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Autore: Pamaras    07/08/2014    9 recensioni
Perché 11 anni non passano così, in una sola notte.
Harry chiede perdono... e Draco... lo vorrebbe cruciare. La perfezione dopo quella notte.
È decisamente tutto “Perfetto”.
Due capitoli. Due momenti. L'epilogo di Una vita.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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angolino:

Ci voleva, giusto?

perché i nostri due eroi dovevano parlare... e Harry decisamente, si doveva scusare... Diviso in 2 capitoli, l'epilogo di Una vita.

Il tutto nato da una frase di un filosofo babbano dal nome impronunciabile! ^.-

Non mi resta che auguravi ancora BUONA LETTURA.
un ringraziamento speciale a Ladyriddle, con cui ho scritto questo primo capitolo.

 

Giro di giostra
 

A te che perdi la strada di casa ma vai
dove ti portano i piedi e lo sai
che sei libero
nelle tue scarpe fradice
a chi ha parole cattive soltanto perchè
non ha saputo chiarire con sè
a chi supplica
e poi se ne dimentica
a chi non ha un segreto da sussurrare
ma una bugia da sciogliere
a chi non chiede perdono
ma lo avrà”


Benvenuto - Laura Pausini

 

 

Svegliarsi quella mattina è strano per Harry.

Prova un sentimento fortissimo che pensava di aver dimenticato nel tempo... è felice.

Con Draco tra le sue braccia che dorme, il respiro cadenzato e il volto rilassato.

I capelli biondi come il sole, o le stelle, che gli coprono il viso sbarazzini, c'è un sorriso leggero sulle sue labbra sottili e la sua pelle così bianca e morbida che a Harry non è mai sembrata tanto perfetta.
 

Il sole del primo mattino entra fastidioso dalle fessure della tapparella, illuminando quei vestiti sparsi in giro per la stanza, dimenticati come relitti di una notte di fuoco.


Harry e Draco si sono ritrovati.

Dopo tanto tempo.


Ci sono cose di cui dovranno parlare, lo sanno. Ne sono consapevoli.

Perché 11 anni non passano così, in una sola notte.

Ma sono sulla buona strada.

Harry inspira l'aria di quella camera satura di odori. Si sono scambiati l'anima, il corpo, la pelle, perfino le ossa... e anche qualche lacrima.

 

Passa la sua mano che gli sembra un po' troppo pesante per un corpo così esile, sulla spalla seguendo il tragitto del braccio, accarezzando con reverenza le lunghe dita da pianista e stringendole tra le sue. Perfette.

 

Gli occhi grigi si aprono improvvisamente e Harry può sentire il rumore del cuore che corre veloce, forse sorpreso.

“Harry” Esala Draco con voce ancora arrochita dal sonno.

“Sono qui” Gli assicura sussurrandogli nell'orecchio e Draco rabbrividisce ma immediatamente si tranquillizza.
Harry è con lui. Nello stesso letto, abbracciato a lui come se fosse la cosa più importante al mondo. Finalmente.

 

Sorride, stringendo la mano del moro tra la sua e appiattendosi di più contro il petto forte.

“Ti amo” Gli sussurra dolcemente chiudendo gli occhi.
Ha voglia di tornare nel mondo dei sogni insieme al suo Harry.


“Anche io Draco” Gli risponde sorridendo tra i suoi capelli prima di lasciarsi cullare ancora da qualche sogno dolce.

 

Ma c’è una routine da rispettare: i bambini si stanno per svegliare, Harry può sentire i pigolii di Albus dalla stanza in fondo al corridoio. Anche Draco li sente, si alzano e si vestono in fretta.

Draco se ne sta sotto lo stipite della porta osserva il corridoio con sguardo quasi smarrito, gli occhi incerti perché sa che una volta usciti da quella stanza il cambiamento sarà definitivo.

Harry lo guarda, sorride e sospira. Adesso tocca a lui.

Gli prende la mano, la stringe e lo guida fuori.

 

 

In pochi giorni è chiaro che vivere insieme, come coppia, è semplice per i due.

Perché si rendono conto immediatamente che loro due sono fatti per stare insieme.

Persino il piccolo Al e James hanno accettato immediatamente quel rapporto.

“Tanto Daniel non ci piaceva” Aveva borbottato James sorridendo mentre era intento a fare merenda. E Draco aveva sghignazzato a più non posso lanciando ad Harry occhiate dispettose e divertite.

“Bravo Jamie” Lo aveva lodato facendosi battere il cinque.

Ed Harry li aveva guardati, i suoi figli e Draco e aveva capito che non poteva fare scelta più giusta.

 

 

 

 

 

Draco e Harry sono seduti sulle altalene e guardano i bambini giocare poco distante, il parco giochi a quell'ora è praticamente deserto, il sole sta tramontando rilasciando l'ultimo calore della giornata e colorando il cielo di un delicato colore arancione...Draco è silenzioso, è stanco anche lui. Quella giornata è stata fenomenale.

Hanno passato l'intera mattina in giro per i negozi alla ricerca del regalo per il piccolo Fred, il figlio di Angelina e George, tutti insieme sono andati a comprare il gelato da Fortebraccio facendo a gara a chi lo finisse prima.
Si dondolano piano, persi chissà in quali pensieri... i piedi che affondano nella sabbia e il cigolio delle catene a fargli da spia; forse sono troppo pesanti per stare su quelle giostre babbane, ma nessuno dei due sembra curarsene molto.
Al e James si rincorrono felici, tra poco saranno così stanchi che si addormenteranno subito dopo cena, con le mani e il viso ancora sporchi del passato di verdure che nonna Molly ha preparato per loro quella mattina.

 

“Sono carini” Mormora Draco guardandoli assorto.
Ha un’espressione tenera e allo stesso tempo concentrata, come se stesse ammirando un quadro, un’opera d’arte.

Draco è stato silenzioso in quei giorni, silenzioso e sorridente.
Ha lasciato che fosse Harry a parlare, prima con i bambini, poi con gli adulti, alla Tana.

 

E le giornate erano state così piene e frenetiche di avvenimenti quasi come se scorressero come trasportate dalla corrente di un fiume.

Di notte nessuno dei due sembrava aver voglia di parlare: con le dita ridisegnavano l’uno il profilo dell’altro, lasciandosi pigri baci sulla pelle nel silenzio della notte.

Silenzio, sì avevano entrambi bisogno di quei silenzi che valevano più delle parole.
Respiri soffusi, e lievi mormorii...

 

C’è silenzio anche in quel momento, il vociare dei bambini sembra lontano anche se sono lì a pochi passi da loro e Harry prova improvvisamente una punta di imbarazzo e inadeguatezza, si guarda le punte delle scarpe mentre pensa, e vorrebbe dire così tante cose che non sa neppure da dove iniziare. Eppure solo una parola gli fiorisce dalle labbra.

 

“Mi dispiace…” Fa per cominciare ma, chissà perché, la voce gli esce talmente bassa che Draco avrebbe potuto fingere di non aver sentito.
Ma non è più tempo di giochetti e strategie e Draco lo guarda di traverso con un sorriso appena accennato annuendo appena.

“Mi domandavo quand’è che il tuo discutibile lato Grifondoro sarebbe uscito fuori” Lo interrompe il biondo cominciando a dondolarsi con più vigore.
Avanti e indietro.

 

Harry deglutisce, sarebbe stato tanto più facile lasciar cadere quel discorso, Draco gliene sta dando l'opportunità, eppure lui non vuole così e prima o poi certe cose vanno affrontate.

Anche se è difficile.

“Ascolta, io...” Mormora continuando a guardare quelle scie lasciate lente e sempre più profonde nella sabbia. Ride di se stesso. “Non so nemmeno da dove iniziare.” Sbuffa passandosi una mano sul volto.
 

Draco lo guarda con la coda dell'occhio e lascia che l'altalena scemi il suo dondolio veloce, non vuole aiutarlo, non è sicuro di avere voglia di affrontare quel discorso eppure con le mani stringe forte le catene fino a quando non è completamente fermo, per poi voltarsi deciso verso Harry.

“Dall'inizio Harry, incominciamo dall'inizio” Gli dice sicuro.

Harry smette di stropicciarsi il volto e lo guarda, trovando negli occhi tempestosi tutte le certezze e la forza di cui ha bisogno.

Si passa la lingua sulle labbra secche prendendo un ultimo respiro.


“Sono stato egoista e meschino Draco” Gli spiega deciso mentre si perde nella profondità di quello sguardo serio e improvvisamente Harry non vede più niente, solo il vuoto.
Vede oltre. Ricordi lontani...

“Non è stato facile quando ci siamo lasciati a Privet Drive, io sono stato male, ho bevuto, mi sono ubriacato così come mai avevo fatto in vita mia. Mi hanno quasi ucciso perché sono andato a letto con un altro ragazzo” Mormora tornando a guardare il volto di Draco che lo ascolta silenzioso e concentrato.
Sorride mesto. “Che stupido.” Aggiunge. “Volevo ferirti.” Spiega.

“Invece quando sono tornato e ti ho visto in quel ristorante con tuo figlio e tua moglie ed eri così bello ed eri stato mio, io...” Sussurra abbassando gli occhi verdi. “Ti ho odiato. Mi è caduto il mondo addosso.” Conclude.

“Harry...” Tenta di interromperlo il biondo, un groppo in gola. Vorrebbe fargli capire quanto ha in realtà sofferto anche lui.

“Lasciami finire Draco, ti prego. Ho bisogno di farti capire.” Lo prega con la voce leggermente rotta dai sentimenti.
“Io ti amo.” Gli ricorda prima di continuare quello che stava dicendo.

“Lo so” Gli assicura.

“Io non ho voluto sentire parlare di te in questi anni, ero così amareggiato e quando ti ho visto a scuola, ti giuro, ho provato con tutte le mie forze a non pensarti. E invece tu ti sei presentato a casa mia e io ero così felice e arrabbiato allo stesso tempo. Non potevo essere felice capisci? Non potevo amarti ancora.” Chiarisce mormorando. “E mi sono approfittato di te, volevo averti vicino e allo stesso tempo volevo tenerti lontano.” Cerca di fare ordine nelle idee... come può essere stato così stupido?
“Ho cominciato a frequentare Daniel, sono stato uno stronzo con lui, io…” Respira. “Lui era lì. Era il primo che mi è capitato ed era un bravo ragazzo.” Ammette mordicchiandosi le labbra “Stavo con lui e pensavo a te, volevo te e ti ho odiato per questo.” Concluse semplicemente, a volto basso.

 

Draco china la testa non guardandolo.“È stato difficile per te.” Mormora.

Harry annuisce piano, vorrebbe che Draco sapesse quanto sono stati lunghi quegli undici anni, vorrebbe che sapesse quante volte si è sentito morto dentro, quante volte ha provato a vivere una vita che non fosse la sua.
 

Harry lo guarda e lo vede: il viso abbassato sulle ginocchia coperto dai capelli biondi e un po' lunghi, le dita che stringono la catena dell’altalena, talmente forte che le nocche si sono arrossate.
Continua a guardarlo indeciso se alzarsi e prendere le mani bianche tra le sue e stringerle e baciarle. Ma Draco sembra combattuto in qualche pensiero.

 

“È stata tutta colpa mia” Ammette il biondo, la voce un po’ rotta. “Io non volevo, all’inizio avevo solo paura perché non credevo di potercela fare, ma avevo le pressioni di mio padre e … poi tu eri così dolce e perfetto e io non riuscivo a restare impassibile non sono riuscito a non innamorarmi di te anche se non potevo. Stavo bene con te e allo stesso tempo mi sentivo in colpa e poi dovevo tornare a casa dove c’era mio padre, non volevo ma Scorpius che stava per nascere e lui… lui era l’unica cosa bella che mi legava al Manor e che mi spingeva a tornare lì...io” Sospirò. “Ti ho amato davvero.” Ammise.


“È stato difficile anche per te.” Mormora Harry quando la voce di Draco si incrina pericolosamente.
Adesso lo sa, era stato facile convincere se stessi che Draco lo stesse prendendo in giro, naturale pensare solo al proprio dolore e odiarlo.

 

Draco annuisce mestamente. “Sono sopravvissuto.” Lo dice tentando di mascherare il dolore con la leggerezza eppure Harry può sentire l’amarezza della sua voce.
 

“Sei stato forte. Non deve essere stato facile.” Mormora. “In prigione e poi dopo…” Deglutisce. “Forse avrei p-potuto fare qualc- osa io...” Tentenna mentre le sue paure iniziano a salirgli per la gola. Avrebbe potuto fare davvero qualcosa per Draco Malfoy se non si fosse fatto logorare dal dolore?

“Harry” Lo interrompe il biondo deciso, guardandolo negli occhi. “Quel che potevi fare l'hai fatto e te ne sono grato. Ho pagato quello che c'era da pagare.” Lo convince, la voce ferma e lo sguardo serio.

Harry tenta con tutte le sue forze di non pensare al dolore, all'orrore che Draco ha vissuto in prigione. “Parlarne ti farebbe... io... ecco... vuoi parlarmene?” Gli chiede con estremo imbarazzo, non è mai stato bravo con certi discorsi. “Io ci sono Draco, per te. Ci sarò sempre.” Lo avvisa con dolcezza allungando una mano verso la sua, accarezzando il pallido pugno chiuso.


“No” Risponde stancamente. “Non oggi.” Conclude.

Harry stacca il pugno stretto dalla catena e stringe le dita tra le sue guardandole con reverenza. “Vorrei che non ci fossero più segreti tra noi.” Gli sussurra.

“Neanche io ma… oggi è stata una giornata fantastica” Gli sorride stringendo anche lui la sua mano tra quelle di Harry. “Guardali” Gli fa cenno verso i bambini che si rincorrono.

 

“Guaddate cosa ho trovato! Una rana! Guadda Jamie!” Sta urlando Albus mentre tiene le mani vicine e le guarda meravigliato.
“Non la voglio vedere! Stai lontano da me!” Gli grida in risposta il fratello maggiore.
I due adulti ridono piano, meravigliandosi della perfezione di quel momento.

“Io...” Incomincia Harry interrompendo quel silenzio rilassante. “Dovevo almeno scusarmi. Draco ascolta…”

Draco sbuffa ma sorride. “Uffa, Potter che noia!” Lo prende in giro. “Basta discorsi mielosi, o sarò costretto a cruciarti, mi stai facendo venire il diabete!” Lo sgrida sarcasticamente.
 

Poi Draco stacca la mano da quella di Harry riprendendo a stringere la catena fredda dell'altalena. Tira su i piedi evitando così di far attrito con la sabbia e si da una spinta per dondolare ancora più forte fino a far cigolare le vecchie catene di metallo arrugginite.

 

“Guarda che così si staccano” Lo avverte Harry guardando in alto mentre un sorriso dispettoso gli si dipinge sul viso.

Draco ride forte rilassandosi e chiudendo gli occhi. “Forse cadrai tu, pachiderma che non sei altro”

Harry lo segue a ruota e a sua volta mentre l’aria frizzantina gli entra nei polmoni.
Aria fresca e pulita.
“Ma davvero?” Lo stuzzica prendendo a dondolare sempre più forte, più in alto, sempre di più. Pregando tra sé e sé di non cadere.

 

 

Una volta, chissà come, uscì fuori in un discorso con Hermione, gli disse che un filosofo babbano dal nome impronunciabile, aveva paragonato la vita ad un pendolo.

In quel momento, in quel parco deserto della periferia londinese, con il sole calante, la brezza leggera, gli urli divertiti dei bambini in lontananza, il calore di Draco e la sua risata leggera, Harry Potter sentendosi un po' un filosofo, avrebbe paragonato la vita a quel giro di giostra.

All’altalena, che li porta sempre più su, ancora più su per poi farli scendere, e ancora li conduce in alto dandogli la sensazione di poter toccare il cielo e superarlo ad ogni spinta con la forza dei muscoli delle gambe mentre sale l'eccitazione della sfida e il divertimento e la leggerezza e... qualcos'altro... gli riempie il cuore, mente i raggi dell’ultimo sole colpiscono i capelli dell’uomo che ama.

Risplendeva. Sarebbero stati felici. Ora ne è sicuro.


 

 

La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.
Arthur Schopenhauer

continua...
  
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