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Autore: avalon9    07/08/2014    4 recensioni
Saga e Kanon. Cento drabble.
Loro. I rimpianti; le somiglianze; il rapporto.
Per provare a capire la loro meravigliosa complessità.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga
Note: What if?, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Meltemi'
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[31. Alba]

 

 

“Da quando balli lo zeibekiko?”

“Da un po’” ammicca Saga, girando una nuova fotografia. “Qui sei venuto ridicolo!”

“Mai come te in questa!” replica Kanon, la cravatta una lunga strisica attorno al collo e un garofano rosso fra le mani.

“La ragazza era carina” ammicca Saga. “Come si chiamava? Vaia?”

“Vana” sbuffa Kanon, accendendosi una sigaretta. “E sì, era carina.”

“Potevi provarci.”

“Non questa volta” alza le spalle Kanon, il fumo una nuvola pigra contro il cielo che va schiarendosi.

“E perché? Milo lo inviti perché ti faccia da spalla. No?”

“Appunto. Milo” glissa Kanon. “Con te, sto con te.”

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok. Fa schifo.

Abbiate pietà. Nella mia testa era riuscita meglio. O almeno mi sembrava riuscita meglio. Doveva essere un augurio per una piacevole estate. Se aspettavo ancora un po’, diventava l’augurio per un colorato autunno.

Ma, complici un certo arciere pazzo, un equilibrista impossibile e un fissato delle pistole (meglio se grandi; molto) e un certo esame che ha raggiunto il suo secondo step con annessi libri e vocabolari e perdita del sonno (mio), riesco ad aggiornare solo ora.

Con questa cosa.

Mi piaceva l’idea dei cari gemellini che si danno alla pazza gioia. E mostrano di sé un lato seducente e conquistatore. Lo so: sono già superseducenti in armatura; ma esserlo nella vita di tutti i giorni non è poi così facile. O no?

Forse la cosa più difficile da capire, è il contesto. Che è propriamente genuinamente greco. Ma andiamo con ordine.

Lo zeibekiko è una danza, il corrispettivo maschile e virile dello tisfeteli, la volgarmente detta “danza del ventre” che, pur essendo avendo fra gli adepti soprattutto donne, vanta anche la presenza di ballerini che di solito ricoprono però un ruolo più passivo. Comunque lo zeibekiko non è assolutissimamente una danza facile, è complicatissima e non tutti possono ballarla. Come per lo tsifteteli non ha dei passi precisi, si tratta soprattutto di improvvisazione, ma vi sono comunque delle caratteristiche principali che la rendono riconoscibile agli occhi di tutti.

Dietro allo Zeibekiko c’è una vera e propria tradizione che il danzatore deve conoscere e rispettare. Si tratta, a differenza di moltre altre danze, di una danza triste che deve venire da un senso di insoddisfazione, deve esssere la propria espressione fisica della disperazione della vita interiore, del nostro sogno irrealizzato. E ‘la danza di un uomo che non può sopportare più le cose tristi della vita. Una denuncia candida e trasparente di una persona che non si è adattata a quello che ha. Ma con tutta questa tristezza intrinseca, perchè le donne cadono in uno stato di adorazione per i ballerini di Zeibekiko? E perchè questa danza viene vista come manifestazione di virilità? E’ semplice: per i greci, o meglio per le giovani greche, il vero uomo non è il macho latino a cui siamo abituati noi italiani e che viene identificato nel famsissimo slogan “per un uomo che non deve chiedere mai” . Le donne greche apprezzano l’uomo che non si vergogna di rivelare il suo dolore o la debolezza (e fidatevi non è una cosa facile da fare per l’orgoglio maschile). Un uomo che ignora convenzioni sociali e correttezza, che simpatizza con i testi che esprimono i propri sentimenti e che improvvisa in uno spazio molto piccolo e con una dignità straordinaria una danza di protesta, è effettivamente affascinante. Lo zeibekiko non ti rende un uomo, devi semplicemente esserlo per danzarlo.

Ho scelto di farlo ballare a Saga perché ho rivisto nella sua psicologia, nei suoi atteggiamenti, quel seducente miscuglio di ribellione e affermazione di sé. Mi piace immaginare quest’uomo ribelle (traditore) mentre esegue la danza per eccellenza della ribellione. Non che Kanon siano un cattivo ballerino, sia chiaro. Ma qui è decisamente surclassato dal fratello. Almeno sulla pista da ballo.

Sì perché, invece, giustamente, nelle conquiste è il gemellino dei mari a stravincere. Anche se, per una volta, va volentieri in bianco (e no, Kanon non è un tombeur de femmes).

Il garofano e la cravatta, che sembrano rimandare a un locale di alta eleganza, sono invece elementi caratteristici di una relatà che è Grecia: il bouzoukia.

Descrivere cos’è il bouzoukia non è facile. Si dovrebbe provarlo, per capirlo.

Fa parte della vita notturna greca, senza vere e proprie limitazioni di età e soprattutto di sesso. Avete presente il Lido di Parigi? Prendete quello, la frenesia di una nostra discoteca, uno spirito di ribellione stile anni ’68, una concezione balcanico-ellenica di antica ascendenza che Orazio (uno che la vita se la sapeva comunque godere) ha ben sintetizzato nel suo carpe diem, mescolate il tutto è forse avrete un’idea di cosa sia un bouzoukia.

Semplificando (molto) è un locale per il divertimento, aperto circa dalle 23.00-24.00 alle 5.00-6.00 del mattino, con l’alternanza di spettacoli anche e soprattutto da parte di artisti famosi e momenti di musica “libera” in cui ci si scatena arrivando a improvvisare senza inibizioni balli sui tavoli del locale (cosa ritenuta lecita e normale, sia chiaro!). Il tutto accompagnato da ottimi alcolici e da pioggie di fiori (soprattutto garofani, appunto) in omaggio agli artisti di turno o al/alla ballerino/a più bravo/a. Non è un night club o uno strip-tease; non ci troverete nulla del genere, tanto che, per accedervi, oltre ad una buona prenotazione con qualche settimana di anticipo, è richiesto un abbigliamento elegante, meglio per gli uomini se in giacca e cravatta.

Le fotografie sono parte integrante della realtà del bouzoukia, proposte all’avventore di turno da una serie di fotografi che girano per il locale; l’acquisto non è obbligatorio, ma può essere un piacevole ricordo.

Infine, Kanon ci va ogni tanto con Milo per “vivere” un po’ e trovare una bella ragazza con cui davvero scambiare anche solo quattro parole (viste che i tavoli sono di solito da quattro o sei persone mentre quelli da due sono quasi assenti, non è insolito che coppie di amici vengano unite a coppie di amiche; e comunque i tavolini sono distanti fra loro cinque centimetri; una certa promisquità è d’obbigo), anche se, detto fra noi, non disdegna di certo di finire la serata in altro modo^^.

 

  
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