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Autore: wilgiappone33    08/08/2014    1 recensioni
E' stata una sereta totalmente normale, l'ultima notte di vacanza prima dell'inizio dell'inizio del liceo, non è successo nulla di strano...ma allora perché quando il giorno dopo ti svegli senti di essere cambiata? Quella riflessa nello specchio sei sempre tu, eppure in te c'é qualcosa di estraneo e anche il comportamento delle altre persone nei tuoi confronti è cambiato. Non capisci cosa possa essere successo, finché ti chiedi se l'incontro con quel ragazzo così misterioso, quella sera, sia stato del tutto casuale, o se invece sia successo qualcosa che ti rifiuti anche solo di immaginare. Ma è inutile, non puoi scappare da quello che sei diventata, né da tutto ciò che sta per accaderti, perché in fondo questo è solo l'inizio...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-E così hai mentito, eh? Questa qui non è affatto la tua servitrice, è solo una normale vampira. Non hai ancora completato la trasformazione.
-E non intendo farlo.
L'aria, nello studio di Bastian, si poteva tagliare con il coltello: l'uomo era in piedi di fronte al figlio e ad Erika mentre la moglie, che aveva appena parlato, era come suo solito seduta in poltrona, una regina sul suo trono.
-E allora il tuo piano quale sarebbe? Nova mi ha detto che avevi una proposta da fare ma non ha voluto dirmi quale.- Disse a questo punto l'uomo, che non amava girare intorno alle cose.
-Ho una proposta infatti: voglio un antidoto per farla tornare normale, così poi potremo riportarla a casa e farla finita con questa storia.
-Beh, ragazzo mio, questa non è affatto una proposta, è una richiesta, c'è una bella differenza. Non mi stai offrendo nulla.
-In questo caso chiedimi quello che vuoi, farò qualunque cosa purché voi lasciate perdere questa storia del trovarsi un servitore e mi consegnate un antidoto, e non ditemi che non esiste perché non me la bevo.
-Ancora non hai capito: noi vogliamo una cosa sola da te, ed è proprio quello che tu ti ostini a non voler fare, quindi...
-Aspetta, Bastian.- Si intromise Maryse -In fondo quello che ci sta offrendo è interessante...e io avrei già un'idea di cosa potremmo chiedergli: i vampiri prendono con se' dei servitori come aiuto e come dimostrazione di potere, ma se lui dimostrasse di sapersela cavare abbastanza bene da solo da non averne bisogno andrebbe bene lo stesso, no? Potremmo dargli una possibilità, comunque in caso fallisse lo costringeremmo a fare quello che deve fare con questo fiorellino- disse, facendo un cenno con la mano verso Celeste, stesa su un divanetto alla sua destra.
-Che cosa avresti in mente?- chiese il marito, un lampo d'interesse negli occhi.
-Mmm...quello a cui ho pensato sarebbe far fare al ragazzo un bel giro in un luogo che definirei quasi turistico, un antico monumento storico...in poche parole, l'Arena.
Gli occhi di tutti si puntarono sulla donna, che non sembrò farci caso. Erika, come al solito, non aveva idea di che cosa stessero parlando, mentre Ren sembrava conoscere questo posto e l'idea di doverci andare non doveva piacergli molto, dalla faccia che fece. Lo vide deglutire, prima di parlare.
-Se io lo faccio, se esco vivo dall'Arena, allora voi farete tornare Celeste normale e ci lascerete fare ritorno a casa senza tentare ancora di farmi scegliere un servitore?
-Esatto- rispose Maryse. -Avevi ragione, esiste un antidoto per i vampiri che non hanno mai bevuto sangue, né umano né animale, e noi l'abbiamo. Sarà tuo...sempre se tuo padre acconsente.- concluse lei, spostando gli occhi sul marito.
-Potrebbe andarmi bene, solo che tu hai detto che se fallisse avremmo sempre potuto tornare al piano originale, ma se non supera l'Arena il massimo che possiamo fare è mandare qualcuno a recuperare il suo cadavere.
-In effetti hai ragione, ma anche a questo ho la soluzione: per dare un po' d'aiuto potremmo mandarceli entrambi, nell'Arena. Se si è in due è più facile: in caso uno non ce la facesse più potrebbe sempre mandare avanti l'altro e poi farsi tornare a prendere.
Maryse non aveva ancora chiuso la bocca che Ren stava già protestando.
-NO! Ci vado io e ci vado da solo! Lei non ha mai ricevuto un addestramento vero e proprio, non se ne parla!
-A me invece sembra una buona idea...- Fece Bastian rivolto alla moglie, sapendo che il figlio l'avrebbe sicuramente ignorato.
-Scusate, a nessuno qui importa il mio parere?- Erika finalmente aprì bocca, stufa di verde gli altri decidere cosa avrebbe o non avrebbe fatto. A quanto pare, però, era da un po' che nessuno la calcolava, tanto da essersi probabilmente dimenticati della sua presenza, visti gli sguardi che le arrivarono.
-Non se avete notato, ma è anche della mia vita che stiamo parlando- Riprese lei. -Se quest'Arena è l'unico modo per riavere indietro Celeste va bene, ci vado, e non sta a voi impormelo o cercare di fermarmi.
Era stufa marcia di non essere mai interpellata, la scelta era sua e alle conseguenze avrebbe pensato lei.
-Questa ragazza mi piace sempre di più!- Esordì Maryse dopo un attimo di silenzio. -Allora è deciso! Domani mattina alle dieci in punto vi voglio all'Arena,fino ad allora siete liberi fare quello che volete!- Concluse la vampira, battendo le mani contenta come una bambina. Era davvero così felice di mandare a morte il figlio? Ren guardò Erika come si può guardare chi ha appena firmato il suo contratto di morte ridendoci su, ma poi annuì in silenzio.
-Ancora una cosa, prima.- Disse lui quando ormai stava per uscire dalla porta. -Voglio vedere l'antidoto, altrimenti non si va niente.- Ragionevole, pensò Erika, perché non ci aveva pensato anche lei?
-Va bene- fece Bastian, poi si infilò una mano in tasca ed estrasse un pesante mazzo di chiavi, fra cui ne scelse una piccola color ottone che infilò nella toppa di una delle ante dell'armadio a sinistra della sua scrivania, un mobile dall'aria molto antica, che scattò e si aprì, rivelando varie boccette e piccoli scrigni contenenti chissà quali diavolerie. L'uomo prese una fiala contenente un liquido rosato e lo mostrò a Ren.
-Eccolo qui: “Daemonem urit”, brucia demonio. Fa sparire dall'interno il sangue infetto senza causare danni all'organismo.
-Va bene. A domani, allora.
Detto ciò raggiunse Erika, ancora sulla porta con Celeste appresso, e uscirono insieme dalla stanza.

 

 

 

Qualche ora dopo:

Erika si buttò sul letto di fianco a Celeste, era stanca morta e sentiva tutti muscoli indolenziti. Appena finito di parlare con i suoi genitori Ren l'aveva trascinata in palestra per un super allenamento intensivo, sperando di rimediare alla sua “scarsa preparazione” e fra una predica per aver deciso di seguirlo nell'Arena, un calcio rotante e una rovesciata si era anche preso la briga di spiegarle (finalmente) che cos'era quella maledettissima Arena. Ebbene, si trattava di un centro di addestramento molto antico, in cui si allevano i vampiri guerrieri quando ancora la civiltà vampiresca non era stabile ma in lotta continua. Ora il complesso, che si trovava qualche chilometro a nord della villa, perso nei boschi, era in disuso da qualche secolo, sia perché i vampiri non si allenavano più così duramente, sia per la sua pericolosità: la struttura era una specie di labirinto circolare in pietra, pieno di trappole ed ostacoli da superare, ma la cosa peggiore era che, essendo un labirinto, aveva solo un'entrata e solo un'uscita, agli antipodi, perciò se si restava feriti si poteva solo continuare ad avanzare sperando di arrivare vivi all'uscita. Una passeggiata, in pratica, ma lei non aveva nessuna intenzione di morire a centinaia di chilometri da casa in mezzo a uno stupido labirinto medioevale a quattordic'anni, quindi in un modo o nell'altro dovevano farcela, per loro e per Celeste. Si voltò a guardare la ragazza: come avrebbe fatto a spiegarle tutto quello che era successo mentre era incosciente? Magari sarebbe rimasta traumatizzata a vita o non le avrebbe parlato mai più, in fin dei conti era tutta colpa sua...“Mi dispiace tanto...” sussurrò, sapendo che comunque l'altra non l'avrebbe sentita. Poi le tirò giù la spallina destra della maglietta, rivelando la cicatrice a forma di croce uguale a quella che aveva anche lei. “Ora sei anche tu sotto il segno della croce” le aveva detto Ren la seconda volta che si erano visti...chissà se, in caso le cose fossero andate male, qualcuno avrebbe usato le stesse parole per parlare a Celeste, spiegandole cos'era successo. “No!” si disse “Nessuno dovrà dirle nulla perché ce la faremo, ce la faremo per forza!” Beh, di sicuro il primo passo era arrivare là in forma e riposati l'indomani mattina, e al momento Erika non ci si avvicinava per niente: la notte prima non aveva praticamente dormito e ora le si chiudevano gli occhi. Prima, però, doveva chiamare i suoi genitori, come ogni sera. Era davvero difficile dover fingere di essere felice e contenta, impostare una voce rilassata e dire che stava andando tutto bene e che si divertiva un sacco per non farli preoccupare, era una recita che era esausta di recitare, ma non poteva fare altrimenti...Finita la telefonata aprì i messaggi e vide le chat recenti: il primo era Daniele, (quanto le mancava!) poi c'era Andrea, a seguire Anna e sotto Kat...fece per scrivere qualcosa ma poi cambiò idea: no, non avrebbe detto niente a loro, non voleva farli preoccupare inutilmente. Guardò per l'ultima volta l'ora, poi spense il telefono e l'abat-jour e scivolò sotto le coperte sperando di fare dei bei sogni, almeno quelli, visto che probabilmente il giorno dopo sarebbe stato un incubo.












Sciau a tutti! Come va? c:
Io benone, infatti sto partendo per le vacanze, ma non disperate!

(E chi disperava?) Starò via solo una settimana quindi l'appuntamento settimanale
é solo posticipato di un giorno: ci risentiamo sabato prossimo!

Nel frattempo voi continuate a lasciarmi recensioni, anche se potrei non
rispondere con la solita velocità ^^ Infine vi ricordo che i capitoli

mancanti si contano sulle dita di una mano: siamo quasi arrivati alla fine!
Un bacio e a presto, byee ♥♥

 

   
 
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