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Autore: Aurock7X    06/08/2014    1 recensioni
Da un parte si cerca di fuggire dalla realtà di tutti i giorni e staccare la spina con il mondo, dall' altra si cerca di riallacciare dei legami recisi da tempo. Due storie completamente diverse destinate forse a scontrarsi? Dopotutto gli opposti si attraggono...
Buona Lettura!
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2nd _ Escape

Sento un rumore ovattato, da quello che posso capire proviene dalla porta. Cerco di districarmi  dalle lenzuola, fallendo miseramente; è troppo presto, sono ancora stanco da ieri sera, inoltre da quanto ricordo ho impegni solo dopo le undici, per oggi posso permettermi di dormire fino a tardi. La porta si apre e mi sorprendo, sentendo la voce, che sia mio fratello ad essere venuto a svegliarmi e non Emma come tutte le mattine. Gli faccio il medio come un bambino viziato troppo cresciuto e mi rigiro nel letto in una posizione migliore mentre sento Shannon insistere:
"Eh dai bro, ormai te dovrai pure alza! ti abbiamo lasciato dormire per un po, ma ade basta dai!" mi tratta esattamente come il suddetto bambino.
"Ma cazzo dici Shannon che saranno le sette del mattino, vaffanculo va!"
lo sento ridere di gusto, ma lo lascio perdere
"Guarda Jay'" mi chiama tra gli sghignazzi "sono le undici passate eh!"
Dio, quanto mi fa infuriare quando mi prende per il culo così.
" Jared non scherzo" si avvicina al mio letto e infila una mano sotto il cucino per prendermi il BlackBarry, lo accende e me  lo mette davanti alla faccia per farmi leggere sul display: 11:17
Cosa?! cazzo sono in ritardo per l'appuntamento con l' avvocato per le ultime cose del processo contro l' EMI! niente di importante, ma comunque necessario. Cazzo, quel tizio è in gamba, ma è una vipera, mi farà una testa cosi!
"Merda, potevi chiamarmi prima, anche tu!" impreco "dammi qua!" dico strappandogli il telefono dalle mani.
"te l'ho detto, volevamo farti dormire il più possibile" risponde quel deficente ancora ridendo e penso che il bambino sia lui ora, o forse il fatto è solo che i bambini in realtà sono due... 
Poi la sua scelta del plurale mi fa ricordare della mia assistente:
"E a proposito dov'è Emma quando serve?!"
"Dall'avvocato" mi risponde, per poi scoppiare a ridere ancora di più.
Questo mi coglie di sorpresa; non me l'aspettavo, mi lascia perplesso interrompendo la ricerca frenetica dei mie pantaloni, alquanto futile, dato che mi sono ricordato di averli gettati nei panni sporchi ieri. Vedendo la mia espressione Shan mi spiega:
"Hey, guarda che ci siamo accorti tutti che ultimamente non sei al massimo, visto che oggi hai una giornata pesante, Emma si è offerta per allergerirtela un pò"
"Oh... grazie"
"Ringrazia soprattutto lei quando torna" mi raccomanda Shan, per poi uscire dalla stanza e lasciarmi solo a prepararmi, dato che ormai, avvocato o no, è davvero tardi per restare a letto. Oggi mi aspetta una lunga giornata di prove per gli arrangiamenti nei concerti live che inizieranno tra circa tre mesi e editing e editing di Artifact.


o°§§§§°o


Vago nell'opulento splendore di Versallies. Delle note si diffondono nella stanza, mentre il piccolo musicista  davanti a me fa correre le dita su tasti ingialliti e scheggiati di un pianoforte a coda malridotto e stonato; il bambino di spalle seduto sullo sgabello neanche tocca i piedi per terra, avrà all' incirca nove anni, eppure la facilità e la bravura con cui riesce a combinare una manciata di suoni per trasformarli in una melodia...angelica, oserei dire, nonostante le condizioni pietose dello strumento è strabiliante. Ad un tratto inizia a cantare:
"No warning sign, no alibi, we faded faster than the speed of light..."
Strano, la voce non sembra quella di un bambino.... ma cosa..?

Sussulto di dolore quando la mia coinquilina mi da una gomitata sul fianco:
"Dai, spegni quella dannata sveglia e alzati" farfuglia ancora mezza addormentata.
"Hey Nat! la delicatezza di un orso eh!"esclamo offesa
"scusa" biascica contro il cuscino per poi riaddormentarsi come una neonata
Spengo la sveglia del telefono che dopo tutto questo tempo era arrivata al ritornello di Alibi e lo stacco dal caricatore. Nonostante il risveglio non troppo delicato non riesco a tenere il broncio a una delle mie migliori amiche che in questi tre anni di convivenza è diventata tale; le rimbocco le coperte e mi alzo per prepararmi al mio ultimo giorno di lavoro come  barista al bar centrale di Perugia prima delle vacanze estive. 
Mentre finisco la colazione mi ritorna in mente lo strano sogno che ho fatto: a quanto pare mi sono sognata il mio cantante preferito da piccolo...assurdo, manca completamente di coerenza, di solito non faccio sogni commoventi di questo tipo, anzi non faccio sogni.... o almeno, ho smesso di farli, parecchio tempo fa, da quando mi sono dovuta accontentare di uno squallido lavoruccio da quattro soldi e mi sono dovuta trasferire da Fano con cui vivevo con mio padre, lasciando la mia famiglia e i miei amici, cercando si sopravvivere, buttando nel cesso tutti gli anni di superiori al linguistico e tutte le mie ambizioni; parlando così sembra che ce l abbia col mondo, in realtà vivo con la filosofia che noi siamo responsabili delle nostre scelte, quindi l' unica con cui dovrei infuriare e prendere a calci è me stessa.... e con chi ti illude di potercela fare.  Leto....
Adesso basta! rischio di fare tardi. Monto in macchina e mi avvio sperando di non fare troppo ritardo tra sveglie mancate, gomitate sul costato e pensieri sconvenienti. Mi aspetta una lunga giornata di lavoro tra lamentele e ordini impartiti senza troppa finezza.



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"no, no vorrei un montaggio più dinamico qui.... per esempio sovrapponendo più momenti ma lasciando la canzone di sottofondo" Sto cercando di far capire le mie intenzioni all'editor seduto di fianco a me con il MacBook in mano per il motaggio di alcune scene del documentario, ma sembra proprio che dovrò sbrigarmela da solo dato che quest' imbranato non sembra all'altezza. Sono solo le quattro del pomeriggio e già mi fa male la testa... devo ancora parlare agli altri della mia proposta di fare un viaggio da solo per ricaricarmi. Avrei voluto farlo a pranzo ma ho pensato fosse meglio farlo questa sera dato che ci sarà anche Tomo. Mi alzo esasperato dal divano lasciando l'edior a se stesso chiedendomi perchè avessi scelto gente così poco competente... o forse sono io a chiedere troppo? Non importa le cose si devono fare al meglio, come pretendo, difficile o no. Vado in sala prove e mettendomi a tracolla Artemis mi unisco a mio fratello che sta sfogando la sua energia repressa su Christine; sembra proprio che io sia l'unico a non riuscire a compensare; inizio a suonare la canzone scelta da mio fratello e passiamo all'incirca un' ora a suonare le canzoni del primo album, rilassandoci e calmandoci entrambi, lasciando completamente perdere il lavoro ripensando ai vecchi tempi, quando i tour duravano pochi giorni, si viaggiava stretti insieme ad altre band di giovani ambiziosi e si poteva fare una passeggiata per Los Angeles senza rischiare che folle di fotografi e fan ti saltassero addosso. 
Il resto del pomeriggio passa relativamente veloce, tuffandomi a capofitto nella posta dei fan tra regali e lettere adulanti.



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Il resto del pomeriggio passa relativamente veloce, dopo aver apparecchiato, servito ai tavoli e goduto la mia ora di pausa pranzo, arrivando ormai alle quattro del pomeriggio; tra un'ora sarò libera di andare, sostituita da una mia collega, così avrò tutto il tempo per preparare i bagagli e partire domani mattina per Fano da mia madre dopo quasi sette anni che passo senza vederla: non abbiamo mai avuto un buon rapporto, ma dopo che ha insistito tanto al telefono per invitarmi nel suo agriturismo aperto da poco, penso che forse si meriti una seconda chance, non so se funzionerà, ma in caso contrario, non mi nuocerebbe e inoltre sarebbe bello poter riavere qualcuno in più della famiglia su cui fare affidamento... probabilmente non ci ho mai pensato, ma in fondo lei mi manca, seppur con tutti i suoi difetti, non posso fare finta di niente.
"Isabel, che fai lì impalata, muoviti che mi devi aiutare!" Matteo, il mio capo, mi riscuote bruscamente dai miei pensieri, così mi avvio insieme a lui per preparare una nouva mandata di gelato.


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Abbiamo appena finito di mangiare il gelato alla soia che Tomo ha portato da casa e sprofondiamo sui divani il pelle della sala a parlare davanti alla tv. Più tardi ci raggiunge anche Emma e Stevie; dato che ci sono tutti mi decido a parlare della mia idea agli altri, ribadendo che vorrei andare da solo e per questo motivo non so cosa potrebbe dire Shannon... ma per saperlo c'è solo un modo:
"Ehm, ragazzi ascoltate, è da un po che pensavo di fare un viaggio..."




 
  
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