Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: FairyQueen78    08/08/2014    10 recensioni
Secondo voi potevo risparmiarvi l'ennesima FF-sequel di Inuyasha? Ovviamente no! :-P
In tanti prima di me hanno detto la loro e io non potevo essere da meno! ;-)
Si fa presto a dire “E vissero tutti felici e contenti”, ma che succede in realtà dopo la parola FINE di una storia. Ciò che sulla carta è una fine, nella vita reale è un nuovo inizio e allora perché non provare a dare una sbirciatina in quello che ci è stato presentato come “il futuro” dei nostri personaggi preferiti? Sarà davvero tutto rose e fiori?! Felici e contenti per tutta l'eternità?! O dietro l'angolo li aspetterà qualche nuova avventura?!
Mettetevi comodi perché, vi avviso, non sarà una storia breve! Questa volta ho proprio voglia di fare le cose con calma. Spero di non annoiarvi troppo. ^_^
RATING ARANCIONE a partire dal capitolo 12.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando tutti i capi famiglia ebbero lasciato la sala, Inuyasha piombò addosso al vecchio Totosai.

- Allora cos'è questa storia, vecchiaccio?! Parla o io... - gridò

- No, Inuyasha! Non qui! - lo interruppe Sesshomaru – Andiamo nelle mie stanze, lì nessuno ci disturberà. -


 

La stanza di Sesshomaru dava anch'essa su un giardino interno; inondata dal sole che irrompeva dalle numerose porte scorrevoli spalancate. Era, ovviamente, molto più ampia di quella di Inuyasha e Kagome ed era composta da più locali separati da pannelli scorrevoli in carta di riso riccamente decorati. Si sistemarono nella stanza più ampia, seduti su dei cuscini, i Komainu servirono loro del tè che Inuyasha non degnò nemmeno di uno sguardo, l'unica cosa che gli interessava in quel momento era scoprire il significato delle parole del vecchio spadaio:

- Allora, Totosai, è veramente possibile riportare in vita nostro padre? - chiese impaziente, nonostante, rispetto a poco prima, avesse decisamente riacquistato la calma.

- Naturalmente! - rispose quasi indignato il vecchio demone – Per chi mi hai preso, ragazzo?! Non è mia abitudine inventare storie. -

- Parla, Totosai! - lo incalzò Sesshomaru – Cosa dovremmo fare? Perché c'è bisogno di entrambe le spade? -

- Posso parlare liberamente, Sesshomaru? - chiese il vecchio a cui non era sfuggito l'atteggiamento del giovane Demone Cane: era evidente che a Sesshomaru non facesse piacere svelare pubblicamente i segreti della sua Tenseiga.

Sesshomaru lanciò una rapida occhiata a Inuyasha e Kagome, seduti l'uno di fianco all'altra preoccuparti e impazienti al tempo stesso.

- Immagino sia inevitabile. - concluse in tono piatto

- Bene, allora... - esordì più rilassato Totosai – Come tu ben sai, Tenseiga è in grado di riportare in vita i morti in quanto capace di uccidere i demoni incaricati di portare nell'aldilà le anime dei defunti, quindi può agire soltanto finché l'anima si trova ancora in questo mondo. -

- Ma nostro padre è morto da anni! Persino il suo corpo si trova al confine con l'aldilà, figurati la sua anima!!! - sbottò Inuyasha

- Ed è proprio per questo che Tenseiga da sola non può fare niente. - proseguì Totosai sorseggiando tranquillo il suo tè - Vi avverto ragazzi, se decidete di intraprendere questa strada sarà molto pericoloso, perché dovrete riportare indietro l'anima di vostro padre direttamente dal Regno dei Morti. -

- Come? - lo incalzò Inuyasha

- Con Meidozangetsuha! Dovrete inoltrarvi nell'aldilà e riportare indietro vostro padre. - concluse il vecchio demone

- Ma è una follia! Inuyasha, no! E' troppo pericoloso! - gridò Kagome afferrando suo marito per un braccio – Come farete a tornare indietro? -

- Immagino che sarà Tenseiga a indicarci la strada... - mormorò Inuyasha pensieroso – come quella volta... ti ricordi, Sesshomaru?! - concluse ricordando il momento in cui Tessaiga acquisì il Meido da Tenseiga.

- E' probabile. - confermò Totosai – Ciò non toglie che comporti dei rischi, soprattutto per te Inuyasha: come demone non dovresti avere problemi a seguire il sentiero che conduce all'aldilà, soprattutto se resti vicino a Tenseiga... ma come umano... corri un grosso rischio... la tua anima potrebbe esserti strappata appena metterai piede nell'aldilà! -

- Hai sentito?! - intervenne di nuovo Kagome terrorizzata – Lo dicevo che era troppo pericoloso. No, non se ne parla! Troveremo un'altra soluzione, vero Sesshomaru?! - chiese disperata

Il demone la guardò pensieroso ma non rispose.

- Però se usassi tutto il mio potere demoniaco non avrei problemi, giusto? - chiese Inuyasha alzandosi e uscendo sulla veranda per allontanarsi da Kagome – In questo modo... potrebbe andare, Totosai?! - chiese voltandosi di nuovo verso di loro.

Aveva le guance rigate da un segno viola e gli occhi rossi. Persino Sesshomaru non riuscì a rimanere indifferente e Totosai trasalì indietreggiando leggermente.

- Non preoccuparti, vecchio. - lo tranquillizzò Inuyasha – Non ho intenzione di fare pazzie. - e così dicendo si portò tranquillamente alle labbra il suo tè, che aveva raccolto prima di alzarsi, e iniziò a sorseggiarlo con calma in attesa che il vecchio spadaio metabolizzasse la notizia.

- Ma da quando riesci a controllare così bene il tuo sangue demoniaco??!! - chiese stupefatto Totosai

- Credo sia stato un processo molto graduale. In passato mi sono trasformato spesso, per un motivo o per un altro, all'inizio era soprattutto Tessaiga a tenermi a freno ma ultimamente... è merito di Kagome. - spiegò tornando a sedersi vicino a lei e prendendola per mano sorridendo. A quel semplice contatto i tratti demonici sparirono immediatamente.

- Incredibile! - esclamò Totosai – Questo significa che il tuo potere di purificazione è davvero molto forte, Kagome. Non credevo arrivassi a tanto. -

Kagome arrossì per quel complimento e chiese:

- Allora, Totosai?! L'idea continua a spaventarmi ma... che ne pensi?! Così Inuyasha sarebbe più al sicuro? -

- Beh... immagino di sì... diciamo che non correrebbe molti più rischi di quelli che correrebbe Sesshomaru, che comunque ha sempre Tenseiga dalla sua e, in questo senso, Inuyasha continuerebbe a dipendere da lui. - rispose il vecchio meditabondo

Gli sguardi di tutti si rivolsero istintivamente verso Sesshomaru che li ascoltava in silenzio e sembrò non raccogliere la tacita domanda che gli stavano rivolgendo:

- Immagino ci sia dell'altro, Totosai. - lo incalzò Sesshomaru con la solita indifferenza.

- Ah! Giusto! Mi stavo dimenticando... - ammise il fabbro riscuotendosi dai suoi pensieri – Naturalmente l'anima di vostro padre avrà bisogno di un corpo in cui tornare. -

- E come facciamo?! Non è rimasto granché di papà! - disse Inuyasha con una punta di ironia, ricordando l'enorme scheletro che aveva visto visitando la tomba di suo padre.

- Infatti è a questo che servirà il vostro sangue, come dice la profezia. Non conosco i dettagli ma a quel punto ci penserà vostro padre a dirvi cosa fare. - rispose Totosai tornando a bere il suo tè con aria indifferente

- L'importante è che non serva TUTTO il nostro sangue... - ammise Inuyasha con un sorrisetto sarcastico

- Non dirlo nemmeno per scherzo!! - lo rimproverò Kagome che non aveva dimenticato quel che successe al clan delle pantere

- Kagome, ti assicuro che il Generale non era tipo da mettere a repentaglio la vita dei suoi cari solo per i suoi scopi. - la tranquillizzò Totosai – Senza contare che, come ho detto, il suo ritorno in questo mondo potrà essere solo temporaneo, quindi non ne trarrebbe nessun vantaggio. -

- Quanto tempo gli sarà concesso, Totosai? - chiese serio Sesshomaru

- Tre giorni! Non uno di più. - rispose il vecchio – Dovrete agire in fretta. -

Tutti rimasero in silenzio per un po', riflettendo sulla situazione finché Kagome parlò:

- Io, però... preferirei trovare un'altra soluzione. - mormorò - Sesshomaru, è proprio indispensabile... mettere a repentaglio la vostra vita... disturbare vostro padre... solo per questo?! Infondo finora ce la siamo cavata anche da soli, no?! - lo supplicò timidamente

Sesshomaru chiuse un attimo gli occhi, non si capiva se per trattenersi o per farsi forza, poi fu il suo turno di alzarsi ad ammirare il panorama fuori dalla veranda. Dando le spalle ai presenti, con le mani dietro la schiena, rispose:

- Sacerdotessa, hai visto anche tu qual'è la situazione con gli altri membri del clan. Questa volta il problema è Inuyasha... ma non credere che in passato le cose siano andate molto diversamente: ogni volta c'è una scusa, un dissapore, un'inezia qualsiasi su cui qualcuno di loro riesce a trovare qualcosa da ridire. - le spiegò - Mio padre era l'unico che riusciva a mettere sempre tutti d'accordo, la sua sola presenza riusciva a catalizzare l'attenzione di tutti, nessuno mai si sarebbe sognato di contraddirlo come è successo oggi... con me. - ammettere quel fallimento sembrava costargli veramente molto.

Kagome non riusciva nemmeno a immaginarselo! Possibile che esistesse qualcuno ancora più spaventoso, forte e autoritario di Sesshomaru?! L'idea di poter incontrare qualcuno così... di trovarselo davanti... iniziava a spaventarla. E che quel qualcuno fosse addirittura suo “suocero”, il padre di suo marito, di quel mezzodemone un po' rude e scontroso, è vero, ma anche così dolce e amorevole, che amava con tutta sé stessa... no, non riusciva a farsene una ragione! Guardò Inuyasha con la coda dell'occhio, in quel momento rifletteva attento ascoltando Sesshomaru, lo studiò attentamente cercando di cogliere sul suo viso quelli che avrebbero potuto essere i tratti di suo padre, questo misterioso demone temuto da tutti, che da solo teneva in pugno tutti quei Demoni Cane e le loro famiglie, ma ovviamente non servì a niente, non riusciva a vedere proprio niente di così spaventoso sul volto del suo adorato compagno, nemmeno pensando a lui nella sua forma demoniaca... ma forse era lei a non essere obbiettiva.

“Lo amo troppo...” pensò sorridendo dolcemente.

Come se avesse avvertito il suo sguardo su di sé, in quel momento Inuyasha si voltò a guardarla, notò la sua espressione e le sorrise a sua volta.

- Cosa c'è? - le chiese dolcemente

- Niente... - mormorò lei scuotendo la testa - ... pensavo. - ammise semplicemente – Senti... tu... cosa ne pensi? Che vuoi fare, Inuyasha? - gli chiese, infine, con apprensione.

- C'è poco da fare! E' Sesshomaru che decide, no?! I patti erano questi! Se lui ritiene che sia necessario... beh, lo faremo. - rispose semplicemente

- Inoltre, sacerdotessa, è la tua profezia che lo dice. Che tu lo voglia o no, non ci sono alternative. - concluse laconico Sesshomaru tornando a rivolgersi verso di loro

- Si, lo so... - mormorò Kagome con aria sconfitta. Desiderò non aver mai avuto quella premonizione.

- Bene, è deciso allora! - sentenziò Sesshomaru – Senza nostro padre abbiamo le mani legate anche dal punto di vista tattico: è inutile pianificare battaglie e strategie solo sulla base delle nostre informazioni, le conoscenze di nostro padre potrebbero stravolgere tutto e comunque, se sarà lui a guidarci, sarà lui a decidere. A questo punto prima ci muoviamo, meglio è. Abbiamo solo tre giorni quindi, se il ritorno di nostro padre non stanerà quei maledetti Nue, dovremo essere noi ad attaccare e per far ciò avremo bisogno di conoscere l'ubicazione del loro covo. Sacerdotessa, hai detto che il Nue della tua storia è sepolto sotto una collina, giusto? - le chiese tornado a sedersi al suo posto.

- Sì – rispose Kagome – ma non so quale. - concluse mortificata.

- Potrebbe essere utile scoprirlo... è l'unico appiglio che abbiamo... se solo avessimo una traccia da seguire... - sibilò Sesshomaru a denti stretti riflettendo da sé e sé.

- Beh, ma nostro padre lo saprà dov'è il covo dei Nue o questa tomba, no?! - chiese confuso Inuyasha

- Ne dubito. - rispose piatto Sesshomaru – Se l'avesse saputo, allora perché non ha fatto niente quando ha visto l'arazzo? Mia madre ha detto che era molto preoccupato, eppure non ha mosso un dito. Vorrei sapere perché... - concluse più rivolto a sé stesso che a suo fratello.

Inuyasha lo guardò perplesso e un po' stupito, lui non c'aveva pensato.

- Beh... allora... potremmo chiedere aiuto a Koga – propose Inuyasha

- Che vuoi dire? - chiese secco Sesshomaru

- Eravamo con i Demoni Lupo quando siamo stati attaccati la prima volta. - spiegò Kagome

- Tutta la tribù conosce l'odore e l'aura maligna di quelle creature... potrebbero essere in grado di trovarle. Sono in tanti e se c'è una cosa che sanno fare bene e velocemente è seguire una pista. - concluse Inuyasha ricordando la facilità e la rapidità con cui Koga riusciva a raggiungere sempre Kagome ovunque si trovassero.

- Sacerdotessa, pensi di riuscire a contattarli? - le chiese serio Sesshomaru

- Niente di più facile! - sorrise Kagome estraendo un o-fuda dal risvolto dell'hakui

- Fallo subito allora. - le ordinò deciso - Se i Demoni Lupo accetteranno di collaborare con noi, domattina all'alba io e te, Inuyasha, faremo ciò che dobbiamo fare! -

- Bene! Allora vi siete decisi! - esclamò allegro il vecchio Totosai che era rimasto in silenzio fino a quel momento a sorseggiare il suo tè – Vi ho detto ciò che sapevo, il mio compito può dirsi concluso... tuttavia... se non ti dispiace Sesshomaru, vorrei restare a palazzo ancora un po': non capita tutti i giorni di poter rivedere un vecchio amico! -

- Naturalmente, Totosai, sarai nostro gradito ospite. - rispose sempre serio Sesshomaru – I tuoi servigi potrebbero esserci ancora utili. -

 


 

Dopo aver spedito Yuki al covo della tribù Yoro ed Ame ad aggiornare Miroku e gli altri, Kagome e Inuyasha tornarono nella loro stanza dove vennero raggiunti, poco dopo, da Chibiki

- Se i Signori lo gradiscono, posso servire il pranzo. - chiese col suo solito modo mesto e garbato

- Beh... sì... - mormorò stupita e perplessa Kagome - direi di sì... ti ringrazio Chibiki.. ma... e gli altri? - si pentì di quella domanda nel momento stesso in cui la formulò, era evidente che lei e Inuyasha non fossero graditi ad un pranzo di famiglia.

Temette di aver messo in imbarazzo il servitore, invece Chibiki sembrò stupito da quella domanda e rispose incerto facendo mente locale:

- Dunque... il Venerabile Goomon non pranza mai; la padrona e suo fratello, il Signor Chikara, stanno pranzando nelle stanze della Signora mentre il Signor Sesshomaru è impegnato e ha detto che mangerà più tardi; i Signori Kiba e Gyakusatsu stanno pranzando con il Signor Kagizume e... -

- A-aspetta un attimo, Chibiki! - esclamò Kagome travolta da quell'elenco infinito – Mi stai dicendo che... non stanno pranzando tutti insieme?! - chiese stupefatta

Chibiki la guardò un attimo ancora più stupito:

- N-no, Signora. - rispose come se fosse ovvio

Kagome rimase sconvolta da quella notizia, com'era possibile che i membri di una famiglia, che si riuniscono dopo tanto tempo, non avessero il benché minimo desiderio di stare un po' insieme almeno a tavola.

Chibiki continuava a guardarla perplesso e un po' imbarazzato, non sapendo cosa fare, ma per fortuna intervenne Inuyasha a dare voce ai suoi pensieri:

- Tutto bene, Kagome?! Qualcosa non va?! - le chiese premuroso

- Sì... certo. - mormorò incerta – Scusa, Chibiki, non è colpa tua. Va bene... allora anche noi mangeremo qui, grazie. -

Il piccolo Komainu si congedò con un lieve inchino e uscì dalla stanza tornando alle sue mansioni.


 

Quando Chibiki tornò con il pranzo, Kagome e Inuyasha mangiarono in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri. Kagome continuò a riflettere su quella strana famiglia e non si accorse subito che anche Inuyasha sembrava più silenzioso del solito. Quando si accorse della strana atmosfera che si respirava nella stanza avevano ormai terminato il loro pasto. Inuyasha si alzò e si appoggiò, in piedi, allo stipite della porta apparentemente intento ad ammirare il giardino ma senza in realtà vederlo. Kagome gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro, cingendogli la vita, a quel contatto Inuyasha si riscosse dai suoi pensieri e appoggiò una mano su quelle di lei, sorridendo.

- Cosa c'è? Come mai sei così pensieroso?! - gli chiese dolcemente Kagome appoggiando la testa alla schiena di lui.

- Eh?! No... niente. - rispose con poca convinzione

- Sei preoccupato per domani? - insistette lei

- Preoccupato?! No, no... hai sentito Totosai: in forma demoniaca non avrò problemi... - rispose incerto

- Non è a questo che mi riferivo e lo sai! - lo rimproverò gentilmente Kagome – Dai! Usciamo, facciamo due passi. Ti va?! - esclamò allegra scivolando al suo fianco e sorridendogli invitante.

- Vuoi farti sgridare da quel piccoletto? - le chiese Inuyasha ridendo leggermente

- Dai, non ci allontaneremo troppo, ci farà bene un po' d'aria. - insistette lei tirandolo per un braccio

- E va bene... - concesse infine Inuyasha incamminandosi piano lungo la veranda con sua moglie sottobraccio.

- Dimmi la verità... è l'idea di rivedere tuo padre... di poterlo finalmente conoscere... che ti preoccupa, vero?! - gli chiese Kagome

Inuyasha annuì stringendo le labbra.

- “Rivedere” è una parola grossa, in realtà io non l'ho mai conosciuto, non so nemmeno che aspetto avesse, ho visto solo il suo scheletro o i suoi ritratti in forma demoniaca. - rispose

- E tua madre, non te ne ha mai parlato? Non ti ha raccontato niente di lui? - domandò Kagome

- Molto poco... quando parlava di papà era sempre così triste, finiva sempre per scenderle qualche lacrima, io non volevo farla piangere, così ho smesso presto di fare domande. A volte mi è capitato di sentire, per caso, qualche discorso della servitù... a sentire loro era solo un mostro spaventoso... ma è la stessa cosa che dicevano di me quindi ne ho sempre dubitato. Mi ripetevo che se la mamma l'aveva amato così tanto un motivo ci doveva pur essere, ci sarà stato qualcosa di buono in lui... Ma adesso, non so perché, non mi sento più così sicuro. - mormorò

Kagome si strinse più forte al suo braccio e gli sorrise comprensiva

- Non ho mai pensato che potesse presentarsi un'occasione del genere. - proseguì Inuyasha – Mi domando... che farò? Che gli dirò? Che mi dirà lui? Mi scaccerà come tutti gli altri? Oddio! Non so che pensare, Kagome! - esclamò fermandosi e voltandosi a guardarla negli occhi disperato - Non so cosa aspettarmi! Forse sto sbagliando tutto, non devo aspettarmi niente. Lui verrà qui, combatterà la sua battaglia e se ne andrà senza degnarmi di uno sguardo... Sì, probabilmente andrà così... - concluse abbassando lo sguardo e sorridendo amaramente.

Kagome non sapeva cosa rispondergli, infondo anche lei si era posta domande simili fino a poco prima, ma ovviamente per Inuyasha doveva essere infinitamente peggio... per lui era suo padre!

- Inuyasha... - mormorò indecisa Kagome – tu... perché vuoi un figlio da me? -

Inuyasha la guardò stupefatto:

- E... e questo cosa c'entra, adesso??!! - balbettò preso alla sprovvista. Era una domanda spiazzante in tutti i sensi.

- C'entra eccome! Dai, rispondi. - lo incalzò un po' imbarazzata

- Oddio... che domanda difficile... ad essere sincero non ci ho mai pensato... è un bisogno che mi è nato dentro... non saprei spiegarlo così su due piedi... è che vedendo Miroku e Sango così felici... li ho invidiati così tanto in questi anni... e poi... è una cosa naturale, no?! Sentire il bisogno di qualcuno che continui il tuo cammino quando, un giorno, non ci sarai più... Aaaargh!! Uffa! Non lo so! In realtà non volevo dire questo... cioè sì, è anche questo... ma non è solo questo... Insomma, è complicato! - concluse sempre più impacciato

“Che cavolo di risposta che le ho dato!” pensò mortificato “Di sicuro l'ho delusa”

Provò timidamente a rialzare lo sguardo, non aveva il coraggio di guardarla in faccia, e si stupì di vederla sghignazzare, si stava trattenendo a fatica dal ridere come una matta.

- Scusami, non era questo che volevo dire. - gli disse Kagome sforzandosi di non ridere – Non mi aspettavo una risposta così complicata. Comunque diciamo che i tuoi sono sentimenti “positivi”, giusto?! Non vuoi un figlio per disprezzarlo o ignorarlo, dico bene?! -

- Ma certo che no! Che domande fai??!!! - rispose lui scandalizzato.

- E se quella sera... la sera in cui tornai qua... ti ricordi?! Quando ti dissi “Per me va bene”... se allora mi avessi detto di sì, se avessimo fatto quella... “pazzia”... e il nostro bimbo fosse arrivato allora, lo disprezzeresti?! Lo ignoreresti?! - gli chiese di nuovo

- Ovviamente no! - rispose deciso Inuyasha – Anzi... forse lo amerei anche di più che se arrivasse adesso... voglio dire... credo che mi sentirei sempre in colpa pensando al rischio che gli ho fatto correre... -

Vide Kagome inarcare le sopracciglia e guardarlo sorridente, facendo spallucce, con il palmo della mano libera rivolto verso l'alto, come per dire “Ecco qua! Ti sei risposto da solo.”

Era vero! Sembrò accorgersi solo allora del significato delle sue stesse parole. La guardò sorridendo molto più sereno e la strinse in un dolce abbraccio baciandola sulla fronte.

- Ahhhh! Che farei senza di te, amore mio?! - sospirò, di colpo rassicurato

- Anch'io fatico ad immaginarmi tuo padre e, ad essere sincera, l'idea di ritrovarmelo davanti mi spaventa molto. Ma, se davvero amava tua madre, non credo proprio che non ti volesse bene e alla fine è questa l'unica cosa davvero importante per me. Se anche lui ti vuole bene... beh, abbiamo già qualcosa in comune! - disse semplicemente Kagome. - E comunque “stai per avere tutte le risposte”! - concluse usando le stesse parole che Inuyasha le aveva rivolto appena il giorno prima. - Stai tranquillo, tesoro. Vedrai che andrà tutto bene – disse prendendogli il volto tra le mani e baciandolo con dolcezza sulle labbra.

- Ehm-Ehm! - li interruppe una voce alle loro spalle, Inuyasha e Kagome si voltarono imbarazzati

– Salve, ci rincontriamo, bellezza! Ne avresti uno anche per me? - chiese malizioso il bel demone con gli occhi azzurri che avevano visto alla riunione.

Inuyasha stava per andare su tutte le furie, questa volta non c'era Sesshomaru a fermarlo, gli avrebbe assestato un bel pugno su quella faccia da schiaffi.

- Ma insomma, Kiba, possibile che tu sia sempre pronto a correre dietro a tutte le sottane?!!! A te basta che respirino! - lo canzonò il demone coi capelli rasta, facendo capolino da sopra la sua spalla – Oh, non che tu non sia carina, cugina! - precisò rivolgendosi allegro a Kagome, facendosi avanti e spintonando via Kiba – Ma non ci siamo ancora presentati! Io sono Kagizume e questo donnaiolo impenitente è Kiba, mentre il tipo attaccato a quelle grandi orecchie, là dietro, è Gyakusatsu – aggiunse indicando dietro la sua spalla, col pollice. Si udì la risposta di Gyakusatsu, una specie di grugnito, provenire dalle sue spalle, ma Kagizume non gli dette peso e continuò:

- Tutti cugini di secondo grado del tuo caro maritino! Lasciami dire che stamattina sei stata fenomenale! Quelle riunioni sono sempre una tale barba ma il tuo intervento m'ha svegliato. Hai avuto fegato a interrompere così quel bacchettone del vecchio Goomon e quello stoccafisso di Sesshomaru. - confessò ridendo e strappando una risatina anche a Kagome, in effetti suo cognato era sempre così rigido che non riusciva a dargli torto se lo chiamava così.

- Piacere, io sono Kagome. - rispose sorridendo – E lui è Inuyasha. -

- Certo, il famoso Inuyasha non ha bisogno di presentazioni... Allora, cuginetto, che ci racconti di bello?! E' vero che ti sei fatto un pisolino di cinquant'anni?! Non credevo che gli alberi sacri fossero così comodi. - scherzò ancora Kagizume, rivolgendo finalmente la parola anche a Inuyasha.

- Certo che sei un gran chiacchierone tu, eh. - si limitò a commentare il mezzodemone travolto da quel fiume di parole.

- Ecco, bravo, diglielo anche tu! E' un vero spaccatimpani e un rompiscatole! - esclamò Gyakusatsu, facendosi avanti e decidendo di unirsi alla conversazione.

- Che c'è?! Hai paura che ti consumi le orecchie?! Tranquillo, ce ne vorrà ancora! - continuò ridendo Kagizume – Sai, Gyakusatsu ha il “complesso delle orecchie” - bisbigliò con aria complice in direzione di Kagome che si tratteneva a fatica dal ridere.

- Guarda che ti sento, Kagizume! - sbuffò Gyakusatsu con aria scocciata.

- Oh, ci credo! - ridacchiò - Ma consolati, dai, adesso sei in buona compagnia. - commentò Kagizume ammiccando verso Inuyasha, che lo guardò perplesso e, senza volerlo, agitò le orecchie proprio in quel momento.

Kagome non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere di gusto.

- Finalmente hai trovato qualcuno che ride delle tue pessime battute, Kagizume, sarai contento. - sibilò Gyakusatsu.

- Già, ed è una risata molto carina... come la sua proprietaria... - precisò Kiba che continuava a mangiarsi Kagome con gli occhi.

- Mi scusi, Signor Gyakusatsu, non volevo... in realtà a me piacciono molto le orecchie come le sue. - si scusò Kagome asciugandosi le lacrime

- Signore?! Non vedo signori qui! - esclamò Kagizume – Rilassati Kagome, ormai sei di famiglia, anzi sei già diventata la mia cugina preferita! E con quest'ultima affermazione hai sicuramente conquistato anche Gyakusatsu. - che infatti era rosso come un peperone.

- Per me, invece, è stato amore a prima vista! - aggiunse Kiba malizioso

- Rassegnati Kiba, Kagome non è roba per te, la stai mettendo in imbarazzo e Inuyasha non ti sopporterà ancora per molto. - intervenne Gyakusatsu – Ignoratelo, gli passerà! - aggiunse rivolto a Kagome e Inuyasha

- Guarda che lo so! Essere già impegnata è parte del suo fascino... io comunque non sono geloso. - si schermì Kiba – Ti faccio i miei complimenti Inuyasha, finalmente qualcuno con un po' di buongusto in fatto di donne. - ammise decidendosi a rivolgere un po' della sua attenzione anche al mezzodemone.

Inuyasha non seppe se prenderlo come un complimento o no:

- Sembra che voi tre siate proprio affiatati, eh?! - commentò tanto per dire qualcosa

- E' normale, siamo cresciuti insieme e adesso ci ritroviamo, nostro malgrado, a ricoprire il ruolo di capofamiglia... troppo presto per i miei gusti. - ammise Gyakusatsu

- Già! - confermarono anche gli altri due

- In effetti... non siete un po' giovani? - chiese loro Kagome – Stamattina mi aspettavo di vedere solo persone come... il Venerabile Goomon o lo zio di Sesshomaru. -

- Beh in realtà Goomon aveva ceduto il posto a suo figlio già da tempo ma, come avrai capito, è stato ucciso nell'ultima battaglia e così il ruolo di capofamiglia è tornato a lui. - spiegò Kiba finalmente serio – Però a parte questo hai ragione: questo è un incarico che avrebbe dovuto ricoprire ancora la vecchia generazione. Purtroppo il figlio di Goomon non è stato la nostra unica perdita. -

- Capisco... - mormorò Inuyasha ripensando ai racconti del piccolo Chibiki

- Si sta avvicinando qualcuno! - esclamò Gyakusatsu drizzando le orecchie e guardando il cielo

- Dove? - chiesero Inuyasha e Kagome scrutando all'orizzonte ma non riuscirono a vedere niente.

- Lasciate perdere, dev'essere ancora lontano. - disse Kagizume – Sapete, questi enormi paravento – spiegò afferrando le orecchie di Gyakusatsu che lo scacciò infastidito – non sono solo il mio passatempo preferito; il caro cugino, qua, è la vedetta ufficiale del clan: ha un udito finissimo sentirebbe cadere una foglia a 10 km di distanza! - ammise con orgoglio.

- Esagerato... - si schermì Gyakusatsu visibilmente imbarazzato dal complimento.

- Ecco, si vede qualcosa! - esclamò Kiba – Sembrerebbe... una bambina?! - concluse stupito

- Ed ecco la vedetta numero due, nonché cecchino del gruppo: occhio di falco-Kiba! Anche questi begli occhioni azzurri servono a qualcosa, oltre a far battere il cuore delle fanciulle... - spiegò di nuovo Kagizume afferrando, con una mano sotto il mento, la faccia del cugino deformandone i bei lineamenti, mentre lui gli rivolgeva un'occhiataccia spazientita.

- Sembra la storia della tre scimmie: “Ci vedo”, “Ci sento”... e “Ci parlo”!! - commentò Inuyasha ridendo sotto i baffi

- Inuyashaa!! - lo rimproverò Kagome, ma gli altri scoppiarono a ridere

- Buona questa! - ammise Kagizume assestandogli una pacca sulla spalla – Sei forte, cuginetto! -

– Kiba, quella bimba sembra un piccolo cane? - chiese Kagome tornando seria

– Ha un vestito bianco e lunghi capelli castani e... sì, ha le orecchie e il muso da cane! - rispose il demone socchiudendo leggermente gli occhi e tornando a concentrarsi su ciò che solo lui riusciva a vedere

- Allora è tutto a posto: è la mia shikigami. - spiegò Kagome

Dopo un tempo che sembrò lunghissimo, finalmente Yuki apparve all'orizzonte e si diresse sicura verso la sua padrona.

- Ci dispiace ragazzi, dobbiamo salutarvi, il dovere ci chiama. E' stato un piacere parlare con voi! - si congedò Kagome con un sorriso

- Il piacere è stato mio, cara Kagome. - mormorò languido Kiba baciandole la mano sotto lo sguardo infastidito di Inuyasha – Inuyasha, sei un uomo fortunato! - aggiunse poi

- A presto, cugini! - disse allegro Kagizume

- Felice di averti conosciuta, Kagome! - mormorò impacciato Gyakusatsu – Ci vediamo, Inuyasha. -


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Angolo dell'autrice

La volta scorsa me ne sono dimenticata ma.... (rullo di tamburi)

I vincitori della prima manche del “Totorompicapoinrima” sono.....

1° classificata: Trueheart, che ha beccato sia la storia di Tessaiga e Tenseiga che la resurrezione del Generale.

2° classificata: Shiori Lily Chiara, ha intuito Tessaiga e Tenseiga ma non mi ha detto altro, peccato! >.<

Premio “impegno” della giuria va a: baby junior, che ha buttato la (in un ragionamento un po' contorto, probabilmente sono io che non l'ho capito XD) la resurrezione di qualcuno (suppongo il Generale) ma poi s'è persa dietro alla zanna (suppongo Songa)... ri-peccato! :(

La seconda manche... appena ne sapremo di più! ^_^


 

Tornando al capitolo:

Non so se Tenseiga funzioni veramente così ma ho sempre avuto quest'impressione.

Lo zio di Sesshomaru si chiama Chikara che (i fan di One Piece dovrebbero saperlo bene) significa forza, potere.

La storia delle tre scimmie, citata da Inuyasha, per chi non la conoscesse, si riferisce a tre scimmie raffigurate in un cornicione di legno nel tempio dedicato a Ieyasu Tokugawa a Nikko (E io ci sono stataaaa!!! ^__^) le tre scimmiette sono: “Non vedo”, “Non sento” e “Non parlo” (ovviamente “del male”) e non hanno niente a che fare con il significato omertoso che gli diamo noi, ma rappresentano un precetto dello shintoismo per cui le ho citate ugualmente anche se il santuario in questione ai tempi di Inuyasha non esisteva ancora; ho immaginato che la storia fosse già nota.

Infine abbiamo conosciuto un po' meglio “i tre moschettieri”, i miei pupilli... sono i miei preferiti e ve lo dico subito, perché non riuscirò a nasconderlo! :P


 

A grande richiesta ho disegnato anche Chibiki, è fatto molto di corsa e completamente a mano libera con My Paint (con GIMP sarebbe venuto meglio ma c'avrei messo una vita e non ho avuto tempo) è da poco che ho iniziato a usare la tavoletta grafica e non c'ho ancora preso la mano, scusate. -.-

Cmq, per quello che può valere, vorrei dedicarlo hai 100 “pazzi dichiarati” che in varie forme (seguendo, ricordando, preferendo o anche solo commentando) seguono questa storia il cui capitolo 14 sta per raggiungere la bellezza di quota 1000 visite (il primo l'ha superate da un pezzo ma non lo conto ;) ) e dire che quando lo pubblicai ero convinta che me l'avreste tirato dietro al grido di “Basta! C'hai fatto venire il diabete!!!” XD

Io faccio sempre la scema, per nascondere l'imbarazzo, ma GRAZIE A TUTTI, davvero! <3

Alla prossima ^_^

   
 
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