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Autore: _joy    06/08/2014    3 recensioni
«E di me ti fidi?»
«Posso fidarmi?» rispondo «Dimmelo tu» 
«Sì» risponde senza esitazione. 
 
Gin/Ben
[Serie "Forever" - capitolo IV]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forever'
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Milano,  sei mesi dopo

 
 
 
Sto osservando la pioggia battere ritmica sul marciapiede.
Milano è così grigia quando piove.
Sembra senza vita.
Batto un paio di volte la punta dell’ombrello a terra e osservo le pozzanghere infrangersi sotto i passi frettolosi e seccati dei passanti.
 
Una mano gentile si posa sul mio braccio.
«Ciao, Gin!»
Mi volto e finisco dritta tra le braccia accoglienti di Lidia.
 
*
 
Siamo seduta al tavolo di un ristorante del centro.
Mi sento sempre a disagio quando piove: ho troppe cose gocciolanti che non so dove mettere.
Lidia, invece, è impeccabile come sempre.
Niente riesce a sgualcire la piega dei capelli o l’abito perfetto che indossa.
Mi liscio velocemente un riccio ribelle, imbarazzata.
Chissà come le sembro in disordine.
 
Quasi mi avesse letto nella mente, lei alza gli occhi dal menù e mi sorride.
«Stai benissimo, mia cara» dice.
Io sorrido in risposta.
Quando arriva il cameriere ordiniamo due insalate.
«Ma tu non odiavi l’insalata?» domanda, divertita.
Io scrollo le spalle.
«Si cambia»
I suoi occhi si fanno subito attenti.
«E sei così magra sempre in nome del cambiamento?» chiede, pacata.
Di nuovo, io scrollo le spalle.
«No, è che ci voleva»
Lei tamburella con le dita sul tavolo.
«Come stai?» chiede.
«Benissimo» rispondo, pronta.
Sembra trattenersi a fatica dal sospirare.
«E Ben?»
Alzo le spalle, cercando di ostentare un’aria indifferente.
All’improvviso, Lidia sembra tristissima.
«Colin mi ha detto di averlo incrociato a Los Angeles… Gliene ha cantate quattro per come si sta comportando ultimamente e…»
Alzo una mano per fermarla.
«Non voglio saperlo. Non voglio sapere niente»
«Ma, Gin…»
«No, Lidia, sono serissima. Se intendi parlare di… di lui… Mi alzo e me ne vado, chiaro?»
Lidia fa una faccia tristissima.
«È colpa mia» bisbiglia.
«Cosa? No!»
«Sì, invece: è colpa mia e di quel maledetto film che non è nemmeno andato in porto!»
Io scuoto il capo.
«Lidia, non puoi prenderti le colpe per le decisioni di due adulti. È andata così. E basta»
«Tutto qui?» chiede lei dopo un minuto.
Annuisco.
«Oh, Gin. Lo so che fa male. Ma come posso aiutarti se ti chiudi a riccio?»
«Nessuno può aiutarmi» rispondo, categorica «Non mi serve nulla, quindi non preoccuparti»
 
Lei scuote la testa, ma per fortuna arrivano le insalate.
Prima che possa riprendere il discorso le chiedo notizie dei figli e del marito.
Lei cerca di riportare la conversazione su Ben, ma sbatte contro un muro di gomma.
Poi cerca di farmi parlare di me ed è anche peggio.
Mi chiudo a riccio, rispondo a monosillabi.
Sono scortese, lo so bene, e mi dispiace molto perché Lidia è così gentile…
Ma proprio non ce la faccio.
 
 
Ogni istante della mia giornata è consacrato al compito di evitare di pensare a Ben.
Non ci riesco e ormai lui è il sottofondo monotematico di ogni mio giorno.
Sono talmente rassegnata alla cosa che quasi riesco a conviverci in pace.
 
Lidia, con un sospiro, decide di lasciar perdere.
«Come va il lavoro?» chiede, dopo qualche minuto di pesante silenzio.
«Bene» rispondo, atona.
«Che effetto fa tornare al tuo lavoro nella comunicazione? Ora che hai fatto altre esperienze, magari…»
Scuoto il capo.
«Non dovevo mollare» ribatto «Del resto, questo è il mio lavoro. E questa città è molto competitiva»
«Milano? Bè, sì… Ma dopo Londra e Los Angeles…»
Stringo gli occhi.
È quasi un dolore fisico.
So che non lo fa con cattiveria, ma mi scopro a guardare l’orologio.
Non vedo l’ora di potermene andare.
Perché, perché ho accettato di incontrarla?
È come spargere sale su una ferita aperta.
 
Lidia, di nuovo, sembra capirlo.
Si scusa per avermi trattenuta e insiste per pagare lei il pranzo.
Io, il mio, non l’ho quasi toccato.
L’abbraccio in cui mi avvolge sul marciapiedi esterno è protettivo e sembra non volermi lasciare andare.
«Abbi cura di te» mormora, mentre io la ricambio velocemente e mi allontano decisa.
 
Ma è tardi.
Non c’è più niente di me da trattenere.
 
 
 
 
 ***
Buon pomeriggio!!
Sono - di nuovo - in ritardo... Ma eccomi qui!
Vi chiedo scusa ma sono in vacanza senza il mio pc e per questo vi raccomando, come sempre, di tenere d'occhio la mia pagina Facebook per tutti gli aggiornamenti: 
https://www.facebook.com/Joy10Efp?ref_type=bookmark
Come sapete, sul mio blog sto ripubblicando One Love, la mia prima storia su Gin e Ben: http://dreamerjoy.blogspot.it/
Per tutto il resto, c'è la lettura!
Buone vacanze!
Joy
 
 

 

   
 
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