Finalmente
siamo arrivati a destinazione - con tutta la buona volontà
del mondo non sarei
riuscita a sopportare a lungo la guida così spericolata di
Sirius- l’aria di Charleville
appariva fredda e il cielo era terso per essere solamente le sei del
pomeriggio, davanti a noi la casa di Dupont si ergeva come un antica
tenuta di
metà ottocento, buia e misteriosa.
“Bene,
a quanto pare ci siamo. Per avere le idee
chiare, come spiegheremo l’idea di Silente di reclutare forze
nuove senza esser
presi per pazzi”
chiede Dani, avvolgendosi più
stretta la sciarpa
“Semplice
Vance, puoi mostrare le tue grazie al
vecchio pervertito e…”
non perde occasione Sirius
“Io
proporrei di far parlare Remus”
taglia corto Emmeline, interrompendo bruscamente la prevedibile fine
della supposizione di Sirius
“Cosa? Non se ne parla nemmeno!”
interviene Remus, sentendosi chiamare in causa
Finalmente
colgo la mia occasione per vendicarmi di quel misero baratto della
cioccolata.
Quindi, assumo il mio tono diplomatico-convincente, mi schiarisco la
voce con
un “uhm, uhm” e inizio
“Credo
che Remus sia il più
adatto ad introdurre l’argomento. Sappiamo tutti quanto
è bravo a dire sempre
la frase giusta al momento giusto, quindi sì, Remus, Il tuo
compito sarà quello
di spiegare tutto alla gente che dovremo incontrare ora e in
seguito” e,
vedendo che stava per aprire bocca, decido di
giocarmi la mia carta vincente quindi proseguo alzando la mia voce di
un
semitono “non puoi esimerti dal
farlo,
Silente, resterebbe molto deluso se tu rifiutassi, e sappiamo tutti
quanto lui
si fidi di te, e malgrado la nostra ex amicizia, mi vedrò
costretta a riferire
questo tuo diniego”
“Sono
d’accordo con la rossa, e
sicuramente lo è anche Peter”
dice Sirius, tirando fuori dalla giacca di pelle una fiaschetta e
tracannando
generosi sorsi, sicuramente non di succo di zucca
“Anche
noi conveniamo con Lily”
parla Emmeline, guardando la gemella che
annuisce
Ovviamente,
Potter ha bisogno del suo momento contradditorio giornaliero e quindi
cerca di
cavare fuori dall’impiccio il suo degno compare, per
ricambiare il favore di
appena poche ore prime
“Io
penso che se lui non voglia
farlo, non lo si possa obbligare. Posso farlo io, che problema
c’è”
dice con una scrollata di spalle, ricevendo una
pacca amichevole da Remus, in segno di solidarietà
“Oh
Potter, ti spiego io il
problema, spero tu riesca a seguirmi. Noi vogliamo convincere le
persone a
unirsi a noi, dalla parte dell’Ordine, diciamo
così, dei buoni. Ora, se tu con
quella tua stupida saccenteria e indisponenza, provassi a spiegare il
perché
siamo qui, la gente non ci penserebbe due volte a prendere posto tra le
fila di
TuSaiChi, pur di non avere nulla a che fare con te. Chiaro?”
Non
so se sono riuscita a percepire prima lo sputo di Sirius, di
ciò che aveva appena
bevuto dalla fiaschetta, a causa della sua risata-latrato, o
l’espressione a
forma di O che la bocca di Potter aveva assunto a metà della
mia cattiva e
acida arringa.
In
uno slancio di maturità, Dani decide di percuotere la
campana che si trova
attaccata al portone d’ingresso, aspettando che qualcuno
venga ad aprirci. Beh,
alla porta non si presenta proprio il vecchietto che ci aspettavamo,
bensì una
donna alta e slanciata, con un fisico da modella e delle gambe lunghe
come
autostrade e una maglietta fin troppo scollata e fuori
stagione…
“Bonsoir,
puis-je-vous aider?”
dice gentile, cercando di parlare francese, non
riuscendo però a nascondere un marcato accento
dell’est
Persino
il nostro sempre lucido ambasciatore, stabilito pochi secondi fa,
sembra aver
perso facoltà di parola. Peter è letteralmente a
bocca aperta. Decido di
assestare una pacca forte sulle costole di Remus, che si riscuote dopo
qualche
secondo rispondendo:
“Remus Lupin, je viens voir Mr. Dupont. Lei
parla inglese?”
“Sì”
risponde la donna, con un abbastanza
comprensibile inglese e abbozzando un sorriso
“Può
dire al signor Dupont che abbiamo un messaggio del professor
Albus Silente da rifere?”
continua Remus gentile
La
donna si assenta per qualche minuto,
poi torna e indica la strada verso il salone di casa. Si presenta come
una
stanza piccola ma ordinata, con un divano di tre posti e due poltrone,
di cui
una occupata dal vecchio intento a fumare una pipa di schiuma e leggere
un
consunto e polveroso libro di pozioni.
“Accomodatevi,
prego!”
dice il vecchio in un perfetto inglese e
la voce squillnte, che ben stona con il suo aspetto acciaccato
dall’età
“Salve”
comincia Remus, sfoggiando uno dei suoi
migliori sorrisi “come le
è già stato
detto, abbiamo ricevuto il suo indirizzo da Albus Silente per parlargli
di una
faccenda delicata. Ma prima, mi sembra doveroso presentarci, io sono
Remus
Lupin, il ragazzo con gli occhiali è James Potter, Peter
Minus, Emmeline e Dani
Vance, Lily Potter e Sirius Black” elenca Remus, in
ordine di posto.
“Sirius
Black? Figlio di Orion Black?”
dice il vecchio,
guardandolo sbieco
“Non
proprio”
dice Sirius, con una semplicità
disarmante, beccandosi uno sguardo di rimprovero da parte di Remus e
una risata
sommessa di James
“Quel
figlio di puttana, è riuscito a fregarmi anni di studi e
ricerche spacciandole per sue… Meglio per te, ragazzo”
fa il vecchio
borbottando “Piacere di conoscervi
ragazzi, gradite qualcosa da mangiare?”
“Sì,
grazie” risponde Sirius, sbatacchiandosi vicino a
me sul divano in
posizione comoda e facendomi quasi cadere per terra
“Bene
ragazzo, Irina!”
La
badante-modella è da noi in un batter
d’occhio, con il solito sorriso affabile che rivolge a noi
per poi tramutarlo
in due occhi di fuoco verso il vecchio
“Porta
qualcosa da mangiare ai ragazzi, gli amici di Albus, sono anche amici
miei, e
poi… avrei proprio bisogno di qualche massaggino, questa
cervicale è sempre
peggio”
La
donna esce sbuffando e Sirius, rivolge
un occhiolino d’intesa al vecchio, che viene ricambiato
facilmente. Ovviamente,
se dovessi immaginare Black da vecchio, mi basterebbe guardare davanti
a me… forse
senza il libro di pozioni però.
“Arrivo
subito al dunque, ok? Credo che lei abbia letto le recenti
notizie sulla Gazzetta del Profeta…”
è l’antifona di Remus
“Non
leggo quella merda”
dice il vecchio, dopo una boccata
generosa di fumo
Remus
è l’unico ragazzo che non ha mai
pronunciato una parolaccia, almeno in mia presenza, e inoltre odia
essere
interrotto quando parla. Perciò, il suo viso imbarazzato non
mi sorprende.
Mentre Potter e Black si scambiano un sorriso, come a dirsi questoèuntipook
“Si
beh, credo che sappia della sanguinosa guerra che affligge il
mondo magico. LeiSaChi diviene sempre più forte, e se
vogliamo avere qualche
possibilità di uscire vincitori da questa guerra, occorre
che cooperino anche
forze magiche lontane dal Ministero, che sia interessato il mondo
magico in
toto. Ecco, vengo al punto, il professor Silente ha detto che lei
potrebbe
essere un valido aiuto tra le nostra fila. Quindi, se
potess…..”
“T’interrompo
subito, ragazzo. Io non posso essere di alcun aiuto” dice
il vecchio
Questa
frase riesce a scoraggiarci tutti,
Sirius è tornato a sedersi composto, Dani e Emmeline si
guardano stupefatte
dopo questa cruda risposta, Peter si agita.
“Beh,
se questa è la sua risposta non abbiamo più nulla
da dirci. La
ringrazio per il suo tem…”
prende iniziativa James, dopo lunghi
secondi di imbarazzo, facendo per alzarsi
“Calma
ragazzi, non pensate che Albus vi abbia fatto fare questo viaggio per
reclutare
un vecchio come me, vero? Io ho degli studenti privati, giovani come
voi, e
questo Albus lo sa bene. Sono maghi davvero validi, e credo
accoglieranno la
vostra richiesta… Quindi, se volete dirglielo direttamente
voi, potrete
trovarli tra qualche ora in un pub a pochi isolati da qui, si chiamano
Hugo e
Jack. Vi ascolteranno, sono bravi ragazzi…”
Intanto,
la donna ritornò con un vassoio
pieno di dolci, e Peter e Sirius non esitarono a servirsi. Dopo aver
scambiato
convenevoli, ricevere complimenti abbastanza
“gentili” da parte del vecchio
(rivolti a me, Emmeline e Dan), mentre stavamo per congedarci dal
vecchio,
Sirius girandosi chiede con aria complice
“Funziona
ancora?”
facendo di nuovo l’occhiolino
“Fortunatamente
sì, ragazzo mio”
risponde l’altro sorridendo
Ed
io, posso solo immaginare a cosa si
riferissero… o meglio di no