Anime & Manga > X delle Clamp
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Autore: Relena_AliScheggiate    10/09/2008    2 recensioni
Pubblicazione sospesa
"Si sentì stringere una spada, le lacrime rigargli il volto, lentamente. Era ancora lì, lo sapeva, nel luogo dove la ‘luce’ non poteva arrivare. Per questo tenne gli occhi chiusi, dolcemente, solo un po’ più a lungo di un istante, quasi per non permettere al dolore di scavargli dentro eccessivamente. Sapeva quello che sarebbe successo di lì a poco, quando sarebbe stato costretto ad aprirli: avrebbe ucciso lui, Fuuma, ancora una volta. Avrebbe sofferto di nuovo quel dolore profondo sette solitudini, fino ad impazzire per il senso di colpa. Ne aveva terrore, ma era anche quello che desiderava: dunque, ora doveva solo anestetizzarsi la mente. [...]"
Ambientata dopo la fine di X, *Love the Nemesis** tratta del dolore di chi è sopravvissuto a quella tragedia, proponendo una visione in negativo delle vicende di X e TB. [SubaruKamui]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kamui Shiro, Subaru Sumeragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Love the Nemesis**

Prologo

Luglio 1999, fine del mondo

Un urlo squarciò le tenebre.

Cosa pensavi? Cosa pensavi di risolvere commettendo il mio stesso errore? La cosa più imperdonabile è di  nuovo davanti ai miei occhi. L’hai fatto per nobiltà d’animo? Che ipocrisia. Per lui? Doppiamente ipocrita, perché anche se in questo modo hai dimostrato di riuscire a comprendere quale sia la cosa più importante, non hai fatto nulla per tutelarla. Hai chiuso gli occhi e hai realizzato il suo desiderio, perché hai pensato che questa fosse l’azione più giusta da fare, quello che lui davvero voleva, e invece non capisci che così hai dimostrato solo la profondità della tua miseria? Cadere in pezzi, per lui. Pensavi che questo lo avrebbe reso più felice? Eppure era chiaro che a questo punto, dato che in qualunque modo avessi agito lui sarebbe sempre stato infelice, avresti dovuto pensare a te soltanto. Era ovvio, no? Eppure lo hai ucciso, nonostante entrambi aveste lo stesso diritto a essere felici.

Io desideravo la tua felicità, sai? E invece sei riuscito a vanificare l’unica cosa che volevo tu facessi per me. E anche se sei vivo e respiri, in questo momento sei morto. Pensavi che io non capissi? Io che lo provato il tuo stesso dolore, sai che ora per te desidero la morte più di ogni altra cosa? Perché da qui in poi il tuo destino è già segnato. Il vero inferno, per te, inizia ora ed io non farò nulla per rendertelo migliore, sappilo. Hai preferito cambiare un destino che non avrebbe dovuto essere cambiato a nessun costo? È stata una tua scelta. Ma è per questo che desidero la morte per te, perché così non sarai costretto a vedere la mia vera natura, o meglio la mia nuova natura, mostruosa, deviata oltre ogni dire. Tu che non conosci ciò che ti spetterà d’ora in poi, come hai potuto agire in modo talmente sconsiderato? Ma io fuggirò da te; finché esisterà la benché minima possibilità che quel destino si avveri, io scapperò da te. Anche qualora tu dovessi inseguirmi per tutta la vita.

E ti guardo ancora, mentre vedo il tuo cuore cadere in pezzi, schiacciato dal peso del dolore e del sangue. Le tue mani, rosse. Il tuo volto, bianco. Come potrebbe esserci ancora qualcosa che non vorresti perdere, per darti la forza per andare avanti?

Chiudo gli occhi: mi duole il cuore. E sono ancora qui. Anche se è inutile che io rimanga, le mie gambe non si muovono. Eppure non rimane che la separazione, è inevitabile: perché come io appartengo a Seishiro, ora tu appartieni a Fuuma. È giusto così; ma il cuore mi fa male lo stesso. E così sei tu a rendermi debole, ora che dovrei essere forte? E sorrido, perché è interessante vedere quanto gli esseri umani possano essere stupidi; io su tutti, perché questo dolore per te, ora altro non è che pietà. È per questo, capisci? Non seguirmi. Assolutamente, perché non c’è domanda a cui io possa rispondere, dolore che io possa alleviare, non più. Perché ora, io sono il Nulla. Perciò non odiarmi, ti prego.

E continuo a tenere gli occhi chiusi, mentre le mie orecchie vengono straziate dal tuo dolore. Li riapro. I tuoi occhi, persi sul cadavere dell’uomo che volevi tanto salvare, davvero sarebbe stato possibile riportarli qui, in questo mondo? Quel futuro, davvero si sarebbe realizzato? E la mia debolezza, fin dove si sarebbe spinta?

“Hai sbagliato.”

E anche a distanza di anni, il ricordo di questo giorno, continua a ricorrere nei miei pensieri, tormentandomi. L’errore. Tutto iniziò da lì, per colpa mia. Il tuo destino, è stato anch’esso colpa mia? Della mia debolezza, dell’affetto che provavo per te. Io, che non avevo idea di come tutto si sarebbe messo in moto, il motivo che ti avrebbe spinto a inseguirmi così, come ho potuto fornirtelo io stesso? Il fato, crudele, si prende gioco di coloro che vi rimangono invischiati, che non avendo la forza per affrontarlo o accettarlo, vi si arrendono come foglie in balia del vento. Ma quel destino che è già stato cambiato una volta, è davvero immutabile a sua volta? Io spero di si, se ancora esiste in me un sentimento simile alla speranza.

“Perdonami…”

Un leggero sussurro che come un alito di vento, arriva sino alle tue orecchie, che pur non essendo in grado di ascoltare più nulla se non il risultato del tuo stesso dolore, miracolosamente attirano a me la tua attenzione. E solo qui mi rendo conto del mio errore, tremendo, crudele:

Il mio egoismo ti ha ‘strappato’ a lui.

L’inizio di una nuova tragedia, di un destino di cui mi è data conoscere solo la fine, può essere stato solo colpa mia? Se è così, ti chiedo davvero di perdonarmi, Kamui. Perdonami, perché d’ora in poi sarò un uomo troppo debole per cercare di evitarti altro dolore; troppo debole pure per smettere di desiderare per te la felicità, nonostante la consapevolezza che sarò io a sprofondarti tra tenebre ancora più buie di queste.

E svanisco. Lasciandoti per sempre, giro le spalle, consapevole che tu mi stai guardando, ma non possedendo la forza per dirti nulla. Non guardarmi. Non seguirmi. Non costringermi a provare ancora delle emozioni. Il mio addio, non considerarlo importante, perché d’ora in poi potrò solo mostrarti quanto invece sia miserevole il vero me stesso, che tu hai considerato degno d’affetto. Addio, vorrei dirti, ma taccio, per non rendere più profonda la tua ferita. Perché questa volta, il mio addio è definitivo. Il mio futuro, il Sakurazukamori. Non c’è bisogno di dignità, per fare una cosa come questa, perciò rinuncio anche a quella, sai? E tutto per lui, anche se lui non esiste più da nessuna parte.

Andandomene, non mi voltai nemmeno una volta.

 

Aside

E questo è l’inizio di *LtN*. Tutta la vicenda prende le mosse da questo episodio, riassumibile, volendo, in una singola parola. Quella che leggete qui è una versione differente rispetto a quella che è stata disponibile fino a poco fa, perché  essendo questa la mia prima fanfic, lo stile in particolare di questa prima parte lasciava parecchio a desiderare. Un’unica annotazione: qui ho usato il corsivo per distinguere gli avvenimenti del passato dal commento che di essi viene fatto a posteriori, mentre nei capitoli a venire lo userò per distinguere la realtà dal sogno.

Buona lettura.

 

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