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Autore: CeciliaIwish    07/08/2014    0 recensioni
Talvolta il passato rimane sepolto per sempre, lasciando solo la magia di un bel ricordo da vivere all'infinito.
Talvolta, invece, il passato ritorna proprio quando il peso del presente si fa più difficile da sopportare
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato mattina vengo svegliata dalle grida della battaglia che già infuria al piano di sotto: non ne posso più, stavolta hanno superato ogni limite. Non riesco più a sopportare le loro voci cariche di rancore e di rabbia. Mi alzo furiosa, scendo in cucina stringendo i pugni, li vedo litigare ai lati opposti del tavolo e intervengo, con tutta la voce che ho, cercando di sovrastare le loro.
- La volete smettere di litigare?? Non ne posso più! È ora che la finiate di comportarvi come bambini! Non capite che ogni volta che vi arrabbiate è come se mi uccideste? Mi fate schifo! – concludo con tutto il disprezzo che riesco a incanalare in quelle quatto parole. Non osano ribattere e io infilo di corsa la porta, prendo la bici e inizio a pedalare. Attraverso il paese, prendo la strada che porta alle colline e salgo, spingendo sui pedali con tutta la rabbia che ho dentro. Voglio allontanarmi dalla mia casa, voglio trovare il silenzio più assoluto, immergermi nella pace della solitudine, circondarmi dietro il baluardo sicuro delle sue mura, dove le urla delle liti non arrivano.
Raggiungo uno spiazzo, a lato della strada, da cui si può dominare tutta la verde vallata del paese. Mi siedo sull’erba e lascio che il sole caldo e la brezza leggera plachino il tifone di emozioni che mi imperversa dentro.
- Certo che, quando vuoi, sai renderti introvabile!
Mi volto di soprassalto e due occhi turchesi mi fissano sorridenti.
- Ci siamo messi persino in tre per cercarti!
- Niall!! Ma che ci fai tu qui? – rispondo con la mente e il cuore paralizzati  dall’emozione.
- Stamattina non eri in servizio all’hotel e una sorta di presentimento mi diceva che avevi bisogno d’aiuto. Così ho rotto le scatole a mio cugino Willie e alla sua fidanzata perché mi aiutassero a rintracciarti – fa lui con un sorriso dolcissimo, sedendomisi accanto.
- Allora non mi hai dimenticata del tutto!
- E come avrei potuto scordarmi della mia migliore amica d’infanzia? Certo, sei cresciuta e mi ci è voluto un po’ per riconoscerti, ma alla fine eccomi qua. Allora, cosa c’è che non va?
- Sono tante le cose che non vanno, ma non vorrei assillarti con i miei problemi mentre sei in vacanza e dopo che sono passati secoli dall’ultima volta che ti ho visto.
- Vuoi scherzare? Non ho fatto tutta questa strada per farmi raccontare le barzellette. Ne sono successe tante anche a me, ma ora sei tu ad aver più bisogno d’aiuto. Quindi, avanti, racconta.
Lo guardo negli occhi celesti, ancora intrisi della sincerità che aveva da bambino e le paure iniziano a calare un po’ la loro maschera minacciosa.
- Sono due anni ormai che i miei non fanno altro che litigare senza sosta per un nulla. Credo che ormai la separazione sia alle porte, ma nessuno osa pronunciare quella parola. Così non passa giorno che non si insultino, che non riempiano la casa delle loro urla furiose mentre io ho perso il conto di quante volte ho pregato che tutto finisse, che fosse solo un incubo, che prima o poi la sveglia suonasse e mi trascinasse fuori dal questo sogno orribile. E oggi la mia pazienza è finita, gli ho urlato che mi fanno schifo e sono andata via di casa. Non so se tornerò stasera o se mi farò ospitare da mia zia. Non li voglio più vedere per un pezzo.
Non smetto di chiedermi perché due persone che si amavano tanto arrivano ad odiarsi, ma, per quanto mi sforzi, non riesco a trovare una risposta.
- Non è facile trovarla, credimi. I miei si sono separati poco dopo che te ne sei andata e superare quel dolore è stata l’impresa più difficile che abbia mai affrontato. Per fortuna avevo la musica a starmi accanto. Purtroppo sono cose che ormai accadono spesso nelle famiglie e, se non si riesce ad impedire che avvengano, bisogna imparare a convivere con la sofferenza di non vedere più i propri genitori uniti.
Tutti possono sbagliare, anche coloro che abbiamo sempre ritenuto modelli infallibili, non dimenticarlo. Anche se non vogliono ammetterlo, sono loro ad avere più bisogno d’aiuto in questo momento, tutte le loro certezze stanno cadendo e forse è proprio adesso che tu dovresti entrare in scena. Scappare non servirà a molto, credimi. Hanno bisogno di sentirti vicina a loro, di aggrapparsi a quell’unica persona che sono sicuri di amare entrambi per non perdersi in quella confusione di emozioni che li attraversa. Ovviamente questo mio consiglio non sarà certo una bacchetta magica che cancellerà del tutto la situazione attuale, ma forse la renderà meno dolorosa. Sii comprensiva nei loro confronti e, anche se le cose non andranno come speri, trova comunque la forza di perdonarli, perché anche gli adulti commettono errori e, quando lo fanno, spesso non hanno persone accanto pronte ad aiutarli a capire.
Niall rimane in silenzio per un po’, io lo guardai stupita: nessuno mi ha mai mostrato la situazione da quel punto di vista, nessuno con cui mi sia confidata in precedenza mi ha mai prestato ascolto come ha fatto lui in questi pochi minuti. Ora vedo quanto sia cresciuto dall’ultima volta che l’ho visto. La vita gli ha insegnato tanto e ora ha voluto che incrociasse di nuovo la sua strada con la mia per essermi d’aiuto nel momento in cui ne avevo più bisogno.
- Wow, sei diventato saggio in questi anni! Non è che ti hanno spedito in un monastero buddista a fare apprendistato?
- Hahaha assolutamente no! – ride Niall e solo ora mi accorgo di quanto mi sia mancata la sua risata argentina – Soltanto me ne sono capitate talmente tante che ho dovuto crescere in fretta.
- Beh, ora è il tuo turno di raccontare il passato.
E Niall inizia a parlare del provino a XFactor fatto a 17 anni, di come sia stato inserito in una boyband, di come ora abbia trovato nei suoi compagni d’avventura una nuova famiglia, con cui condividere gioie ed emozioni durante un tour che lo ha portato a toccare tutti i continenti. Racconta di fan impazziti che ora li osannano da un capo all’altro del globo, che lo assaltano quando esce di casa, a cui concede autografi e foto a valanghe.
- Cantare è sempre stata la mia passione e riuscire a vivere grazie a lei è la cosa più bella che potessi desiderare. Adoro la mia vita, anche se gli inconvenienti non mancano. Devo stare attento ad ogni più piccola mossa, viaggio spesso in incognito e anche solo camminare per strada è diventato rischioso se non sono pedinato da una guardia del corpo. Però, credimi, ogni volta che prendo in mano la chitarra e la folla canta con me, ogni preoccupazione svanisce e io sento di poter toccare il cielo con un dito.
Ancora un volta mi ritrovo a fissare il mio amico a bocca aperta, la sua storia ha dell’incredibile e, quando la racconta, gli occhi gli brillano di gioia e di entusiasmo, il volto gli si illumina e il sorriso diventa radioso.
- E’ assolutamente meraviglioso! – trovo il coraggio di dire in un sospiro.
- Già, neanche io riesco a rendermi conto di tutto quello che mi sta accadendo, talvolta temo di svegliarmi la mattina nel mio letto di Mullingar e  scoprire di aver vissuto soltanto un bellissimo sogno. Nonostante tutto ciò che mi circondi faccia venire quasi il capogiro da tanto è stratosferico, cerco sempre di rimanere con i piedi per terra, di non farmi prendere troppo dall’entusiasmo e non commettere sciocchezze.
- Beh, in questo riesci bene. Se non mi avessi raccontato questa storia, io avrei continuato a vederti come lo stesso ragazzo che avevo conosciuto da piccola. Quindi, ora che sei famoso, per parlarti devo farti una richiesta scritta e aspettare mesi prima di ricevere una risposta?
- Hahahah certo e poi devi passare al metal detector prima di avvicinarti, la prudenza non è mai troppa!
Scoppiamo a ridere entrambi e per il resto del tempo sembra che le lancette tornino per una volta indietro, che per un solo giorno facciano uno strappo alla regola e ci riportino a quando eravamo bambini, alla spensieratezza e alla gioia di quei giorni lontani. Chiacchieriamo insieme fino quasi all’ora di pranzo.
- Hai visto che ore sono? – fa lui guardando l’orologio.
- Sarà meglio tornare allora, mia zia starà sclerando per non avermi visto arrivare al lavoro e c’è il rischio che chiami l’esercito italiano per venirmi a cercare. A proposito, tu dove hai lasciato la macchina?
- Ehm, la macchina se l’è tenuta mio cugino per portarsi in giro la fidanzata e ora sono letteralmente a piedi.
- Io ho la bici, ma è una sola.
- Allora non c’è problema – fa lui con un sorriso birichino. Prende la bici, mi fa salire sul portabagagli e ridendo come matti scendiamo in fretta la collina, attraversiamo il paese e arriviamo all’hotel.
Appena giunti sulla soglia, le porte si aprono e mia zia mi salta addosso con la forza di un ciclone, ripetendo almeno cento volte quanto si fosse preoccupata non vedendomi arrivare, di come fosse caduta nel panico chiamando a casa e sentendo dai miei che ero sparita nel nulla dopo aver litigato con loro.
- Non osare mai più farmi prendere uno spavento come questo!! Per causa tua ho perso 20 anni di vita in un giorno!! Tua madre mi ha chiamato prima in preda al panico! Non azzardarti più a sparire o un mese di segregazione forzata in casa non te lo toglie nessuno!! E tu – fa rivolgendosi a Niall in un inglese un po’ sgangherato – grazie per avermela riportata – e così dicendo lo abbraccia calorosamente.
- Le stai simpatico, è già un punto a tuo favore! – gli dico appena lei lo lascia andare – Sarà meglio che ora vada a casa, almeno a tranquillizzare i miei genitori.
- Vai pure o rischi davvero di non uscire più per i prossimi 10 anni!
- Grazie di tutto, Niall. Oggi mi hai aiutato tantissimo – dico abbracciandolo – non so cosa avrei fatto senza di te.
- Grazie a te, che mi hai fatto ritornare un po’ bambino – ribatte lui, stringendomi forte – Ora che ci siamo ritrovati non dobbiamo più perderci di vista, ok?
- Tranquillo, non succederà, te lo prometto.
 
Sono passati alcuni anni da quel magico giorno in cui il destino, dopo tanto dolore patito, ha voluto sorridermi facendomi il dono più bello: una promessa che a distanza di tempo sia io che Niall dobbiamo ancora infrangere, che è caduta a terra, è germogliata ed è diventata le radici di un legame ben più forte e indissolubile della semplice amicizia. Un legame che mi ha permesso di trovare la mia Isola che non c’è senza dover volare lontano dalla mia vita e dalle piccole azioni e preoccupazioni quotidiane, dandomi invece la forza di affrontarle con coraggio e con un aiuto in più al mio fianco.

“Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino
Poi la strada, la trovi da te
Porta all’Isola che non c’è”
“E ti prendono in giro se continui a cercarla
Ma non darti per vinto perché
Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
Forse è ancora più pazzo di te”

   
 
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