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Autore: Filmaustencat    06/08/2014    5 recensioni
Un amore odiato. Una convinzione incerta. Lo sbaglio più giusto.
Quando le parole diventano "mute" il silenzio racconta verità nascoste. Vi è mai capitato di ridere in situazioni alquanto imbarazzanti o peggio in momenti del tutto sbagliati? La divertita risata di Hermione Granger rimbombava nell'aula di Pozioni. Una reazione completamente diversa da quelle dei suoi compagni che fissavano un indignato Draco Malfoy con la divisa macchiata da una pozione. Da una sconosciuta pozione. Il povero artefice era ormai certo che la sua fine sarebbe arrivata presto: Paciock era rosso e sudato. La risata continuava mentre Malfoy si dimenava guardandola furente e...spaventato allo stesso tempo. Malfoy non riusciva più ad emettere alcun suono. -Insomma che sta succedendo?- Oh oh il pupillo di Piton era stato colpito. -Ditemi subito chi è stato!- urlò il Professore. Paciock stava per farsi avanti ma un braccio, una mano un dito diafano indicavano una sola persona di cui ora invece che della risata si sentiva solo il rimbombo del cuore spaventato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Rientrarono dopo parecchio tempo; si erano tenuti stretti, abbracciandosi per ripararsi dal freddo invernale che penetrava nelle ossa. Continuavano ad osservarsi mentre si alzavano, come se si stessero studiando. Entrambi, dopo tutte le remore che si erano fatti, si aspettavano che l'altro avrebbe ritrattato l'accaduto pentendosi. Eppure continuavano a sorridersi complici. Hermione era particolarmente felice: il suo bacio era stato ricambiato con talmente tanto impeto da averla imbarazzata in un primo momento: lui era così passionale e lei non era abituata a ricevere tante attenzioni; provarle in quel momento, fu come vedere il suo amore incoronato da una corona d'affetto e appartenenza profonda a quel ragazzo biondo che adesso le offriva la mano. Ancora una volta seppe esprimere i suoi sentimenti al meglio senza aprir bocca. Lui non si sarebbe pentito, aveva scelto e non si sarebbe tirato indietro. Accettare quell'invito fu l'espressione del pensiero che la Granger aveva: sperò che quell'amore avrebbe regnato per sempre nel suo cuore.

Avevano ancora le mani intrecciate quando arrivarono al grande portone: probabilmente avevano già saltato gran parte dell'orario di lezione, non avevano cognizione del tempo in quel momento. Si guardarono. Draco spostò per un secondo il suo sguardo sulle loro mani, ma fu sufficiente perché Hermione lo interpretasse. La sua era una domanda: come si sarebbero comportati adesso? Sarebbero andati in giro bellamente a sfoggiare la loro complicità? 
-Non è necessario- gli fece lei -sappiamo a malapena noi cosa sia- si interruppe per fare un gesto distratto della mano e inspirare profondamente -cosa sia questo- disse indicando con gli occhi le loro mani. Hermione si chiese subito dopo se non fosse suonata troppo dura, se alle sue orecchie la frase non fosse suonata troppo distaccata come se si vergognasse ma, il sorriso che le rivolse Draco, la sollevò da ogni preoccupazione. Erano giunti alla stessa conclusione ancora una volta: quello che era appena nato tra loro sarebbe stato salvaguardato da entrambi, non sapevano cosa li legava, quanto fosse profondo e, almeno per il momento lo avrebbero tenuto come un segreto. Non avrebbero dato modo agli altri di bisbigliare parole, frasi che potessero sporcare ciò che si era creato. Erano perfetti l'uno per l'altro anche per questo ed Hermione se ne sorprese: aveva visto tante volte Draco attorniato da Pansy dare spettacolo e, inoltre, era abituata a Ron che, non appena aveva avuto la conferma da lei che fosse ufficialmente la sua ragazza, aveva esalato un estasiato "lo devono sapere tutti!". 
Era nuova per lei questa situazione così come lo era per lui e le piacque. 

Così si salutarono, con un bacio a fior di labbra come se fosse ormai un' abitudine consolidata. Presero direzioni opposte: lui verso il suo dormitorio lei invece, da diligente studente quale era, dopo aver scoperto che mancava ancora un'ora alla fine delle lezioni era corsa verso la sua prossima classe arrivando giusto in tempo: prima che entrasse Piton. Era ancora ansante quando si sedette vicino ad Harry che, fiducioso le aveva tenuto il posto. Hermione si ricordò in quel momento del favore che le aveva chiesto Harry il giorno prima, si vergognò un po' scoprendo di essersene dimenticata. Fece un sorriso veloce all'amico cercando di regolarizzare il respiro. Se il professore l'avesse vista "strana" avrebbe certamente trovato un motivo per levarle qualche punto. 
-Ciao Harry- disse lei sottovoce.
-Herm- constatò lui tirato. Nella furia di sedersi la Granger non aveva notato quanto l'amico fosse silenzioso: di solito, l'accoglieva con un caloroso saluto che stavolta non ci fu. Sembrava quasi a disagio. Non poté intavolare una conversazione nel momento in cui Piton si apprestava a spiegare ma, Hermione, si ripromise di interrogare al più presto l'amico sul perché le fosse così indifferente. La riccia cercò di concentrarsi sulla voce strascicata di Piton. Il compito era semplice: avrebbero dovuto creare una pozione d'amore. Piton non ne sembrava entusiasta, al contrario. Sarebbe stato semplice. Svolsero il compito professionalmente ottenendo una perfetta pozione e doveva esser proprio così perché, il professore, davanti al loro operato non aprì bocca e ciò voleva dire solo una cosa: successo. 
Al termine della lezione, i due furono liberi di uscire. Harry inaspettatamente non l'aspetto così Hermione dovette correre per raggiungerlo. Schivò la folla di studenti che si era riversata nei corridoi.
-Harry!- cercò di richiamarlo senza urlare troppo: per quel giorno aveva già dato abbastanza spettacolo e, notare che ancora alcuni studenti la fissavano, la costrinse a mantenere un basso profilo mentre, a passo svelto si avvicinava all'amico. 
-Harry- ripeté quando gli fu vicino. 
-Dimmi Hermione!- disse lui all'apparenza calmo e disponibile ma con lo sguardo fisso davanti a lui.
-Poteri parlarti, per favore?- gli chiese. Lui sembrò esitare un attimo, esalò un sospiro.
-Certo, stasera?- le disse evasivo.
-No Harry, adesso- era stata perentoria pronunciando quella frase, talmente tanto che lui si girò a guardarla e, come se si stesse arrendendo accettò di seguirla mentre cercavano un angolo tranquillo in cui parlare. Quando finalmente si ritrovarono faccia a faccia Hermione si sfogò:
-Si può sapere che cosa c'è che non va?- gli chiese lei con un tono dispiaciuto.
-Nulla Hermione- dissimulò Harry con un sorriso tirato.
-Non ti credo Harry, hai a malapena notato la mia presenza prima- gli rimembrò avendo poi un'illuminazione -è per stamattina?- gli chiese.
Harry non era mai stato bravo a mentire così lei capì subito, quando gli fece quella domanda e quando vide una scintilla nei suoi occhi, che si trattava proprio di quello.
-Hermione!- proruppe lui mantenendo però la voce calma -Lo ha mandato in infermeria!- le disse.
Era chiaro che si riferisse a Ron. Si ricordò in quel momento di un particolare.
-Già- disse Harry intuendo -non era in classe: è ancora li, aveva le vertigini. Le vertigini- ripeté con più enfasi -ti rendi conto Hermione! Pensa quanto odio ha messo Malfoy in quel pugno!- le disse concitato.
-Harry, lo ha fatto per difendermi!- gli disse piccata. Era chiaro che in quel momento fosse lei la vittima. 
-Mi dispiace Herm ma non ci credo. Lui voleva umiliarlo. Avrebbe potuto semplicemente spingerlo via, strattonarlo- disse spiegandosi.
-Harry capisco che sia tuo amico ma lo sono anche io!- gli ricordò -Ron mi stava facendo male!- 
-Prima che Malfoy interrompesse tutto avevi in mente di rimanere amica di Ron, Herm! Di rimanere in buoni rapporti- le disse triste.
-No Harry- disse paziente lei -prima che Ron facesse e dicesse quello che ha detto- fece seria.
-Hermione, la gente parla: dicono tante cose, tante cose a cui non voglio credere ma che mi fanno pensare che tu non abbia lasciato Ron per i giusti motivi-. Disse il ragazzo arrivano al punto della conversazione.
-Cosa?- chiese lei con un tono arrabbiato -Cosa dice la gente Harry?- 
-Si fanno domande, come me: perché Malfoy si improvvisa tuo paladino? Perché alcuni dicono di avervi visti parlare? Alcuni Serpeverde che sono in squadra con Malfoy dicono che abbia saltato una riunione per stare con te!- disse tutto d'un fiato. Hermione rimase in un primo momento senza parole poi si ricosse.
-Da quando credi alla gente Harry? Da quando ti fidi delle supposizioni?- gli chiese Hermione trattenendo una lacrima. 
-Non sono supposizioni- disse lui serio.
-Perché?-chiese lei -Perché un Sepreverde lo ha detto? Perché...-
-No! Perché vi ho visti!- disse lui interrompendola -Lui ha dato quel pugno e tu gli hai sorriso: Hermione non sono stupido. Gli hai sorriso in un modo in cui non hai mai fatto, con Ron, con me...ho sperato! Ho sperato di essermi sbagliato ma poi ti ho vista correre dietro a lui...-
-Harry, non ho lasciato Ron per lui- disse inizialmente per poi decidere di essere completamente sincera -o meglio, forse è stata una delle cause- gli disse cauta.
-Lo vedi Herm! Non posso accettare una...cosa del genere: porterà solo dolore: lui è Malfoy, Malfoy il mangiamorte. Soffrirai tu, io, Ron già soffre! Hermione ha già distrutto il tuo rapporto con Ron- le disse cerando di farla ragionare. 
Quella lacrima sfuggì, nonostante tutti gli sforzi di trattenerla. Era una lacrima di esasperazione: esasperata per il fatto che Harry non capisse, e che continuasse ad addossare tutte le colpe a Draco, esasperata che tutti lo vedessero ancora per la maschera che aveva indossato. Ma era anche una lacrima di tristezza: anni di amicizia ricompensati da una mancata fiducia, dal rimprovero. 
-Harry- iniziò -questo- disse indicando loro due -fa finire un'amicizia: nessuno potrà mai compromettere il mio rapporto con te, con voi- lo rassicurò. Il ragazzo tenne la testa bassa. Alla fine la guardò, gli occhi colmi di tristezza.
-Non lo so Hermione- disse sconfitto -davvero, non so a cosa credere, non so che fare: siete miei amici e...non volevo questa situazione- disse scappando da lei. 
Il suo migliore amico l'aveva appena abbandonata e lei non poté far altro che rimanere lì: non sarebbe andata a pranzo per l'ennesima volta.

Tutti gli studenti stavano tornado ai loro dormitori per poi andare in Sala Grande a pranzare, così come i Serpeverde. Draco stava aspettando Blaise già da un po' per poter entrare. Era rimasto solo a pensare a cosa era successo quella mattina: era capitato tutto talmente in fretta che rifletterci su gli fece comprendere che aveva vissuto davvero tutto ciò: il pugno, i baci di Hermione...Hermione. Quando l'aveva vista preda di quel rosso aveva pensato di andar lì, cercando di dividerli ma poi, quella insinuazione sulla Granger gli fece perdere le staffe rifilando un colpo assestato a quel Weasley. Quando lo osservò a terra, si chiese mille volte se aveva fatto la cosa giusta. Ma quello che venne dopo gli diede la conferma che aveva si fatto la cosa giusta. Eccome. Sotto quell'albero aveva scoperto che quelli che lui aveva chiamato baci sino ad ora non erano nulla al confronto di quelli con la Granger. O forse non era oggettivo: una buona dose d'amore gli aveva fatto cambiare completamente idea su quello che fosse il significato di un bacio. Tutto ciò che c'era stato prima di lei era vuoto. 
-Draco!- lo chiamò Blaise avvicinandosi. Malfoy si riscosse dai suoi pensieri sorridendo all'amico.
-Ti ho cercato dappertutto- gli disse -comunque se hai ancora voglia di tirare pugni io non sono disponibile come bersaglio, potresti completare l'opera con Potter- gli disse prendendolo in giro per l'accaduto. 
-Ah giusto- si riprese -ti cercavo: dovevo dirti che Silente ti cerca. Urgentemente.- gli disse l'amico.
Silente lo cercava. Poteva esserci solo un motivo per cui volesse vederlo: una pozione, un incantesimo o chissà cosa che gli avrebbe ridato la voce. Entusiasta dell'idea Malfoy fece un radioso sorriso all'amico, si girò e si mise a correre mentre Blaise gli urlava dietro: -Ehi! Aspetta fai pranzo prima!- ma nulla era più importante così si diresse verso l'ufficio di Silente. Ricomponendosi, prima di entrare, bussò. 
-Avanti- fece una voce vecchia. Draco aprì ed entrò.
-Oh, caro Draco. Volevo parlarti: ho delle novità- gli disse indicandogli di sedersi, cosa che lui fece.
Silente lesse l'impazienza meglio occhi dello studente ma si affrettò a dissimulare le sue speranze:
-Draco, non ho a portata di mano il rimedio. Nessuno sembra averlo.- gli disse. L'espressione di Draco fu di pura delusione. Aveva sperato che per lui ci fosse una seconda possibilità ed ora non era solo. Parlare con Hermione in modo normale, avere una conversazione era ormai diventato uno dei motivi principali per cui rivolere la sua voce. 
-Ma...-continuò inaspettatamente Silente -un mio amico, un tale Ariserio, faceva il bibliotecario un tempo e conserva tutt'ora antichi manoscritti- gli raccontò. Silente aveva brutta abitudine di non arrivare subito al punto pensò il biondo in quel momento. 
-Beh vedi, così per curiosità gli ho chiesto se avesse qualcosa a proposito della lacrima assordante e inaspettatamente lo aveva- disse illuminandosi e tirando fuori un pesante libro. Era veramente antico e malmesso. 
-Mi è stato recapitato proprio adesso: non ho avuto modo di consultarlo e non ho tempo ora...pensavo volessi farlo tu intanto- disse a Draco che annuì vigorosamente. 
-A quest'ora la biblioteca è un posto tranquillo- gli suggerì. Draco prese subito il libro dirigendosi fuori dall'ufficio. L'euforia era tale che non si accorse nemmeno di correre. Dovrà esser sembrato davvero strano agli studenti che passavano di lì. Vederlo correre e sorridere: una cosa a cui pochi avrebbero creduto.
Malfoy imboccò l'ultimo corridoio prima di arrivare in biblioteca e qualcosa o meglio, qualcuno lo fece arrestare stupito. La Granger era lì, seduta a leggere come quella mattina prima della lezione. Le si avvicinò mente lei si accorgeva della sua presenza e gli lanciava un sorriso triste. Hermione era triste: vederla così fu un colpo al cuore; ebbe paura che fosse così per lui, che l'avesse fatta soffrire e per un attimo pensò di non avvicinarsi a lei come stava facendo per paura che potesse dirgli che non voleva aver più nulla a che fare con lui. Eppure le arrivò accanto e, restando in piedi, le porse una mano che lei accetto e sulla quale fece leva per alzarsi e, prima che potesse salutarlo, lui la trascinò in biblioteca e si sedettero. 
-Ciao anche a te- disse lei sembrando recuperare un po' di serenità. Lui le sorrise e tirò fuori il grosso libo, sbattendolo sul tavolo e alzando molta polvere. Lei tossicchiò e cercò di dissolverle la polvere con la mano.
-Draco posso sapere che stiamo facendo?- gli chiese. Lui si mise a scrivere per un po': le disse tutto sul fatto che per lui c'era questo fantomatico rimedio ma anche che nessuno sapeva cosa fosse. E le scrisse anche che quel libro poteva aver la risposta.
-Ma è fantastico!- disse lei gioiosa. Malfoy era contento di vederla felice così non volle disilluderla dicendo che sapeva, in cuor suo, che non ci avrebbe poi trovato tanto in quel libro. Lo aprì al centro e il libro fece uno strano suono tanto che i due si guardarono preoccupati che si fosse strappato. Aveva aperto una pagina a caso e cominciò a scorrerla velocemente. 
-Non lo troverai mai così!- gli disse lei rispolverando il suo atteggiamento da so tutto io -ci sarà pure un indice- gli spiegò prendendo il libro. In effetti c'era.
-Eccolo- sospirò vittoriosa Hermione scorrendo con il dito tra le varie diciture. Draco la osservava: era così concentrata e attenta, gli fece tenerezza e, senza pensare sollevò una mano per accarezzare una guancia. Lei, sorpresa, lo guardò, ancora una volta con quello sguardo malinconico. Il libro era meno importante si disse Draco che prese la mano con cui Hermione stava scorrendo sulla pagina nella sua. Usò l'altra per scriverle un biglietto.
"È successo qualcosa?" Le scrisse. Lei lo guardò e sorrise veloce e, altrettanto troppo velocemente rispose:
-No!- disse squillante, Draco aveva un espressione eloquente: aveva capito che gli stava mentendo. 
-Si- disse lei abbassando la testa. 
"Raccontami" e lei lo fece: gli disse di Harry e di quello che aveva pensato di loro due, persino i particolari come quello delle dicerie dei Serpeverde. "Blaise" pensò infastidito Draco. Nella rabbia doveva aver detto ad altri di quella riunione che aveva saltato per stare con lei. 
-Draco io...non intendo rinunciare a nessuno: non a lui né a te- concluse accaldata -ma questa situazione mi fa male e non riesco a fingere- e terminando, di slancio, lo abbracciò. Il suo profumo gli arrivò addosso violentemente: era dolce e fresco. Ricambiò subito la stretta, rendendosi conto che quello era il loro primo vero abbraccio, il suo primo vero abbraccio; poi si scostò per scrivere.
"Mi dispiace. Vorrei non averlo fatto: se avessi saputo tutti i problemi in cui saresti incorsa non..." Le scrisse senza concludere la frase. 
-Non dirlo- gli disse severa -non osare pentirti, non per me- continuò.
Lui scosse la testa come a scacciare quell'ultima sua frase. 
-Suppongo che Zabini sappia di noi...o perlomeno: la voce è partita da lì e, a dispetto di molti altri lui è ancora al tuo fianco...- pensò lei. Lui annuì facendole capire che lui sapeva.
-Ecco vedi, Draco, lui lo ha accettato e non pretendo che lo abbia fatto perché gli sto simpatica- disse sorridendo -ma perché è tuo amico...per questo non capisco come Harry abbia potuto trattarmi così...- gli disse -Tu guarda...-continuò ritrovando un po' di buon umore -chi lo avrebbe mai detto che alla fine sarei stata gelosa di un'amicizia serpeverde- gli disse sorridendo, strappando un sorriso anche a lui.
Draco la guardava, ogni movimento che faceva, lui lo recepiva. Ogni suo sorriso gli 
illuminava gli occhi. Così come l'ultimo: si guardarono intensamente finché Hermione non ruppe l'atmosfera.
-Basta!- disse girandosi verso il libro -siamo qui per un  motivo!- gli ricordò. 
Entrambi si misero d'impegno per scovare qualche traccia della fantomatica lacrima.
-Eccola!- urlò lei facendolo sobbalzare. Erano talmente vicini che si scontrarono quando lei si mosse veloce per mostrargli il punto dell'indice in cui era riportata la "Lacrima assordante"
-Pagina 1376- disse lei, aprendola.
Si misero a leggere tutti e due avidamente, ormai non si capiva più chi fosse quello più desideroso dell'altro di scoprire cosa fosse.
Finirono di leggere e si guardarono sconcertati.

"La lacrima non si trova. La lacrima non si crea. La lacrima si manifesta. Sarà talmente piena d'emozione che ella sarà assordante, solo quando puro dolore e pura felicità si uniranno, la lacrima cadrà." 
 

Angolo autrice: buongiorno a tutti, parto col ringraziare le sei (non ci credo ancora) persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Per quanto riguarda la storia, spero non sarete troppo delusi da Harry, nel prossimo capito avrà modo di spiegarsi e chissà magari saprà farsi perdonare. E, finalmente si sa qualcosa in più sulla lacrima. 
Spero vogliate farmi sapere cosa ne pensate, con affetto, F.
  
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