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Autore: Lunatica95    06/08/2014    0 recensioni
"Caro smettila mi fai sembrare una ragazza maleducata" Mi riprese mia moglie, un po’ offesa.
"Nonna! Era un momento importante!" La sgrida Giada, oramai tutta presa dal racconto.
"Adriana tu non eri maleducata, eri molto decisa sapevi quello che volevi e te lo sei preso" le sorrido accarezzandole una guancia "anche per questo mi sono innamorato di te".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Granfather and grandmother



Il tempo passa e sembra che Adriana sia scomparsa, non la vedo più a scuola e non posso più farle gli appostamenti, mi prenderebbe per un maniaco. Così aspetto ricordando le sue parole “se il destino vuole ci rivedremo” è una ragazza dalle mille sorprese. Devo dire che non faccio che pensare a lei e anche il mio migliore amico se n’è accorto. Forse dovrei allontanarla dalla mia mente ma è più forte di me, non ci riesco. Ogni cosa che faccio penso a lei, mentre mangio mi ricordo di quando abbiamo fatto colazione insieme e quando mi vesto le immagino indosso quel bellissimo vestito blu con i cuori.
Forse sto mettendo da parte il mio migliore amico e questo non va bene. Gli amici vengono prima di tutto, anche se lei è estremamente bella con quei capelli rossi che mi ricordano il rosso del sangue, e i suoi occhi verdi che mi ricordano gli alberi, ora che ci penso il verde è il mio colore preferito.
Comunque oggi ho promesso a Francesco che avremmo passato una giornata solo io e lui. Si saremo andati a pescare, nel nostro solito lago, così ora ero per strada a camminare verso la mia meta, avevamo appuntamento lì alle 15 e per fortuna ero anche in anticipo quindi me la prendo molto comoda mentre ripenso a questi giorni. Ripenso a lei, forse dovrei andare in segreteria a chiedere dove abita, ma poi trovarmi a casa sua senza nessun preavviso, mi prenderebbe davvero per un maniaco, poi chissà cosa penserebbero i suoi, no meglio di no. Potrei chiedere a quella sua amica brunetta che l’altro giorno me l’ha portata via, come si chiamava? Emma? No era un nome più straniero come Emily, si era Emily. Cerco di mettere a fuoco la sua immagine ma mi è difficile visto che quando ci siamo presentati io prestavo la mia attenzione ad Adriana, però mi ricordo che era più bassa di lei e che era moretta. Forse vedendola me la ricorderei, potrei provare a chiedergli se sa come sta oppure se sta venendo a scuola. Si lo farò.
Con questa convinzione per la testa non mi ero reso conto che ero arrivato da un po’ e che proprio in quel momento il mio amico mi stava raggiungendo sbracciandosi, gli sorrido e insieme ci dirigiamo per il noleggio di una barca per poter fare quello che vogliamo fare.
Saliamo sulla barca e ci allontaniamo dal molo ridendo e scherzando, devo ammettere che il mio migliore amico mi era mancato.
“Allora lei ha detto che gli si era rotta un unghia e io sono scoppiato a ridere e lei infuriata se ne è andata, ma ti rendi conto? Si è rotta un unghia per uno schiaffo che mi ha dato che poi era una carezza” E scoppiamo a ridere tutti e due, lui come al solito mi racconta gli aneddoti che gli capitano e sono davvero strani.
“Ma tutte a te le ragazze pazze?” Non riesco a smettere di ridere, e anche se dobbiamo pescare noi non ci pensiamo proprio alle canne da pesca, tanto loro si reggono da sole e i pesci non abboccano quasi mai.
“Si, sembra che ho una calamita per loro. Senti questa” prende un po’ di respiro tornando serio ma poi scoppia di nuovo a ridere “ aspetta che a solo pensarci mi sento male” rido insieme a lui perché è divertente, passare un pomeriggio così è divertente.
“Allora” riprende fiato “mi stavo provando un paio di pantaloni ed entra una ragazza nel camerino convinta che fosse vuoto, tutta rossa mi guarda e mi fa ‘ciao’ io ero convinta che uscisse e invece no e allora gli ho risposto e prima di uscire mi fa ‘belle mutande’” e scoppia di nuovo a ridere “ non ho proprio parole per le ragazze di oggi” non riesco più a far entrare aria per quanto sto ridendo, mi prendo una mano e la porto alla fronte scuotendo più volte la testa rassegnato.
“Davvero?” Chiedo incredulo, capitano davvero tutte a lui.
“Siii” afferma ancora ridendo “ ed era anche una bella ragazza, ci avrei anche provato se non fossi stato in mutande” e continua a ridere, è il solito stupido.
“Ci credo che ci avresti provato, per te basta che respirino” e ricomincio a ridere di nuovo.
“No, c’è forse si ma lei era davvero bella aveva gli occhi celesti simili ai tuoi solo che erano più belli”
“Stai dicendo che i miei sono brutti? Amico sta attento a come parli sai?” Gli prendo la testa con il braccio e muovo la mano chiusa in un pugno sopra alla sua testa, scompigliandogli i suoi capelli. Per lui i capelli sono sacri, non devi toccargli i capelli, ma io posso fare tutto, no veramente lui odia che  lo faccio anch’io ma mi diverto a vederlo finto arrabbiato e con la faccia che sbuffa mentre se li sistema, proprio come sta facendo ora.
“Stavo dicendo, sai ha anche dei capelli bellissimi erano di un castano chiaro ed erano anche più belli dei miei, e quando è uscita dal camerino ha lasciato un odore di fragola che avrei voluto inseguirla e mangiarla” continua a parlare a vanvera con gli occhi illuminati, forse non sono l’unico che si è preso una bella cotta “e sai che io amo le fragole no?”
“Si certo amico” in questi casi meglio non danneggiare la mente della persona contradicendolo,  è un po’ come con i sonnambuli, alla fine è la stessa cosa.
“Mi prendi in giro” scuote più volte la testa come se dovesse togliere dalla mente la sua immagine e mi guarda e io non ce la faccio e scoppio a ridere.
“Non potrei mai” continuo a ridere “aspetta un attimo un pesce ha abboccato alla tua canna da pesca” esclamo tutto sorpreso perché non succede quasi mai.
“Dai smettila, se devi prendermi in giro di qualcosa di più credibile” corro verso la sua canna e gli indico che si sta muovendo da sola ed urlo un “Stupido aiutami.”
Una volta tirato su il pesce, che è risultato molto piccolo facciamo una mini lotta a pari o dispari per vedere chi lo portava a casa e ovviamente io ho perso. Il pomeriggio passa in fretta ed è quasi ora di cena quindi torniamo verso casa, lui con il pesce e io da solo. Si perché quello è stato l’unico che abbiamo preso e quindi io torno a mani vuote, anche se nel mio cervello ci sono molte idee per altre cose. Per Adriana e anche se questo pomeriggio è stato divertente e per un po’ l’ho allontanata dalla mente con le stupidaggini del mio migliore amico, ora mentre sono solo ripenso a lei e mi propongo di trovare la sua amica e parlarle.

 
 
“Capito ragazzi? Il nonno era un tipo tosto che non molla” affermo fiero di me verso i bambini.
“Si mi perseguitava” continua Adriana facendo scoppiare tutti a ridere mentre sul mio viso si forma un piccolo broncio che viene subito sostituito quando mi da un leggero bacio, e mi risento fortissimo.
Lei mi dava la forza, lei me la da tutt’ora



Heilàààà
Ecco un altro minuscolo capitolo....
Non so che dirvi... Quindi magari ditemi qualcosa voi... Le vostre opinioni le vostre critiche è tutto ben accetto...
Se non ho aggiornato prima è perché non avevo inventiva e stavo un po' appresso all'altra storia che sto scrivendo... Visto che è anche seguita e non so se questo lo leggerà mai nessuno ma spero che vi interessi la storia perché se non interessa non aggiornerò spesso...
Niente...
Ciaoooo
E.

 
  
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