Salve!
Quarto giorno di scuola … Italiano, Greco, Matematica
…
Non è possibile che sia solo il QUARTO giorno…
sono così stanca.
Sono giunta alla conclusione che, chiaramente, ho bisogno di una
vacanza.
Lunga, possibilmente XD
Cmnq, dedico questo capitolo a due persone:
a Cristina mando un grande abbraccio mentre a Rave, che compie oggi 17
anni,
faccio tanti auguri!!! Ho postato apposta oggi per farti un regalo!
Spero ti
faccia piacere!
Sono davvero felicissima. Il numero di persone che hanno aggiunto la
mia storia
ai pref è salito a 180!!!!! GRAZIE!!!!
Allora, due parole riguardo questo cap:
Non preoccupatevi… per un paio di capitoli succederanno
delle cose un po’
strane ma abbiate fede e vedrete che tutto
s’intersecherà alla perfezione! Non
spaventatevi!!! Spero vi piaccia anche se è solo di
passaggio! Un bacio a
tutte!!!
chichetta99
Vero
che è dolce la piccola mocciosa???? O forse, è
meglio dire che lo è suo padre
XD Spero che anche questo cap ti piaccia!
Wind
Ehi!
Non vale! Così mi togli tutto il gusto! Sei riuscita a
svelare i miei loschi
piani! Però, Edward è un padre dolcissimo, ma io
preferirei averlo come marito!
PenPen
Grazie
per tutti i favori che mi fai! Spero che questo cap ti piaccia. Per
Jake &
co. Non preoccuparti! So essere buona, a volte XD
lilly95lilly
Grazie! Alec? Alec? Ehm… non posso dire niente, ma
sarà fondamentale da qui in
poi!
Fin
Fish Quando
scrivevo la scena del piano, gongolavo pure io!!! Grazie!!!
Giulls
My
dear! Grazie per il commy!!! Lungooo!!! Che bello!!!
Hanairoh
Sì
Sì, ho postato! Spero ti abbia fatto felice il cap in cui
quel maiale di Aro
muore!!! Però, sai una cosa? Una volta dicesti che avresti
commentato sempre!
(persino a ferragosto XD) però, la volta scorsa non lo hai
fatto!!! Hai tradito
la tua parola!!! PS: non preoccuparti, ti sto solo prendendo in giro.
Volevo anzi
cogliere l’occasione per ringraziarti delle tue sempre
bellissime recensioni!!!
Grazie!
_Natsuki_
Dell’incubo
di Bella, ne riparliamo più avanti, tra un 4 o 5 cap
(ovvero, alla fine della
storia) Ecco a te il nuovo capitolo! Posso farti una domanda?
Come stai?
A inizio estate mi avevi parlato di un problema di salute…
spero tu stia bene.
giulia9_91
A
Volterra sono sull’orlo di una crisi politica. Ma cosa
succederà a Gibson, dove
sono i nostri (poveri) sposini? Cosa accadrà loro? E Alice e
Jasper? Spero di
non deluderti!
AngelOfLove
Farò
del mio meglio per aggiornare in fretta! E mi raccomando, pensa al
futuro!!! Ai
ragazzi dell’università!
Rowen_Cullen
Sono
contenta che quel punto ti sia piaciuto! È uno dei miei
preferiti!
MizzCamilla
Noooo, stai tranquilla!!!!! Non preoccuparti!!!
FeFeRoNzA
Ti
prometto che, nonostante tutte le disgrazie che stanno per capitare, ci
sarà
una specie di lieto fine!!! Giurin giuretta!
carlottina
Che
bello, mi mancavano le tue rec! In un mese, effettivamente sn successe
… un po’
di cose! Ed ora che però Aro è morto, cosa
succederà? Chi lo sa? Io no di certo
XD
Rakiy
Oddio!
Che bella rec!!! Mi hai fatto sentire così …
emozionata! Sono così felice che
la storia ti piaccia così tanto! Io, man mano che la scrivo,
mi ci sto
affezionando sempre di più! Come farò a farla
finire, ora che le voglio così
bene? Fortuna che ne ho già pronta un’altra! Spero
che seguirai anche quella…
il titolo è già pronto: Once upon a time, in
Forks … e sarà molto diversa da
questa. Credo che scorreranno lacrime!
Deimos
Vote
for Alec! He is the best. Alec rules XD Lo adoro pure io! E si vede,
no? XD un
bacione, e salutami la giò! Ps: kai phobos!
elisaterra
Ahhh
!!! No ti prego!!! Basta compiti!!! Non ce la faccio più!!!
Dai che scoprirai
presto cosa succede!
Helen
Cullen Sadica
mi sa che lo sono sempre stata … ma cosa starà
succedendo? E poi, povero
palazzo… con tutte le sue ricchezze, ora è
ridotto ad un cumulo di cenere.
Certo che però, insieme a quella cenere,
c’è anche Aro XD gioiamo tutte!!!
LaPiccolaPrincess
Sai,
ho fatto una ricerca!!! Sono totalmente PAZZA lo so, ma quando faccio
le cose,
lo faccio per bene. Il dipinto e tutto il resto …
è tutto lì per davvero.XD
ECILY
Tu
mi vizi con tutti questi bellissimi complimenti!!! Un abbraccio enorme
anche a
te!!!
Girasole94Grazie!
Quanto vorrei Edward come padre di un mio eventuale figlio!!!
Perché se come
papà è adorabile, come marito
……… basta se no il rating diventa
rosso!!!
Noemi91
Mi
spiace deludere la tua speranza… per famiglia felice dovrai
aspettare ancora un
po’, ma come promesso, ci sarà una specie di happy
ending! La tua idea riguardo
ad Edward è un po’ prematura, ma non preoccuparti.
Ho in mente una cosa carina
proprio riguardo quell’aspetto della vita di coppia!!! E per
Rose, avrai modo
di rivalutarla ancora!!!
momob
Ci
stavo pensando, ma prima, finisco ciò che ho in cantiere XD
Spero li da te
tutto ok! Un bacio!!!
novilunioIn
quel modo, effettivamente, è più comodo XD Eh
sì, tutto in fiamme … povero
palazzotto carino XD!
francy94
Ecco
qui gi imprevisti!!! Grazie per la pazienza XD
Krisma
Ehm,
allora, per farla breve … no, non credo si possa rendere
breve tutto questo …
28 cap… Diciamo che Alec, per salvare Bella, ha fatto
uccidere i due (Aro e
Demetri) che avrebbero potuto costituire un rischio per la vita di lei
XD
BellaSwan87
URCA!!!
Che recensione lungaaa(le adoro!!!) e splendida!!! Per il rapporto di
Bella ed
Edward, non preoccuparti. Appena avranno un po’ di tempo per
stare insieme, si
spiegheranno e tutto tornerà a posto!!! Grazie
ancora per la tua
meravigliosa rec! Spero tutto bene lì da te… Ciao
e a presto!
Bella’s POV
Sentivo le voci degli altri, giù in sala.
Arretrai di alcuni passi, incerta sul da farsi. Nel
silenzio in cui mi ritrovai, Elizabeth si agitò nel sonno ed
io andai da lei. Le
accarezzai la schiena e la pancia e lei stropicciò le
manine.
Involontariamente, le sorrisi. Nonostante la tensione, lei riusciva
sempre a
tranquillizzarmi.
< Bella? > Sobbalzai.
Edward fu subito al mio
fianco. La sua mano accarezzava il corpo della bambina da sopra le
coperte.
Nella sua culla riscaldata, Elizabeth vagì.
< Bella, tutto bene? Non
volevo spaventarti, scusa.
> Scossi la testa e lui mi baciò per un secondo per
poi prendermi per mano.
< La bambina dorme. Se ci fossero problemi, la sentiremmo. Vieni
… > e mi
condusse al piano inferiore. Tutti erano seduti sulle poltrone o sul
divano in
posizioni che parevano naturali. Esme teneva le gambe accavallate
mentre
Carlisle stava consultando uno stradario del Canada.
Proprio mentre mi stavo accomodando in salotto accanto
a mio suocero, Emmett, che fingeva di essere rilassato, si
alzò di colpo mentre
Rose, che sedeva accanto ad Esme, si sistemò nervosamente i
capelli dietro
l’orecchio. Carlisle ed Esme si scambiarono
un’occhiata fugace ma densa di
significato. Edward seguì Emmett alla porta. Feci anche io
per alzarmi ma
Carlisle mi mise una mano sul ginocchio e mi sorrise. Poi, lontano,
sentii il
rombo di un motore.
Carlisle appoggiò la sua mano gelida sulle mie e mi
accorsi di averle chiuse in una stretta stritolatrice.
Il suono del motore cessò e tornò il silenzio.
Neanche
un minuto dopo, la porta dell’ingresso si aprì.
Sentii il tonfo quando la
chiusero. Edward poneva delle domande ma non riceveva risposta, per lo
meno non
a voce. Probabilmente, gli altri le pensavano. Poco dopo
però, Alice cominciò a
rispondergli. Il suo tono irritato. Io comunque, non riuscivo a
distinguere le loro
parole. Dopo qualche altro minuto, sentii Edward sospirare rassegnato e
dire
con uno strano tono di voce: < Prego, di qua. >
Entrò prima Jasper,
seguito da Alice ed Emmett.
Mia sorella si avvicinò
a me e mi abbracciò stretta.
All’orecchio mi sussurrò: < Sta tranquilla.
Non dire niente a meno che non
te lo diciamo noi. > e poi si sedette al mio fianco. Si sporse
per fissare Carlisle
ed annuirgli.
Interdetta, la fissai e poi mi accorsi di chi stava
sulla soglia, davanti ad Edward, i cui occhi lampeggiavano.
< Alec! > boccheggiai. Lui non mi rispose,
limitandosi ad annuire.
< Come stai, Bella? Ti vedo decisamente meglio
dell’ultima volta … > e tentò di
sorridermi. Un ringhio basso e minaccioso
sfuggì dai denti serrati di Edward tanto che
Alec si voltò leggermente e lo
fissò per un istante. Era nervoso. Lo percepivo.
< Io sto bene. Grazie. >
< Ne sono molto … contento. Sai, ho avuto molta
paura per te. >
Edward gli mise una mano sulla
spalla trattenendolo ed
impedendogli di avvicinarsi a me.
Esme lo guardò e poi
Edward lasciò la presa. Alec
sospirò rasserenato ed Alice gli fece segno di avvicinarsi.
Lui obbedì e poi si
chinò su di me. Sorprendendo tutti,mi prese le mani e le
baciò e poi mi strinse
in un abbracciò carico di sollievo. Io, ancora seduta sul
divano, arrossii e
notai Edward fissarlo con sguardo omicida. Un altro ringhio sordo
aleggiò
nell’aria.
All’orecchio mi sussurrò: < Come sono
felice di
vedere che sei salva. Non ero certo che fossi riuscita a fuggire. Ti
abbiamo
cercata a lungo a Volterra. Ma tu ci hai messo tutti nel sacco.
>
E poi si allontanò da me quel tanto che gli serviva
per osservarmi meglio.
Le sue dita corsero sotto i miei occhi, lungo le mie
occhiaia. < Non riesci ancora a dormire bene? >
< Ha dei problemi di sonno. Capita quando ti
rapiscono all’improvviso e ti rinchiudono per due mesi in un
sotterraneo
dall’altra parte del mondo, lontana da tutto e da tutti,
separata dalla propria
famiglia e dai propri cari, sapendo che ti vogliono violentare.
> gli disse
Edward irato.
Rabbrividii ed abbassai lo sguardo. Osai però dire:
< Edward, smettila. Alec è mio amico. >
Sentii il suo sguardo irato su di me ma non ebbi il
coraggio di guardarlo negli occhi.
< Edward, ha ragione … lascialo in pace. Alec ha
corso molti rischi per Bella, per proteggerla dai pericoli …
> ma Edward non
lasciò finire: < E che bisogno c’era di
esporla anche a questo? Andare a
Forks? Cosa sperava, di trovarci lì? E poi tu? Cosa ti salta
in mente di
portarlo qui? > < Edward, ti ho già spiegato
cosa ho visto. Te lo ho
mostrato … > < Forse, se non avessi agito
così avventatamente, se ne
avessimo discusso insieme, non sarebbe accaduto ciò che
vedi. Forse avremmo
potuto evitarlo. > Edward, che si era avvicinato,
alzò il braccio verso
Alice che si coprì il capo con il suo, chiudendo gli occhi.
Jasper ringhiò ed
Emmett afferrò il polso di mio marito.
< Edward! > gli gridai io. Non potevo accettare
che trattasse a quel modo Alice.
Lui si voltò e mi fissò negli occhi per un
istante.
Vedevo la rabbia ardere nell’oro.
< Tu sta zitta. >
A quella frase scoppiai.
< Come ti permetti? > gli gridai irata,
alzandomi in piedi. Alec si scansò ma Alice mi
afferrò per il polso e,
obbligandomi a sedermi di nuovo, mi accarezzò il braccio.
Edward si voltò dandomi le spalle. In quel momento,
Rose e Carlisle si girarono verso le scale.
Un attimo dopo, il pianto disperato
di Elizabeth
richiamò la mia attenzione. Alec sobbalzò ed io
mi alzai velocemente, seguita
da Carlisle. Andammo in silenzio in camera mia ed io mi affrettai alla
culla.
Presi Elizabeth e me la strinsi al petto. Mi sedetti sul letto e
guardai
Carlisle.
Mi alzai la maglietta e mi slacciai il reggiseno ma
non ne voleva sapere di poppare.
< Ha mangiato da poco … non credo abbia fame. >
Mi rivestii e poi guardai Carlisle: < E non devo
neanche cambiarla … > Aggiunsi controllando il
pannolino, troppo grande per
lei, ancora così piccola.
Lui ci fissava. Lentamente, prese la bambina e
l’adagiò sul letto, al mio fianco. Con mani
esperte la controllo. Le tasto la
pancia e lei pianse più forte. Io, preoccupatissima, mi
chinai verso di lei e
le accarezzai la testolina. Il suo pianto mi stava facendo stare male.
Alzai lo sguardo e chiesi: < Che cos’ha? > e la
mia voce tremava.
< Non preoccuparti, ha solo il mal di pancia. È
normale. Adesso vado a prenderle qualcosa da diluire nel latte.
>
Le accarezzò la testa e con voce normale disse: <
Rose, scaldale del latte … >
Io mi sfiorai il seno e lui mi sorrise: < Sarebbe
difficile in quel modo. Non preoccuparti, ne abbiamo ancora da parte.
Poi al
massimo, te ne faremo conservare ancora. >
Avvolse mia figlia nella coperta e me la porse. Io la
strinsi al mio petto cullandola dolcemente. Sulla soglia, mi disse:
< Non
essere adirata con Edward. Lui vuole solo tenerti al sicuro.
È letteralmente
terrorizzato che possa accadere qualcosa a te o alla bambina
… >
L’attimo dopo, era già sparito. Mi muovevo avanti
ed
indietro per la stanza, cullando mia figlia e cercando di farla stare
buona. Le
facevo anche dei massaggi alla pancia ma lei non faceva altro che
lamentarsi.
Alla fine, esasperata, la implorai: < Ti prego, smetti di
piangere! Su, per
favore! Stai calma … >
Finalmente arrivò
Carlisle con un biberon in mano,
seguito da Edward il cui volto, se possibile, era persino
più livido del
solito. Mio suocero mi prese la bimba e le fece bere il latte. Sebbene
lei
inizialmente non volesse saperne, alla fine lui riuscì ad
infilarle la
tettarella del biberon tra le gengive. Il suo pianto si
placò.
Io, di proposito, avevo cercato di evitare di guardare
Edward ma lui, all’improvviso, venne dietro di me e mi
abbracciò stretta. <
Bella … > Il dolore della sua voce mi
portò a voltare il capo e a fissarlo
negli occhi. Quando lo feci, lui mi baciò con labbra
tormentate. Gli appoggiai
la mano sulla guancia gelida e lui la prese fra le sue. Quando si
separò da me
per permettermi di respirare, gli domandai cauta: < Che
c’è, Edward? >
< Bella, ti prego, non avermene… Cerca di capirmi.
>
Sospirai e cercai di racimolare la calma. < Va
bene. Dimmi. >
< Dovremo cercare di fare estrema attenzione. >
sciolse l’abbraccio e mi afferrò per le spalle.
Con il pollice, accarezzò il profilo delle mie labbra
e poi mi disse: < Alice ha portato qui Alec perché lo
aveva visto
aspettarci. Stava per entrare in contatto con Charlie, per poter sapere
qualcosa di te. Per fortuna che siamo riusciti a raggiungerlo prima.
Alice lo
ha incontrato nei boschi dell’Olimpya National Park.
Fortunatamente, Alec ha
avuto l’accortezza di non scendere all’aeroporto di
Siattle. Il suo aereo è
atterrato a Medford e da lì ha percorso la strada a piedi.
Correndo. >
< E ora? > Domandai cercando di decifrare
l’espressione strana dipinta sul volto di Edward.
< Bella. È venuto per avvisarci. Aro non ha fatto
in tempo ad avvisare le sue guardie. Lui era l’unico a
conoscenza del suo
piano. Però, Caius manderà un piccolo gruppo a
cercarti. >
A quel punto, cominciai a tremare.
< No, sta calma …
Gli altri torneranno a Forks.
Diremo che sei già stata trasformata ma che, essendo una
neonata, sei …
instabile… che per evitare che commettessi errori di cui
avresti potuto
pentirti, ti abbiamo portata in un luogo lontano dalle tentazioni.
>
Sentivo i miei denti battere e il mio corpo
sussultare.
< Bella, non potranno mettere in dubbio questa
storia. Lo sanno che i primi tempi sono difficoltosi per tutti. Per chi
segue
una dieta come la nostra inoltre, è tutto più
complesso. >
< E io resterò qui? >
Mi accarezzò e poi mi rispose: < Bella, sarebbe
troppo rischioso. Dovremo cercare un altro luogo in cui nasconderti
…
temporaneamente. >
< Cosa? >
< Bella, è necessario. Sarà per breve
tempo. Ed
Esme ed Emmett, insieme a Rose, verranno con te.
Sarai al sicuro, sta tranquilla. Ci rivedremo
prestissimo. >
< Ma perché? Perché non puoi venire anche
tu con
noi? Lì resteranno Alice e Jasper, e anche Carlisle
… Perché tu non vieni con
me? >
Mi poggiò un dito sulle labbra, per impedirmi di proseguire
e poi mi sussurrò:
< Ho bisogno di stare vicino a coloro che ci cercheranno. Devo
poter
conoscere i loro pensieri. Per lo stesso motivo Alice deve restare con
noi. Se
vedesse qualcosa di … grave o strano … se ti
vedesse in pericolo, potremmo
agire per tempo. Ti assicuro, la sicurezza tua e della piccola sono la
nostra
sola preoccupazione. Tu e gli altri andrete in un luogo che nemmeno io
conosco.
In questo modo, anche volendo, non potrei rivelarlo loro. Ma comunque,
Alice
dice che si accontenteranno di sapere che sei “in
isolamento” a causa della
recente trasformazione. >
Sentivo le ginocchia cedermi ed
Edward mi accompagnò
al letto.
< Quando verranno? >
chiesi con voce flebile
mentre lui mi scostava i capelli dalla fronte.
< Abbiamo ancora due giorni prima che raggiungano
Forks. Dobbiamo partire questa sera. Dovremo fare in modo di non
lasciare
tracce. Non devono poter risalire a questo posto. Alice dice che
pioverà per
circa una settimana. L’odore non farà neanche in
tempo ad attecchire. Tu invece
partirai domani mattina. È tutto pronto …
è tutto a posto. >
< Ed Alec? >
< Verrà con voi. Se dovessero trovarvi, cosa che
non accadrà, lui è l’unico che potrebbe
convincerli a lasciarti andare. >e
così dicendo mi accarezzò le spalle.
Vidi Carlisle appoggiare il biberon sul comodino
tenendo la bambina sempre in braccio. Elizabeth era tranquilla e
silenziosa. Si
stava addormentando. < Era solo un po’ di mal di
pancia. > Mi sussurrò
mio suocero sorridendomi. Edward si spostò verso di lui che
gli diede la
bambina.
Mio marito la strinse per un secondo e le baciò la
pelle bianchissima. La posò nella culla con estrema
delicatezza e l’accarezzò
mentre le rimboccava le coperte. Non avevamo ancora avuto modo di
utilizzare la
culla regalataci da Emmett. Sentii una stretta allo stomaco quando
pensai alla
cameretta della bambina. Speravo con tutto il cuore che la separazione
fosse
molto breve.
Subito dopo, mi venne vicino e mi chiese: < Ormai è
ora di cena … Hai fame? >
Scossi la testa affondando il volto nel cuscino.
< Bella … > La sua voce improvvisamente
incerta
mi sorprese.
< Sì? > domandai riaffiorando dalle coperte.
< Bella, senti… devo chiederti di fare una cosa non
piacevole ma necessaria. > Sentii un groppo in gola ma
tentai di reprimerlo
e sussurrai: < Dimmi. Non preoccuparti. >
Mi prese il braccio sinistro e sollevo la manica. Io,
confusa, lo lasciai fare. Sapeva quanto io odiassi quelle cicatrici
violacee ma
non pareva curarsene. Le baciò con delicatezza e poi
passò le sue labbra sulle
mie. < Bella, dobbiamo macchiare di sangue questo
… > e mi mostrò una mia
maglietta. L’avevo indossata il giorno prima e aveva ancora
addosso il mio
odore.
< Dobbiamo far credere loro di averti morsa. Ti
taglierò e succhierò un po’ del tuo
sangue, di modo che si mescoli con il mio
veleno. In questo modo, non potranno dubitare. Non preoccuparti, non ti
morderò
… > ed accennò un sorriso. Evidentemente
aveva letto l’espressione
terrorizzata sul mio volto. Avvicinò le sue labbra al mio
orecchio e, sebbene
io istintivamente mi fossi ritratta, lui ne baciò il lobo.
Sussurrò: < Non proverai dolore. Non te ne accorgerai
nemmeno … Te lo giuro. Mi dispiace farti del male ma
è necessario.> Sembrava come se mi stesse
facendo un torto. La sua voce era malferma.
Annuii e poi lui appoggiò gentile il mio braccio sulla
maglietta che aveva portato.
< Guardami negli occhi … > mi
bisbigliò a due
centimetri dal mio naso. Sentivo il suo profumo … e
nient’altro oltre a lui
ebbe altro senso. Mi accorsi di Carlisle che si era avvicinato ma non
volli
guardare l’oggetto luccicante tra le sue mani. Fissai invece
le mie gambe e mi
accorsi di tremare leggermente. La mano fredda e sicura di Edward mi
afferrò
gentilmente il mento e mi costrinse ad alzare lo sguardo: <
Guardami… > e
così feci.
Carlisle passò un
po’ di cotone imbevuto di
disinfettante sulla mia pelle.
Qualcosa di freddo fu appoggiato sul mio avambraccio.
Con delicatezza, qualcuno esercitò una discreta pressione e
sentii un bruciore
acuto. Chiusi gli occhi ed Edward mi strinse la mano destra. Dopo
qualche
secondo, mi alzò il braccio sinistro oltre la testa, di modo
che fosse
perpendicolare. Senza che capissi realmente cosa stesse accadendo,
percepii le sue
labbra seguire la scia calda lasciata sulla mia pelle dal sangue. La
percorse
fino ad arrivare alla fonte. Succhiò per qualche istante.
Bruciava da morire.
Si era portato la maglietta, già sporca del mio sangue sotto
il mento. Aprii
gli occhi e vidi i suoi. Erano chiusi. Pareva
concentratissimo… come se si
stesse sforzando terribilmente per non uccidermi. Vidi anche i rivoli
rossi
colare dal suo collo sulla stoffa. Il mio sangue e il suo veleno.
Continuò a
succhiare senza però lasciare che anche una minima parte del
veleno
s’insinuasse nel mio corpo.
Quando lasciò la presa, portò la
maglietta alla bocca e vidi la macchia rossa,
già grande, espandersi ulteriormente mentre Edward
sospirava. Aprì gli occhi ed
erano nerissimi. Si pulì la bocca mentre Carlisle
disinfettava accuratamente il
mio braccio. < Scusa se non ti abbiamo dato niente per il
dolore, ma non
volevamo che alterasse l’odore. > si scusò
Carlisle. non guardai quando mi
fece l’iniezione e quando mi diede i punti. Edward era andato
in bagno a sciacquarsi
la bocca e a respirare aria fredda. Mio suocero mi medicò e
mi diede tre punti.
< Tanto per star sicuri che non si riapra … >
mi aveva detto mentre mi
ricuciva. Quando mi ebbe stretto l’avambraccio in una
fasciatura abbastanza
stretta, mi accarezzò il capo e mi abbracciò. Mi
porse un bicchiere e mi disse: questo te lo ho preparato io,
servirà a farti
riacquistare le forze... non avrà un buon sapore, ma non ho
avuto il tempo di
prepararti qualcosa di meglio... >e mi sorrise. Il mio sorriso
di risposta
fu un po’ spento ma lui non ci diede peso. Lo ringraziai e
poi appoggiai il
bicchiere alle labbra. Annusai il liquido dall’aspetto poco
invitante. L'odore
era terribile e storsi il naso ma, senza dire niente, l'inghiotti... il
sapore
era anche peggio. Quando non era rimasto che un residuo denso sul fondo
Carlisle
mi porse dell'acqua che bevvi tutta d'un fiato. < Non voglio
neanche sapere
cosa c'è dentro ... > dissi schifata quando la mia
bocca ebbe un sapore
quasi accettabile
<
Meglio che tu non lo sappia... ma
comunque > aggiunse vedendo la mia faccia < Nessuno
è morto per permettermi
di preparartela... > e trattenne un sorriso. Mi baciò
la fronte e mi
accarezzò la spalla. Mi stava salutando. Poco dopo,
vennero anche Alice e
Jasper. Entrambi mi strinsero tra le braccia. < Ci vediamo
presto … e non
preoccuparti. > mi fece Alice prima di uscire. Il taglio non lo
sentivo
neanche più…
Mi infilai di nuovo sotto le
coperte e cercai di
rilassarmi. O per lo meno di riacquistare un po’ di calma. A
pancia in giù,
lavoravo sul mio respiro affrettato. Sentii Edward entrare ma non mi
volsi
verso di lui. Si sedette vicino a me e mi scostò le coperte
dal corpo.
Sentivo le sue mani gelate massaggiare la mia schiena,
giocare con i miei capelli. Percepii le sue labbra ghiacciate farsi
strada sul
mio collo. Con un movimento fulmineo delle mani, mi obbligò
a voltarmi. Mi
ritrovai a fissare il soffitto di legno. I miei occhi erano gonfi ma
ormai non
avevo più lacrime da versare. Edward si sdraiò al
mio fianco e mi cinse in un
abbracciò dolce ed avvolgente. < Resterò
con te finché non ti sarai
addormentata. > E mi baciò le palpebre.
< Non voglio separarmi da te... > Gli sussurrai. La mia
voce
tremò.
< Sht sht ... non fare così … ci sentiremo
per
telefono. E ci rivedremo prestissimo. >
Posò le sue labbra sulla mia bocca per impedirmi di
ribattere. Le sue si muovevano lentamente, caute. Io invece, dentro di
me,
sentivo una nuova urgenza … un bisogno. Il bisogno di
sentirlo vicino a me. Di
sentire il suo corpo sul mio. Avevo la necessità di sentire
la sua pelle
ghiacciata sulla mia, bollente.
Con le mani mi aggrappai alla sua camicia, stringendo
le mie braccia intorno alla sua schiena. I suoi polpastrelli
tracciavano delle
spirali sulla pelle della mia pancia, sotto la mia maglietta. Il suo
profumo mi
stava tranquillizzando ma allo stesso tempo mi faceva capire che, senza
di lui,
sarei stata molto peggio. Il mio cuore, al solo pensiero,
cominciò a battere
più velocemente. La sua mano vi si posò sopra con
gentilezza.
Le sue carezze si fecero sempre più delicate man mano
che il mondo intorno a me si sfocava, inghiottito lentamente
dall’oscurità che
stava scivolando silenziosa intorno a noi. Sentivo la sua mano fredda
sulla
fasciatura… mi aiutava a tenere lontano il dolore.
L’effetto
dell’antidolorifico stava svanendo. Carlisle me ne aveva
somministrato
pochissimo. Sapevo che finché allattavo non potevo
esagerare. Anzi, ero stupita
che Edward gli avesse permesso di darmi l’antidolorifico
… pensavo che la
bambina avesse la priorità rispetto ad un sopportabilissimo
dolorino al
braccio.
Quando ancora ero cosciente, sentii la sua voce vicino
al mio orecchio: < Ti amo. >
Tra le sue braccia, fu semplice
addormentarmi.
Il trauma fu al risveglio. Allungai
il braccio lungo
le coperte ma Edward non c’era. Quando ricordai la serata
precedente, strinsi
il lenzuolo nervosamente prima di aprire gli occhi. Non volevo vedere
l’assenza
di Edward. Non ancora.
<
Bella, sei
sveglia? alzati. >
Senza realmente volerlo, mi voltai verso di Esme e
notai il modo in cui stava tenendo Elizabeth. Come se fosse un oggetto
prezioso. La guardava adorante. Portandomi a sedere, osservai
l’ora e vidi che
erano le circa le sei e mezza. Il sole filtrava dalla finestra. Le
tende erano
aperte.
< Ha già mangiato? > ed indicai mia figlia con
il capo.
< Questa notte, ma credo che abbia ancora fame.
Carlisle l’ha controllata prima di partire. Mi ha dato tutto
quello che le
serve, se dovesse sentirsi di nuovo male. Mi ha spiegato tutto con
cura. Quindi
non dovrai preoccuparti. > e mi sorrise, porgendomi Elizabeth la
quale, non
appena mi fui sollevata la maglietta, si avvinghiò a me. Le
sue gengive strette
intorno alla mia pelle dolente.
Appoggiata ai cuscini e con la bambina stretta al
petto, domandai: < Quando partiamo? >
< Fra tre ore circa. Quando sarai pronta. > e
poi mi strinse la mano. Io e Rose facemmo il bagno alla bambina e poi,
mentre
lei l’asciugava e la preparava, io mi presi una decina di
minuti per me. Sotto
il gettito caldo della doccia, lasciai i miei muscoli distendersi.
Sentivo già
la mancanza di Edward. Senza pensarci, aprii l’acqua fredda e
lasciai che il
mio corpo venisse percorso dai gettiti ghiacciati. Tremavo per il
freddo. Esme
bussò contro il vetro. < Bella, tesoro, prenderai una polmonite se
non esci. E non
voglio assolutamente venir uccisa da Edward per questo. >
Spensi l’acqua fredda e aprii lo sportello. Il mio
accappatoio mi aspettava, caldo ed invitante.
Mi vestii e poi feci una colazione estremamente
abbondante. Il tutto con una lentezza esasperante, persino per dei
vampiri.
Emmett mi fissava spazientito mentre sezionavo le mie uova.
< Bella, capiamo che tu non voglia andare, ma
torneremo presto. > mi rassicurò Esme, materna,
posando la sua mano sulla
mia.
< Lo ha visto, Alice? >
< Non ancora. È troppo presto. Però io me
lo sento.
> E mi sorrise serena.
Rosalie aveva appena finito di
impacchettare le ultime
cose di Elizabeth e ora la teneva tra le braccia, addormentata. Le
poggiò un
dito sulla punta del naso e poi le sussurrò: <
Avresti dovuto nascere fra
due settimane, piccola bestiolina … > e poi le
baciò la fronte. Si voltò
verso di me e mi disse: < fra un’ora e dodici minuti,
compie una settimana
> e mi sorrise tutta gongolante coccolando mia figlia. Poi fu
Emmett a
parlare: < Bene Bella, se hai finito, dovremmo andare. >
Annuii e mi infilai una giacca leggera. Era Maggio ma
c’era un leggero venticello.
L’auto, enorme, era già nel vialetto. Salii in
macchina tra Esme e Rose, che teneva Elizabeth, addormentata
candidamente e
tutta infagottata. Davanti Emmett guidava mentre Alec, che vedevo per
la prima
volta quella mattina, stava seduto al posto del passeggero. I miei
bagagli e
quelli, molti meno, degli altri, erano ordinatamente sistemati
nell’ampio
bagagliaio. Salutai Alec ma lui, con una strana espressione sul volto,
mi
ignorò e fissò fuori dal finestrino. Ferita, mi
guardai le mani. Rose mi
appoggiò le dita sulla guancia e mi sussurrò
all’orecchio: < Edward gli ha
proibito di rivolgerti la parola. > Sospirai.
Quando ormai la casa stava per
sparire oltre il bosco,
mi voltai per osservarla un’ultima volta. Non sapevo quando
sarei tornata.
Sentii le lacrime scendere copiose dalle mie guance ma non me ne curai.
Esme,
mi abbracciò stretta.
In quel momento, la casetta
svanì, inghiottita dagli
alberi.