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Autore: Tom Kaulitz    07/08/2014    3 recensioni
La prima volta che lo vide era a dicembre, a Magdeburgo pioveva. Tom stava passeggiando infreddolito abbracciandosi per cercare di bagnarsi meno possibile.
Un'ombra. Un ragazzo dai lunghi capelli neri. Anzi, a pensarci bene era tutto nero, niente escluso: i vestiti, le scarpe, i bracciali e le collane che portava. Aveva la pelle bianchissima, e, quando Tom guardò meglio, aveva alcune meches bianche. Era un ragazzo dai lineamenti abbastanza femminili, gli occhi truccati. Lo guardava, da dietro un albero distante almeno cento metri da lui. Quando l'ombra notò che il rasta lo aveva visto, esibì un sorriso, ma un ghigno malefico, raccapricciante. Poi si dissolse, insieme a tutta la figura, in una polvere nera.
***
Tom rigirò quei fogli nelle mani. Li aveva tutti collezionati nel giro di alcune settimane, trovandoli sulla scrivania la sera, dopo la scuola. Un pennarello nero, tramite la stessa scrittura, aveva scritto alcune frasi inquietanti.
"Non scappare"; "Ho bisogno che tu sia solo"; "Ci riuscirò"; e "Sei molto bello" erano i più interessanti. Nessuna firma, nient'altro, a parte una piccola ciocca di capelli neri e bianchi, ogni volta.
***
Sorrise. «Proprio come lo Yin e lo Yang...»
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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4.


 

Tom guardò Bill con un sorriso.
«Allora Tom, praticamente dal parco dei draghi vai a dritto e poi vai a sinistra, dove c'è in cartello "Engel" okay? Poi la mia casa la riconosci. Vieni quando vuoi, tanto mia nonna era venuta solo per una visita..» sorrise.
«Okay, me lo ricorderò.» disse Tom. «Grazie Bill, di tutto.. ma puoi dirmi una cosa?»
Bill alzò lo sguardo. «Hm?»
«Come ti chiami di cognome?» Bill sorrise lievemente a questa domanda.
«Kaulitz, Bill Kaulitz.»
Tom divenne bianco, il moro arrivò proprio in tempo per sorreggerlo, evitando che cadesse a terra. Come era possibile una cosa del genere?
«Tom? Tom!» accorse Bill.
«Hmm» grugnì Tom aggrappandosi alle spalle dell'altro. I capelli neri di Bill gli solleticavano la guancia. Sbattè un paio di volte gli occhi e poi si rese conto di essere quasi svenuto, di essere fra le braccia del moro e si ricompose guardandolo tutto tremante. Riuscì soltanto a mormorare qualcosa che fece impallidire anche Bill.
«Anche io mi chiamo Kaulitz...»

*

«Papà! Posso parlarti tre secondi?» Tom scese le scale per raggiungere Gordon che era sul divano a leggere il giornale.
Annuì e piegò "Das Bild" per poi poggiarselo sulle ginocchia guardando preoccupato Tom.
«E' qualcosa di preoccupante? C'è di mezzo una ragazza? Sei stato denunciato? Hai bisogno di qualcosa? Soldi? Un passaggio?»
Tom rise sedendosi per poi tornare serio.
«No, no. Qualcos'altro.»
«Ti ascolto.» Il rasta abbassò lo sguardo.
«Hmm... ma io ho avuto un fratello?» adesso fissò gli occhi nei suoi, cauto.
Gordon sospirò. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato.
«Tom..» iniziò. «Perdonami. Avrei dovuto dirtelo prima, ma devi capirmi, è brutto rivangare la cosa.. Non ne ho avuto la forza..»
«Fallo per me, ora..» lo supplicò il figlio.
«Certo, a questo punto devi sapere.. Era tanti anni fa, tua madre partorì, io le ho assistito fin dal primo momento della gravidanza, quando.. beh.. tuo...» deglutì, pieno d'odio. «..padre se n'era andato molto prima, lasciandola da sola e incinta di due gemelli. Uno eri tu.»
«Dopo il parto tua madre stette male, e pochi mesi dopo morì, dopo che uno dei gemelli la precedesse. Si chiamava Bill. Lo shock fu talmente tanto che le diede il colpo di grazia. Così di lei mi è rimasto un figlio, che ho considerato subito come mio. Ti ho amato fin dall'inizio. Scusa, non te l'ho detto prima..»
Gli toccò il dorso della mano e lo guardò con un sorriso triste. Tom ricambiò e cacciò in dentro le lacrime.
«Papà, non ti preoccupare, ti capisco.. Tanto adesso è tutto a posto, ora lo so.» Tom era tranquillo, non lo sarebbe stato se non avesse incontrato Bill. Adesso sapeva che comunque gli poteva parlare, sapeva che stava bene ed era felice che il destino lo avesse portato da lui. Sorrise lievemente.

*

Quando atterrò davanti allo zerbino della casa di Bill deglutì e cercò di non piangere. Ci riuscì, ma dubitava che avrebbe durato a lungo. Sorrise quando rivide la scritta "Home Dark Home" alla porta. In effetti si addiceva perfettamente allo stile di Bill. Era, appunto.. dark. Immediatamente cercò di immaginarsi Bill da vivo. Come sarebbe stato? Ugualmente così bello e sorridente? Tom aveva dei dubbi. Nell'Obscurum nessuno prendeva in giro nessuno.. Con questi pensieri cupi bussò alla porta e attese.

*

Toc toc. Avevano bussato. Bill si alzò dal divano e poggiò il bloc notes in cui stava disegnando degli occhi marroni che assomigliavano incredibilmente a quelli di Tom, ma non c'era scritto niente di esplicito.
Subito sperò fosse il rasta e sorrise mentre camminava verso l'uscio. Aprì la porta e si ritrovò, infatti, Tom davanti. Qualcosa dentro di lui fece un balzo di gioia, ma prima che potesse dire niente Tom lo aveva spinto dentro e lo aveva abbracciato.
Bill, sorpreso, ricambiò l'abbraccio con gli occhi sbarrati. Poi li chiuse accorgendosi che Tom aveva un buon odore. Un odore di casa..
Si accorse anche che il rasta stava piangendo silenziosamente. Poco dopo iniziò a singhiozzare rumorosamente, e a quel punto anche per il moro fu difficile trattenersi. Capì. Aveva compreso che erano fratelli, che la loro somiglianza non era per caso, che il destino aveva qualcosa di chiaro in mente. Lo strinse più forte e Tom affondò la faccia sulla spalla di suo fratello con un singhiozzo.
Le lacrime iniziavano a trapassare la leggera maglietta nera di Bill, facendogli venire i brividi, erano più fredde di lui.

Quando le loro teste sembravano scoppiare dal dolore post-pianto si staccarono e ammiravano la somiglianza che, oggettivamente, c'era. Gli occhi rossi dal pianto di Bill erano truccati ma la linea era molto simile, non aveva il piercing al labbro ma si vedeva che aveva anche lui le guance leggermente incavate, la bocca era uguale.. S'incantò.
«Siamo gemelli, Bill» spezzò il silenzio. Bill annuì lentamente e lo guardò negli occhi. «Perciò Simone... nostra madre... è qui? Le hai parlato?» Bill annuì teneramente e chiese: «La vuoi vedere?» Tom annuì vigorosamente, come se quella domanda entro tre secondi si annullasse.
«Però..» eccoci. «..ti avverto che ha un tempo limite per stare qui con noi. E poi... è, diciamo.. molto fredda. Non ti spaventare, okay?»
Tom continuò ad annuire, adesso un pochino più lentamente.
Bill chiuse gli occhi e chiamò la madre.
Tom si stupì molto, perchè aveva sentito nella sua testa la voce del gemello, anche se non aveva proferito neanche un suono. Avevano un contatto... insolito? Decise che più tardi gliene avrei parlato.
Poco dopo Bill aprì gli occhi e sorrise avvicinandosi al gemello. Giocò con uno dei suoi dread quando un'ultima lacrima ritardataria gli solcò una guancia. Tom la fermò e la prese con l'indice. Alzò la mano per poter guardare la lacrima, che era leggermente nera dal trucco.
Sorridendo a Bill, si asciugò sulla propria maglietta.

Proprio in quel momento un vento gelido li fece rabbividire entrambi. Si voltarono e la videro. Tom non poteva credere ai suoi occhi. Era proprio così nelle foto: capelli corti biondi, viso sorridente e fossette sulle guancie.
«Mamma..?» sussurrò Tom. «Tom, quanto sei cresciuto... Come stai con Gordon? Come sta lui?» il rasta sorrise.
«Stiamo tutti bene mamma.. te?» Bill o fulminò con lo sguardo. Si annotò di parlargli dell'autolesionismo prima possibile.
Non gli rispose. O almeno, le mancò la voce perchè mimò "Bene" con la bocca prima di abbracciarlo. Poi, pochi secondi dopo, sparì.
Tom ci rimase malissimo. Guardò Bill, allibito. «Che è successo?»
Bill sospirò. «E' uno spirito, ricorda..»
Tom annuì sconsolato. Poi gli venne un'idea.
«E la nonna? Quella era nonna Fredericke?»
Bill sorrise e annuì. «C'è anche lei qui... purtroppo.»

*

«Bill»
«Hm?»
«Le ore che passo qui passano anche nel mio mondo?»Bill scosse la testa e si sitemò meglio sul divano. Dopo l'incontro con Simone si erano seduti sul divano a guardare in silenzio fuori dalla finestra, cercando di mettere ordine alle cose e di realizzare cosa era successo nelle settimane precedenti.
«Vuoi rimanere qui a farmi compagnia?» si voltò verso il rasta, che sorrise e annuì.
Bill ricamiò il sorriso e tornò a guardare fuori. Le stelle stavano spuntando, proprio come nel mondo dei vivi. Anzi, ancora meglio.
Il moro sospirò e si alzò. «Andiamo a mangiare qualcosa, ti va?»
Tom annuì e lo seguì.

*

Dopo mangiato si sedettero sul divano e accesero la tv, che per fortuna esisteva pure nell'Obscurum e trasmetteva le stesse cose del mondo dei vivi.
«Tom, cosa guardi di solito?» s'incuriosì il moro.
«Hmm, non guardo molta tv.. Guardo di più i dvd.» borbottò Tom.
«Che dvd?»
«Hemm... mi piacciono molto i disney, per esempio. Non ridere!!»
Ma Bill aveva già iniziato a ridere. Tom divenne ancora più rosso.
«Non rido per il fatto che guardi disney, ma per la tua faccia! Dovrei farti una foto!» riuscì a dire fra le risate.
Tom non poté fare altro che seguirlo nella risata e guardare lo schermo, avevano optato per un film strappalacrime che li fece piangere tutti e due. Si ridero in faccia vedendosi rigati di lacrime e finirono per sdraiarsi stanchi uno ad un capo e uno all'altro del divano, con le gambe vicine.
Dopo un pò Tom ruppe il silenzio, dopo i titoli di coda.
«Bill ma dove dormo?» Bill si alzò e spense lo schermo, per poi salire le scale e sparire per poco tempo in camera.
«Ho una camera in più, ti vado a preparare il letto. Intanto tieni..» gli lanciò un pigiama che Tom prese miracolosamente al volo.
Tom decise che era ora che salisse anche lui. La casa di Bill era piccola ma accogliente, e sopra c'era un pianerottolo con quattro porte: la camera di Bill, quella degli ospiti, il bagno e un'altra camera che sembrava uno studio.. Solo che c'era un microfono.
Si stupì e passò oltre.
Entrò in camera sua, si mise il pigiama e si sedette sul letto, già rifatto. Sorrise, era difficile celare la contentezza che aveva nel sapere di avere Bill al suo fianco.. Guardò l'ora: le 12.48, era tardi. Sbadigliò ed entrò nel letto.
In quel momento entrò Bill, già col pigiama addosso. Guardò intenerito Tom che aveva chiuso gli occhi e si avvicinò. Prima che Tom si rendesse conto della sua presenza gli diede un leggero bacio sulla guancia, che fece sorridere il rasta.
Andò verso la porta e spense la luce.
«Buonanotte Tom»
«Buonanotte Bill»
 

*

Eccomi! Scusate il ritardo, dovevo pubblicare ieri ma alla fine mi si era cancellato tutto il capitolo (ce l'avevo tutto bellino pronto) e oggi ho dovuto riscrivere tutto xc Infatti è un pochino meno curato e più corto degli altri forse..
Anyway immagino di avervi fatto annegare nel fluff... :3 
Allora, adesso parto per la campagna, avrò tempo di scrivere ma non potrò postare :(
Per almeno due settimane :((

Rispondo ai messaggi e alle recensioni dal cellulare però.. :)
Okay, bye bye♥

 

  
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