, uno smacco ad altezza uomo, uno smacco delle dimensioni di un comunissimo manichino appartenente ad un negozio d'abbigliamento... chiuso. L'unico sogno, perché tale era stato, al quale l'adolescente s'era aggrappata dimostrava di essere stato effettivamente solamente un sogno, una chimera, l'amara realtà invece era che di assistenza per la piccola non ve ne era affatto, continuare a cibarsi di illusioni era nient'altro che uno spreco di preziosi secondi e la sola via percorribile era quella di contare sulle proprie forze e su quelle di nessun'altra cosa vivente o non, neppure la sua Cuball era lì con lei per facilitarle il compito: "dannazione, non c'è anima viva qui e per di più ho anche riposto il mio cubo nel deposito dello stadio, si direbbe proprio che sono spacciata, ma di darmi per vinta non ho alcuna voglia, Giv potrebbe anche essere situato nelle vicinanze, ma senza indizi, se non grazie alla buona sorte, non potrò rintracciarlo, sono finita in un frangente piuttosto complesso e non ho..."

 

Un fragoroso botto investì il suo udito, un'immensa massa di carica elettrica si schiantava su una pianta che era sciaguratamente accanto a lei, stava per avvenire una terribile tragedia?

 

L'essere vegetale si scontrò con la povera ragazza prima che quella potesse scansarsi, non la centrò in pieno ma il vigore dello scontro fu comunque tale da scaraventarla via per un paio di metri, la sua gamba venne trascinata sul suolo bagnato e consumato riportando una grossa ferita, il dolore fu atroce e scatenò una ovvia reazione nervosa:

 

«Aaaaah! Ch... che dol... aah, è davvero straziante, insopportabile. Sto perdendo del sangue... ma devo ugualmente andare avanti, non posso cedere dopo tanti sforzi fatti, e poi chi si ferma è perduto... ed io oggi non perdo, mi tiro su e convivo con questo tormento, così avevo promesso e così sarà, dovesse crollarmi addosso l'intero paesaggio circostante non mi arrenderò.»

 

Il primo urlo fu così potente da essere udito anche da chi era nei paraggi, ed una sola persona era nei paraggi:

 

"Quella era la voce di Zadi, lei... è qui per me, per riavere me."

 

I fattori intermedi non smettevano di essere determinati in quel loro, oggettivamente stupendo, frammento d'esistenza, anche se stavolta accadeva l'inverso, una situazione catastrofica rischiava di divenire idilliaca, e per fare in modo che ciò s'avverasse serviva nuovamente la collaborazione degli interpreti che dovevano dimostrare che il loro profondo legame non si era in realtà mai spento.

  
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