Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: giuliabaron    11/09/2008    7 recensioni
Tornava a casa come tutte le sere, questa volta però era stato un turno davvero estenuante: certo non era la prima volta che saltava il pranzo per adempiere al suo dovere di medimaga, ma si sa nel cuore di Londra raramente si vedevano draghi scorrazzare deliranti per la città!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TITOLO

SE SOLO QUELLA SERA…

 

Ciao a tutti! Questa è la prima volta che mi cimento nella stesura di una fiction, quindi chiedo venia se vi sembrerò troppo banale o pesante nel racconto. Ovviamente i consigli sono sempre bene accetti, così come le critiche costruttive e ben argomentate ed eventuali complimenti;).

Buona lettura,

Giulia

 

CAPITOLO 1

 

Era stata una giornata molto dura.

Un drago del circo magico da poco arrivato in città era riuscito a sfuggire al controllo del proprio addestratore, lanciando fiamme in ogni dove con il risultato di un sovraffollamento di pazienti nel reparto Lesioni da Creature dell’Ospedale Magico San Mungo.

 

Tornava a casa come tutte le sere, questa volta però era stato un turno davvero estenuante: certo non era la prima volta che saltava il pranzo per adempiere al suo dovere di medimaga, ma si sa nel cuore di Londra raramente si vedevano draghi scorrazzare deliranti per la città! Quindi non solo si era limitata alle cure fisiche dei suoi pazienti, ma anche a cercare di tranquillizzarne gli animi ancora sotto choc e non sempre era stata una cosa facile.

 

Era veramente esausta, ma preferiva tornare a piedi nel suo appartamento babbano piuttosto che prendere la metro per potersi godere almeno quel momento lontano dalla confusione e per prendere una boccata d’aria.

L’autunno era ormai alle porte e le giornate si erano accorciate di molto per cui, nonostante fossero da poco passate le 18.30, il sole si stava già coricando per lasciare posto alla luna.

 

Per arrivare a casa doveva passare per Hennington Creek, uno dei quartieri più malfamati della Londra babbana, ma di certo non aveva perso il suo coraggio Grifondoro.

Hermione J. Granger era rimasta la So-tutto-io orgogliosa dei tempi di Hogwarts, solo che ora era anche una bellissima ragazza già laureata in Medimagia nonostante i suoi 22 anni.

Indossava un paio di stivali scamosciati, dei jeans scuri ed un trench blu avio. I capelli sciolti le solleticavano metà schiena mentre sul volto stanco erano raccolti indietro da una piccola forcina.

 

Come previsto nessuno passava da quelle parti.

Hennington Creek prendeva vita solo dopo la mezzanotte, quando lucciole e spacciatori uscivano allo scoperto per vendere chi un surrogato d’amore, chi un’illusione di felicità. A quell’ora tutto era buio e silenzioso, eccezion fatta per qualche senzatetto intento a rovistare nella spazzatura in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

 

L’aria era umida, per terra le pozzanghere testimoniavano il passaggio della pioggia nel pomeriggio.

Istintivamente accelerò il passo e strinse più forte a sé la borsa in pelle regalatale da Ginny il Natale precedente mettendo la mano destra nella tasca del trench per impugnare la sua bacchetta. Con immenso stupore scoprì che non era al suo posto. Spaventata si bloccò e subito dopo si diede mentalmente della stupida: con la giornata che aveva avuto sicuramente in quel momento essa giaceva nel suo armadietto al San Mungo. A quel pensiero le sfuggì un sorriso e si tranquillizzò; che pericolo poteva correre se non c’era anima viva?

Purtroppo non si era accorta che nel frattempo qualcuno l’aveva notata ed ora la stava seguendo con le peggiori intenzioni che potesse avere.

 

Stava passando vicino ad un lampione rotto quando un rumore sospetto la mise di nuovo sulla difensiva, si voltò di scatto e vide una lattina vuota di birra rotolare e un gatto randagio correre nella direzione opposta alla sua. Di nuovo la sua stanchezza le giocava brutti scherzi – pensò tra sé e sé. Ma nel momento in cui si rigirò, si trovò davanti a due iridi color pece scintillanti di malvagia follia che la fecero sobbalzare.

 

“Che ci fa un bel bocconcino come te in un postaccio come questo?” – disse il teppista, calcando volutamente la parola “postaccio” assumendo con una smorfia una faccia piagnucolosa, caricatura secondo lui della ragazza che gli stava di fronte. Aveva i capelli rasati a zero, un anello al naso e puntava minaccioso un coltellino svizzero dritto contro di lei.

 

“Non sai che potresti incontrare brutta gente qui? Ma per fortuna hai incontrato me…” – berciò sarcastico con fare terrificante.

 

Hermione non aprì bocca, sembrava terrorizzata dalla paura.

 

“Che c’è bambolina, ti ha per caso mangiato la lingua il gatto?” – e con un movimento brusco trasse Hermione stretta a sé.

 

Mossa sbagliata: quello era il momento giusto per mettere in pratica quelle quattro cosette che si imparavano al corso base per Auror che Harry le aveva pregato di seguire per fargli compagnia. In un attimo si liberò dalla sua presa, colpendolo con una gomitata all’inguine e pestandogli forte il piede destro. Poi, con tutta la determinazione e la forza rimasta si mise a correre nell’oscurità, inseguita dall’uomo incazzato nero come non mai.

 

“Lurida puttanella, come hai osato? Ti farò vedere io chi comanda qui!”

 

Hermione intanto pensava solo a fuggire il più lontano possibile da quel brutto ceffo. Neanche si accorse di avere imboccato un vicolo ceco, se non quando si ritrovò alle calcagna quel losco individuo più minaccioso che mai.

“Adesso ci divertiamo, troia!” – e in un attimo le fu addosso.

 

Le tirò i capelli con violenza inaudita, poi la sbatté forte contro il freddo muro di mattoni. Hermione cadde rovinosamente a terra; tentò di rialzarsi ma le doleva tutto. La testa le girava e vedeva sfocato. Scorse una sagoma scura avvicinarsi a lei e una voce sinistra arrochita dall’eccitazione e dalla rabbia dire:

 

“Vedrai piccola, quando avrò finito con te mi implorerai di averne ancora…”.

 

Una mano avida andò a toccarla sotto il trench senza troppi complimenti.

 

“Ormai è la fine” – pensò affranta, mentre una lacrima le scendeva sulle labbra schiuse.

 

Stava preparandosi al peggio quando d’un tratto una voce forte e decisa gridò

 

Petrificus Totalus!”

 

Quella fu l’ultima cosa che ricordò, poi buio.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: giuliabaron