05/08/2014
1 recensioniZAYN’S POV
Era una giornata piovosa qui a Brighton, mi svegliai stranamente di buon umore, questa notte era la prima in cui il mio incubo ricorrente non mi aveva tenuto sveglio.
Mi alzai dal letto e notai il disordine che mi circondava, i vestiti di una settimana sulla sedia che non poteva più essere chiamata tale a causa della massa informe che la sovrastava, i miei disegni sparsi sulla scrivania insieme alle mie matite ormai consumate; i pacchetti di sigarette ormai vuoti giacevano e si confondevano con gli schizzi accartocciati buttati sul pavimento.
Andai in bagno mi guardai allo specchio e decisi che era il momento di radermi, mi feci una doccia veloce, mi vestii con i miei soliti jeans strappati e una maglietta nera, andai in sala e trovai Ned il mio coinquilino già davanti alla sua amata x-box o forse non aveva ancora smesso da quando lo avevo lasciato ieri sera.
Avevo conosciuto Ned nel negozio di videogiochi e video noleggio in cui lavorava, quando mi trasferii a Brighton non avevo un posto dove stare e quando lui mi propose di andare a vivere con lui non potei fare a meno che accettare. Nonostante fosse un po’ nerd, con i capelli rossi e il look trasandato era un buon amico su cui potevo sempre fare affidamento.
Lo salutai velocemente dopo che mi aveva ricordato della festa nel fine settimana, presi l’ombrello e uscii di casa senza fare colazione come da routine.
Arrivai alla caffetteria dove lavoravo, un locale accogliente e molto frequentato la cui paga, sommata a quello che ricevevo facendo occasionalmente disegni per grafiche pubblicitarie, mi permettevano di vivere decentemente.
LIAM’S POV
Dopo tre ore a preparare e servire drink nella discoteca più famosa di Stratford, il FreakyFancy, decisi di prendermi una pausa e fumare una sigaretta nel retro.
Il cielo era limpido e pieno di stelle e la luna illuminava la notte con la sua aurea argentata, mentre ammiravo questo spettacolo notturno e godendo della quiete fuori da locale venni disturbato da Luke, il mio migliore amico, lo conoscevo da una vita eravamo come fratelli ed era l’unica persona di cui mi potessi fidare.
Ci incontrammo per la prima volta in prima volta in prima elementare quando mi difese da un gruppo di bulli, da lì decidemmo che nessuno ci avrebbe più messo i piedi in testa così ci iscrivemmo ad un corso di judo, col tempo diventammo sempre più bravi fino a formare una banda in prima superiore che si guadagnò una brutta reputazione.
Luke cominciò a parlare distogliendomi dai miei pensieri:” hey Liam, sono solo passato per dirti che stasera ti batterai con Harper” Liam sussultò, Harper era famoso per la sua scorrettezza durante gli scontri, una volta aveva quasi ucciso un arbitro perché lo aveva squalificato dal torneo datoche era stato ammonito, ci vollero quattro uomini per riuscire a fermarlo.
Luke vedendo la faccia preoccupata di Liam lo rassicurò:” Tranquillo amico, tu hai più esperienza con queste cose, non ti ha mai battuto nessuno.” Detto questo Liam annuì e Luke lo lasciò immerso nei suoi pensieri finchè non lo richiamarono all’interno del locale per riprendere il suo turno.
Era una giornata piovosa qui a Brighton, mi svegliai stranamente di buon umore, questa notte era la prima in cui il mio incubo ricorrente non mi aveva tenuto sveglio.
Mi alzai dal letto e notai il disordine che mi circondava, i vestiti di una settimana sulla sedia che non poteva più essere chiamata tale a causa della massa informe che la sovrastava, i miei disegni sparsi sulla scrivania insieme alle mie matite ormai consumate; i pacchetti di sigarette ormai vuoti giacevano e si confondevano con gli schizzi accartocciati buttati sul pavimento.
Andai in bagno mi guardai allo specchio e decisi che era il momento di radermi, mi feci una doccia veloce, mi vestii con i miei soliti jeans strappati e una maglietta nera, andai in sala e trovai Ned il mio coinquilino già davanti alla sua amata x-box o forse non aveva ancora smesso da quando lo avevo lasciato ieri sera.
Avevo conosciuto Ned nel negozio di videogiochi e video noleggio in cui lavorava, quando mi trasferii a Brighton non avevo un posto dove stare e quando lui mi propose di andare a vivere con lui non potei fare a meno che accettare. Nonostante fosse un po’ nerd, con i capelli rossi e il look trasandato era un buon amico su cui potevo sempre fare affidamento.
Lo salutai velocemente dopo che mi aveva ricordato della festa nel fine settimana, presi l’ombrello e uscii di casa senza fare colazione come da routine.
Arrivai alla caffetteria dove lavoravo, un locale accogliente e molto frequentato la cui paga, sommata a quello che ricevevo facendo occasionalmente disegni per grafiche pubblicitarie, mi permettevano di vivere decentemente.
LIAM’S POV
Dopo tre ore a preparare e servire drink nella discoteca più famosa di Stratford, il FreakyFancy, decisi di prendermi una pausa e fumare una sigaretta nel retro.
Il cielo era limpido e pieno di stelle e la luna illuminava la notte con la sua aurea argentata, mentre ammiravo questo spettacolo notturno e godendo della quiete fuori da locale venni disturbato da Luke, il mio migliore amico, lo conoscevo da una vita eravamo come fratelli ed era l’unica persona di cui mi potessi fidare.
Ci incontrammo per la prima volta in prima volta in prima elementare quando mi difese da un gruppo di bulli, da lì decidemmo che nessuno ci avrebbe più messo i piedi in testa così ci iscrivemmo ad un corso di judo, col tempo diventammo sempre più bravi fino a formare una banda in prima superiore che si guadagnò una brutta reputazione.
Luke cominciò a parlare distogliendomi dai miei pensieri:” hey Liam, sono solo passato per dirti che stasera ti batterai con Harper” Liam sussultò, Harper era famoso per la sua scorrettezza durante gli scontri, una volta aveva quasi ucciso un arbitro perché lo aveva squalificato dal torneo datoche era stato ammonito, ci vollero quattro uomini per riuscire a fermarlo.
Luke vedendo la faccia preoccupata di Liam lo rassicurò:” Tranquillo amico, tu hai più esperienza con queste cose, non ti ha mai battuto nessuno.” Detto questo Liam annuì e Luke lo lasciò immerso nei suoi pensieri finchè non lo richiamarono all’interno del locale per riprendere il suo turno.